ERGOIATRIA. Una nuova disciplina medica?
Carissimi,
avevo intenzione di astenermi per un bel po’ da inviare mie riflessioni sul forum, ma la lettura di tanti colleghi di vecchia data occupazionale e di recente avviamento professionale, che si sentono ormai confusi nel loro ruolo di medico competente, perché non percepiscono più o non sono mai stati capaci di capire quale è il fine della loro attività, che legalmente va sotto il nome di sorveglianza sanitaria, mi ha esortato a scrivere ancora.
Dai miei precedenti interventi avete chiaro quale è il mio pensiero a proposito della sorveglianza sanitaria, così come è fatta ed è diventata, grazie anche a recente legislazione compiacente: generalmente la sorveglianza sanitaria ha perso completamente il fine di tutela della salute dei lavoratori, in senso di contributo alla Prevenzione dei rischi di malattia da lavoro, per cui secondo me è auspicabile una seria riforma legislativa, invertendo l’attuale deriva di legge fatta approvare da evidenti iniziative lobbistiche, che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute dei lavoratori.
Tuttavia, rispetto il senso pratico di molti colleghi che nel corso della loro attività di medico competente hanno trovato la ragione sostanziale del loro lavoro nella diagnosi precoce di malattie comuni in persone in età da lavoro, che, si sa, occasionalmente frequentano i medici, e in particolare il medico di medicina generale, perché si sentono bene o quasi. Il loro impegno è lodevole, senza scherzi, e non lo includo nel degenere visitificio.
Allora, permettetemi di proporre un neologismo e una…nuova disciplina medica: la ERGOIATRIA.
Onestamente nuova non è: è semplicemente chiamare con un nome una pratica ormai consolidata e recepita anche nel D. Lgs 81, ovverosia la promozione della salute offerta ai lavoratori.
Così se esiste la PEDIATRIA, come medicina rivolta all’età minore, se esiste la GERIATRIA, cioè la medicina rivolta alle persone anziane, la ERGOIATRIA è la medicina rivolta alle persone in età lavorativa. Mi potreste far osservare: allora il medico di medico generale a che cosa serve?
A nulla. Con pediatri, ergoiatri e geriatri abbiamo trovato un’altra categoria medica, quella della Medicina generale, inutile, dispendiosa per la collettività e da abolire per legge.
Pertanto, auspico un futuro serio, riflessivo e soprattutto efficace per la tutela della salute dei lavoratori, che prevede due categorie di medici che si rivolgono alle persone in età lavorativa:
1. una ristretta categoria di medici che si dedicano alla MEDICINA DEL LAVORO, nella sua evoluzione attuale di medicina preventiva del danno da lavoro, con sorveglianza sanitaria solamente dove è necessaria e più valutazione dei rischi di danno della salute a causa del lavoro, in pratica più prevenzione primaria e residuale prevenzione terziaria, che prevede la visita medica del lavoratore a rischio solamente ove necessaria (cioè in casi eccezionali).
2. una vasta categoria di medici che si dedicano alla ERGOIATRIA, cioè alla medicina di base, preventiva, curativa e riabilitativa delle persone in età lavorativa. In quale regime, pubblico o privato, in convenzione con le ASL o a carico dei datori di lavoro, tali medici dovrebbero operare, questo è tutto da discutere.
Alla fine di tale prospettiva, comprendete meglio perché dico che l’attuale: “Medico competente è morto!” (vedi nel forum: la mia esperienza lavorativa e una proposta del 09/02/2010 23:31).
Carmine Sbordone
c.sbordone il 13/02/2010 03:46 ha scritto:
ERGOIATRIA. Una nuova disciplina medica?
Carissimi,
avevo intenzione di astenermi per un bel po’ da inviare mie riflessioni sul forum, ma la lettura di tanti colleghi di vecchia data occupazionale e di recente avviamento professionale, che si sentono ormai confusi nel loro ruolo di medico competente, perché non percepiscono più o non sono mai stati capaci di capire quale è il fine della loro attività, che legalmente va sotto il nome di sorveglianza sanitaria, mi ha esortato a scrivere ancora.
Dai miei precedenti interventi avete chiaro quale è il mio pensiero a proposito della sorveglianza sanitaria, così come è fatta ed è diventata, grazie anche a recente legislazione compiacente: generalmente la sorveglianza sanitaria ha perso completamente il fine di tutela della salute dei lavoratori, in senso di contributo alla Prevenzione dei rischi di malattia da lavoro, per cui secondo me è auspicabile una seria riforma legislativa, invertendo l’attuale deriva di legge fatta approvare da evidenti iniziative lobbistiche, che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute dei lavoratori.
