Mi è stato "contestato" (dallo scrivente il DVR) l'inserimento in protocollo di SS della vaccinazione antitetanica per una azienda di roccatura, poichè non è stato identificato il rischio biologico specifico e che quindi risulterebbe assimilabile a quello della popolazione generale. I alternativa bisognerebbe effettuare una valutazione specifica (da aggiornare periodicamente)con conseguente formazioNE/informazione dei lavoratori.
La mia risposta è stata che, pur non essendo quella di roccatore una mansione tabellata nella 292/1963, a mio avviso c'è la evidente possibilità che il lavoratore subisca un infortunio legato ai macchinari (tagli, o peggio, con parti metalliche ovviamente sporche) e comunque l'ambiente di lavoro non è certo dei più puliti (dentro il capannone ci sono polveri, terriccio e quant'altre schifezze in terra). Senza contare che per aprire gli imballaggi vengono usati cutter (sporchi) e piccoli utensili anch'essi certo non sterili.
Mi rendo conto che la possibilità di infezione tetanica è decisamente bassa, tuttavia se non posso decidere di testa mia una cosa del genere, che oltretutto ha un costo irrisorio per il datore di lavoro vista la periodicità decennale del vaccino, tanto vale che sia lo stesore del DVR a decidere il protocollo di SS.
Opinioni?
Grazie, buona giornata
P.S. Il lavoratore ha ovviamente la possibilità di rifiutare la vaccinazione.
Visto che qua il problema forse è che non si vuole spendere soldi per vaccinare i lavoratori, un'alternativa sarebbe quella di farli vaccinare presso gli ambulatori dell'Igiene Pubblica competente per territorio. Spesso questa vaccinazione viene offerta gratuitamente a tutti a prescindere dal fatto che si lavori o meno e dal tipo di mansione svolta.
In questo modo forse si eviterebbe il braccio di ferro con il DdL e mediando si arriverebbe comunque all'obbiettivo di prevenzione.
Danilo
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
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