Tra le tante criticità del DL 81/08, un punto positivo, a mio avviso era la semplificazione burocratica in merito alla gestione della cartella sanitaria e di rischio: fine del rapporto di lavoro, riconsegna al lavoratore che firmava per ricevuta. Col 106/09 ritorna la copia al lavoratore e la tenuta in azienda dell'originale per 10 anni!!!!!! Non riesco a capire questo inutile appesantimento...Perchè il DL deve conservare i dati del lavoratore nel momento in cui non sussiste più un rapporto contrattuale? Trovo assurdo, nonchè tempo e carta sprecati, dover spinzettare e fotocopiare la moltitudine di fogli e allegati sbiaditi, spesso mal scritti, di dimensioni diverse....di cartelle che raccolgono magari più di 30-40 anni di lavoro. In fondo per un eventuale improbabile contenzioso c'è la cartella del lavoratore ed il DL ha sempre i giudizi di idoneità....Altra perplessità riguarda la radioprotezione....qual è l'utilità di invio all'ISPESL? Mi è capitato inoltre il caso di lavoratori che all'interno della stessa asl, hanno cessato il rapporto di lavoro col DL per essere riassunti da altro DL e comandati nello stesso posto, sempre radioesposti, sempre seguiti da me per la sorveglianza, non so se ho sbagliato, tuttavia ho reputato sensato scrivere 2 righe in cartella attestando il cambio di DL e non ho inviato nulla.....Infine mi chiedo come mai mi chiedono sempre la cartella quando interrompono il rapporto di lavoro...ma quando sono assunti non mi portano mai la vecchia cartella...L'informatizzazione semplifica volendo tutto, ma per il pregresso....la carta domina.
oltretutto ci sono spisal che stanno verificando la consegna della copia della cartella secondo l'allegato 3b e cominciano a sanzionare i MC
io mi domando dove arriveremo e così mai diventerà il ruolo del mc
ma non è possibile fare nulla ? sempre subire ?
per me è argomento FONDAMENTALE per convegno nazionale di Firenze....la SIMLII spero intervenga fortemente su aspetti PRATICI.
giustamente viene richiamata l' attenzione sugli obblighi che ruotano intorno alla cartella sanitaria e che potenzialmente sono capaci di pridurre una valanga di sanzioni per il medico comnpetente.
Per fare una stima quantitativa basta pensare a quanta documentazione produciamo in un anno di lavoro e quante possibili inadempienze formali si possono riscontrare (ad esempio : non adozione del modello 3A, non indicazione dei fattori di rischio, non aggiornamento della mansione alla situazione reale, mancanza di ballegati quali esami di laboratorio, ritardo di pochi giorni nella periodicità etc etc).
Non parliamo poi della responsabilità civile nei confronti del lavoratore che potrebbe in teoria e prossimamente in pratica contestare in caso di malattia professionale riconosciuta un comportamento omissivo del m.c. o, peggio in caso di mancato riconoscimento, una imperfetta raccolta di informazioni trasmesse all' INAIL ) .
Tutto questo nell' arco di pochi anni potrebbe trasformare il nostro lavoro in un inferno a meno che. . .
a meno che non ci decidiamo tutti insieme , non solo gli universitari o opinion leader a vario titolo, a lavorea a delle linee guida di comportamento , discusse con l' organo di vigilanza e ad esso notificate, che precisino nei dettagli gli obblighi cartacei .
A questo proposito stiamo organizzando a Prato, con la collaborazione della Sede INAIL, un evento ECM per porre delle basi.
Vi pregherei di usare questo forum per proporre le questioni piu' scottanti
Dr. A. Gennai Specialista in medicina del lavoro, specialista in medicina legale-- drgennai1@libero.it
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