Tuttavia, rispetto il senso pratico di molti colleghi che nel corso della loro attività di medico competente hanno trovato la ragione sostanziale del loro lavoro nella diagnosi precoce di malattie comuni in persone in età da lavoro, che, si sa, occasionalmente frequentano i medici, e in particolare il medico di medicina generale, perché si sentono bene o quasi. Il loro impegno è lodevole, senza scherzi, e non lo includo nel degenere visitificio.
Allora, permettetemi di proporre un neologismo e una…nuova disciplina medica: la ERGOIATRIA.
Onestamente nuova non è: è semplicemente chiamare con un nome una pratica ormai consolidata e recepita anche nel D. Lgs 81, ovverosia la promozione della salute offerta ai lavoratori.
Così se esiste la PEDIATRIA, come medicina rivolta all’età minore, se esiste la GERIATRIA, cioè la medicina rivolta alle persone anziane, la ERGOIATRIA è la medicina rivolta alle persone in età lavorativa. Mi potreste far osservare: allora il medico di medico generale a che cosa serve?
A nulla. Con pediatri, ergoiatri e geriatri abbiamo trovato un’altra categoria medica, quella della Medicina generale, inutile, dispendiosa per la collettività e da abolire per legge.
Pertanto, auspico un futuro serio, riflessivo e soprattutto efficace per la tutela della salute dei lavoratori, che prevede due categorie di medici che si rivolgono alle persone in età lavorativa:
1. una ristretta categoria di medici che si dedicano alla MEDICINA DEL LAVORO, nella sua evoluzione attuale di medicina preventiva del danno da lavoro, con sorveglianza sanitaria solamente dove è necessaria e più valutazione dei rischi di danno della salute a causa del lavoro, in pratica più prevenzione primaria e residuale prevenzione terziaria, che prevede la visita medica del lavoratore a rischio solamente ove necessaria (cioè in casi eccezionali).
2. una vasta categoria di medici che si dedicano alla ERGOIATRIA, cioè alla medicina di base, preventiva, curativa e riabilitativa delle persone in età lavorativa. In quale regime, pubblico o privato, in convenzione con le ASL o a carico dei datori di lavoro, tali medici dovrebbero operare, questo è tutto da discutere.
Alla fine di tale prospettiva, comprendete meglio perché dico che l’attuale: “Medico competente è morto!” (vedi nel forum: la mia esperienza lavorativa e una proposta del 09/02/2010 23:31).
Carmine Sbordone
E i disoccupati e i nulla facenti a chi si dovrebbero rivolgere..mah!
Caro collega Sbordone, sono giorni che sul ns sito mi imbatto su quanto tu e qualche altro collega (pochi per dire il vero) andate predicando sulla fine del mondo ( pardon del MC).
Visto che reiteri aprendo un altro fronte , ma sempre della stessa genìa, io credo che manchi un’altra figura di medico e cioè lo PSICOIATRA ( non psichiatra) cioè uno specialista a cui voi potreste rivolgervi.
Nessuno nega che la 277 ci ha un poco “modificato”, la 626 ci ha “stravolto” e l’81 (106) ci ha “tramortito” ma questa è la società e queste sono le leggi e noi dovremmo non subirle ma applicarle consci del ns valore, esperienza e scienza.
Esistono le società di “servizi”, voi dite che sono associazioni a delinquere, posso essere anche parzialmente in accordo in quanto non tutte sono uguali ,ma esistono i medici del lavoro competenti.
Le società senza i medici del lavoro competenti non andrebbero avanti nemmeno un minuto nel loro operato per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria, per cui il problema sono i medici, NOI medici!
Molte di queste società sono di colleghi e quindi si tratta sempre di medici, NOI medici!
I visitifici li facciamo noi medici….. e lasciamo perdere i colleghi MC giovani, alle prime armi, che voi usate come grimaldello morale nei vs interventi.
La gavetta l’abbiamo fatta tutti ( almeno io si visto che ho cominciato quasi 30 anni orsono) ed è stata dura per tutti , moralmente ed economicamente.
Le aziende serie , ma dico serie, prima o poi si renderanno conto con chi hanno a che fare ed i nodi verranno al pettine.
Non è questione di soldi o applicazione della legge , uno di noi fa il MC se vuole ed ha la scelta del cliente per cui se qualche cosa non lo convince si ritira in buon ordine e passa ad altro, come abbiamo fatto noi più “anziani” che adesso ci troviamo con delle realtà “scremate”, tuttavia costate molto sia moralmente che economicamente , nel tempo; queste aziende non ti “cambiano” con uno nuovo e a buon mercato, credimi sulla parola e ti assicuro che le mie parcelle fanno spesso orripilare i peli dei “miei” DL.
