DI FRONTE AD UN DATORE DI LAVORO CHE VI DICE CHE UN SUO DIPENDENTE SI FA DI COCAINA CHE SI FA? IL DL E' STATO AVVISATO DA ALTRI DIPENDENTI ED E' CERTAMENTE UN'INFORMAZIONE VERA.
L'OPERAIO IN QUESTIONE (IN REALTA' SAREBBERO 2) E' UN EDILE CHE SALE SU PONTEGGI E MANEGGIA LE CLASSICHE ATTREZZATURE DA LAVORO ED E' GIA' STATO VISITATO DA ME CON GIUDIZIO DI IDONEITA' TOTALE ALLA MANSIONE. ANAMNESTICAMENTE NEGAVA L'ASSUNZIONE DI QUALUNQUE STUPEFACENTE.
LA SUA MANSIONE (A QUESTO PUNTO PURTROPPO) NON RIENTRA NELL'ALLEGATO DELLE MANSIONI "A RISCHIO PER TERZI" DELLA GAZZETTA UFFICIALE 15/11/2007...D'ALTRONDE L'ART. 41 DEL D. 81/08 COMMA 4 CI CONSENTIREBBE DI ACCERTARE UNO STATO DI TOSSICODIPENDENZA!
MA COME FACCIAMO A VISITARE QUEL LAVORATORE PER QUEL MOTIVO PARTICOLARE? GIA' LA VISITA AL DI FUORI DELLA SORV. SANITARIA IN QUESTO CASO MI SEMBRA UNA GROSSA FORZATURA ,PER NON PARLARE DEL TESTO UNICO DEI LAVORATORI!POTREI SUGGERIRE AL DL DI NON FARLO SALIRE SUL PONTEGGIO MA...PERCHE'? E SE QUESTO OPERAIO CADESSE DAL PONTEGGIO?
analoga situazione... solo che a me il lavoratore ha riferito di aver avuto uno spasmo coronarico da uso di cocaina... al momento asintonmatico ma in terapia antiaggregante e vasodilatatrice.... nega da tre mesi uso di cocaina... se gli richiedo test urinario (in virtu del d.lgs 81/08, non per mansione a rischio - lui è montatore, idraulico di cantiere) gli violo la privacy col ddl... che fare? io lo limito in altezza e a salire sui ponteggi... farà ricorso e si vedrà!
Si potrebbe sempre far si che il datore di lavoro ti chiedesse una visita per cambio mansione e questa nuova mansione, guarda caso, preveda ad esempio l'uso di una minipala (= macchina movimentazione terra), ergo gli devi fare il test antidroga.
Potrebbe sembrare una forzatura ma comunque rimani nella legalità, evidenzi ufficialmente il problema e magari, mandandolo al SERT, riesci anche a farlo curare!
ex utente da milano
si potrebbe far si che il medico competente non si prestasse a giochi che oltre a ledere un diritto, lede anche l'immagine del sanitario stesso che perde il suo carattere di indipendenza e si accanisce oltre i suoi compiti istituzionali. il caso illustrato da gfp si basa su un dato anamnestico riferito come secondario all'assunzione di una sostanza stupefacente ed è stato affrontato tenendo conto della sintomatologia, della diagnosi e della terapia assunta e non dell'assunzione in sè di una droga che probabilmente ha slatentizzato una sistuazione preesistente. altrettanto condivisibile è l'atteggiamento prudenziale di robertoanni che non può essere influenzato da "rumours" probabilmente veritieri ma negati dall'interessato. il consumo di stupefacenti nel lavoro in altezza non è stato ritenuto, dal nostro legislatore, al momento attuale, mansione comportante rischi per sè e per gli altri e a questo dobbiamo attenerci, non essendoci oltretutto margini interpretativi che permetterebbero comportamenti discrezionali. ci siamo lamentati del ruolo poliziesco che tale normativa ci ha attribuito....non cadiamo nella sindrome di sherlock holmes
C'e' un aspetto in cui tutti indistintamente in questo periodo, forse per esempi che vengono dall'alto, eccelliamo: l'ipocrisia. Se le cose che ha detto il collega Furnom, forse deontologicamente non proprio corrette, fossero state inserite in un decreto legislativo, forse per qualcuno non sarebbero state cosi' criticabili. Mi chiedo: ma fare in genere, per nostra formazione, gli accertamenti TD E' ETICO? Qualcuno riesce ad immaginare questo aspetto della nostra attivita' solo pochi anni fa? Il fatto e' che siamo abituati a santificare tutto cio' che proviene dal legislatore: osservare la legge e' d'obbligo, agire per cambiarla quando sbagliata e' un DOVERE!
