billi
Ho un grosso problema che deriva dalle tipologie lavorative: agricoltura, edilizia e ristorazione. In questi settori i contratti di lavoro prevedono attivita' anche di un sol giorno a settimana e l'interruzione di ogni rapporto col datore di lavoro al termine della giornata lavorativa ( o del breve periodo) con successiva riassunzione. Che faccio, do' loro copia della cartella sanitaria alla fine di ogni visita? Gia' fatto ed e' complicatissimo. Lo stesso problema derivava dalla precedente normativa sul rischio chimico: dovevo spedire le cartelle all'ISPESL alla cessazione del rapporto di lavoro: ma gli sterilizzatori con prodotti chimici in agricoltura facevano questo lavoro stagionalmente e poi ritornavano. Ogni volta dovevo rifargli la cartella. No, credo che questa norma non sia facilmente applicabile. Consigli?
billi il 24/11/2008 10:38 ha scritto:
Ho un grosso problema che deriva dalle tipologie lavorative: agricoltura, edilizia e ristorazione. In questi settori i contratti di lavoro prevedono attivita' anche di un sol giorno a settimana e l'interruzione di ogni rapporto col datore di lavoro al termine della giornata lavorativa ( o del breve periodo) con successiva riassunzione. Che faccio, do' loro copia della cartella sanitaria alla fine di ogni visita? Gia' fatto ed e' complicatissimo. Lo stesso problema derivava dalla precedente normativa sul rischio chimico: dovevo spedire le cartelle all'ISPESL alla cessazione del rapporto di lavoro: ma gli sterilizzatori con prodotti chimici in agricoltura facevano questo lavoro stagionalmente e poi ritornavano. Ogni volta dovevo rifargli la cartella. No, credo che questa norma non sia facilmente applicabile. Consigli?
Billi, questo che citi è, per me, il più grande problema che abbiamo con il coso81. La normativa dice che dobbiamo consegnare non la copia, bensì la documentazione sanitaria in ns. possesso, quindi l'originale.
Per questo il dare la copia all'atto della visita (comunque complicato) non ci emenda. Basterebbe cambiare la norma con la dizione "rilascia la documentazione sanitaria in suo possesso previa richiesta in tal senso del lavoratore" e saremmo salvi. così è inevitabile essere sanzionati perchè l'adempimento non dipende esclusivamente da noi (io stò alle raccomandate a casa emesse a posteriori, cioè quando ho saputo che i lav. sono/si sono licenziati.
ciao e grazie ancora per lo splendido corso fatto a Palermo sull'ASPED2000.
Io forse ho risolto il mio problema, ogni qualvolta faccio la prima visita medica (computerizzata), stampo 2 copie e rilascio imediatamente una copia in originale della cartella sanitaria con tutta la documentazione annessa in originale (faccio 2 copie delle spiro, dele audiom e degli esami ecc).
...il problema fondamentale è che molte aziende non comunicano con tempestività la cessazione del rapporto di lavoro (ho saputo di licenziamenti fatti a Giugno la scorsa settimana casualmente)pertanto siamo sanzionabili per inadempimenti ad obblighi che non possiamo gestire direttamente e che soprattutto nelle grosse aziende sta diventando un grosso problema...spero che i servizi di vigilanz a capiscano le difficoltà nell'applicazione del D. Lgs. 81 da parte dei medici competenti...
saluti a tutti
Sergio
Medico Autorizzato
Io mi arrangio in questo modo:
al momento delle dimissioni e/o cessazione del rapporto di lavoro l'ufficio personale comunica per iscritto al lavoratore che deve contattare il medico competente per concordare la consegna della cartella sanitaria, il lavoratore firma che è a conoscenza e resta copia di questa comunicazione che viene inviata al sottoscritto.
Tale cartella preferisco consegnarla direttamente ed esclusivamente nelle mani del lavoratore che mi firmerà oltre che la documentazione al momento stampata anche una bella ricevuta.
Se il lavoratore non viene a ritirarla, problemi anche suoi ...
dice un vecchio proverbio "uomo avvisato mezzo salvato.....(lo stesso vale anche per le donne)"
Ovviamente tutto questo avendo un costo aggiuntivo per il sottoscritto viene interamente addebitato all'azienda, come previsto dalla normativa che sia il datore di lavoro che debba sostenere tutti i costi......