In aziende in cui ci calchi i sandali da 25 anni la sorveglianza sanitaria non è stata cambiata in peggio dalle leggi e tutto quello che queste benedette-maledette leggi hanno codificato, già veniva fatto ( osservazione personale) e quindi se nulla è cambiato nell’essere medico, la sorveglianza ha la sua valenza come l’aveva 25 anni orsono.
Se questo non è accettato allora non diciamo che adesso è tutto male per colpa delle leggi, ma osiamo riconoscere che è peggio in quanto 25 anni orsono, era già male. ( era gia male?...non credo! Voi di che parere siete..)
Io non mi sento, con tutto il dovuto rispetto, di concordare con voi che auspicate di mandare alle ortiche la ns professione facendo voli pindarici dalla Francia al populismo, dalle convezioni ASL alla creazione di figure tipo ERGOIATRA.
Io alla fine di queste righe ho il sospetto che voi vi sentiate (consideriate) poco MEDICI SPECIALISTI.
Fatela finita di infervorarvi per ragioni umanitarie ( ma pelose) ammantate di sindacalismo dell’ultimora e rivestiti del manto dei salvatori della salute occupazionale dei lavoratori.
Ma quando mai i GINECOLOGI, OCULISTI, DERMATOLOGI .. etc,etc , mettono ,nero su bianco, un discredito siffatto sulla propria specialità medica…. Questi colleghi non sono peggiori di noi ( o migliori), sono solo colleghi medici specialisti e da tali operano… a prescindere!
E per ultimo riflettendo sulla cosi alta ispirazione della futura medicina italiana assegnata al PEDIATRA ( e dopo l’età del bamboccionismo), all’ ERGOIATRA ( escluse pensioni baby), e poi al GERIATRA , abolendo anche la figura del MMG; prova a mettere in una bacheca ,che ogni volta appenderai sulla porta delle varie infermerie in cui operi, queste frasi che io ho nel mio ambulatorio ..
Questo è un ambiente medico, il più delle volte vuol dire dolore e preoccupazione.
Al vostro Medico dovete raccontare i vostri mali fisici, questo non è molto difficile, ma anche i vostri dubbi e malessere morale…, questo abbisogna di tranquillità.
Non disturbate parlando ad alta voce .
Per tali motivi, che io spero e reputo importanti come MMG ,cerco ancora di fare il MC ,da medico nello spirito ,
ma ,primariamente, da SPECIALISTA sul campo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori affidatemi.
Ti saluto con affetto.
c.sbordone il 13/02/2010 03:46 ha scritto:
ERGOIATRIA. Una nuova disciplina medica?
Carissimi,
avevo intenzione di astenermi per un bel po’ da inviare mie riflessioni sul forum, ma la lettura di tanti colleghi di vecchia data occupazionale e di recente avviamento professionale, che si sentono ormai confusi nel loro ruolo di medico competente, perché non percepiscono più o non sono mai stati capaci di capire quale è il fine della loro attività, che legalmente va sotto il nome di sorveglianza sanitaria, mi ha esortato a scrivere ancora.
Dai miei precedenti interventi avete chiaro quale è il mio pensiero a proposito della sorveglianza sanitaria, così come è fatta ed è diventata, grazie anche a recente legislazione compiacente: generalmente la sorveglianza sanitaria ha perso completamente il fine di tutela della salute dei lavoratori, in senso di contributo alla Prevenzione dei rischi di malattia da lavoro, per cui secondo me è auspicabile una seria riforma legislativa, invertendo l’attuale deriva di legge fatta approvare da evidenti iniziative lobbistiche, che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute dei lavoratori.
Tuttavia, rispetto il senso pratico di molti colleghi che nel corso della loro attività di medico competente hanno trovato la ragione sostanziale del loro lavoro nella diagnosi precoce di malattie comuni in persone in età da lavoro, che, si sa, occasionalmente frequentano i medici, e in particolare il medico di medicina generale, perché si sentono bene o quasi. Il loro impegno è lodevole, senza scherzi, e non lo includo nel degenere visitificio.
Allora, permettetemi di proporre un neologismo e una…nuova disciplina medica: la ERGOIATRIA.
Onestamente nuova non è: è semplicemente chiamare con un nome una pratica ormai consolidata e recepita anche nel D. Lgs 81, ovverosia la promozione della salute offerta ai lavoratori.