Nessun sherlock holmes, solo la volontà di tutelare la salute di un lavoratore e di chi ci lavora vicino in una condizione di ragionevole dubbio (ciò che viene riferito da chi ci vive vicino tutti i giorni) e in una situazione, il lavoro in altezza, che a mio avviso è ben più pericoloso di tante altre realtà dove vengono utilizzati carrelli elevatori che sembrano quasi dei giocattoli (da quanto piccoli sono e nel modo in cui vengono utilizzati) e nelle quali siamo comunque obbligati ad eseguire i test antidroga. Sappiamo inoltre che il tossicodipendente arriva a negare l'evidenza (pertanto l'anamnesi ha un'affidabilità praticamente nulla) e che i segni clinici di assunzione di sostanze stupefacenti sono molto difficili da individuare (ecco che anche l'esame obiettivo ha anch'esso una scarsa affidabilità).
Pertanto in scienza e coscienza mi sentirei di adottare questo escamotage (il cambio di mansione) per avere i mezzi legislativi per poter indagare una situazione che a mio avvisto risulta pericolosa.
Per quanto riguarda infine il nostro legislatore... preferisco non esprimermi (altrimenti rischierei una denuncia), penso solo a tutte le corbellerie che in questi ultimi anni ci ha imposto di fare e a tutti i problemi che quotidianamente ci crea con certe leggi scritte in maniera veramente bieca.
cristiano.ravalli il 20/01/2010 12:23 ha scritto:
si potrebbe far si che il medico competente non si prestasse a giochi che oltre a ledere un diritto, lede anche l'immagine del sanitario stesso che perde il suo carattere di indipendenza e si accanisce oltre i suoi compiti istituzionali. il caso illustrato da gfp si basa su un dato anamnestico riferito come secondario all'assunzione di una sostanza stupefacente ed è stato affrontato tenendo conto della sintomatologia, della diagnosi e della terapia assunta e non dell'assunzione in sè di una droga che probabilmente ha slatentizzato una sistuazione preesistente. altrettanto condivisibile è l'atteggiamento prudenziale di robertoanni che non può essere influenzato da "rumours" probabilmente veritieri ma negati dall'interessato. il consumo di stupefacenti nel lavoro in altezza non è stato ritenuto, dal nostro legislatore, al momento attuale, mansione comportante rischi per sè e per gli altri e a questo dobbiamo attenerci, non essendoci oltretutto margini interpretativi che permetterebbero comportamenti discrezionali. ci siamo lamentati del ruolo poliziesco che tale normativa ci ha attribuito....non cadiamo nella sindrome di sherlock holmes
ex utente da milano
guido_rossi il 20/01/2010 08:08 ha scritto:
C'e' un aspetto in cui tutti indistintamente in questo periodo, forse per esempi che vengono dall'alto, eccelliamo: l'ipocrisia. Se le cose che ha detto il collega Furnom, forse deontologicamente non proprio corrette, fossero state inserite in un decreto legislativo, forse per qualcuno non sarebbero state cosi' criticabili. Mi chiedo: ma fare in genere, per nostra formazione, gli accertamenti TD E' ETICO? Qualcuno riesce ad immaginare questo aspetto della nostra attivita' solo pochi anni fa? Il fatto e' che siamo abituati a santificare tutto cio' che proviene dal legislatore: osservare la legge e' d'obbligo, agire per cambiarla quando sbagliata e' un DOVERE!
Caro Guido, può essere che il lavoro in altezza verrà inserito nelle categorie da sottoporre a drug-test e quindi la nostra discussione diventerà inutile ma, al momento, non possiamo farlo...e questa non è etica ma legge. Personalmente poi non condivido il fatto che un medico suggerisca al datore di lavoro, sulla base di un gossip, un cambio di mansione fittizio al fine di sottoporre un lavoratore ad un drug test altrimenti non dovuto..... e questa è deontologia.
