Cari colleghi,
attraverso una sofferta riflessione sono arrivato alla conclusione che allo stato attuale delle cose in qualità di medico competente, sono un computer da programmare....
..chi è o chi sono i Bill Gates che stabiliscono le mie azioni?
Il primo programmatore che ho individuato è il legislatore, mi ha stabilito come deve essere una cartella sanitaria e di rischio, quali sono i passi da seguire per l’accertamento delle tossicodipendenze, quanti sopralluoghi devo effettuare in un anno ecc
Il secondo programmatore individuato è colui che è specializzato in un settore della medicina del lavoro e che molto probabilmente si occupa solo dell’argomento specifico.
Mi informa che per essere “COMPETENTE” devo utilizzare quella specifica check list. (Stress lavoro correlato, movimentazione manuale dei carichi, lavoro notturno, sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, allergie ecc).
Avendo la sensazione di essere un computer programmato in medicina del lavoro, divento, (ma anche altri medici competenti) un virus da punire (vigilanza) nei casi in cui c’è un piccolo errore nel funzionamento.
Le domande mi nascono spontanee, i medici competenti sono così incompetenti che hanno bisogno di essere guidati? I medici competenti sono esseri umani che sono in GRADO DI PENSARE o sono delle macchine esecutrici? I programmatori quando stabiliscono come devono comportarsi i medici competenti si rendono conto dello stress che causano?, del numero di check list da utilizzare quanto un lavoratore è esposto a più di un rischio specifico?, di quanta carta viene consumata? di quanta burocrazia è presente nella medicina del lavoro
Altra domanda , qual è l’obiettivo di quanto affermato sopra?
Risposta : uno sprono a lavorare tutti insieme per una deprogrammazione , libertà dei medici competenti, ma soprattutto rendere le cose semplici.
Saluti
Gennaro Bilancio
la discussione è senz'altro interessante, non dimentichiamo però che la stessa lamentela viene posta da molti altri colleghi ...
pensiamo per puro esempio agli ospedalieri, a cui vengono contati e contestati i giorni impiegati er curare e dimettere i pazienti, i medici di base cui vengono controllati e chiesto il rimborso dei farmaci prescritti se fuori dalle tabelle, agli ambulatoriali le visite prenotate a raffica .... e per tutti fioccano le denunce di malasanità ....... e nessuno si sceglie la cartella!
è la professione medica intera che si vorrebbe rapportare ad una attività da ragionieri, con stipendi da impiegati, ma lasciando ai medici le enormi responsabilità della professione ....
Il medico competente è una figura giuridica che, dal D.Lgs 277 del 1991, oltre ad essere soggetto come tutti gli altri colleghi medici a sanzione per imperizia, negligenza e imprudenza nei procedimenti penali per arrecato danno colposo, è anche soggetto a contravvenzioni “preventive” su fatti e azioni previsti a suo carico indipendentemente se tale omissione sia causa di lesioni a terzi (lavoratori).
Quindi, il medico competente NON è uguale al medico ospedaliero o di medicina generale, ma egli è sanzionato, vigilato e prescritto molto di più di qualsiasi altro medico specialista.
Quello che ne consegue è la riduzione della sua “autonomia” professionale: il concetto che il medico operi secondo “scienza e coscienza” è per il medico competente trasformato in “scienza, coscienza delle sanzioni burocratiche”, il che lo condiziona ampiamente nella sua funzione di operatore di medicina preventiva.
Con il d.lgs 81 la condizione di esposizione a sanzione, si è anche aggravata, in quanto sono sanzionate anche condotte formali che non hanno nulla a che vedere con la tutela della salute del lavoratore, per esempio la consegna della fotocopia della cartella sanitaria a termine del lavoro, che nella previgente 626 era prevista solamente a domanda del lavoratore, anche considerando l’art. 40, 2° co., c.p., “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”: che cosa si cagiona e che cosa si è obbligati d’impedire è veramente una oscura e dotta disquisizione.
Ma con il d.lgs 81 vigente si prevede anche la sanzione a carico del medico competente, precedentemente non prevista dal 626, di mancata collaborazione alla valutazione del rischio, lasciando il medico competente nelle condizioni ambigue di non aver avuto dalla legge l’autonomia professionale di prevedere, fra l’altro, la sorveglianza sanitaria quando e come lo ritenga necessario, a seguito della valutazione del rischio.
