Il videoterminalista deve essere visitato secondo le modalità previste dalla vigente normativa. Visto che la legge non fornisce nè protocolli clinici nè criteri da seguire per formulare i giudizi di idoneità, questi aspetti sono affidati al giudizio del medico competente. In caso di idoneità condizionata, che rappresenta l 'espressione di una idoneità ad una determinata mansione a patto che vengano osservate precise prescrizioni, quali sono le prescrizioni possibili da considerare valide per un videoterminalista? Nella letteratura ed in particolare nelle linee guida delle regioni si trovano le seguenti indicazioni: idoneo a patto che: 1) faccia uso per lo svolgimento del proprio lavoro di correzioni ottiche anche non a permanenza; 2) si sottoponga a cicli di rieducazione ortottica; 3) si sottoponga a terapie specifiche; 4) si sottoponga a ulteriori controlli sanitari ; 5) limiti il tempo di uso del VDT; 6) sia dotato di ausili o accessori supplementari. Il problema è il seguente: la prescrizione n. 1 deve essere intesa che è idoneo con prescrizioni chiunque usi lenti nell 'uso del computer oppure chiunque usi lenti specifiche nell 'uso del computer? E in quest 'ultimo caso cosa si intende per lenti specifiche per VDT? In poche parole chiunque usi i propri occhiali o lenti a contatto per lavorare al VDT è da ritenersi idoneo con prescrizioni?
Ottima domanda! Alla quale non so rispondere. Io intendo particolari prescrizioni solo quelle che tendono a migliorare ulteriormente la acuità visiva, per es. in caso di correzione insufficiente, oppure limitazioni nel tempo di utilizzo del VDT. Chi usa sue lenti per lavorare, a mio parere è idoneo senza prescrizioni. Capisco comunque che è una valutazione del tutto arbitraria. Ben vengano altri contributi!
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Concordo con PICPUS sulla sussistenza e congruità della prescrizione da parte del medico competente qualora la prescrizione stessa porti a delle misure in termini di adeguamenti e miglioramenti della situazione pre-esistente acclarata in sede di visita medica periodica :
- prescrizione di lenti per visione intermedia in applicazione al vdt ; qualora lo screening con strumenti quali visio-test o ergovision evidenzi una correzione in uso inadeguata al lavoro al vdt, naturalmente rafforzata da ulteriori pareri specialistici (oculista e/o ortottista) ;
- prescrizione di limitazioni (ad es.raddoppio delle pause lavorative) all 'uso del vdt per difetti di vista non totalmente correggibili o sindrome astenopica documentata ; seguendo i criteri delle linee guida .
Prescrizione pertanto è un termine che noi medici competenti dovremmo usare con accortezza e solo quando porti ad una reale e significativa tutela o miglioramento dello stato di salute del videoterminalista .
Se il lavoratore addetto al vdt usa delle lenti per propri difetti di vista e le stesse risultano idonee e congrue , cioè la valutazione della sua funzione visiva (per l 'utilizzo del vdt) è ottimale e non manifesta sintomi o disturbi correlabili con discomfort visivo o sindrome astenopica all 'atto della visita medica, questo non comporta l 'emissione di un giudizio di idoneità con prescrizioni per il datore di lavoro e quindi seppur arbitrario è un giudizio professionalmente corretto .
Un terreno molto più complesso e 'minato ' penso sia emettere un giudizio di idoneità con prescrizioni per i disturbi osteoarticolari o per la fatica mentale che talora insorgono nel videoterminalista specialmente se la postazione lavorativa o l 'interfaccia elaboratore/uomo non è ergonomicamente o 'informaticamente ' accettabile ; in tal caso prima del giudizio di idoneità con prescrizioni e quindi tale da ridurre la periodicità dell 'accertamento sanitario successivo,ritengo più corretto invece che prescrivere , ricordare al datore di lavoro l 'adeguamento della postazione lavorativa secondo l 'allegato VII del D.Lgs 626/94 ed eventualmente del software secondo le linee guida emanate dal ministero del lavoro dopo il decreto di modifica del 02/10/2000.
Prescrivere deve significare migliorare il lavoro e la salute
Prescrivere non deve significare portare più visite periodiche inappropriate
Dr.Riccardo Bassi
R.Bassi
A mio parere é preferibile prescrivere la correzione con lenti "comuni", anche se già usate autonomamente dal lavoratore, poiché il mancato utilizzo (per pigrizia, scarsa informazione, ecc.) provocherebbe probabilmente l 'insorgenza di sintomatologia astenopoica, oltre al rischio di eventuali futuribili contenziosi con il lavoratore per un"ipotetico" (sappiamo per adesso che non é possibile) danno o peggioramento della vista.
