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Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica

Questo argomento ha avuto 14 risposte ed è stato letto 10022 volte.

medlavorotar

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  • Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (10/01/2009 20:11)

Venti giorni or sono,mi chiama il responsabile dello Spisll e mi mostra un documento della Procura che m'invitava a trovarmi un difensore per i seguenti motivi:
nel 2000 ero MC di un mobilificio,ho visitato una dipendente carteggiatrice-lucidatrice:ho riscontrato difficoltà a usare la mano ,ho dato idoneità annua con limitazioni di sforzo dell'arto interessato.
Dopodichè il DDL mi ha sostituito come MC e non ho più fatto visite all'azienda.In quell'azienda fino ad oggi si sono succeduti altri 5 MC.
La lavoratrice in seguito ha fatto domanda di malattia professionale (tunnel carpale) che l'Inail ha riconosciuto come dovuto a Movimenti ripetitivi. Un ispettore ASL,essendo ufficiale diPG,ha ispezionato la ditta e la documentazione nel 2008 e ha verbalizzato " carenza di sorveglianza sanitaria" con sanzioni al DDL e MC.
La mia comparizione è stata stracciata per decorrenza dei termini (oltre tre anni).
Secondo me ,il mio coinvolgimento e la richiesta di comparizione
mi è sembrata eccessiva,non essendo da oltre 8 anni il medico aziendale
e fatto regolarmente le visite mediche.Ho tuttavia dovuto firmare il documento e la non considerabilità di eventuali reati per decadenza di tempi.
Secondo voi il MC licenziato deve rispondere di eventuali omissioni di colleghi che lo hanno sostituito nella sorveglianza sanitaria aziendale anche a distanza di anni?

"vi sono due obiettivi nella vita:
primo- ottenere ciò che vuoi e poi godertelo.
SOLO I PIU' SAGGI RIESCONO A PERSEGUIRE IL SECONDO." ---Logan Smith

nofertiri9

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (10/01/2009 21:29)

ALT, calma.
Tanto per cominciare, l'avvocato va chiamato, e di corsa, ma non per nulla: c'è una macroscopica violazione del tuo diritto a difesa se sei "indagato", perchè l'avviso di reato deve essere dato dal PM direttamente all'interessato, non esiste nè in cielo nè in terra e persino non in Italia che uno si senta dire dal dirimpettaio "guarda che stai sotto inchiesta penale", perchè se è come dici tu

mi chiama il responsabile dello Spisll e mi mostra un documento della Procura che m'invitava a trovarmi un difensore

staremmo a questi livelli. CHI, ti invitava a trovarti un difensore, il signore dello spisll o il PM? Poi, che hai firmato? Tu parli di "comparizione", ma i mandati di comparizione li danno sì gli UPG, ma quelli DOC, ossia la Polizia di Stato o i Carabinieri, o anche la GdF, sarebbe la prima volta che sento di uno spisll: e guarda che ne conosco e frequento tanti, anche più di quelli che vorrei, e 'sta cosa non l'ho mai sentita.

Se non sei indagato, come io penso, potresti essere stato convocato o potresti essere ascoltato come "persona informata sui fatti" ossia come testimone, ma per saperlo l'unica è appunto nominare un buon penalista e dirgli "ciccio, fammi la cortesia, vai in procura e vedi di sapere che accidenti sta succedendo".
Poi, ammesso che la lavoratrice abbia OGGI un tunnel carpale non è detto lo avesse già nel 2000, ma a parte questo: il rischio da movimenti ripetitivi e relativo sovraccarico biomeccanico o robe analoghe, nel DVR, c'era? Ma qua stiamo già in fase di discussione di merito, prima di tutto cerca di capire cosa sta succedendo.
Quanto all'esagerazione, tieni presente che i PM non ne capiscono un accidenti, loro si sono trovati con una denuncia dell'ASL che, inviata in sopralluogo dall'INAIL, parla di "carenza di sorveglianza sanitaria", ammesso che questo significhi giuridicamente qualcosa, si sarà iniziato ad indagare interrogando il DdL (che rischia un bel giudizio penale di ufficio per lesioni personali) che ha detto di certo "ma quando mai carenza di SS, io ho avuto tutti questi medici: X dal - al -, poi Y dal- al-, poi ancora W dal- al-, ..." e il PM giusto per non fare ineguaglianze ha preso tutto il mucchio, poi si sarà detto da solo "eh, ma per W, per Z e per AA son passati più di 3 anni! Ok, li sento uguale come persone informate, sentiamo che hanno da dire".

