Caro Alfonso, leggo con interesse le tue convinzioni che sul piano strettamente logico sembrano scaturire da una lucida analisi "rerum".
Condivido assolutamente il fatto che ciò che è norma debba essere puntualmente ottemperato e al pari il fatto che chi non rispetta le norme ex legibus Republicae debba essere puntualmente sanzionato. Io non credo che debba essere abrogato l'art.40 che sarà sicuramente frutto di profonde riflessioni e ripensamenti e ardue decisioni finali delle commissioni allestite ad hoc per sanare l'immonda piaga della mancata tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, così come non credo che tale pestilenza si possa attenuare con norme astruse e borboniche che ignorano totalmente i contesti cui dovrebbero essere applicate.
La sensazione che raccolgo trasversalmente, anche tra i non addetti ai lavori e che non mi vergogno di condividere in buona parte, è che anche l'81, come la decretazione che lo ha recentemente preceduto, sia un'opera di alta sartoria che ha tenuto conto più degli interessi di lobbies economico-commerciali che non della salute dei lavoratori che, grazie a Dio, è lasciata, orfana, nelle mani dei medici competenti fortunatamente onesti promotori e difensori di questo bene supremo ed inalienabile.
Non so e non mi interessa sapere quale sia il profilo del tuo esercizio professionale, ma non mi serve grande fantasia per intuire che è assai dissimile dal mio.
Io non ho datori di lavoro nè pubblici nè tantomeno privati nè rapporti "collaborativi" con chichessia. Seguo ad oggi con passione e non poca fatica circa 150 aziende che sono entrate in contatto con me in un percorso ormai più che ventennale tramite un meccanismo seriale di passaparola.Ho avuto e abbandonato istantaneamente senza rimorsi aziende che esprimevano realtà nazionali ed internazionali non appena ho avuto la sensazione di mettere in gioco la mia autonomia professionale e intellettuale e continuo a farlo senza titubanze.
Seguo ancora grandi realtà e parimenti microaziende fino al limite del singolo dipendente.
Con queste premesse indispensabili mi domando, se sei calato nella realtà professionale della gran parte dei tuoi colleghi mc sul territorio nazionale, come tu possa mai condividere (io sono disposto a subire ma non condivido)la gogna dell'art.40 in assoluto e in particolare la sua prospettata formulazione.
Ti domando: a quale percentuale di valutazioni del rischio hai effettivamente partecipato? Quante volte sei stato convocato e stimolato a riversare il peso delle tue capacità e conoscenze nell'allestimento dei DVR?
Se mi dici sempre, ci credo e mi complimento con te e con la fortuna che indubbiamente ti assiste.
Te lo chiedo perchè essendo io un mc di modesta levatura e di scarso spessore politico (ho relazioni esclusivamente personali con i DDL)non riesco nemmeno ad autoconvocarmi (parlo al presente nonostante i termini della valutazione di fatto siano spirati il 31-12, perchè tutti i tecnici con cui mi confronto a parte orripilanti copia-incolla non hanno valutato un bel nulla) e quando provo a farlo ho risposte come quella che ti incollo di seguito:
Egr. Dott. T. Camerotto,
in allegato trasmettiamo i documenti di valutazione rischi relativi a :
- Rischi generali
- Rischio chimico
- Rischio vibrazioni
delle aziende ................................
Detti documenti, come da sempre, sono stati da noi redatti nei termini
previsti dal D.Lgs. 81/08; senza la partecipazione del Medico.
Un Suo intervento in merito alle valutazioni dei rischi, a cose fatte,
ci sembrerebbe quantomeno fuori luogo.
E, sia chiaro, questo non è un caso isolato, è la regola.
E cosa potrò mai scrivere io allora nella sezione dedicata ai rischi valutati per la salute? Che non ho partecipato alla valutazione e i rischi per cui ho allestito un protocollo sanitario sono diversi da quelli valutati dal DDL (da chi per lui) e la mia valutazione non è coitale ma masturbatoria?
Ti sarei grato davvero se tu riuscissi a togliermi con una tua risposta (opinione) dal capo questo arrovello.
Con stima e simpatia, Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
https://www.facebook.com/retemedicicompetenti/
Non riesco proprio a capire qual'è l'argomento del contendere e qual'è il quesito a cui dovrei rispondere. Hai tracciato un quadro delle difficoltà che affronta il mc nella sua attività di tutti i giorni. Condivisibile. Hai messo in risalto i problemi che il mc si trova ad affrontare in azienda nei confronti dei ddl. D'accordo. Ma cosa c'entra la "gogna" dell'art. 40 con le modalità concrete per farci fronte (nell'attesa magari che lo abroghino o, che so io, che lo modifichino)?.
