Buon giorno a tutti colleghi. Sono un MC di Roma e vorrei chiedervi un parare.
Voi che protocollo sanitario applichereste ad un commesso che lavora all'interno di una ferramenta ?
Grazie, saluti. Annina.
Se il DVR è stato fatto con accuratezza, consultandolo dovresti trovare tutte le risposte che cerchi.
Così al volo mi vengono in mente poche cose:
-valutazione, solo in sede di visita preventiva, dell'eventuale allergia a metalli (nichel, cromo);
-valutazione funzionale del rachide, se indice NIOSH >1 e anche per posture incongrue (prolungata stazione eretta);
-valutazione funzionale arti superiori in caso di OCRA suggestivo di rischio da movimenti ripetitivi (cosa che però visto il settore tenderei ad escludere).
Spero ti sia utile, con la certezza che colleghi più esperti di me saprebbero consigliarti meglio.
Argeo Maviglia
E' necessario fare esami ematochimici ?
Io non farei nessun esame del sangue.
Forse però un ECG ogni 5 anni se movimentazione manuale dei carichi...
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
se il ferramenta è il classico negozio di utensileria di città consulta e partecipa al DVR......io dopo un paio di anni di sorveglianza sanitaria solo per mmc in magazzinieri (carico/scarico scatoloni e riposizione su scaffalature) ho ritenuto valida la sospensione delle visite mediche dato che i pesi sono caldamente al di sotto dei 2-3 KG (proprio i massimi) con ritmi veramente bassi !!!
dato che utilizzano piccoli palmarini per logistica sono in promozione salute con visita oculistica, invece programmata per impiegati !!
Grazie per le risposte. A questo punto credo che anche in fase di visita preventiva ( prima visita ) non servano a nulla gli esami del sangue, giusto ? Lo trovo inutile visto che non ci sono rischi biologici chimici ecc ( x esempio le vernici e solventi sono tutti chiusi in barattoli ).
Non mi è mai piaciuta la Medicina fatta per protocolli. Entro in questa discussione solo come riflessione "a voce alta" e senza alcuna volontà polemica. E' ovvio che la decisione sul da farsi non possa che partire da una valutazione dei rischi condivisa. Questa ci da una "misura" dell'ambiente in cui ci troviamo ad operare. Poi dovrebbe entrare in campo il "medico" che, tenuto conto di quanto sopra, valuta "clinicamente" gli addetti: con una anamnesi accurata, sia generale, che lavorativa, con un attento esame obbiettivo e infine con la decisione di ciò che serve fatto. E' anche possibile arrivare alla decisione di non fare alcuna sorveglianza, qualora non vi siano lavorazioni e/o mansioni a rischio. Dire che potrebbe essere opportuno fare un ECG ogni 5 anni per la movimentazione manuale dei carichi potrebbe essere un esempio, a mio avviso, di applicazione di protocollo. Credo che abbia più valore sapere che l'interessato ha una anamnesi per: ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, aritmia ecc. ecc. e, tenuto conto del carico di lavoro, sottoporlo ad una valutazione cardiologica o ad una prova da sforzo. I lavoratori non sono: magazzinieri, addetti a macchine utensili, verniciatori, addetti al VDT, ecc. Sono prima di tutto persone, una diversa dall'altra, con la loro storia, anche se in quel momento stanno svolgendo una qualche mansione. Buona domenica a tutti.
A roma si direbbe "...... che vor dì !?! "
Appurato che dobbiamo sicuramente rifuggire ed aborrire i visitifici , queto lasciamolo alle società di prestazioni sanitarie in medicina del lavoro, ognuno di noi MC deve agire come uno specialista.
Se uno va dall'otorino per sinusite cronica ed il sanitario nota sulla faccia un nevo , potrà al limite consgliare una visita dermatologica, mica si mette a fare una epiluminescenza !
Rispondendo al collega con tutto il rispetto ... se io ho un addetto al magazzino ferramenta che nello svolgimento del suo variato lavoro può anche sollevare saltuariamente gravi di 2-3-4 5- kg e non mostra patologie di esclusione/limitazione preventiva ,non vedo perché non si possa escludere dalla SS.