Al momento è consentito salire su un ponteggio sotto l'effetto di una sostanza stupefacente così come è consentito al chirurgo di operare sotto l'effetto di una sostanza stupefacente così come condurre per lavoro un mezzo a patente b (a meno che il controllo venga effettuato dagli organi di polizia) così come all'insegnante. Vado avanti?
Non abbiamo mai avuto molta discrezionalità nel nostro operato.....al massimo ci consentono un emocromo e una glicemia in più... e già viene vista a volte come un vezzo del medico....figuriamoci poi sull'argomento droghe. L'ipocrisia non sta nel prendere posizioni nette deontologicamente ma nella valutazione dell'efficacia di un sistema di controllo sul consumo di droghe così impostato. I primi risultati mostrano che i positivi ai tests eseguiti al lavoro sono pari all'1-2% mentre, confrontando con i dati statistici ufficiali, dovremmo attenderci un 15%. E che quindi il sistema, così impostato, è inefficace: costa molto e produce un risultato esiguo rispetto alle attese. E' a questo che dovremmo dedicarci, anche istituzionalmente e, come dici tu, nel tentativo di modificare la norma, e non a ricoprire il ruolo del gatto e della volpe.
Ma banalmente una valutazione ASL ex statuto dei lavoratori?
RCorda
ex utente da milano
Rcorda il 22/01/2010 10:58 ha scritto:
Ma banalmente una valutazione ASL ex statuto dei lavoratori?
RCorda
Si può fare. Ma ci sono due ordini di problemi successivi:
1)il datore di lavoro richiede la visita di idoneità specifica, il medico competente chiama e dice "mi hanno detto che fa uso di cocaina".
2) la commissione può effettuare i test al lavoratore senza un suo consenso e in assenza di segni e sintomi ma solo sulla base di una generica richiesta verbale basata sul sospetto?
Cerchiamo anche di capire che questi forum vengono letti anche dai nostri assistiti. Già abbiamo poca credibilità o meglio poca stima o meglio riusciamo a guadagnarla con difficoltà se poi leggono i nostri commenti la perdiamo del tutto. Mi rendo conto che sono in minoranza e che la vostra opinione è che si debba intervenire comunque. Io sono dell'avviso che non si possa perchè non ammesso da una normativa e non si debba perchè agire allo scopo di verificare un "gossip aziendale" sia deontologicamente scorretto. Critico il concetto da cui scaturisce il suggerimento (etica) e critico l'obiettivo (illegale).
Caro Ravalli, mi hai frainteso.
Io sono nettamente dalla parte della tua minoranza e non mi sognerei nemmeno lontanamente di proporre p.e. un fittizio cambio mansione.
Io non farei proprio nulla, anche perchè:
1. non posso fare nulla
2. non sono un poliziotto
3. se ci sono comportamente anomali il Ddl può fare una lettera di richiamo senza tirare in mezzo il MC
4. comportamenti anomali potrebbero derivare p.e. anche da turbe di natura psichiatrica
Detto questo ntedevo che se il DdL è così preoccupato della situazione può riciedere una collegiale e la faccenda (per una volta) se la gestisce qualcun altro. Io come MC ne starei ben lungi.....
Certo che da un punto di vista squisitamente medico e di prevenzione un rischio infortunistico aggravato per il lavoro in altezza c'è.
RCorda
cristiano.ravalli il 22/01/2010 11:27 ha scritto:
Si può fare. Ma ci sono due ordini di problemi successivi:
1)il datore di lavoro richiede la visita di idoneità specifica, il medico competente chiama e dice "mi hanno detto che fa uso di cocaina".
2) la commissione può effettuare i test al lavoratore senza un suo consenso e in assenza di segni e sintomi ma solo sulla base di una generica richiesta verbale basata sul sospetto?
Cerchiamo anche di capire che questi forum vengono letti anche dai nostri assistiti. Già abbiamo poca credibilità o meglio poca stima o meglio riusciamo a guadagnarla con difficoltà se poi leggono i nostri commenti la perdiamo del tutto. Mi rendo conto che sono in minoranza e che la vostra opinione è che si debba intervenire comunque. Io sono dell'avviso che non si possa perchè non ammesso da una normativa e non si debba perchè agire allo scopo di verificare un "gossip aziendale" sia deontologicamente scorretto. Critico il concetto da cui scaturisce il suggerimento (etica) e critico l'obiettivo (illegale).
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