Chiedo scusa alla Redazione, mi sembra che tempo fà questo argomento sia già stato trattato e purtroppo la funzione ricerca oggi non mi funziona.....
.....Come vi state comportando con i dati occupazionali forniti dai datori di lavoro?
Cioè mi spiego meglio.....pochi datori di lavoro usufruiscono di ottimi consulenti, quindi forniscono ai medici competenti i dati occupazionali.
In altri casi è il medico competente che li prepara per il datore di lavoro che poi firma.....
Ora mi domando, nei casi in cui il rischio stimato risulta al di sotto dei livelli di azione o comunque bassso , gli stessi sono inseriti nel documento che dovrà firmare il datore di lavoro? in caso di risposta affermativa inserite anche la stima del rischio?
La domanda mi sovviene perchè può capitare che venga inserito nella lista dei dati occupazionali un rischio specifico che poi in realtà risulta valutato "basso". E ancora basso cosa vuol dire, può causare un danno alla salute dei lavoratori? tutti o solo i lavoratori ipersuscettibili?. Inoltre se attraverso la valutazione dei rischi abbiamo i dati occupazionali, e normalmente li inseriamo nell'anamnesi lavorativa, a cosa servono questi dati occupazionali?
Non so se sono stato chiaro!
Come vi state comportando?
Grazie
Gennaro Bilancio
Gennaro il 07/01/2009 05:42 ha scritto:
Chiedo scusa alla Redazione, mi sembra che tempo fà questo argomento sia già stato trattato e purtroppo la funzione ricerca oggi non mi funziona.....
.....Come vi state comportando con i dati occupazionali forniti dai datori di lavoro?
Cioè mi spiego meglio.....pochi datori di lavoro usufruiscono di ottimi consulenti, quindi forniscono ai medici competenti i dati occupazionali.
In altri casi è il medico competente che li prepara per il datore di lavoro che poi firma.....
Ora mi domando, nei casi in cui il rischio stimato risulta al di sotto dei livelli di azione o comunque bassso , gli stessi sono inseriti nel documento che dovrà firmare il datore di lavoro? in caso di risposta affermativa inserite anche la stima del rischio?
La domanda mi sovviene perchè può capitare che venga inserito nella lista dei dati occupazionali un rischio specifico che poi in realtà risulta valutato "basso". E ancora basso cosa vuol dire, può causare un danno alla salute dei lavoratori? tutti o solo i lavoratori ipersuscettibili?. Inoltre se attraverso la valutazione dei rischi abbiamo i dati occupazionali, e normalmente li inseriamo nell'anamnesi lavorativa, a cosa servono questi dati occupazionali?
Non so se sono stato chiaro!
Come vi state comportando?
Grazie:)
Penso tu ti riferisca all'Allegato 3A, nella sezione 1) della visita preventiva, che recita:
1.DATI OCCUPAZIONALI (1)
Destinazione lavorativa – Mansioni .....
Fattori di rischio (specificare quali)......
Tempo di esposizione (giorni/anno) ………………………………………………………………………………
Note: I dati di questa sezione sono forniti dal datore di lavoro (indicare n°degli allegati)
Poiché é impensabile allegare alla cartella l'intero DVR, ho pensato (e poi redatta, spiegata e trasmessa ai datori di lavoro) a una "Scheda dati occupazionali", di facile (?) compilazione se uno ha fatto una buona valutazione, la sa leggere e vuole dedicare un po' di tempo a compilarla. Il problema é proprio questo: tempo e pazienza.
Ho pure segnalato ai ddl quali sono i dati da trascrivere "obbligatoriamente" in cartella (valori di esposizione degli agenti chimici e fisici). Se i dati degli agenti fisici sono inferiori ai valori d'azione, e non vi sono altri rischi, segnalo che la visita non può essere effettuata perché non rientra nei casi previsti (lo stesso vale per i VDT sotto le 20 ore o le periodiche per il notturno sotto le 80 all'anno).
L'aggettivo "basso", che pure vedo spesso, non ha alcun significato per nessuno dei rischi per cui é prevista la sorveglianza (né per i rischi fisici, né per la MMC, né per il biologico, chimico, lavoro notturno e VDT) mentre dovremmo (far) ragionare di più sui valori d'azione, ben definiti nell'81.
In ogni caso, nella mia edizione cartacea della Cartella, ho lasciato uno spazio di commento del medico ai dati forniti dal ddl. Purtroppo capita quasi sempre che i dati sono inesatti o incompleti o che la scheda, al momento della visita, proprio non c'é. In questi casi scrivo in cartella che i dati non sono pervenuti in tempo per la visita (fissata da calendario) e non per questo la visita può essere rimandata.
Comunque, insistendo, qualche risultato ce l'ho.
angeloangiolini il 08/01/2009 11:18 ha scritto:
L'aggettivo "basso", che pure vedo spesso, non ha alcun significato per nessuno dei rischi per cui é prevista la sorveglianza (né per i rischi fisici, né per la MMC, né per il biologico, chimico, lavoro notturno e VDT) mentre dovremmo (far) ragionare di più sui valori d'azione, ben definiti nell'81.
Non per facilissima polemica, ma la quantificazione dei rischi in "basso, medio, alto, grave" deriva dal mitico (e ORRENDO) algoritmo del P x D = R, consigliato persino, all'epoca, nelle linee Guida della Conferenza Unificata Stato Regioni (doc. n.1. delle LG sull'applicazione del 626) e ripresa da suggerimenti dell'Ordine degli Ingegneri di Milano. Ma non è per nulla, ma per nulla proprio, una quantificazione: è una cosa che "tira" e sta in quasi tutti i software commercializzati... Se riuscite a far capire anche ad un solo DdL che "basso, medio, alto e grave" non solo non significano niente ma soprattutto li espongono terga all'aria, avrete fatto un'opera buona.
P.S.: per inciso, io non ho mai e poi mai, né mai lo farò, adottato la tecnica dell'algoritmo, anche se contenuta in una LG della CU: e non sono mai stata sanzionata a buoni intenditori, pochissime parole.
Nofer
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