Dacci gli aggiornamenti.
Ah, ora dimenticavo: ma, poi, all'epoca e che tu ricordi, questa ci aveva già la sindrome, o erano solo dolorini? e mano Dx o sx? Uso di PC a casa, si sa nulla? Stiratrice? :)

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

bernardo

bernardo
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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (10/01/2009 22:39)

Nofer, io ho fatto l'UPG (e il responsabile SPSIL) per 20 anni (1981-2001) e ti posso assicurare che molte volte ho convocato, in quanto UPG, persone (nella mia esperienza sempre datori di lavoro, ma il concetto non cambia) per invitarle a nominare un avvocato in quanto soggetto sottoposto ad indagini. Rientra fra le prerogative dell'UPG (che sono a pieno titolo anche quelli delle ASL, nelle materie di loro competenza) in base al codice di procedura penale; l'importante è ripettare i diritti dell'indagato (ad esempio non chiedendo informazioni se non in presenza dell'avvocato) ed avvertendolo sempre dei suoi diritti, compreso quello di non rispondere.
Esperienza che mi torna molto molto utile ora che non sono più UPG e posso trovarmi (e qualche volta mi sono trovato) dalla parte opposta.
Normalmente chi fa l'indagine, soprattutto se non molto esperto, coinvolge in prima battuta tutti coloro che potrebbero avere un ruolo nella vicenda. Non è corretto, ma succede sempre così, non solo nel nostro campo: si tirano dentro tutti così la probabilità di individuare un colpevole aumenta.
Sto seguendo come CTP una causa relativa ad un reparto di radiologia di una azienda Ospedaliera in cui, per eventi accaduti prima del 1995, è stato tirato in ballo (indagato) anche un RSPP che ha assunto l'incarico nel 2001! Quindi niente di strano.
Il consiglio, in questi casi, è pretendere sempre il rispetto del codice di procedura penale, non parlando mai se non in presenza del proprio avvocato. Chiedere esattamente di conoscere qual'è il capo d'imputazione (cioè il reato previsto dalla legge per il quale si è indagati). Non rilasciare mai le cosiddette "dichiarazioni spontanee" (anche se in sede processuale non valgono, possono comunque influenzare).
Nel merito condivido le osservazioni di Nofer: posto che la sorveglianza sanitaria è stata effettuata da parte tua il problema è accertare se quando tu hai visitato il soggetto vi erano già o meno i presupposti clinici per un diagnosi di tunnel carpale, e se i disturbi o le patologie eventualmente accusati potevano essere attribuiti (all'epoca) a fattori di rischio lavorativi, e quindi se il referto alla AG e la denuncia INAIL erano da fare o no. Evidentemente nessuna responsabilità può esserti addebitata per ciò che è accaduto quando tu non eri più MC.
Infine, ma sarebbe un discorso molto lungo, sul riconoscimento da parte dell'INAIL della STC avrei molte cose da dire. Per esempio che spesso l'INAIL riconosce la STC perché conosce solo quella, mentre vi sono molte attività in cui per le stesse mansioni, a seconda di come uno opera (cioè di come usa le mani) possono verificarsi alternativamente la STC, la S. Di De Quervain, la S. del martello dell'ipotenar o la S. di Guyon. Ma l'INAIL, nella mia esperienza, riconosce quasi solo solo la STC (ho dovuto sostenere lunghi contenziosi per far riconoscere le altre) e qualche volta la riconosce anche quando il rischio non c'è.

medlavorotar

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (11/01/2009 12:06)

Normalmente chi fa l'indagine, soprattutto se non molto esperto, coinvolge in prima battuta tutti coloro che potrebbero avere un ruolo nella vicenda. Non è corretto, ma succede sempre così, non solo nel nostro campo: si tirano dentro tutti così la probabilità di individuare un colpevole aumenta - dice Bernardo......

Mi chiedo se esista una normativa che regoli i comportamenti degli ispettori ASL-UPG che pur sapendo nella non punibilità , per reati od omissioni ,per decorrenza dei termini, viene loro consentito di
coinvolgere un numero più nutrito di attori per aumentare la probabilità......
La lavoratrice ,da come mi possa ricordare, aveva un dito a scatto,per questo avevo dato un'idoneità con limitazione,in rapporto alla sua specifica mansione di carteggiatrice-lucidatrice in un mobilificio.