Così se esiste la PEDIATRIA, come medicina rivolta all’età minore, se esiste la GERIATRIA, cioè la medicina rivolta alle persone anziane, la ERGOIATRIA è la medicina rivolta alle persone in età lavorativa. Mi potreste far osservare: allora il medico di medico generale a che cosa serve?
A nulla. Con pediatri, ergoiatri e geriatri abbiamo trovato un’altra categoria medica, quella della Medicina generale, inutile, dispendiosa per la collettività e da abolire per legge.
Pertanto, auspico un futuro serio, riflessivo e soprattutto efficace per la tutela della salute dei lavoratori, che prevede due categorie di medici che si rivolgono alle persone in età lavorativa:
1. una ristretta categoria di medici che si dedicano alla MEDICINA DEL LAVORO, nella sua evoluzione attuale di medicina preventiva del danno da lavoro, con sorveglianza sanitaria solamente dove è necessaria e più valutazione dei rischi di danno della salute a causa del lavoro, in pratica più prevenzione primaria e residuale prevenzione terziaria, che prevede la visita medica del lavoratore a rischio solamente ove necessaria (cioè in casi eccezionali).
2. una vasta categoria di medici che si dedicano alla ERGOIATRIA, cioè alla medicina di base, preventiva, curativa e riabilitativa delle persone in età lavorativa. In quale regime, pubblico o privato, in convenzione con le ASL o a carico dei datori di lavoro, tali medici dovrebbero operare, questo è tutto da discutere.
Alla fine di tale prospettiva, comprendete meglio perché dico che l’attuale: “Medico competente è morto!” (vedi nel forum: la mia esperienza lavorativa e una proposta del 09/02/2010 23:31).
Carmine Sbordone
Mario
Difficile non condividere Alesiani quando scrive in grande onestà e coerenza con la sua certa prassi professionale:
"Per tali motivi, che io spero e reputo importanti come MMG ,cerco ancora di fare il MC ,da medico nello spirito ,
ma ,primariamente, da SPECIALISTA sul campo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori affidatemi".
E' probabilmente quello che tutti o la gran parte di noi si ripropone di fare, che sia o non contemporaneamente MMG.
Non coglierei però come irritante nè questa nè altre "provocazioni" di Carmine che hanno comunque valore nella misura in cui aprono dibattiti e riflessioni anche su materia che convintamente possiamo ritenere lontana da una possibile realizzabilità (ho volutamente evitato il termine utopia).
Indubbiamente il nostro è un lavoro complesso e complicato che si deve confrontare con asperità molteplici e variegate che non escludono direi alcuno degli aspetti tipici di ogni professione.
Non è tuttavia, per fortuna, obbligatorio. Può essere praticato così com'è, migliorato da ciascuno anche grazie alle idee degli altri per gli aspetti condivisibili, o abbandonato se ritenuto incompatibile.
Personalmente lo pratico secondo le mie convinzioni, non necessariamente giuste, ed accetto poi coerentemente con quanto penso e faccio, di essere espulso o di rinunciare agli incarichi quando le condizioni non mi permettono la coerenza con le mie idee.
Anch'io faccio questo lavoro da quasi trent'anni e non posso dire che sia stato ma nemmeno che sia facile andare avanti in una beatitudine professionale ormai acquisita. Ogni giorno è una sorpresa.
Quanto si legge nei forum è bene o male parte condivisa nella esperienza di tutti noi sia pure con quote differenti di prevalenza.
Uno degli aspetti che potrebbero essere efficaci (interpretando con dovuta cautela quanto Carmine afferma) sarebbe una miglior condivisione tra mc e mmg del progredire della storia della salute dei cittadini durante la vita lavorativa, in una sorta di reciproca assistenza professionale (possibile questa e non utopica). Ciò avvantaggerebbe oltrechè il lavoratore, anche e non poco le due figure tra loro complementari addette, con compiti diversi e integrabili, alla tutela della salute del singolo così come della collettività.
Ciò avrebbe ancora un maggior valore considerando il maggior impegno temporale del mmg che dovrà poi farsi carico della salute del cittadino per tutta la sua vita.
Parafrasando Thomas Moore, sta a noi forse in fondo trovare l'equilibrio tra una professione "perfetta" ed una "reale". sia dialogando nei forum, sia nella nostra prassi quotidiana.
Con queste elementari e banali riflessioni, invito entrambi e me stesso a cogliere il meglio delle riflessioni che il forum continuamente e positivamente propone.
