L'art. 173 del d.lgs. 81/2008 alla lettera c indica: lavoratore: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all'articolo 175.
A prescindere dall'eventuale discussione sulle peculiarità di modo sistematico o abituale vorrei porre il seguente quesito.
Nel conteggio delle venti ore settimanali comprendiamo solo l'utilizzo attivo dell'attrezzatura in lettura e/o scrittura oppure anche l'attività svolta nella postazione lavoro ove è presente un videoterminale acceso?
Per semplificare il concetto:
la segretaria che firma al datore di lavoro la dichiarazione che impiega meno di venti ore settimanali al videoterminale deve considerare anche quei momenti mentre effettua lavori manuali, parla al telefono, organizza pratiche, ecc. seduta alla sua postazione lavoro con davanti il monitor acceso?
Esiste una circolare o una sentenza che avvalla la seconda ipotesi?
Grazie per l'interessamento.
atavico problema...Come cita l'articolo stesso è da considerarsi esposto "il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videterminali.." cioè colui/colei che si interfaccia per 20 ore/settimanali con la macchina (detratte pause e il resto).
cordialmente susanna bombana
Secondo me non si raggiungerà mai una risposta univoca.
Mi verrebbe spontaneo pensare che, se il lavoratore interrompe per un po' l'utilizzo del VDT per fare qualcos'altro, dovrebbe essere detratto il tempo in questione da quello considerato di vero e proprio utilizzo del VDT stesso.
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
Poichè nei videoterminalisti la SS è volta prevalentemente all'accertamento di assenza patologie della vista, si suppone (a senso) che si debbano contare solo le ore effettivamente passate davanti allo schermo.IMHO
mi pare di ricordare di aver letto una sentenza (che quindi fa giurisprudenza) in cui veniva ribadito che anche il tempo in cui non ci si interfacci direttamente, ma in cui cmq si è di fronte allo schermo acceso, debba essere conteggiato per il computo delle ore trascorse di fronte al VDT (e quindi per far discendere l'obbligo della sorveglianza sanitaria)... se ritrovo la sentenza ne darò comunicazione immediata.
Mavvie il 20/05/2009 09:10 ha scritto:
Poichè nei videoterminalisti la SS è volta prevalentemente all'accertamento di assenza patologie della vista, si suppone (a senso) che si debbano contare solo le ore effettivamente passate davanti allo schermo.IMHO
La sorveglianza sanitaria non è solo finalizzara alla vista, ma anche all'apparato muscoloscheletrico. Del resto, il posto di lavoro al VDT secondo la definizione dell'art. 173 non è costituito solo dal pC ma anche "la sedia, il piano di lavoro, nonchè l'ambiente di lavoro immediatamente circostante" compreso "il telefono".
Inoltre l'art. 175 comma 6 dice che " Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i tempi di attesa della risposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti, tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto di lavoro".
Morale per me è tempo di lavoro tutto il tempo in cui il lavoratore è fisso nella postazione, che comprende un PC acceso e funzionante. Oggi "tempo d'attesa" è anche il tempo di attesa di una mail, una chiamata skype ecc., quindi tutto il tempo in cui sto seduto al mio posto di lavoro con il pC funzionante.
bernardo il 21/05/2009 10:40 ha scritto:
La sorveglianza sanitaria non è solo finalizzara alla vista, ma anche all'apparato muscoloscheletrico. Del resto, il posto di lavoro al VDT secondo la definizione dell'art. 173 non è costituito solo dal pC ma anche "la sedia, il piano di lavoro, nonchè l'ambiente di lavoro immediatamente circostante" compreso "il telefono".
Inoltre l'art. 175 comma 6 dice che " Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i tempi di attesa della risposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti, tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto di lavoro".
Morale per me è tempo di lavoro tutto il tempo in cui il lavoratore è fisso nella postazione, che comprende un PC acceso e funzionante. Oggi "tempo d'attesa" è anche il tempo di attesa di una mail, una chiamata skype ecc., quindi tutto il tempo in cui sto seduto al mio posto di lavoro con il pC funzionante.
Ma capita anche che l'impiegato/a si alzi e consulti documenti oppure legga altro materiale cartaceo, vada da colleghi per chiarimenti(spesso!) o è chiamato dal proprio "capo", ecc. non ottemperando quindi ad un impegno visivo al monitor nè a posture comunque legate alla postazione VDT.Questo tempo non da seduto credo vada non conteggiato: può sembrare che sia poco in una giornata lavorativa ma in una settimana avrebbe certamente il suo peso.
Proprio per questo va condotta la corretta "valutazione del rischio" da parte del medico competente ....... che così - tra l'altro - può adeguatamente assumersi la responsabilità di sottoporre (o meno) a sorveglianza sanitaria i lavoratori interessati.
robaud il 22/05/2009 12:49 ha scritto:
Ma capita anche che l'impiegato/a si alzi e consulti documenti oppure legga altro materiale cartaceo, vada da colleghi per chiarimenti(spesso!) o è chiamato dal proprio "capo", ecc. non ottemperando quindi ad un impegno visivo al monitor nè a posture comunque legate alla postazione VDT.Questo tempo non da seduto credo vada non conteggiato: può sembrare che sia poco in una giornata lavorativa ma in una settimana avrebbe certamente il suo peso.
Certo, appunto perché si allontana dal posto di lavoro.
bernardo il 21/05/2009 10:40 ha scritto:
... " Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i tempi di attesa della risposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti, tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto di lavoro".
Morale per me è tempo di lavoro tutto il tempo in cui il lavoratore è fisso nella postazione, che comprende un PC acceso e funzionante. Oggi "tempo d'attesa" è anche il tempo di attesa di una mail, una chiamata skype ecc., quindi tutto il tempo in cui sto seduto al mio posto di lavoro con il pC funzionante.
io non sarei molto d'accordo. il "tempo di risposta" è il tempo che il calcolatore ci mette a fornire un output (che è proporzionale alla "serietà" della macchina e alal complessita dei calcoli da svolgere. mandare una mail e attendere per ore la rispsota è cosa diversa...chiamare su skype è attività cotinuativa ad esempio. altro argomento ancora...
personalmente poi ho delle perplessità ad individuare il tempo di utilizzo di vdt (intesa come schermo+postazione) pari al tempo trascorso seduto su una sedia dotata di scrivania, telefono, seggiola regolabile magari leggendo una corposa relazione cartacea.... se lo sguardo e l'impegno non è rivolto all'utilizzo di un videoterminale quella stessa postazione si riduce ad una "zona" lettura", ne piu ne meno assimilabile a qualsiasi DESK di ingresso di un azienda, una portineria o una biblioteca o mille altre cose. anche per questi si dovrebbe attivare sorveglianza per i disordini muscolo scheletrici per il solo fatto che hanno una sedia, una scrivania e un telefono?
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