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Gennaro

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (11/01/2009 17:29)

Tutto è un pò confuso, bisogna avere ulteriori elementi, inoltre anche se ci fosse stato un reato, dal 2000 ad oggi sono trascorsi otto anni, quindi il reato è andato in prescrizione.
Saluti

Gennaro Bilancio

medlavorotar

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (19/01/2009 13:43)

VERBALE DI IDENTIFICAZIONE DELLA PERSONA NEI CUI CONFRONTI VENGONO SVOLTE LE INDAGINI E DI ELEZIONE DEL DOMICILIO (artt.349 e 161 c.p.p )

L'anno 2008 addì 24 del mese di Novembre alle ore 12,10 a Tar......
in via B.....C......n.4 presso gli uffici dello SPISLL avanti al sottoscritto P......M....R.....,U:P:G,ai sensi dell'art.21 della legge 833/78 è presente il Dott: G.......C.... nella sua qualità di ex Medico competente del Mobilificio A.. di M........e P.........srl,il quale informato che nei suoi confronti sono in corso indagini per violazioni a norme in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro ed è invitata a norma dell'art 66 del c.p.p a dichiarare le proprie generalità e ammonito circa le conseguenze a cui si espone rifiutandosi di darle o dandole falese: dichiara:
sono G........C.... nato a ..........................residente a ..........,via................... esibisce documento di riconoscimento carta di identitàn......................rilasciata dal Comune di .................il................Invitato a norma dell'art.161 del cpp elegge il proprio domicilio a....................
dove verrà fatta ogni notificazione avvertendo che ,nella sua qualità di persona sottoposta ad indagini,ha l'obbligo di comunicare ogni mutamento di domicilio dichiarato o eletto e che in mancanza di tale comunicazione o nel caso di rifiuto a dichiarare o eleggere domicili,le notificazioni verranno eseguite mediante consegna al difensore.
Informato che ha facoltà di farsi assistere da un legale di fiducia ,dichiara:si riserva.
Chiuso alle ore 12,15 in data e luogo di cui sopra.
letto confermato e sottoscritto.
>Riepilogo del fatto:dall'anno 2000 il sottoscritto non è più medico competente del mobilificio.Ha effettuato regolamente la sorveglianza sanitaria al punto di dare al soggetto idoneità con limitazioni non essendo presente la patologia accusata. In seguito...
1)Una dipendente ,lucidatrice carteggiatrice fa domanda di malattia professionale (tunnel carpale) all'INAIL che la riconosce
2)Inail comunica alla ASL l'avvenuto riconoscimento
3) La ASL invia l'ispezione al mobilificio e prende nota di tutti i medici competenti dal 2000 al 2008 (almeno sei mi è stato detto)
4) Viene sansionato il datore di lavoro e l'ultimo medico per carenza di sorveglianza sanitaria.

Ora il problema :a)l 'UPG nella veste dell'ispettore con in mano la mia idoneità rilasciata alla visita medica del 2000 quale motivazione può addurre di carenza di sorveglianza sanitaria nei miei confronti se la stessa sorveglianza è stata fatta?
b)Se la legge prevede la prescrizione del" reato" essendo trascorsi oltre tre anni dal fatto,non è forse abuso di potere chiamarmi in causa?
c)Come posso essre indagato con facoltà di assistenza da legale di fiducia per un reato non commesso ?

Chiaritemi i dubbi cari colleghi
Grazie

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billi

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (19/01/2009 13:57)

E come facciamo a chiarirteli se siamo piu' confusi di te? Qualche giorno fa un giudice del lavoro mi ha testualmente detto che, in una causa di licenziamento, fa piu' fede un certificato rilasciato da uno specialista dell'ASL ( non MC) perche' rilasciato da struttura pubblica anziche' un giudizio di idoneita' del medico competente perche' privato (" ...questo certificato - del MC, NDR - per me e' carta straccia...")
Pensate un po' se mi meraviglio piu' di nulla.

Gennaro

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (19/01/2009 14:18)

medlavorotar il 19/01/2009 01:43 ha scritto:

Ora il problema :a)l 'UPG nella veste dell'ispettore con in mano la mia idoneità rilasciata alla visita medica del 2000 quale motivazione può addurre di carenza di sorveglianza sanitaria nei miei confronti se la stessa sorveglianza è stata fatta?
b)Se la legge prevede la prescrizione del" reato" essendo trascorsi oltre tre anni dal fatto,non è forse abuso di potere chiamarmi in causa?
c)Come posso essre indagato con facoltà di assistenza da legale di fiducia per un reato non commesso ?