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
https://www.facebook.com/retemedicicompetenti/
quello che scrive tcam e' mmolto bello e molto giusto
Ciò avrebbe ancora un maggior valore considerando il maggior impegno temporale del mmg che dovrà poi farsi carico della salute del cittadino per tutta la sua vita
molto giusto e molto bello ma quanti di voi fanno il mmg o sono realmenente a conoscenza delle problematiche della medicina di base?
tutte le volte che gli specialisti, tutti gli specialisti, parlano di come seguire i loro pz sul territorio mettono nel mezzo il mmg con il quale avere un rapporto di collaborazione perchè "in fondo" è quest'ultimo che seguirà il caso nel tempo.
con questa scusa loro continuano a prendersi 100 euro a visita molte volte scordandosi di fare quel fogliolino intestato "ricevuta" rilasciando una ricetta con la somministrazione di farmaci off label e/o con nota cuf ignorata e lasciano ai mmg le rogne di spiegare al pz che certi farmaci non possono essere riprescritti e correndo il rischi di predere il pz il che comporta una perdita di 4 euro lordi al mese!
certo una migliore collaborazione sarebbe utile e lo dico dal versante del mmg che spesso ignora le leggi che assillono i mc.
quante volte capita di vedere certifcati "non può indossare scarpe antinfortunistiche...non può sollevare carichi pesanti ecc.. c"che mettono i mc in contrasto con il lavoratore e il suo "ignorante " mmg
purtoppo non capita mai di vedere corsi ecm promossi dalle asl (le aziende farmaceutiche certo non hanno interesse) rivolte al mmg per spiegare loro cos'è la medicina del lavoro e a quali implicazioni professionali porta .
se le società scientifiche interessate alla medicina del lavoro si facessero carico di organizzare corsi da sottoporre alle varie asl
forse si comincerebbe ad avere un linguaggio comune fra i mmg e i mc
Tiziano, ti ringrazio delle "saggie" parole (come sempre).
Il mio essere leggermente stizzito era dato dal fatto che alcuni colleghi, cavalcando , secondo me in modo errato, le riflessioni di Sbordone, reiteravano continuamente che la ns è una professione morta o "cha'dda morì" (in romanesco) e che è uno schifo e che.....chi più ne ha ,ne metta!
Io rivendicavo la dignità della ns specialistica che, sempre secondo il mio modesto e fallace parere, è data dalla tipologia di comportamento professionale di ognuno di noi e non dalle ditte dei "visitifici".
Per tale motivo ,a me talune affermazioni ,son sembrate troppo AUTOLESIVE e non accettabili da parte di colleghi che comunque sono sulla stessa ns barca.
Per quanto riguarda il rapporto con altre figure professionali mediche io posso solo fare un esempio di come mi sia rapportato.
In un periodo sicuramente al di fuori dell'81, diciamo inizio 626, ...come MMG seguivo due miei giovani pazienti per problemi di rinite,allergia,ipertrofia turbinati,ipo e anosmia, sinusite cronica etc etc... sempre nello stesso distretto anatomo funzionale.
Essendo anche MC alla fine la domanda fatidica è uscita per forza "... ma tu sul lavoro cosa fai?.... operaio di che cosa?"
Risposta: lavoro in cereria
Bocca aperta .. e controrisposta : AAHHH!!!!
Ho scritto al medico aziendale gli ho spiegato i miei dubbi e in seguito ,telefonateci, abbiamo fatto concordemente ognuno la ns parte di competenza.... io la clinica e la terapia e lui la prevenzione e il dispositivo medico legale....
Questo per dire ai colleghi di cui sopra che per fare il ns lavoro (da medici) non è necessario che una legge (.... definiamola cosi..) ci imponga di archiviare nella ns cartella sanitaria All.3A, i dati del MMG ( l'80% dei lavoratori conosce solo il nome-cognome !!!!) per istituire una specie di esercito della salvezza a salvaguardia della salute globale e tutela del lavoratore...... NOI medici per il fatto che siamo medici, lo facciamo di norma....legge o non legge!
Ciao Tizià, buona domenica
Mario
tcam il 13/02/2010 08:19 ha scritto:
Difficile non condividere Alesiani quando scrive in grande onestà e coerenza con la sua certa prassi professionale:
"Per tali motivi, che io spero e reputo importanti come MMG ,cerco ancora di fare il MC ,da medico nello spirito ,
ma ,primariamente, da SPECIALISTA sul campo della sorveglianza sanitaria dei lavoratori affidatemi".
E' probabilmente quello che tutti o la gran parte di noi si ripropone di fare, che sia o non contemporaneamente MMG.
Non coglierei però come irritante nè questa nè altre "provocazioni" di Carmine che hanno comunque valore nella misura in cui aprono dibattiti e riflessioni anche su materia che convintamente possiamo ritenere lontana da una possibile realizzabilità (ho volutamente evitato il termine utopia).