E come dire: siccome non sono d'accordo sulla cartella sanitaria così come prevista dal d.81 non è legittimo che (magari aspettando che qualcuno cambi la legge) predisponga un modello che faciliti la sua compilazione e il suo uso.
Se poi vuoi parlare del perchè i mc non partecipano alla VdR e a tutte le altre attività a cui dovrebbero partecipare e in tutti questi anni parliamone. Probabilmente capiremo il perchè oramai i ddl e i consulenti non ci cercano più. Ma questa è un'altra storia.
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
Quando iniziarono a circolare le bozze del TU mi resi subito conto dei problemi che si prospettavano dietro l'allegato 3B. Ho però sempre cercato di far comprendere ai Colleghi che questa vicenda potrebbe avere dei risvolti interessanti: mi sembra che analizzare i dati del lavoro del Medico Competente possa essere un punto di partenza per verificare la qualità dell'operato del MC. In altre parole: che strumento ho io MC di poche aziende di un comparto X in un'area geografica Y di poter capire se la mia opera ha dei risvolti positivi sullo stato di salute della popolazione lavorativa che seguo? Questo diventa possibile confrontando ad esempio i miei dati con quelli aggregati che sono in possesso dello SPESAL. Credo che il punto critico della vicenda è che dobbiamo impegnarci come MC affinché questa opera di raccolta ed invio di dati (che sicuramente ci impegnerà per un bel po' di tempo)abbia una ricaduta sul nostro operato; per questo avevo proposto a livello locale di aprire dei, come vogliamo chiamarli?, "tavoli tecnici" con i colleghi degli SPESAL perché i dati che invieremo non rimangano sepolti nei cassetti ma vengano utilizzati in tempi brevi nell'ottica di migliorare la qualità del lavoro dei MC.
Tony Porro
AlfonsoCristaudo il 19/02/2009 07:48 ha scritto:
Non riesco proprio a capire qual'è l'argomento del contendere e qual'è il quesito a cui dovrei rispondere. Hai tracciato un quadro delle difficoltà che affronta il mc nella sua attività di tutti i giorni. Condivisibile. Hai messo in risalto i problemi che il mc si trova ad affrontare in azienda nei confronti dei ddl. D'accordo. Ma cosa c'entra la "gogna" dell'art. 40 con le modalità concrete per farci fronte (nell'attesa magari che lo abroghino o, che so io, che lo modifichino)?.
E come dire: siccome non sono d'accordo sulla cartella sanitaria così come prevista dal d.81 non è legittimo che (magari aspettando che qualcuno cambi la legge) predisponga un modello che faciliti la sua compilazione e il suo uso.
Se poi vuoi parlare del perchè i mc non partecipano alla VdR e a tutte le altre attività a cui dovrebbero partecipare e in tutti questi anni parliamone. Probabilmente capiremo il perchè oramai i ddl e i consulenti non ci cercano più. Ma questa è un'altra storia.
Ho estruso al massimo le capacità di cui disponevo, non ho migliori risorse per spiegare cosa intendessi affermare con il mio intervento. Me ne dolgo, ma non posso che ammettere i limiti della mia abilità di comunicazione.
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
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Scusate !ma durante la riunione periodica annuale , che dati comunicavamo se non quelli che adesso bisogna inviare obbligatoriamente
per via telematico come cita l'art.40 ?
Non avete pensato a che conclusioni potranno trarre le singole ASL , le regioni e l'ISPESL che si troveranno a poter elaborare una infinità di dati provenienti da tantissimi MC e scoprire così problematiche divise per comparto , per territorio , per mansione , per organo , etc. etc. che se non aggregate non sarebbero mai venute a galla ?
Che bello tutto ciò...
Ma non bastava una bella passeggiata di ispettori e medici del lavoro in borgata? Per esempio, a Roma, che so io, a Montespaccato o a Casalotti?
O fuori degli "smorzi" alle 6.30 di mattina, dove si radunano gli extracomunitari in attesa di un ingaggio a 5/10 euro al giorno?
Se indicassimo alle ASL gli indirizzi di tutti gli smorzi?
Percè non lo mettiamo nella comunicazione art. 40?
