Il titolo dice già tutto.
Alcuni colleghi propongono
1) incarico pro tempore a mc di genere femminile (per la sola lavoratrice)
2) incarico di mc coordinato per la sola lavoratrice a mc di genere femminile
3) non idonea con indirizzo a mansioni che non prevedano ASPP (se vi sono)
4) non idonea
5) segnalazione del caso ai PISLL per inottemperanza all'art.20 comma 2 lettera i
6) alla vostra fantasia
Spero di leggere qualche opinione. Dicevano i latini: "hodie mihi, cras tibi"
Tcam
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voto la risposta 4 o al massimo la 5.
L'idea di istituire un MC donna mi sembra assurda... il passo successivo cosa sarà? Preferisco il MC musulmano? Va bene tutto però credo sia un dovere rispettare il credo religioso nel rispetto delle leggi "di casa".... provate un po' ad andare in pronto soccorso e dire: preferisco il medico di CL perché sono molto credente e non uno che non va mai in chiesa e vedete cosa vi rispondono!!!!
a mio avviso se la dipendente rifiuta la visita significa che non si presenta al MC quando convocata, per cui io mi limiterei a comunicare questo al DdL (questo per quanto riguarda le comunicazioni ufficiali e "formali")
in separata sede consiglierei al DdL di impiegarla in mansioni senza obbligo di SS e se non esistenti credo non possa non licenziarla, a meno che non voglia rischiare un suo impiego senza idoneità (do per scontato che la dipendente sia stata informata del contenuto e degli obblighi della normativa e che sia stata invitata con lettera scritta a effettuare la visita dal MC)
Mi limiterei a comunicare al datore di lavoro che: "non e' possibile esprimere un giudizio di idoneita' alla mansione specifica, in quanto la dipendente non si e' presentata a visita medica" (o se si e' presentata e non sottoposta a visita medica) ".....in quanto la dipendente non si e' sottoposta a tutti gli accertamenti previsti".
Cordialmente
Argomento assai delicato e spinoso, segno evidente che la nostra società si fa sempre più "multi-etnica" e che si tratta di una dimensione con la quale occorre iniziare a familiarizzare.
In linea di massima è sempre opportuno scoraggiare atteggiamenti di rifiuto dei controlli sanitari e, comunque, non assecondare le richieste fuori luogo formulate dai lavoratori. Una eventuale concessione, sia pure inizialmente considerata come "eccezionale", costituirebbe un immediato precedente per una lunga fila di lavoratori che ci ritroveremmo immediatamente fuori dalla porta dell'ambulatorio ad aspettare, per essere trattati allo stesso modo (e come poi poterlo negare ?). Impossibile pensare di far visitare le lavoratrici alle nostre colleghe e riservare i lavoratori per noi (anche se forse qualcuno preferirebbe il contrario ??), impensabile distinguere medici e pazienti in relazione al colore della pelle, alla religione, alle opinioni politiche e culturali ........
D'altra parte, non credo neanche sia giusto relegare eventuali soggetti che hanno una diversa cultura e/o una diversa etnìa a mansioni che non prevedono la sorveglianza sanitaria, sostanzialmente ghettizzandoli e limitando le loro possibilità professionali e di carriera. Probabilmente l'unica soluzione possibile (ma, mi rendo conto, sicuramente non tanto facile) è quella di perseverare in un atteggiamento di fermezza e cercare di convincere la lavoratrice a sottoporsi all'obbilgatorio controllo, magari con l'aiuto di assistenti sociali o di altre figure professionalmente qualificate.
In fondo si tratta del principio in base al quale se ci si trasferisce in un paese diverso dal proprio bisogna essere disposti ad accettare le regole e le leggi che vigono in esso, sia per quanto riguarda i diritti che per quanto attiene ai doveri.
voglio essere "politically correct": la legge è una e la persona, debitamente informata, se decide di sottrarsi all'obbligo, se ne assume la responsabilità e ne sopporta le conseguenze (diritto alla salute e dovere di rispettare le norme che da ciò derivano). Cosa direste se la stessa lamentasse un problema che potrebbe essere dovuto alla sua mansione, ma potrebbe anche essere preesistente o non legato al lavoro? In base a cosa si potrebbero individuare le responsabilità. Non avrei dubbi sul da farsi. dura (??) lex, sed lex!
dellarossa il 22/04/2009 12:58 ha scritto:
voglio essere "politically correct": la legge è una e la persona, debitamente informata, se decide di sottrarsi all'obbligo, se ne assume la responsabilità e ne sopporta le conseguenze (diritto alla salute e dovere di rispettare le norme che da ciò derivano). Cosa direste se la stessa lamentasse un problema che potrebbe essere dovuto alla sua mansione, ma potrebbe anche essere preesistente o non legato al lavoro? In base a cosa si potrebbero individuare le responsabilità. Non avrei dubbi sul da farsi. dura (??) lex, sed lex!
La legge prevede la Sorveglianza Sanitaria per le mansioni a rischio e l'espressione del Giudizio di Idoneità alla mansione specifica.
In questo caso il rifiuto di sottoporsi a sorveglianza s anitaria (obbligo del lavoratore) ed a visita comporta la non possibilità di esprimere il Giudizio di Idoneità alla mansione specifica, pertanto concordo con il dura lex sed lex
Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro
Non so se basti dire "dura lex, sed lex"; ricordo che la stessa lex ci dice che la valutazione dei rischi deve riguardare anche quelli connessi a "provenienza da altri Paesi".
francosic il 22/04/2009 05:10 ha scritto:
Non so se basti dire "dura lex, sed lex"; ricordo che la stessa lex ci dice che la valutazione dei rischi deve riguardare anche quelli connessi a "provenienza da altri Paesi".
Sì per quanto riguarda in modo particolare l'art.37 (Formazione), che deve essere sia teorica che pratica, ed eseguita, in questi casi in modo comprensibile, e cioè nella lingua del soggetto da formare.
La provenienza da altri Paesi non può contemplare, a mio parere, il rifiuto della Sorveglianza Sanitaria, specialmente in questo momento in cui il lavoro e l'ambiente di lavoro influisce sul sociale e quindi si tende ad estendere tale opportunità proprio ad esclusiva promozione della salute.
Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro
il rispetto della norma, peraltro a mio parere giustissimaa, prevede l'obbligo di sottoporsi alla S.V. per le mansioni a rischio e pertanto va rispettata senza se e senza ma.
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