Indubbiamente il nostro è un lavoro complesso e complicato che si deve confrontare con asperità molteplici e variegate che non escludono direi alcuno degli aspetti tipici di ogni professione.
Non è tuttavia, per fortuna, obbligatorio. Può essere praticato così com'è, migliorato da ciascuno anche grazie alle idee degli altri per gli aspetti condivisibili, o abbandonato se ritenuto incompatibile.
Personalmente lo pratico secondo le mie convinzioni, non necessariamente giuste, ed accetto poi coerentemente con quanto penso e faccio, di essere espulso o di rinunciare agli incarichi quando le condizioni non mi permettono la coerenza con le mie idee.
Anch'io faccio questo lavoro da quasi trent'anni e non posso dire che sia stato ma nemmeno che sia facile andare avanti in una beatitudine professionale ormai acquisita. Ogni giorno è una sorpresa.
Quanto si legge nei forum è bene o male parte condivisa nella esperienza di tutti noi sia pure con quote differenti di prevalenza.
Uno degli aspetti che potrebbero essere efficaci (interpretando con dovuta cautela quanto Carmine afferma) sarebbe una miglior condivisione tra mc e mmg del progredire della storia della salute dei cittadini durante la vita lavorativa, in una sorta di reciproca assistenza professionale (possibile questa e non utopica). Ciò avvantaggerebbe oltrechè il lavoratore, anche e non poco le due figure tra loro complementari addette, con compiti diversi e integrabili, alla tutela della salute del singolo così come della collettività.
Ciò avrebbe ancora un maggior valore considerando il maggior impegno temporale del mmg che dovrà poi farsi carico della salute del cittadino per tutta la sua vita.
Parafrasando Thomas Moore, sta a noi forse in fondo trovare l'equilibrio tra una professione "perfetta" ed una "reale". sia dialogando nei forum, sia nella nostra prassi quotidiana.
Con queste elementari e banali riflessioni, invito entrambi e me stesso a cogliere il meglio delle riflessioni che il forum continuamente e positivamente propone.
Tcam
Mario
Cari Colleghi, desidero fare alcune considerazioni relativamente alla Sorveglianza Sanitaria. A mio parere è lo strumento fondamentale per il MC per collaborare alla Valutazione dei Rischi; se non ricordo male scriveva questo diversi anni fa il Direttore, dell'epoca, della Scuola di Spec. in Medicina Prev. dei Lavoratori dell'Università Napoli. Per esperienza dal colloquio con il Lavoratore emergono sovente realtà che nessuno ti dice, anzi vengono accuratamente nascoste, che dopo verifichi visitando i luoghi di lavoro; faccio un esempio: prima della L. 195 le indagini fonometriche a volte davano esposizioni a rumore, in LEPd, poco compatibili con la soggettività del Lavoratore. In un caso ho eseguito un'audiometria ad un Lavoratore, ipoacusico già segnalato anni prima, con LEPd di 68 dBA, incompatibile con la soggettività del Lavoratore, accertando un evidente peggioramento dell'ipoacusia; ho fatto denuncia di aggravamento. Quando l'Organismo di Vigilanza ha fatto il suo accertamento, il Lavoratore mi ha informato che avevano calcolato una esposizione di 87 dBA ( LEXd ). Certo se avessi fatto " visitificio " la cosa mi sarebbe sfuggita ( ad un "tot" al KG per 60 visite / die ); invece credo nella visita medica periodica ben fatta quale strumento indispensabile per la valutazione dei rischi da parte del MC, che in primo luogo è un medico e questo deve fare. Gli altri strumenti del MC per collaborare alla VR sono le visite agli ambienti di lavoro ogni volta che serve, non necessariamente una volta o due all'anno; la conoscenza del ciclo produttivo, l'esame delle schede di sicurezza dei prodotti adoperati, la constatazione diretta della validità dei D. P. I. e del corretto funzionamento degli aspiratori, la conoscenza dei risultati delle " misurazioni " dei Rischi ( cosa diversa dalla " valutazione " , che è più complessa )spesse volte richiesta dal MC, se necessaria per completare la valutazione; l' indagine fonometrica, per esempio, non è, da sola, la valutazione del rischio rumore, è solo la misurazione. E così via. Inoltre la sorveglianza sanitaria è fondamentale nel caso si verifichi una malattia professionale: mi risulta se non sbaglio che sia una delle cose che va a guardare il Magistrato che si occupa del caso e, se non eseguita, è causa di Avviso di Garanzia al MC. Quanto prodotto dal MC con le attività sopra citate, adeguatamente documentate e relazionate, sono parte integrante del DVR, risultante da quanto prodotto dallo studio di Consulenza, che