Chiaritemi i dubbi cari colleghi
Grazie

Ok penso di aver capito qualcosa.....
Innanzitutto stai tranquillo sulla sanzione per mancata sorveglianza sanitaria.
Qui due sono le cose, o il PM ha un dubbio su quando è iniziata la malattia professionale, e quindi vuole verificare eventuuali medici inadempienti per quanto riguarda la refertazione , o il lavoratore si è costituito parte civile.

Quindi penso che sei stato chiamato in "causa" perchè il PM ha delegato l'UPG a verificare quando sia iniziata la malattia professionale cui risulta sofferente la lavoratrice.
Ora per te ci sono due conclusioni
1. la malattia professionale è iniziata quando eri medico competente
2. la malattia profesionale è comparsa più avanti con gli anni.
In tutti e due i casi l'UPG (spero sia medico) comunicherà il risultato al PM con conseguenze diverse, soprattutto se il lavoratore si è costituito parte civile.
Saluti

Gennaro Bilancio

PREVEMP

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (19/01/2009 17:09)

Aggiungo un altro elemento che ritengo utile alla discussione.
Non è del tutto chiaro se il collega sia stato identificato come persona sottoposta ad indagini per effetto di una puntuale delega del P.M., o di iniziativa della P.G. nell'ambito di una delega di indagini più generale sulla malattia professionale.
Questo perchè nel primo caso il P.M. scrive ad es.: "identificare tutti i medici competenti che si sono succeduti nell'incarico, ecc." - e allora occorre agire come disposto dall'autorità giudiziaria.
Nel secondo caso siamo invece di fronte ad un atto che rientra nella valutazione discrezionale della P.G. che procede.
Ricordiamo però che la P.G. (e soprattutto il P.M.) dovrebbe indagare per ricostruire i fatti, e non solo per sostenere l'accusa: quindi anche acquisire tutti gli elementi a favore della persona sottoposta ad indagini.

Per quanto riguarda la prescrizione dei reati, questa è la norma che si applica.
Art. 157 c.p.p. Prescrizione. Tempo necessario a prescrivere.
La prescrizione estingue il reato decorso il tempo corrispondente al massimo della pena edittale stabilita dalla legge e comunque un tempo non inferiore a sei anni se si tratta di delitto e a quattro anni se si tratta di contravvenzione, ancorchè puniti con la sola pena pecuniaria.
Per determinare il tempo necessario a prescrivere si ha riguardo alla pena stabilita dalla legge per il reato consumato o tentato, senza tener conto della diminuzione per le circostanze attenuanti e dell'aumento per le circostanze aggravanti, salvo che per le aggravanti per le quali la legge stabilisce una pena di specie diversa da quella ordinaria e per quelle ad effetto speciale, nel qual caso si tiene conto dell'aumento massimo di pena previsto per l'aggravante.
Non si applicano le disposizioni dell'art.69 e il tempo necessario a prescrivere è determinato a norma del secondo comma.
Quando per il reato la legge stabilisce congiuntamente o alternativamente la pena detentiva e la pena pecuniaria, per determinare il tempo necessario a prescrivere si ha riguardo soltanto alla pena detentiva.
Quando per il reato la legge stabilisce pene diverse da quella detentiva e da quella pecuniaria, si applica il termine di tre anni.

bernardo

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  • Re: Malattia professionale -sorveglianza sanitaria e procura della Repubblica
  • (19/01/2009 18:00)

Si però per valutare la prescrizione ci deve essere un capo d'imputazione, e per avere il capo d'imputazioen l'indagine deve essere conclusa. Attualmente dai dati che hai fornito sei semplicemente (si fa per dire..) sottoposto ad indagini, e correttamente ti hanno informato del fatto e della circostanza che puoi nominare un avvocato.
L'indagine può concludere che:
a) non c'è ipotesi di reato a tuo carico (il che da ciò che dici appare la conclusione più probabile); in questo caso tutto si esaurisce nell'indagine e non ti disturberanno oltre;
b) c'è una ipotesi di reato; a questo punto ti dovrebbero interrogare (in presenza dell'avvocato) come persona indiziata di reato (specificando esattamente il reato, cioè citando la norma violata). Dall'interrogatorio e da tutti gli altri elementi il PM può archiviare il caso o rinviare a giudizio. Se rinvia a giudizio c'è il processo.
Quindi come vedi, a parte l'indubbio disagio e stress, prima di giungere a conclusioni di qualsiasi tipo la strada è ancora lunga.

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