Lavoro da 4 anni in una azienda metalmeccanica. Maneggiamo materiale pesante che varia da 25 a 80kg il tutto manualmente senza ausilio di sollevatori o altro. Queste operazioni sono ripetute continuamente e per farvi un'idea posso affermare con certezza che in un giorno noi dipendenti arriviamo a sollevare "qualche" tonnellata.
Tra l'altro in controtendenza alla situazione di crisi generale, abbiamo una tale mole di lavoro che alcuni colleghi arrivano a fare 350 ore di lavoro/mese. (chiaramente non dichiarati in busta la quale ne riporta non più di 170!)
In quattro anni che lavoro in questa azienda non ho mai visto un medico che sia venuto a farci visita, ne tantomeno noi siamo andati da lui. Ho chiesto a colleghi che lavorano da molto più tempo di me (circa 10 anni) e mi hanno confermato quanto gia detto.
A seguito di questa situazione ho iniziato ad avere "qualche dolorino", e l'azienda fa orecchie da mercante.
ora vi chiedo:
cosa fare per porre fine a questa situazione?
fare una denuncia all'Asl?
cosa rischia l'azienda?
cosa rischia il medico?
ci sono sanzioni per i dipendenti?
Grazie
Roberto
rob.rosset il 17/11/2009 01:15 ha scritto:
Lavoro da 4 anni in una azienda metalmeccanica. Maneggiamo materiale pesante che varia da 25 a 80kg il tutto manualmente senza ausilio di sollevatori o altro. Queste operazioni sono ripetute continuamente e per farvi un'idea posso affermare con certezza che in un giorno noi dipendenti arriviamo a sollevare "qualche" tonnellata.
Tra l'altro in controtendenza alla situazione di crisi generale, abbiamo una tale mole di lavoro che alcuni colleghi arrivano a fare 350 ore di lavoro/mese. (chiaramente non dichiarati in busta la quale ne riporta non più di 170!)
In quattro anni che lavoro in questa azienda non ho mai visto un medico che sia venuto a farci visita, ne tantomeno noi siamo andati da lui. Ho chiesto a colleghi che lavorano da molto più tempo di me (circa 10 anni) e mi hanno confermato quanto gia detto.
A seguito di questa situazione ho iniziato ad avere "qualche dolorino", e l'azienda fa orecchie da mercante.
ora vi chiedo:
cosa fare per porre fine a questa situazione?
fare una denuncia all'Asl?
cosa rischia l'azienda?
cosa rischia il medico?
ci sono sanzioni per i dipendenti?
Grazie
Roberto
Le sanzioni ai dipendenti?
No, , almeno quello no!
per risponderti, puoi farci sapere
a) dimensioni dell'azienda e numero di dipendenti
b) se è stata fatta una valutazione dei rischi
ti preannuncio, cmq, che già da quello che hai scritto sembrerebbe una situazione un po' equivoca.
gianfranco
L'azienda è una srl con 14 dipendenti assunti a tempo indeterminato, e si avvale anche di personale esterno (10/20 persone secondo le esigenze del momento).
Le dimensioni dell'azienda sono 1100/1200 mq. coperti, 400/500 mq. scoperti.
Valutazione dei rischi? non lo so', dovrei chiederlo a loro, ma non mi sembre il caso!
rob.rosset il 17/11/2009 10:16 ha scritto:
L'azienda è una srl con 14 dipendenti assunti a tempo indeterminato, e si avvale anche di personale esterno (10/20 persone secondo le esigenze del momento).
Le dimensioni dell'azienda sono 1100/1200 mq. coperti, 400/500 mq. scoperti.
Valutazione dei rischi? non lo so', dovrei chiederlo a loro, ma non mi sembre il caso!