firma il " suo " e da quanto prodotto dal MC, a sua firma; il MC firma quanto prodotto dal Consulente tecnico, come è ingiustamente costretto a fare attualmente, solo per presa visione dei risultati. Il fatto è che il " vento " che tira attualmente è che il MC diventi sempre più un " tecnico competente " privilegiando più l'aspetto tecnicistico, " misurazione " dei rischi, che quello sanitario, per il quale è preparato. E' ovvio che ciò sarà più facile per i giovani specialisti che non per i più anziani e che questa evoluzione, forse ineluttabile,sarà graduale. In buona sostanza il MC imparerà a fare le indagini fonometriche, che effettuerà con il suo bravo fonometro; calcolerà gli indici di sollevamento e determinerà il colore delle " aree " per i movimenti ripetitivi; eseguirà i calcoli per le esposizioni a vibrazioni e quant' altro . Restringerà la SS agli esposti a livelli di rischio da lui stesso determinati, al di là dei possibili errori di misurazione e della variabili individuali in relazione alle caratteristiche e possibili patologie dei soggetti; da sottolineare anche per i fautori della trasformazione del MC in tecnico competente che mentre il tecnico competente non ha responsabilità penali nel caso in cui una misurazione risulti errata, ne risponde solo il D. D. L. , nel caso questa misurazione sia firmata dal MC, questi ne risponde penalmente, in solido con il D. D. L. in caso di errore! In conclusione desidero dire che il MC non deve dimenticare di essere un Medico ( con la M " grande " ) e come tale improntare la sua professione secondo scienza, coscienza e competenza al di là di Leggi più o meno giuste e deve sempre rispondere alla sua coscienza. Pertanto condanna dei visitifici frettolosi e superficiali e commerciali,non necessariamente prerogativa dei famosi " Centri " , ma rispetto per una SS ben fatta sia qualitativamente sia con periodicità adeguata ( ovviamente riguardo anche agli esami strumentali che non sempre sono annuali, anzi! ). Ciao.
salvatore51
Premesso che il termine ERGOIATRIA non deve essere inteso come offesa per nessuno, sono portato ancora ad insistere sulla mia proposta.
La medicina del Lavoro evolve, anzi deve evolvere, se no soccombe, come evolve e cambia il suo oggetto di interesse, cioè il LAVORO. Se le direttive europee, le evidenze scientifiche, l'OMS dicono che la tutela della salute nei luoghi di lavoro è garantita prioritariamente con la prevenzione PRIMARIA, qualcosa vuole significare. La sorveglianza sanitaria NON è prevenzione primaria (si dice primaria perchè viene prima di ogni altra misura). La medicina del lavoro se vuole essere al passo con i tempi deve diventare disciplina di prevenzione primaria. La medicina del lavoro di 25 anni fa è finita e strafinita: se si ragiona ancora come 25 anni fa non si va da nessuna parte. Il fatto che le leggi attuali siano da me giudicate negativamente è dovuto proprio al fatto che il legislatore non ha avuto l'acume e il coraggio di proiettare la medicina del lavoro verso la prevenzione primaria. Anzi per certi versi il DLgs 81 e suoi compagni ci hanno fatto scivolare ancora più indietro negli anni. Non è stata una legislazione innovativa, nè è stata una legislazione semplificativa: per la medicina del lavoro è stata un'ecatombe di sommersione di carte, analisi e visite inutili. E non mi dite che credete che non sia stato frutto di gruppi di lobby bene organizzati ed interessati solamente a spremere qualche eurino ai datori di lavoro senza alcun vantaggio per i lavoratori, per quanto riguarda la sicurezza, nè, mi pare, neppure tanti vantaggi per i medici competenti.
Separare la Medicina del Lavoro dagli ergoiatri, cioè dai medici dedicati alle persone in età lavorativa, non è più una utopia, ma una necessità. L'ergoiatra, esperto anche di anamnesi lavorativa quale integrazione dell'anamnesi personale e patologica, potrà essere l'utilissimo anello, attualmente mancante, che possa congiungere la prevenzione primaria (e secondaria) del Medico del Lavoro (non più medico competente, per esaurimento del suo compito!) con la cura, diagnosi e il trattamento riabiltativo delle persone in età lavorativa. Se pensate che gli attuali MG abbiano interesse a farsi carico di tale collegamento, permettetemi di non crederci per il presente ma anche per il futuro.
In un primo tempo, i primi ergoiatri, che potrebbero pregiarsi di questo titolo, potrebbero essere i numerosi medici competenti che sono anche medici di medicina generale e di guardia medica convenzionati.
