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Organizzazione del primo soccorso per lavoratori italiani che lavorano all'estero

Questo argomento ha avuto 2 risposte ed è stato letto 2617 volte.

Nonnoguido

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Medico del Lavoro
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180
  • Organizzazione del primo soccorso per lavoratori italiani che lavorano all'estero
  • (27/01/2009 21:46)

Sono stato contattato da un’importante azienda di consulenza per la sicurezza aziendale la quale si trova nella necessità di fornire ai suoi clienti (aziende multinazionali) il necessario supporto per la tutela dei loro lavoratori, ivi inclusa la gestione delle emergenze e quindi la formazione della squadra di primo soccorso.
Purtroppo si tratta, in gran parte, di aziende i cui lavoratori risiedono quasi permanentemente in altri paesi, per cui non possono essere formati in Italia.
Il DM 388 (correggetemi se sbaglio), che è tuttora in vigore, e a cui lo stesso DL 81 rimanda, stabilisce all’art. 3 che la formazione del personale non può essere demandata ad altre figure professionali:

“Art. 3.
Requisiti e formazione degli addetti al pronto soccorso
1. Gli addetti al pronto soccorso, designati ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, sono formati con istruzione teorica e pratica per l'attuazione delle misure di primo intervento interno e per l'attivazione degli interventi di pronto soccorso.
2. La formazione dei lavoratori designati é svolta da personale medico, in collaborazione, ove possibile, con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Nello svolgimento della parte pratica della formazione il medico può avvalersi della collaborazione di personale infermieristico o di altro personale
specializzato.”

Quindi la formazione è affidata a personale medico, che deve anche attenersi a precisi contenuti didattici.
Mi pare quasi obbligato, quindi, che queste ditte debbano rivolgersi a medici locali che diano sufficienti garanzie sull’insegnamento del Primo Soccorso, salvo poi recepire detta formazione con un attestato specifico in lingua italiana.
Se la mia interpretazione è giusta, che altre alternative sussisterebbero per tale tipo di aziende?
Hanno validità i corsi “online” pubblicizzati da qualcuno, visto che l’istruzione deve essere “istruzione teorica e pratica”? Per me no.

Che ne pensate colleghi?

Guido Marchionni

tcam

tcam
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  • Re: Organizzazione del primo soccorso per lavoratori italiani che lavorano all'estero
  • (28/01/2009 01:39)

Nonnoguido il 27/01/2009 09:46 ha scritto:
Sono stato contattato da un’importante azienda di consulenza per la sicurezza aziendale la quale si trova nella necessità di fornire ai suoi clienti (aziende multinazionali) il necessario supporto per la tutela dei loro lavoratori, ivi inclusa la gestione delle emergenze e quindi la formazione della squadra di primo soccorso.
Purtroppo si tratta, in gran parte, di aziende i cui lavoratori risiedono quasi permanentemente in altri paesi, per cui non possono essere formati in Italia.
Il DM 388 (correggetemi se sbaglio), che è tuttora in vigore, e a cui lo stesso DL 81 rimanda, stabilisce all’art. 3 che la formazione del personale non può essere demandata ad altre figure professionali:

“Art. 3.
Requisiti e formazione degli addetti al pronto soccorso
1. Gli addetti al pronto soccorso, designati ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, sono formati con istruzione teorica e pratica per l'attuazione delle misure di primo intervento interno e per l'attivazione degli interventi di pronto soccorso.
2. La formazione dei lavoratori designati é svolta da personale medico, in collaborazione, ove possibile, con il sistema di emergenza del Servizio Sanitario Nazionale. Nello svolgimento della parte pratica della formazione il medico può avvalersi della collaborazione di personale infermieristico o di altro personale
specializzato.”

Quindi la formazione è affidata a personale medico, che deve anche attenersi a precisi contenuti didattici.
Mi pare quasi obbligato, quindi, che queste ditte debbano rivolgersi a medici locali che diano sufficienti garanzie sull’insegnamento del Primo Soccorso, salvo poi recepire detta formazione con un attestato specifico in lingua italiana.
Se la mia interpretazione è giusta, che altre alternative sussisterebbero per tale tipo di aziende?
Hanno validità i corsi “online” pubblicizzati da qualcuno, visto che l’istruzione deve essere “istruzione teorica e pratica”? Per me no.

Che ne pensate colleghi?

Mi pare che le tue osservazioni e riflessioni siano quantomeno sagge.
E' certo che almeno per quanto riguarda una corretta ed efficace organizzazione di un servizio di primo soccorso sia essenziale tener conto delle risorse del territorio, conoscerne le caratteristiche (es tempo di intervento, modalità di reclutamento, capacità e risorse. Mi parrebbe dunque prioritario raccogliere per ogni cantiere all'estero, ivi compresi quelli temporanei, notizie certe delle caratteristiche dei presidi sanitari territoriali e le loro capacità di intervento.
La formazione probabilmente sarebbe meglio ibrida, vale a dire una prima dell'invio del lavoratore in missione o nei periodi di rientro, in lingua nativa e con la prova pratica ed una seconda di coordinamento sul luogo con raccordo (indispensabile) con i presidi sanitari territoriali (ammesso che lavoratori addetti al ps e personale sanitario locale abbiano una lingua condivisibile).
Certo che troverai non poche resistenze da parte delle aziende ad una pratica così onerosa, ma questo sarà tanto più giustificabile quanto maggiore sarà il rischio valutato (tipologia di cantiere) e critiche le condizioni ambientali/climatologiche del luogo.
Nessun lavoratore, almeno nella mia esperienza rimane senza sosta in un paese estero per più di 6-9 mesi dopo i quali ha solitamente una pausa di almeno un mese. Un corso breve "in patria" è preliminare ed efficace oltrechè tutelativo sul piano giuridico.
Tcam

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tcam

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  • Re: Organizzazione del primo soccorso per lavoratori italiani che lavorano all'estero
  • (29/01/2009 23:42)

Hanno validità i corsi “online” pubblicizzati da qualcuno, visto che l’istruzione deve essere “istruzione teorica e pratica”? Per me no.

Perchè no? Se valgono i DVR .........
Tcam

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