prendo spunto da alcune richieste che ultimamente mi sono giunte per avviare una discussione ed ascoltare anche altri pareri.
medici competenti di alcune aziende, anche di grandi dimensioni e note in ambito nazionale, che affiancano colleghi specialisti in medicina del lavoro come loro "consulenti": in sostanza cercano collaboratori in quanto la mole di lavoro è superiore alle loro capacità di sostenere l 'onere di "medico competente"; l 'incarico rimane affidato ad un soggetto, mentre il "collaboratore" effettua le visite o il resto dell 'attività, senza però esprimere i giudizi di idoneità od effettuare atti "ufficiali".
tali proposte sono state da me sempre respinte, ma ora, visto la diffusione sempre più frequente, mi viene il dubbio sulla possibile liceità e quindi faccio alcune riflessioni ad alta voce.
provo ad analizzare la questione su due piani paralleli.
da un punto di vista tecnico e da un punto di vista etico.
la prima domanda: è legale?
è vero che l 'articolo 17, comma 2 del d.l. 626/94 "il m.c. può avvalersi, per motivate ragioni, della collaborazione di medici specialisti scelti dal datore di lavoro che ne sopporta l 'onere", lascia spazio ad un 'interpretazione estensiva. e che quindi si possa interpretare non solo per gli accertamenti specialistici ma anche per una "collaborazione" per i compiti di
"m.c."
dall 'altra parte l 'art. 17, comma 1 dà incarico al m.c. specifici obblighi: il m.c. collabora, effettua, esprime, istruisce ed aggiorna, fornisce, informa, comunica; in sostanza si individua nel m.c. il soggetto specifico.
inoltre come si inserisce il medico "collaboratore" nell 'ambito della sorveglianza sanitaria: a che titolo e con che nomina effettua le visite mediche che sottoscrive e, in base alle quali il m.c. rilascia il giudizio di idoneità?
ma ammettiamo che la normativa dia spazio ad una interpretazione in questo senso (anche se secondo me lo spazio è molto stretto), proviamo ad analizzare il "fenomeno" non più da un punto di vista tecnico, ma da un punto di vista etico.
uno specialista in medicina del lavoro non sta stretto in un ruolo di "collaboratore" per le visite mediche, in un atto che poi non sfocia, come dovrebbe, in una idoneità specifica, in un ruolo? non c 'è in sostanza una carenza od una insufficienza di ruolo che va a sminuire una figura professionale.
e come si pone il "m.c. incaricato" di fronte a questo rapporto?
insomma non sarebbe più naturale legalmente e professionalmente parlando una doppia, tripla, nomina di m.c., sia essa con suddivizione di responsabilità per reparto, settore, ecc. o promiscua; oppure una figura di coordinamento che indirizzi i m.c. dell 'azienda secondo linee guida, ma che lascia il m.c. nella sua autonomia di ruolo e di responsabilità?
condividete questa visione o è eccessivamente utopica?
Le attività di sorveglianza sanitaria specie in aziende di medie grandi dimensioni nell 'ordine delle centinaia se non addirittura delle migliaia di dipendenti costituiscono certamente una grande mole di lavoro per un singolo medico competente. Figuriamoci poi, quando il medesimo è medico competente di altre ditte più o meno simili.
E ' quindi scontato che il m.c. si avvalga dell 'opera di altri colleghi.
Dal mio punto di vista l 'articolo 17 dovrebbe essere interpretato in ragione di collaborazione di specialisti in altre discipline il cui apporto è indispensabile al m.c per la definizione del giudizio di idoneità. Tale giudizio che rappresenta il momento centrale dell 'attività dello specialista in medicina del lavoro è vincolato al codice penale. Tale vincolo si riconduce ad una responsabilità individuale che non può prescindere, in tema di sorveglianza sanitaria, dalla figura del medico competente nominato dal datore di lavoro.
Quindi di fronte a richieste di ditte di grandi dimensioni sarebbe opportuno che venissero nominati più medici competenti. Può anche essere individuato un coordinatore il quale tuttavia non dovrà essere considerato quale "parafulmini" per gli altri in caso di contenzioso giudiziario.