Guido Marchionni
AlfonsoCristaudo il 19/02/2009 07:48 ha scritto:
Non riesco proprio a capire qual'è l'argomento del contendere e qual'è il quesito a cui dovrei rispondere. Hai tracciato un quadro delle difficoltà che affronta il mc nella sua attività di tutti i giorni. Condivisibile. Hai messo in risalto i problemi che il mc si trova ad affrontare in azienda nei confronti dei ddl. D'accordo. Ma cosa c'entra la "gogna" dell'art. 40 con le modalità concrete per farci fronte (nell'attesa magari che lo abroghino o, che so io, che lo modifichino)?.
E come dire: siccome non sono d'accordo sulla cartella sanitaria così come prevista dal d.81 non è legittimo che (magari aspettando che qualcuno cambi la legge) predisponga un modello che faciliti la sua compilazione e il suo uso
non sono intervenuta prima, perchè con il mac non riesco ad aprire il tuo allegato. ho aspettato leggendo le mail degli altri colleghi, ora vorrei semplicemente dire: ma non siamo stati noi su un altro tread a chiedere dei modelli esemplificativi dell'allegato 3b ? quello da voi proposto non credo sia un imperativo categorico, cioè se si vuole si usa altrimenti si segue "l'indice " scritto nell'allegato in questione. tra le cose da abolire forse non è tanto l'art. 40, ma le sanzioni connesse.
mi meraviglio che il collega campano che ha partecipato alla stesura del documento ( giuro lo aprirò con un altro computer e lo leggerò) non abbia riferito la situazione delle asl napoletane: a tuttoggi non sono riuscita a reperire un solo indirizzo mail a cui fare la spedizione telematica, visto che fonti autorevoli hanno definito (giustamente secondo me ) il fax come strumento non-telematico.
allo stato penso che compilerò per le aziende che seguo un modello semplificato e lo invierò via e-mail al servizio di medicina del lavoro di ogni asl interessata e poi farò all'indirizzo una R/R via posta tradizionale. sto meditando di usare anche i piccioni viaggiatori. saluti maria
Se poi vuoi parlare del perchè i mc non partecipano alla VdR e a tutte le altre attività a cui dovrebbero partecipare e in tutti questi anni parliamone. Probabilmente capiremo il perchè oramai i ddl e i consulenti non ci cercano più. Ma questa è un'altra storia.
non sono riuscita ad inserire la mia riflessione chiedo scusa e riasumo
1) non siamo stati noi a chiedere che le asl ci dessero delle dritte su come volevano che venisse compilato l'allegato 3b
2) non credo che il modello proposto sia un imperativo categorico
3) da eliminare forse non è l'articolo 40 in toto, ma forse le sanzioni comminate
3) le asl potrebbero tempestivamente fornire gli indirizzi telematici ( io ancora non sono riuscita ad averne neanche uno sulle tre asl della provincia di Napoli che mi interessano e giuro che sto telefonando dal mese di settembre)
4) e se usassimo i piccioni viaggiatori?
buona seraa tutti maria
giancarlo il 20/02/2009 06:53 ha scritto:
Scusate !ma durante la riunione periodica annuale , che dati comunicavamo se non quelli che adesso bisogna inviare obbligatoriamente
per via telematico come cita l'art.40 ?
Non avete pensato a che conclusioni potranno trarre le singole ASL , le regioni e l'ISPESL che si troveranno a poter elaborare una infinità di dati provenienti da tantissimi MC e scoprire così problematiche divise per comparto , per territorio , per mansione , per organo , etc. etc. che se non aggregate non sarebbero mai venute a galla ?
Io ci ho pensato, ma, per quanto mi sforzi, non riesco proprio ad arrivarci, a queste conclusioni. Vorrei davvero che le spiegassi. Per quanto mi sforzi, le uniche conclusioni cui sono arrivato sono due: la prima è che le asl, regioni ecc hanno trovato un modo facile facile per fare cassa (ovviamente a nostre spese), la seconda è che probabilmente, la raccolta di questi dati è di così fondamentale importanza che si pensa di risolvere i problemi della sicurezza e della salute dei lavoratori con della sana e costruttiva epidemiologia (che, per quanto importante possa essere, non credo giustifichi il fatto che ti obblighino a partecipare e, cosa ancora più grave, se non lo fai, ti sanzionano). Oh...ma è diventata così importante e fondamentale l'epidemiologia????....e pensare che a me è sempre piaciuta molto e adesso va a finire che me la fanno pure odiare!!!
L'argomento è interessante però mi sembra che siamo off-topic:)
Aprite un thread con il vostro nome, per piacere! ;)
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