Pertanto, a mio giudizio, molti problemi che il medico competente deve affrontare e la sua incapacità spesso ad essere un attore determinante della prevenzione dei rischi per salute nel lavoro, scaturiscono proprio dalla volontà del legislatore di aver previsto per il medico competente una sorta di “autonomia vigilata e sanzionata” che ovviamente è il contrario della vera “autonomia in scienza e coscienza”.
Anche il visitificio, l’attività degenerata di sorveglianza sanitaria per “avere le carte a posto” e fare molti soldi, può essere fatto risalire in gran parte, ma comunque è senz'altro favorito, da questo stato legislativo, che non è esortativo a far bene la prevenzione, ma è punitivo di azioni formali.
Con buona pace per la tutela della salute del lavoratore.
Carmine Sbordone
I programmatori quando stabiliscono come devono comportarsi i medici competenti si rendono conto dello stress che causano?
Gennaro caro, ti auguro che l'ingenuità delle tue domande rappresenti solo un talento, cioè quello di saper nascondere abilmente la lama affilata della provocazione.
Un buon programmatore è colui che gestisce e progetta il software in relazione al bisogno dell'utilizzatore finale o ai desiderata del committente intermedio.
Chiunque sia dotato di un minimo di buon senso e svolga la professione di medico competente con onestà, sa benissimo e verifica quotidianamente sul campo, che molte norme e cavilli del testo unico a tutto mirano fuorchè a garantire salvaguardia della salute e promozione della sicurezza per gli ipotetici destinatari della tutela cui tali norme dovrebbero condurre.
Qualsiasi cittadino (non dico medico e tantomeno medico competente) si domanderebbe e vorrebbe capire il nesso tra la propria perseguibilità penale e il proprio ruolo socioeconomico all'interno della collettività.
Nessun medico, meglio nessun professionista in alcun ambito del panorama sociale pubblico o privato è oggetto di tanti vincoli ed obblighi, ma soprattutto deve rispondere anche in via indiretta di comportamenti sui quali ha scarsissima possibilità di influire con potere ed efficacia.
Alcuni doveri, che ogni mc interpreta come diritti finalmente riconosciuti se è sufficientemente ingenuo e dabbene (come il contributo alla valutazione del rischio), sono stigmatizzati sulla stele dell'81 e lì rimangono salvo l'avvio di battaglie cruente in cui il sangue versato è purtroppo sempre di tipo "competente".
Ma inutile il lacrimatoio che a poco serve se non ad inumidire la congiuntiva e ad annebbiare la vista già, secondo me, sufficientemente miope.
Se giudichiamo le cose per quello che sono, viene naturale avviare una elementare serie di considerazioni:
1) E'pressochè impossibile ottemperare senza tema di errore, omissione, imprecisione, inadeguatezza, incompletezza e quant'altro riesci a immaginare, alla norma in modo compiuto.
2) Ognuno di noi dipende per la propria incolumità dalla clemenza degli ODV o, peggio, dalla loro attuale scarsa possibilità di controllo diffuso del territorio
3) mente spudoratamente chi sostiene di "ottemperare" in tutto e per tutto
4)Gli aspetti formali della professione che non coincidono con un sano principio di tutela sostanziale (e non entriamo nel merito per carità). occupano di fatto almeno il 60% della attività del mc.
Che nessuno si permetta di dire che non è vero perchè oltre a prendersi dell'ipocrita si dovrà confrontare con il parere esplicitamente espresso dai lavoratori che non rararmente si dimostrano infastiditi dal peso burocratico delle azioni cui sono costretti a partecipare.
5) la struttura dell'81 e quella della peggior burocrazia sabauda (perchè quella borbonica vituperata ed addotta ad esempio nefasto era di gran lunga più intelligente di quella adottata dal Regno dopo l'unità)
6) se debbo giudicare gli intenti dai risultati, debbo concludere che intento esplicito fosse :
a) rendere l'attività libero professionale del mc un percorso irto di rischi ed ostacoli, poco ambibile
b) favorire il mercenariato professionale con appoggio su strutture terze, favorire dunque i caporalati industriali e i loro gestori
c)rabbonire i lavoratori comunicando loro un'intensificazione di tutela (mero populismo)con buona pace delle loro rappresentanze sindacali.
Pensiamo solo all'RLS di comparto (chi l'ha mai visto in azienda?)la cui istituzione prevede il versamento dell'obolo di x € a dipendente da parte del DDL.
d)impaurire i DDL con una pioggia di sanzioni facendo loro concludere che è meglio non fare nulla per il miglioramento dell'azienda e versare tutto nelle mani della società di servizi che "pensa e provvede a tutto" in modo del tutto autonomo. Per i DDL insomma, basta pagare la persona giusta e che il mc non rompa i pendenti e si limiti a fare le sue visitine, facendoci spendere meno possibile perchè già costa caro tutto il resto.
Potrei fare anche un'analisi più ricca e intelligente, forse, ma questo che appare con evidenza, non basta forse a dare una prima significativa risposta, oltre a quanto garbatamente riportato prima del mio intervento da Carmine?
Buon proseguimento
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
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Eh sì, per il medico competente ci vorrebbe una bella deprogrammazione, che nella mia lingua si dice "delegiferazione"!
Altra ciliegina avvelenata del d.lgs 81, che ulteriormente riduce l'"autonomia in scienza e coscienza" del medico competente è anche quella dell'aggiornamento continuo (con il perentorio 70%).
Quindi, la diminuzione dell'autonomia professionale del medico competente è prevista dalla normativa vigente per:
1. sanzioni "preventive" sul suo operato.
2. vigilanza sul suo operato da parte di organi di controllo, tra cui si sono aggiunti, se ho ben compreso, anche i Carabinieri.
3. contraddizioni normative sui veri poteri d'intervento valutativo e gestionale del rischio da lavoro.
4. limiti alla libertà di formazione, vincolata a prerequisiti (almeno il 70% in tema di medicina del lavoro) imposti solamente al medico competente, ma non previsti per nessun altro medico specialista, anche nel rispetto dell'obbligo di ECM.
Allora, si sente la necessità di deprogrammare vigorosamente l'attività del medico competente attraverso:
1. abolizione delle sanzioni a suo carico:
2. vera autonomia di decisione nella collaborazione alla valutazione del rischio e della programmazione della sorveglianza sanitaria;
3. collaborazione con gli organi terzi di controllo nel rispetto dell'autonomia professionale del medico competente in "scienza e coscienza";
4. autonomia della formazione continua in medicina.
c.sbordone il 23/03/2010 12:31 ha scritto:
Eh sì, per il medico competente ci vorrebbe una bella deprogrammazione, che nella mia lingua si dice "delegiferazione"!
Altra ciliegina avvelenata del d.lgs 81, che ulteriormente riduce l'"autonomia in scienza e coscienza" del medico competente è anche quella dell'aggiornamento continuo (con il perentorio 70%).
Quindi, la diminuzione dell'autonomia professionale del medico competente è prevista dalla normativa vigente per:
1. sanzioni "preventive" sul suo operato.
2. vigilanza sul suo operato da parte di organi di controllo, tra cui si sono aggiunti, se ho ben compreso, anche i Carabinieri.
3. contraddizioni normative sui veri poteri d'intervento valutativo e gestionale del rischio da lavoro.
4. limiti alla libertà di formazione, vincolata a prerequisiti (almeno il 70% in tema di medicina del lavoro) imposti solamente al medico competente, ma non previsti per nessun altro medico specialista, anche nel rispetto dell'obbligo di ECM.
Allora, si sente la necessità di deprogrammare vigorosamente l'attività del medico competente attraverso:
1. abolizione delle sanzioni a suo carico:
2. vera autonomia di decisione nella collaborazione alla valutazione del rischio e della programmazione della sorveglianza sanitaria;
3. collaborazione con gli organi terzi di controllo nel rispetto dell'autonomia professionale del medico competente in "scienza e coscienza";
4. autonomia della formazione continua in medicina.
Sono d'accordo pienamente!!!!!
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