Per me rimane comunque un "busillis" inapplicabile. Personalmente preparo la cartella (o copia) al momento della conoscenza della dimissione. So di poter essere sanzionato in qualunque momento, ma non vedo via d'uscita se non in una modifica normativa che sia finalmente applicabile. Ed in questo pensiamo una buona volta (meglio sarebbe se lo facessero i legislatori!) alla situazione nelle piccole e piccolissime aziende, specie a quelle con elevato turnover.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
frama il 24/11/2008 10:56 ha scritto:
Io mi arrangio in questo modo:
al momento delle dimissioni e/o cessazione del rapporto di lavoro l'ufficio personale comunica per iscritto al lavoratore che deve contattare il medico competente per concordare la consegna della cartella sanitaria, il lavoratore firma che è a conoscenza e resta copia di questa comunicazione che viene inviata al sottoscritto.
Tale cartella preferisco consegnarla direttamente ed esclusivamente nelle mani del lavoratore che mi firmerà oltre che la documentazione al momento stampata anche una bella ricevuta.
Se il lavoratore non viene a ritirarla, problemi anche suoi ...
dice un vecchio proverbio "uomo avvisato mezzo salvato.....(lo stesso vale anche per le donne)"
Ovviamente tutto questo avendo un costo aggiuntivo per il sottoscritto viene interamente addebitato all'azienda, come previsto dalla normativa che sia il datore di lavoro che debba sostenere tutti i costi......
Ottima gestione, ma presuppone un ufficio persoanle attento ed efficiente....cosa che non sempre si riscontra, anche nelle grandi aziende.
Cordialità, RCorda.
Francamente, solo sanando questo assurdo comma se ne può venire a capo.
Come già detto da diversi colleghi, l'unica soluzione accettabile è quella della consegna su esplicita richiesta del lavoratore.
Direi che SIMLII e Co.Na.Me.Co. devono impegnarsi su questo punto. Non si può lavorare (e vivere) col costante incubo delle sanzioni.
Chi segue numerose aziende (soprattutto se piccole e poco propense a fornirti informazioni tempestive) non può dar seguito a questo comma, se non diventando matto e non facendo null'altro.
Va peraltro detto che la sanzionabilità è piuttosto remota e potrebbe emergere solo da specifica denuncia di un lavoratore cui non fosse stata consegnata la documentazione.
Purtroppo anche i colleghi che ritengono di superare l'impasse consegnando a priori la documentazione in sede di visita, non sono del tutto sicuri: infatti, dall'attuale testo, si evincerebbe che al dimissionario va consegnata tutta la documentazione e non va trattenuto nulla.
Insomma un grande pasticcio e un'inutile tortura.
Quanto ai colleghi che contano sull'efficienza degli uffici risorse umane, penso che siano molto ottimisti: le piccole aziende nemmeno ce l'hanno e le grandi se ne fregano abbastanza di informarti.
billi il 24/11/2008 10:38 ha scritto:
Ho un grosso problema che deriva dalle tipologie lavorative: agricoltura, edilizia e ristorazione. In questi settori i contratti di lavoro prevedono attivita' anche di un sol giorno a settimana e l'interruzione di ogni rapporto col datore di lavoro al termine della giornata lavorativa ( o del breve periodo) con successiva riassunzione. Che faccio, do' loro copia della cartella sanitaria alla fine di ogni visita? Gia' fatto ed e' complicatissimo. Lo stesso problema derivava dalla precedente normativa sul rischio chimico: dovevo spedire le cartelle all'ISPESL alla cessazione del rapporto di lavoro: ma gli sterilizzatori con prodotti chimici in agricoltura facevano questo lavoro stagionalmente e poi ritornavano. Ogni volta dovevo rifargli la cartella. No, credo che questa norma non sia facilmente applicabile. Consigli?
Ma io non comprendo una cosa nelle piccole aziende in edilizia soprattutto, è presente un rischio chimico, quindi si dovrebbe effettuare una visita alla cessazione del lavoro? Io ho visionato il DVR in cui però non è valutato il rischio chimico, (si dice solo che è presente)e poi ho un altro quesito, in occasione delle visite annuali ho scoperto che molti dipendenti sono stati licenziati, che fare con le cartelle sanitarie vecchie? Al datore di lavoro? Inseguire i lavoratori?
all'ISPESL?
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