Il problema è che, se nel documento di valutazione dei rischi, rischi per l'appunto non se ne sono rilevati, il datore di lavoro agisce "in buona fede", non avendo riscontrato appunto motivi per nominare un medico del lavoro ed attivare una sorveglianza sanitaria nei vostri confronti... e mi rendo perfettamente conto che questo confligge con quanto hai dichiarato prima, in merito al fatto che come minimo siete adibiti a movimentazione manuale dei carichi, ed anche in maniera abbastanza intensa! in ogni caso dovrebbe essere presente in azienda un
«rappresentante dei lavoratori per la sicurezza» ossia, come recita la legge, una persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per
quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro; se tale persona esiste, il datore di lavoro è OBBLIGATO per legge a consegnargli copia del documento di valutazione dei rischi per l'espletamento della sua funzione. La legge non lo prevede esattamente, ma appare chiaro che l'esistenza di quesa figura dovrebbe esservi comunicata (nelle aziende che seguo, lo è!), e rappresenta il vostro immediato referente. La sua assenza è già una importante violazione da parte del datore di lavoro degli obblighi di legge, e, se così fosse, proverei a interessare di ciò in primis i sindacati.
Spero di essere stato abbastanza chiaro, chiedimi pure qualsiasi dubbio che ancora avessi.
L'azienda in questione è di proprietà di due soci al 50%.
Non so' se è la stessa figura che intendi tu, ma sono certo che qualche mese fa uno dei due ha svolto un corso di 40 ore per poter diventare "responsabile della sicurezza".
Questo corso è stato obbligato a farlo perchè imposto per i motivi che ti spiego di seguito:
Il nostro lavoro consiste nell'installare apparecchiature audiovisive (cosa centra la metalmeccanica??!!) in giro per le fiere d'europa.
Questo comporta anche l'utilizzo di piattaforme aeree, che per poterle usare bisogna avere un patentino che ti viene rilasciato dopo aver conseguito un corso di abilitazione della durata di 8 ore.
Fino a 1/2 anni fa poteva guidarla anche mio nonno ed era certo che nessuno gli avrebbe chiesto nulla.
Invece negli ultimi tempi gli enti fieristici a seguito di incidenti avvenuti, ha iniziato a fare controlli più serrati ed ora se ti beccano sono guai.
Pertanto l'azienda è stata costretta a far fare il corso a noi dipendenti, ma per poter effettuare ciò l'azienda doveva comunicare il nome del Resposabile della sicurezza.
Quindi sono certo che fino a maggio/giugno in azienda questa figura non esisteva.
comunque sia, il mio lavoro consiste nel:
prendere il materiale, provarlo, caricarlo sul camion, guidare anche per 1500 km, scaricarlo e montarlo. Se il materiale va appeso come spesso succede o comunque va posizionato a qualche metro da terra, questo conporta l'utilizzo di scale, imbraghi, trabattelli, piattaforme. Dove non è possibile arrivare con le piattaforme, ci arrampichiamo sulle travi di sostegno per il posizionamento degli appendimenti, ecc. ecc. con tutti i rischi del caso.
Escludo a priori la "buona fede".
Ora tu mi dici che se nel documento di valutazione dei rischi non sono state rilevate situazioni a rischio, mi chiedo: da chi e come viene redatto questo documento?
E' un'autocertificazione?
Parlando col mio medico di base mi ha accennato che tutte le aziende devono avere un medico del lavoro. Come faccio a sapere se c'è? Posso chiederlo all'Asl di competenza?
rob.rosset il 17/11/2009 11:01 ha scritto:
L'azienda in questione è di proprietà di due soci al 50%.
Non so' se è la stessa figura che intendi tu, ma sono certo che qualche mese fa uno dei due ha svolto un corso di 40 ore per poter diventare "responsabile della sicurezza".
Questo corso è stato obbligato a farlo perchè imposto per i motivi che ti spiego di seguito:
Il nostro lavoro consiste nell'installare apparecchiature audiovisive (cosa centra la metalmeccanica??!!) in giro per le fiere d'europa.
Questo comporta anche l'utilizzo di piattaforme aeree, che per poterle usare bisogna avere un patentino che ti viene rilasciato dopo aver conseguito un corso di abilitazione della durata di 8 ore.
Fino a 1/2 anni fa poteva guidarla anche mio nonno ed era certo che nessuno gli avrebbe chiesto nulla.