Per quanto riguarda il problema osteoscheletrico o meglio posturale, ritengo utile in certi casi prescrivere l 'uso di tappetini poggiapolsi (per distorsioni radiocarpiche, Tunnel carpale, tendinopatie, ecc) o di pedane (insufficienza venosa, stasi circolatoria post-traumatica, ecc.), naturalmente a spese, peraltro contenute, del datore di lavoro, sempre al fine di migliorare il confort del lavoratore e di prevenire ulteriori problemi per il lavoratore.. e per il medico.
Per la mia esperienza, posso comunque affermare che la formazione dei lavoratori (meglio se individuale con un sintetico supporto cartaceo), oltre ad essere prevista dalla normativa, rivesta un ruolo determinante nella prevenzione di ogni patologia correlata all 'uso del videoterminale.
Vi chiedo in conclusione un informazione/parere.
In Liguria diversi colleghi tendono a delegare la sorveglianza sanitaria del lavoratore esposto al videoterminale agli oculisti, limitandosi ad una visita medica "generale". Senza nulla togliere ai bravissimi colleghi occulisti, che a pieno titolo (art.17.2 D.L. 626/94) ci aiutano nell 'approfondimento di casi selezionati, ritengo che la Legge (anche la recente L.422/2000) affidi al medico del lavoro la gestione dello screening, attribuendo allo stesso le competenze per valutare in prima battuta il quadro oculistico ed osteoarticolare in relazione ai rischi specifici.
Al giorno d 'oggi il medico competente vanta una preparazione interdisciplinare che permette con un minimo di esperienza di effettuare un test di funzione visiva con attrezzatura manuale (preferibile secondo la letteratura) o con macchine, lasciando allo specialista l 'eventuale approfondimento.
Dato che il Legislatore ultimamente "non ci vede", non é il caso che ci riappropriamo della nostra professione senza lasciare ad altri ciò che sappiamo e dobbiamo fare noi?
Cosa ne pensate e che cosa succede... nel resto d 'Italia?
Sono d 'accordo con pmpsan. L 'uso delle lenti "comunemente" utilizzate dal videoterminalista costituisce una prescrizione nel caso che il loro mancato utilizzo effettivamente peggiori le capacità visive del lavoratore quando adopera il VDT. particolare attenzione deve essere posta per quei lavoratori (in genere i più anziani) per i quali è opportuno l 'utilizzo durante il lavoro al VDT di lenti correttive con gradazione diversa da quelle utilizzate durante la "vita comune". In queste situazioni invito lo specialista oculista a prescrivere tali lenti con apposita dicitura "Da utilizzare unicamente durante il lavoro al VDT". Credo che il costo di tali lenti sia da porre a carico del datore di lavoro.
Vorresi sollevare, a proposito di videoterminalisti, un altro problemi: i lavoratori con alcune patologie oculari acute ricorrenti (ad esempio iridociclite) sono, a mio parere, da giudicare temporaneamente non idonei al lavoro al VDT durante il periodo di acuzie. In questi caso segnalo nel giudizio di idoneità al datore di lavoro tale evenienza senza ovviamente citare il tipo di patologia. Un datore di lavoro mi ha però obiettato: "come faccio a sapere quando il lavoratore è affetto da tale patologia? e per quanto tempo? E ' sufficiente una comunicazione del lavoratore, o un certificato del medico di famiglia, oppure devo sottoporlo ogni volta ad accertamento sanitario presso il medico Competente?".
Attendo i vostri pareri.
Sono daccordo con Tonyporro sulla sua impostazione. Credo che l 'iridociclite, così come la congiuntivite ed altri quadri acuti siano proprio gli unici casi in cui é previsto un giudizio di non idoneità temporanea all 'uso di videoterminale. Per le frequenti recidive di questi episodi, ritengo che se l 'operatore svolga la mansione di videoterminalista "a tempo pieno", senza mansioni alternative, sia automatica la non idoneità assoluta provvisoria e perciò in termini pratici anche la "mutua" certificata nel caso dal medico di famiglia.
Tonyporro ci racconti come gestisci la visita ergoftalmologica? strumenti manuali o meccanici, ti appoggi sempre agli oculisti o solo in casi selezionati? Penso che siano informazioni utili a tutti i colleghi, soprattutto a coloro che si stanno specializzando tra tante incertezze.. non solo tecniche.
Grazie a tutti coloro che avranno voglia di raccontare la loro impostazione.
In primo luogo effettuo una attenta vista degli ambienti di lavoro dove operano i videoterminalisti, anche al fine di verificare l 'effettiva durata del lavoro al videoterminale. In alcune situazioni (specie strutture pubbliche) sono stati considerati videoterminalisti lavoratori che utilizzavano solo saltuariamente il computer e che erano stati inclusi nell 'elenco dei soggetti "a rischio" solo perché percepivano nello stipendio l 'indennità di videoterminalista (il caso limite che mi è capitato è stato quello di un Segretario Generale di un Comune di oltre 90.000 abitanti che aveva fatto in modo di essere incluso nella lista apparentemente solo al fine di "scroccare" una visita oculistica gratis).