Completamente d 'accordo.
sono d 'accordo con te
scopro con piacere la presenza del grande amico e collega "dachiari", a cui ho consigliato il sito! Riguardo all 'argomento in discussione: credo che qualunque specialista in medicina del lavoro che abbia un briciolo di dignità non dovrebbe accettare il ruolo di "paramedico competente" e pretendere una nomina che lo investa a tutti gli effetti degli "onori" (pochi) e degli "oneri" (molti) del medico competente. Mi permetto di sottoporvi un problema: a qualcuno è capitato di notare come il nuovo Accordo Collettivo Nazionale che disciplina la convenzione di medicina generale penalizzi pesantemente chi svolge anche attività di medico competente? Da me la A.S.L. ha preteso una dettagliatissima dichiarazione sulle aziende che seguo e sull 'impegno orario annuo che l 'attività di medico competente comporta (molto difficile da quantificare, in realtà), obbligandomi ad una limitazione del massimale e, a mio avviso ingiustamente, negandomi la possibilità di avere un incarico come titolare di guardia medica, anche ad orario ridotto. Sull 'argomento è anche comparso un timido e generico trafiletto sul periodico dell 'ANMA. Qualcuno ha avuto esperienze simili?
Una cosa che credo debba essere chiara è che non è possibile una forma di "surroga" o delega alle funzioni del Medico Competente ad altri (specie in termini di "caporalato". Sono sicuramente possibili divisioni delle competenze (di vario tipo, comprese quelle gerarchiche)ma ogni Medico che svolge una funzione deve avere il suo ruolo e la sua dignità. Comunque i termini della discussione fino ad ora sono sembrati estremamente corretti.
Condivido pienamente! Sono estremamente irritata dal fatto che nella maggior parte dei casi i "medici consulenti" siano una risorsa inventata dai baroni della disciplina che sfruttando la loro posizione istituzionale accolgono incarichi a 360 gradi attingendo poi "mano d 'opera" tra i giovani colleghi. Perchè gli organi di vigilanza non fanno controlli in tal senso? Credo inoltre che il D.d.L. abbia anch 'egli una responsabilità in merito visto che l 'art.4 comma 5 lettera g (D.Lgs 626/94)lo obbliga a richiedere l 'osservanza da parte del M.C. degli obblighi previsti dal decreto. Si alla nomina di più M.C. possibilmente distribuiti su gruppi omogenei di rischio o unità produttive/reparti.
gentili Colleghi,
ho avuto modo di leggere le Vs. riflessioni e, dato che ho dovuto ripetutamente affrontare l 'argomento sul campo, anche con ampio consulto legale ai più alti livelli, vi posso dire che le mie conclusione (o meglio dell 'equipe legale che ha affrontato l 'argomento) sono state per una non legalità per le visite eseguite da un medico competente e poi firmate da un 'altro medico competente. La cooperazione è stata ritenuta possibile, nel senso che più medici emettono giudizi di idoneità per la stessa azienda, solo al patto che su ognuno di essi ricadano in pieno, senza omissione alcuna, tutti gli obblighi derivanti per legge attuale. Può esistere un medico "coordinatore", ma questo ha solo valore interno aziendale, più che altro per fini organizzativi. Quindi, difatto si tratta di nomine multiple di medico competente.
Chi fa il sopralluogo e visita il dipendente deve anche redigere il suo giudizio di idoneità; non è possibile che qualcuno dall 'alto del suo trono, pur con tutta l 'esperienza che possa avere sui luoghi di lavoro e sulle malattie che infestano il mondo, possa redigere un giudizio di idoneità su un dipendente che non ha mai visto, essendo questo un essere umano pensante, dotato di una propria individualità fisica e mentale che non lo rende identico a nessun altro essere umano. E poi, secondo me, non è giusto che i rapporti tra un azienda e il sorvegliante medico competente debbano passare tramite interposte persone.
Ziomallo ha perfettamente ragione.
Proprio la settimana scorsa sono stato indotto con l 'inganno a visitare dei dipendenti, credendo di essere stato incaricato della sorveglianza sanitaria di un certo stabilimento. Poi mi sono sentito dire da quello che credevo essere l 'ex medico competente: "Il protocollo sanitario l 'ho già deciso io; dammi le cartelle, che le devo concludere; tu sei solo l 'ESECUTORE delle visite". Mi sono sentito umiliato e soprattutto sento che è stata tradita la fiducia delle molte PERSONE che ho visitato.
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