Invece negli ultimi tempi gli enti fieristici a seguito di incidenti avvenuti, ha iniziato a fare controlli più serrati ed ora se ti beccano sono guai.
Pertanto l'azienda è stata costretta a far fare il corso a noi dipendenti, ma per poter effettuare ciò l'azienda doveva comunicare il nome del Resposabile della sicurezza.
Quindi sono certo che fino a maggio/giugno in azienda questa figura non esisteva.
comunque sia, il mio lavoro consiste nel:
prendere il materiale, provarlo, caricarlo sul camion, guidare anche per 1500 km, scaricarlo e montarlo. Se il materiale va appeso come spesso succede o comunque va posizionato a qualche metro da terra, questo conporta l'utilizzo di scale, imbraghi, trabattelli, piattaforme. Dove non è possibile arrivare con le piattaforme, ci arrampichiamo sulle travi di sostegno per il posizionamento degli appendimenti, ecc. ecc. con tutti i rischi del caso.
Escludo a priori la "buona fede".
Ora tu mi dici che se nel documento di valutazione dei rischi non sono state rilevate situazioni a rischio, mi chiedo: da chi e come viene redatto questo documento?
E' un'autocertificazione?
Parlando col mio medico di base mi ha accennato che tutte le aziende devono avere un medico del lavoro. Come faccio a sapere se c'è? Posso chiederlo all'Asl di competenza?
Ti confermo che la situazione è "anomala" e, dopo quello che scrivi, concordo con te che anche la "buona fede" è quantomeno fortemente dubbia: provo a risponderti per punti;
1) che in italia il contratto da metalmeccanico sia diventato un passepartout per aziende che di metalmeccanico non hanno nulla, è una cosa evidente per chiunque si occupi di diritto del lavoro (mia moglie è un'informatica, ed è assunta come?... METALMECCANICO!)
2) il documento di valutazione dei rischi è redatto sotto responsabilità del datore di lavoro (con la collaborazione di varie figure professionali, in primis il responsabile del servizio di prevenzione e protezione), ed è quel documento che (scusa la sommarietà sintetica della descrizione) descrive le modalità lavorative ed indica le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi per i lavoratori.
3) il responsabile del servizio prevenzione e protezione è quella figura che collabora col datore di lavoro per l'individuazione dei rischi, l'elaborazione delle procedure di sicurezza, l'attuazione dei programmi di formazione e informazione dei lavoratori, etc (in aziende sino ad una certa dimensione questo incarico può essere svolto dal datore di lavoro). E' una figura diversa da quella del rappresentante dei lavoratori, ma entrambe devono essere OBBLIGATORIAMENTE presenti in azienda
per cercare a questo punto di fare una sintesi, la questione mi pare essere in questi termini: il datore di lavoro non aveva finora adeguato le attività in azienda con le norme in materia di sicurezza sul lavoro; dato che è stato messo alle strertte, ha fatto il minimo indispensabile, ricoprendo il ruolo di RSPP (non troppo bene, aggiungerei, visto che, da quanto mi scrvi, ha "mal valutato" non solo il rischio da movimentazione manuale dei carichi, ma anche quello da lavoro in quota (attività lavorativa che espone
il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta ad altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile). In un mondo perfetto, una tua denuncia agli organi di vigilanza in materia di sicurezza e protezione del lavoro della ASL porterebbero ad una verifica delle irregolarità, con una eventuale sanzione a carico del datore di lavoro ed il ristabilirsi della legalità... nlla pratica, ti confermo che un parere sindacale è un primo passo, èper non ritrovarsi a combattere da soli contro i mulini a vento. spero di esserti stato utile... resta certamente una situazione discarsa sicurezza!
può rivolgersi in un primo momento ai sindacati, che potrebbero loro segnalare l'anomalia alla ASL, che almeno qui da noi verifica sempre tutte le irregolarità segnalate e applica le sanzioni dovute. la segnalazione può essere fatta anche direttamente da lei alla asl.
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti