salve sig. medici e lavoratori.
La faccio lunga, ma è per chiedere lumi in un buio totale di info e certezze. Vado disordinato, ma cerco d'esser chiaro lo stesso.
Ieri riunione in azienda sulla "sicurezza". Sono operaio, nato nel 60 e in cantiere dal 78 (nell'escrizione a questo forum 'sindacalista' è solo speranza, lavoro reale ed ottimismo). La mia azienda si occupa di manutenzione di impianti industriali, rivestimenti in resine poliuretaniche, lavori su scambiatori di calore anche, e soprattutto in prospettiva, in centrali nucleari. Belgio, Francia ecc. Siamo sui 40 dipendenti. Metà delle maestranze lavorano, come attività collaterale che fa da polmone compensativo per l'azienda ai buchi operativi nelle centrali elettriche e chimiche (marghera, bergamo, sardegna, estero), nei cantieri navali di costruzione delle grandi navi da crocera (da Monfalcone ad Ancona, a Genova, a Palermo). Rivestimenti resinosi dei ponti delle navi, lavoro duro e pesante. Solventi e polveri, macchinari individuali da 120 Kg in condizioni anche estreme, sistemi di miscelazione dei bicomponenti a 380 V. Esposizione continua ad un ambiente contaminato da gas, polveri, fibre, solventi cui va aggiunto la 'normale' situazione di cantiere navale, che va dall'esposizione agli agenti atmosferici ai rischi del lavoro delle gru di banchina che movimentano le merci. Mi fermo qua altrimenti la lista dei rischi nelle condizioni cui lavoriamo sarebbe infinita. Aggiungo solo che con le modifiche delle regolamentazione del lavoro negli ultimi 10 anni la situazione è molto più critica, cioè la sicurezza del lavoratore è stata sempre più spostata dall'impostazione del lavoro razionalizzandolo ai fini della sicurezza all'impostazione del lavoro ai fini della produttività, in un caos totale dove il lavoratore può solo far conto della propria esperienza e colpo d'occhio per non crepare.
Tutto questo portiamolo in una centrale nucleare, con maestranze che non sanno distinguere un conduttore da un'isolante, un olio inerte da un solvente, non sanno cos'è un collegamento a massa o un trifase o che il ferro abraso produce scintille e l'alluminio no e così via.
Vengo finalmente al dunque.
Ebbene, nella riunione 'sulla sicurezza' di ieri, che l'azienda si vanta di fare semestrale anzichè annuale 'come prevede la legge', di tutto questo non si è potuto parlare.
Si è parlato invece per 2 ore di abuso d'alcool. E di come l'assunzione di alcool "diminuisca le capacità dell'organismo di smaltire le sostanze tossiche" cui siamo esposti nel nostro 'normale' lavoro. E' stato detto dal Medico del Lavoro (ML) che un bicchier di vino non va bevuto altrimenti ci impedisce di smaltire al meglio il toluene e tutta l'altra merda respirata per 10 ore al giorno. Non è stato mai detto di escludere il toluene e il resto dal ciclo lavorativo, ma il bicchier di vino.
E' stata poi affermata un'altra cavolata, secondo la quale un controllo a campione e a sorpresa per scoprire i consumatori di alcool o droghe (non definisco meglio anche se andrebbe fatto, ho letto Arnao nel '77 ma questo ML si è espresso così) è funzionale all'aumento della sicurezza sul lavoro e alla diminuzione del rischio infortuni.
Ed anche che, enorme e testuale, fate i bravi ed evitate di farvi male perchè "va evitata qualsiasi visita dell'USL in azienda altrimenti mettono il naso dappertutto". Il titolare dell'azienda non l'avrebbe saputo fare, ci ha pensato il nostro (???) Medico del Lavoro cui dovrei affidare la mia salute durante il mio servizio nelle centrali nucleari. Non so se mi spiego...
Ho interrotto l'ignorante facendo presente che un alcolizzato lavora con più presenza di sè con un bicchiere in corpo piuttosto che terrorizzato e con un bottiglia nascosta in tasca, e che altrettanto vale per un tossicodipendente, POI va accompagnato in un percorso di 'recupero'. E che mai e poi MAI vanno assunte sostanze alteranti la psiche specie in lavoro di squadra. E che la sicurezza sul lavoro va perseguita informando e non terrorizzando.
Mi astengo dalle mie altre repliche che potete immaginare.
Vengo all'unica domanda che ho per questo forum, se qualcuno ha avuto pazienza e stomaco di arrivare fin qua.
Il Medico del Lavoro afferma che
- i controlli 'antisostanze' possono essere chieste dall'azienda sia direttamente che tramite USL.
- inoltre anche per iniziativa propria dell'USL su richiesta di CHIUNQUE (fornitori, appaltanti, committenti ecc., detto così pare assurdo, ma tant'è stato affermato e confermato dopo mia domanda).
- che I COSTI DELLE ANALISI VANNO A CARICO DELL'AZIENDA SEMPRE, chiunque richieda l'intervento e quale sia l'esito (come sopra).
Ho replicato che l'azienda si attivi per stanziare un fondo in nero pro USL per evitare i controlli. Del ridicolo non c'è fine.
Detto questo Vi chiedo:
- E' vero quanto affermato sopra dal MdL?
- Informazioni, link e testi di legge al riguardo
Sicuramente ho dimenticato qualcosa, ma va bene così.
Saluti da un operaio,
attendo risposte
giorgio
Tenendo presente che c'è ancora molta confusione sull'argomento e che dovrebbero essere emanati dei decreti chiarificatori attualmente la situazione è questa:
Legge 125/01 all'art. 15
(Disposizioni per la sicurezza sul lavoro)
1. Nelle attività lavorative che comportano un elevato rischio di infortuni sul lavoro ovvero per la sicurezza, l'incolumità o la salute dei terzi, individuate con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro della sanità, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è fatto divieto di assunzione e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche.
2. Per le finalità previste dal presente articolo i controlli alcolimetrici nei luoghi di lavoro possono essere effettuati esclusivamente dal medico competente ai sensi dell'articolo 2, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, ovvero dai medici del lavoro dei servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro con funzioni di vigilanza competenti per territorio delle aziende unità sanitarie locali.
3. Ai lavoratori affetti da patologie alcolcorrelate che intendano accedere ai programmi terapeutici e di riabilitazione presso i servizi di cui all'articolo 9, comma 1, o presso altre strutture riabilitative, si applica l'articolo 124 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.
4. Chiunque contravvenga alle disposizioni di cui al comma 1 è punito con la sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma da lire 1 milione a lire 5 milioni.
Successivamente sono state individuate le mansioni a rischio ( che comportano un elevato rischio per la salute e la sicurezza di terzi) nel 2006 (Allegato 1 dell'intesa 16 Marzo 2006)
Il decreto 81/08 e s.m.i ha complicato le cose all'art. 41 comma 4. che ti riporto: Le visite mediche di cui al comma 2, a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico
competente. Nei casi ed alle condizioni previste dall'ordinamento, le
visite di cui al comma 2, lettere a), b) e d) sono altresi'
finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol
dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti.
In sostanza è vero che: per le mansioni a rischio infortuni individuate dall'intesa succitata è fatto divieto di consumare alcolici sul luogo di lavoro, che controlli alcolimetrici possono essere effettuati dal vostro medico o dai medici dei servizi su segnalazione del datore di lavoro o per sospetto del medico conseguente ad anamnesi e visita medica che evidenzi problemi alcol correlati. Le spese sono a cura del DL, anche il medico ASL può effettuarli su segnalazione.
Alcune regioni suggeriscono l'applicazione, sempre riferendosi alle mansioni a rischio di un protocollo costituito da anamnesi (domande mirate)ed eventuli esami ematochimici atti a valutare la funzionalità epatica, quindi, purtroppo, la realtà del medico sceriffo benchè ci sia chi riesce a svolgerla senza opporsi, e chi la viva con disagio è una realtà imposta dalla legge.
Cordiali saluti
Socrate:“O uomini, quegli tra voi è sapientissimo il quale, come Socrate, abbia riconosciuto che in verità la sua sapienza non ha nessun valore”.
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