Buongiorno, desidero porvi dei quesiti in merito a una spiacevole situazione creatasi sul posto di lavoro.
Mi sono infortunato per disattenzione e senza responsabilità di terzi mentre mi recavo al lavoro guidando personalmente la mia auto (durante una sosta momentanea nelle immediate vicinanze dell’azienda a causa di un sospetto guasto al motore, scendendo frettolosamente dall’auto sono inciampato e nel cadere ho portato istintivamente le mani in avanti procurandomi una lesione alla mano destra).
Avendo sottovalutato l’infortunio non mi sono recato subito al pronto soccorso e sono andato ugualmente al lavoro nonostante il dolore. Arrivato in azienda ho immediatamente riferito l’incidente al caporeparto e chiesto di andare in infermeria per potermi medicare avendo riportato delle escoriazioni, ma il medico era assente e ha provveduto un collega a farmi una medicazione sommaria. Ho quindi iniziato a svolgere il mio lavoro. Dopo un paio d’ore però la mano era tumefatta e il dolore insopportabile quindi ho chiesto che mi si accompagnasse in ospedale. Il capo non ha voluto darmi il permesso perché sosteneva spettasse al direttore dare l’autorizzazione a me e a un eventuale accompagnatore di uscire dall’azienda, eppure era a conoscenza del fatto che il direttore in quel momento non era reperibile. Poiché il mio stato peggiorava un collega ha preso l’iniziativa e ha finalmente rintracciato il direttore per telefono. Quest’ultimo, a sua volta, non ha autorizzato nessuno ad accompagnarmi perché secondo lui ero in grado di recarmi al pronto soccorso da solo (non so francamente se ha capito la gravità della situazione perché non ci ho parlato personalmente al telefono ma ho sentito chiaramente il mio compagno di lavoro che insisteva che avevo una mano sanguinante). Per evitare storie ho confermato che ce la potevo fare a guidare e sono andato via.
Ovviamente ho avuto difficoltà a condurre l’automobile fino al più vicino ospedale e ho inevitabilmente sforzato la mano e peggiorato la situazione (cosa che mi hanno confermato in ortopedia).
Concludendo, in ospedale mi è stata riscontrata una frattura e dato 25 giorni di prognosi.
I quesiti che pongo sono questi:
1) la mia disavventura si può considerare come infortunio in itinere? (l’azienda si trova in città diversa da quella in cui abito e non è raggiungibile con i mezzi pubblici).
2) Mi sarei dovuto rivolgere all'Inail? Il medico curante mi ha rilasciato il classico certificato di malattia da inviare all'Inps anzichè di infortunio perchè secondo lui avrebbero dovuto specificare l'infortunio in quello rilasciatomi al pronto soccorso.
3) Si possono ravvisare comportamenti scorretti nel miei superiori? Il datore di lavoro e i suoi preposti non hanno l’obbligo di assistenza sanitaria nei confronti del dipendente che si sente male sul posto di lavoro o il fatto che l’infortunio si è verificato fuori dall’azienda (anche se a poche centinaia di metri), il mio eccesso di zelo nel lavorare nonostante l’infortunio e la mia condiscendenza li giustifica?
Grazie per l'attenzione.
opinione parziale: lavorando in ospedale anche a me risulta che la prima certificazione di infortunio è quella del pronto soccorso...per la storia nel suo complesso non ne so abbastanza.
Grazie per la risposta, anche se parziale. Ho interpellato un sindacalista e secondo lui non si tratta di infortunio in quanto incidente autonomo avvenuto al di fuori dello stabilimento e non causato da macchinari aziendali. Sempre secondo lo stesso, l'infortunio in itinere si ravvisa solo in caso di dipendenti pubblici.
Per la verità non ne sono affatto convinto.
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