Se questo lavoratore ,che da valutazione del DVR ,non ha rischi ( del DVR noi ne dobbiamo tener conto , anzi essere attori "attivi") non vedo perché visitarlo in maniera seriale.
Se lo stesso ha anche una storia anamnestica e familiare per cardiopatia , visto che la tipologia della mansione svolta non grava ne nell'immediato e nel futuro, sulla sua salute ,il test da sforzo sarà compito eventualmente del suo medico di base che ne segue l'andamento tutte le volte in cui il paziente a lui ricorre.
Ma che adesso ci dobbiamo anche sostituire anche ai MMG , se non erro a noi si chiede di interfacciarsi con loro nel caso di problemi seri in cui la mansione svolta ha peculiarità specifiche nelle patologie.
Io ritengo che la dobbiamo far finita con una esagerata MEDICALIZZAZIONE del LAVORO
ciao
dellarossa il 17/10/2009 02:25 ha scritto:
Non mi è mai piaciuta la Medicina fatta per protocolli. Entro in questa discussione solo come riflessione "a voce alta" e senza alcuna volontà polemica. E' ovvio che la decisione sul da farsi non possa che partire da una valutazione dei rischi condivisa. Questa ci da una "misura" dell'ambiente in cui ci troviamo ad operare. Poi dovrebbe entrare in campo il "medico" che, tenuto conto di quanto sopra, valuta "clinicamente" gli addetti: con una anamnesi accurata, sia generale, che lavorativa, con un attento esame obbiettivo e infine con la decisione di ciò che serve fatto. E' anche possibile arrivare alla decisione di non fare alcuna sorveglianza, qualora non vi siano lavorazioni e/o mansioni a rischio. Dire che potrebbe essere opportuno fare un ECG ogni 5 anni per la movimentazione manuale dei carichi potrebbe essere un esempio, a mio avviso, di applicazione di protocollo. Credo che abbia più valore sapere che l'interessato ha una anamnesi per: ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, aritmia ecc. ecc. e, tenuto conto del carico di lavoro, sottoporlo ad una valutazione cardiologica o ad una prova da sforzo. I lavoratori non sono: magazzinieri, addetti a macchine utensili, verniciatori, addetti al VDT, ecc. Sono prima di tutto persone, una diversa dall'altra, con la loro storia, anche se in quel momento stanno svolgendo una qualche mansione. Buona domenica a tutti.
Mario
Caro Alesiani, potrei a questo punto farti la domanda: "...e io che ho detto?".
Sono d'accordo con quel che dici. Il mio era solo un invito a non procedere solo con i protocolli, ma ad usare il proprio discernimento clinico. Nemmeno ho detto di sostituirci al MMG, ma solo di acquisire gli elementi clinico anamnestici per decidere, in base al DVR, se attuare una sorveglianza sanitaria o meno, e che quali accertamenti far eseguire nel caso si decida di farla. Sottoscrivo in pieno la tua conclusione: "la dobbiamo far finita con una esagerata MEDICALIZZAZIONE del LAVORO".
Saluti.
Assolutamente non intendevo WEB-LITIGARE e .........siccome hai un faccione pacioso come il mio, ti abbraccio caramente
ciao
dellarossa il 18/10/2009 09:48 ha scritto:
Caro Alesiani, potrei a questo punto farti la domanda: "...e io che ho detto?".
Sono d'accordo con quel che dici. Il mio era solo un invito a non procedere solo con i protocolli, ma ad usare il proprio discernimento clinico. Nemmeno ho detto di sostituirci al MMG, ma solo di acquisire gli elementi clinico anamnestici per decidere, in base al DVR, se attuare una sorveglianza sanitaria o meno, e che quali accertamenti far eseguire nel caso si decida di farla. Sottoscrivo in pieno la tua conclusione: "la dobbiamo far finita con una esagerata MEDICALIZZAZIONE del LAVORO".
Saluti.
Mario
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