Perfettamente d'accordo, dal punto di vista di Sbordone, io mi sento già Ergoiatra o qualsiasi altro nome si voglia dare ad un medico specialista in medicina del lavoro che si trova molto più spesso a diagnosticare comuni malattie piuttosto che malattie professionali.
Non credo sia svilente nè vada fuori da quelli che sono e dovrebbero essere i compiti del medico competente.
Noi già facciamo prevenzione primaria comunque, tutti, ogni volta che esprimiamo un giudizio di idoneità tenendo conto delle condizioni di salute del lavoratore "non sano" in relazione ai rischi lavorativi.
Ritengo che la collocazione nell'area Igiene e prevenzione che i medici del lavoro hanno sia sbagliata: il medico del lavoro è un clinico, visita persone sane e non, fa esami diagnostici che deve saper interpretare (non solo spirometria e audiometria ma anche ecg e altri), deve conoscere sintomi, criteri diagnostici, evoluzione di tutte la patologie altrimenti ci si ritrova a dover chiedere, come purtroppo fanno molti colleghi, ad altri specialisti di esprimere un giudizio di idoneità al posto nostro (vedi quesiti posti a cardiologici, ortopedici, fisiatri ecc...).
E' ovvio che deve conoscere i rischi delle singole attività lavorative, ma non è un tecnico, è un medico e, che piaccia o no, deve saper fare il medico, consigliare o prescrivere, al lavoratore esami integrativi, eventuali cure e terapie che possano migliorare il suo stato di salute, aiutandolo a lavorare il più a lungo possibile e magari senza dover cambiare completamente professione a 50 anni suonati.
Noi tuteliamo la salute dei lavoratori sia nei confronti dei rischi presenti sul lavoro che in generale, dobbiamo puntare a migliorare lo stato di salute dei nostri lavoratori aiutandoli a prolungare il più possibile e in salute la loro vita professionale.
L'Ergoiatria di Sbordone già c'è!
Che cosa hanno in comune Ergonomia, Ergoiatria, Medicina del Lavoro ed Igiene del Lavoro? Naturalmente la parola LAVORO, con tutti i significati attinenti, e l'interesse per la tutela della salute nel LAVORO.
Quindi, definire con parole, anche di nuovo conio, può essere semplicemente un modo per essere più chiari.
Vediamo quali sono le differenze di contenuto di tali discipline.
!. Igiene del lavoro: pratica medica e tecnica per la messa in opera di metodi organizzativi e materiali per prevenire il danno della salute nei luoghi di lavoro.
2. Ergoiatria: disciplina medica che si occupa delle persone in età lavorativa. Presta attenzione alle condizioni individuali fisiche coniugandole con quelle ambientali e lavorative. Tratta dei risvolti delle malattie individuali non correlate al lavoro sull'attività lavorativa, e delle malattie occupazionali o correlate al lavoro sul contesto di vita della persona. Prescrive gli opportuni trattamenti medico-chirugici e riabilitativi e propone le opportune misure di cambiamento degli stili di vita.
3. Medicina del Lavoro: disciplina medica con ampio bagaglio culturale sulle tecniche di prevenzione del danno della salute nei luoghi di lavoro. E' la disciplina che propone le misure tecniche ed organizzative dell'adattamento del lavoro alla persona lavoratrice e non viceversa. Comunemente si avvale della collaborazione di altre discipline tecniche della prevenzione del rischio da lavoro (ergonomo, tecnici della prevenzione e della sicurezza, psicologi del lavoro).
4. Ergonomia: attività multidisciplinare che integra le migliori e praticabili (ottimali) misure, derivate da studi di validità scientifica, di prevenzione del danno della salute a causa dell'esposizione a fattori di rischio occupazionali ed ambientalali. Propone norme di buona tecnica.
Ora vediamo che cosa la legge propone a quel Signor di nome Medico Competente, che come si deduce dal nome ha poco a che vedere con i termini precedentemente enunciati. Nella migliore delle ipotesi egli è un po' ergoiatra, un po' medico legale e medico poliziesco per via dell'espressione dell'idoneità fisica del lavoratore alla MANSIONE COSI' COME E', in quanto la legge NON gli chiede di esprimere l'idoneità o l'inidoneità del LAVORO. Per tali incombenze è pesantemente sanzionato.
Scusate per tutti coloro che si sentono offesi: il ruolo del medico competente mi sembra veramente miserevole, non perchè c'è qualcuno che lo dice, ma semplicemente sguardando in faccia la realtà dei fatti.
Il medico competente è morto?
Viva la MEDICINA DEL LAVORO!
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