In sede di anamnesi sono particolarmente attento alla preseza di sintomi riferibili a disturbi oculo-visivi (astenopia in primo luogo) e a carico del rachide e degli arti superiori. Effettuo poi un esame del visus da lontano con tavola optometrica e a distanza da lavoro (50-60 cm) con un "ottotipo manuale" (colleghi oculistici mi hanno sconsigliato l 'utilizzo di metodi più sofisticati in fase di screening). I lavoratori con importante astenopia o altri disturbi oculo-visivi e quelli con evidenti ametropie non adeguatamente corrette vengono inviati alla visita specialistica oculistica. Concordo con i colleghi oculisti la modulistica con cui redigono il referto della loro visita (che mi faccio ritornare in busta chiusa). Non ho ancora disponibili le percentuali di soggetti che invio all 'oculista: occhio e croce vanno da un terzo alla metà dei lavoratori esaminati (dipende principalmente dall 'età e dall 'anzianità di mansione). Spero di essere stato esauriente.
PS: nel caso esposto nel precedente messaggio il lavoratore non è adibito permanentemente (per l 'intero orario di lavoro) all 'uso di VDT per cui non penso si possa parlare di inabilità completa temporanea.
Grazie tonyporro per il tuo contributo. Il tentativo di "scroccare" una visita oculistica non mi stupisce: é frequente anche dalle mie parti... vuol dire che la visita merita !
Comunque anch 'io utilizzo la strumentazione manuale (sette "pezzi" che ho acquisito nel tempo) ed invio a visita oculistica mediamente una percentuale più bassa: circa il 10 %. Devo ammettere che la stragrande maggioranza degli impiegati che vedo sono corretti, hanno una buona conoscenza del proprio difetto ed a volte esiibiscono anche la ricetta dell 'ultima visita oculistica. L 'astenopia, come sappiamo dalle statistiche, é frequente, e su questo problema lavoro anch 'io di verifica delle postazioni con videoterminale e di formazione del personale.
Come riferimento per il test di funzione visiva ho preso a modello lo screening ergoftalmologico proposto da D.Colombini et al. (Prevenzione Oggi, ISPESL, n°3-4/1997) che mi sento di consigliare a tutti i colleghi che hanno questa impostazione. Per quanto riguarda i criteri di valutazione dell 'idoneità, campo particolarmente nebuloso, trovo un ottimo punto di riferimento nella "griglia valutativa" di Apostoli (Atti 61° Congresso SIMLII,in Folia Med, 1998, 69 (1), 13-34).
Per i Colleghi che utilizzano visiotest, ergovision, ecc., segnalo che ANMA sta organizzando in diverse città italiane giornate di aggiornamentoe e formazione con esperti del settore sull 'utilizzo di queste apparecchiature. Qualche altro collega vuol portare la propria esperienza ne sul campo?
Anch 'io uso strumenti manuali e non meccanici. La postazione di lavoro viene controllata una volta l 'anno (sopralluogo), in quanto capita anche di vedere modifiche anche sostanziali nella disposizione dell 'arredo, e sono sempre più convinto che deve essere il posto di lavoro idoneo, prima che il lavoratore. Personalmente considero prescrizioni solo quelle aggiuntive rispetto al normale uso di lenti già in atto. Ci sono persone che usano lenti correttive fin dall 'infanzia ed hanno anche una situazione stabilizzata del loro deficit visivo... Non sono ancora arrivato a prescrizioni per problemi muscoloscheletrici o posturali; la informazione viene fatta periodicamente in forma collettiva, singolarmente nei casi di presenza di problemi posturali riscontrati o riferiti, anche se ancora maiin maniera documentata. Su questo punto credo che dovrò iniziare presto.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
So a priori che non è un argomento facile, ma vorrei chiedere un parere ai colleghi! Come applicate il quinto comma dell 'art. 55 del 626/94: "La spesa relativa alla dotazione di dispositivi speciali di correzione in funzione dell 'attività svolta è a carico del datore di lavoro"? Nello specifico, è applicabile a lavoratori che utilizzano attrezzature munite di VDT che non hanno mai portato lenti correttive, che lamentano lieve astenopia durante lo svolgimento dell 'attività lavorativa e a cui lo specialista oculista (attivato ai sensi del primo comma dello stesso articolo) ha riscontrato la presenza di lieve presbiopia o ipermetropia e ha prescritto l 'uso di lenti correttive? Vi ringrazio in anticipo.
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