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analisi ematochimiche per lavoratori che fanno disinfestazione e derattizzazzione

Questo argomento ha avuto 4 risposte ed è stato letto 5049 volte.

dusky

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  • analisi ematochimiche per lavoratori che fanno disinfestazione e derattizzazzione
  • (16/04/2010 19:08)

Faccio ricorso alla vostra esperienza
Vorrei sapere che tipo di analisi ematochimiche devono fare i lavoratori che fanno disinfezione e derattizzazione
I prodotti utilizzati contengono:
Nafta (petrolio) aromatica leggera
Trimetilbenzene
Alchil benzil ammonio cloruro
Permetrina e deltametrina, alfacipermetrina
2 butossietanolo
estratto di piretro
piperomil butossido
Tensioattivi anionici e non
Difenacoum
bromadiolone

Vorrei sapere anche se qualcuni mi può consigliare qualche testo o sito dove è possibile valutare i vari metaboliti dei prodotti chimici utilizzati.

EtaBeta

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  • Re: analisi ematochimiche per lavoratori che fanno disinfestazione e derattizzazzione
  • (16/04/2010 19:24)

Seguo un paio di ditte del settore e ti dir¨° che non ¨¨ affatto semplice da gestire. Personalmente ho prescritto i seguenti esami: emocromo con formula, AST, ALT, gamma GT, creatinina, azotemia, tempo di protrombina
acetilcolinesterasi eritrocitaria (fine turno lavorativo)
U-¦Â2 microglobulina,ESAME URINE. L'acetilcolinesterasi ovviamente era in funzione degli organofosforici che allora venivano usati. Per esperienza ti sconsiglio di fare la U-¦Â2 microglobulina ma solo l'esame urine. U_n aumento isolato della microglobulina ¨¨ infatti di difficile interpretazione anche per i nefrologi. Il tempo di protrombina, invece, lo farei sporadicamente perch¨¨ l'intossicazione da cumarinici si ha solo per alte dosi ed in genere per via alimntare (tentamen). Non mi risulta che ci vogliano esami ematochimici per esposizione a piretroidi che hanno effetti prevalentemente respiratori e sensibilizzanti. Trovo, difficolt¨¤ invece a definire gli esami da farsi in funzione del rischio biologico considerata la possibile esposizione a urine di topo, guano di uccelli....Avrei piacere di continuare questo confronto su questo tema...

EtaBeta

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  • Re: analisi ematochimiche per lavoratori che fanno disinfestazione e derattizzazzione
  • (16/04/2010 19:28)

Seguo un paio di ditte del settore e ti diro' che non e' affatto semplice da gestire. Personalmente ho prescritto i seguenti esami: emocromo con formula, AST, ALT, gamma GT, creatinina, azotemia, tempo di protrombina, acetilcolinesterasi eritrocitaria (fine turno lavorativo, betadue microglobulina,ESAME URINE. L'acetilcolinesterasi ovviamente era in funzione degli organofosforici che allora venivano usati. Per esperienza ti sconsiglio di fare la betadue microglobulina ma solo l'esame urine. Un aumento isolato della microglobulina e' infatti di difficile interpretazione anche per i nefrologi. Il tempo di protrombina, invece, lo farei sporadicamente perche' l'intossicazione da cumarinici si ha solo per alte dosi ed in genere per via alimntare (tentamen). Non mi risulta che ci vogliano esami ematochimici per esposizione a piretroidi che hanno effetti prevalentemente respiratori e sensibilizzanti. Trovo, difficolta' invece a definire gli esami da farsi in funzione del rischio biologico considerata la possibile esposizione a urine di topo, guano di uccelli....Avrei piacere di continuare il confronto su questo tema...

furnom

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  • Re: analisi ematochimiche per lavoratori che fanno disinfestazione e derattizzazzione
  • (19/04/2010 00:13)

EtaBeta il 16/04/2010 07:28 ha scritto:
...acetilcolinesterasi eritrocitaria (fine turno lavorativo,

Un'osservazione e una richiesta di parere.

Le linee guida SIMLII uscite qualche anno fa sugli antiparassitari indicavano, in caso di esposizione ad esteri organofosforici, il dosaggio dell'acetilcolinesterasi durante il periodo dei trattamenti con antiparassitari contenenti esteriorganofosforici (Ach POST esposizione) e durante un periodo nel quale non fossero utilizzate tali sostanze (Ach baseline): se in un lavoratore il confronto tra questi due valori mi evidenzia una riduzione/inibizione dell'Ach POST esposizione di almeno il 30% rispetto alla Ach baseline si è di fronte ad un'eccessivo assorbimento di esteri organofosforici. Non esistono valori di riferimento per l'acetolcolinesterasi eritrocitaria (come per gli altri comuni esami di laboratorio) in quanto questo enzima presenta una variabilità interindividuale molto elevata; anzi: la viariabilità è significativa anche intraindividualmente tant'è che le linee guida indicano l'esecuzione di tre prelievi in tre giorni diversi di non esposizione per valutare più correttamente le Ach baseline e altri tre per la dell'Ach POST esposizione (procedura nella pratica inapplicabile).
Nell'azienda agricola che seguo, comunque, è da 6 anni che faccio il prelievo di sangue durante i trattamenti (in luglio) e lo rifaccio in novembre.
Vi è poi una famiglia di antiparassitari (perdonatemi ma non mi ricordo quale) che risulta essere tireotossica, pertanto ho dosato anche il TSH.

Il vostro parere invece mi interessava sul come comportarsi quando l'uso di diserbanti è veramente saltuario, del tipo la mezza giornata alla settimana o una sola settimana (di fila) in tutto il periodo estivo. A mio avviso il lavoratore non fa a tempo ad ammalarsi (a meno che non vada incontro ad intossicazione acuta sicuramente sintomatica), pertanto, se formato ed informato sulle corrette procedure di utilizzo di tali sostanze e sull’uso corretto dei DPI ritengo che gli esami ematourinari non siano necessari: cosa ne pensate?

EtaBeta

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  • Re: analisi ematochimiche per lavoratori che fanno disinfestazione e derattizzazzione
  • (19/04/2010 19:31)

Penso anche io che gli esami ematochimici servano a poco, tanto più se vengono utilizzati piretroidi e cumarinici. Forse una giustificazione per fare gli esami, soprattutto se vengono impiegati occasionalmente organofosforici, potrebbe essere la seguente:
1- l’esposizione a concentrazioni dei fattori di rischio professionali al di sotto dei livelli che definiscono il rischio come irrilevante per la salute non è da considerare automaticamente sicura. Infatti non si conoscono con certezza tutti gli effetti sull’uomo dell’esposizione a basse o bassissime concentrazioni di agenti lesivi singoli o multipli (esempio: effetti cronici sul sistema nervoso centrale da pesticidi organo fosforici).
2- Non si possono escludere inoltre possibili interazioni tra basse dosi degli agenti chimici impiegati (cumarinici, organo fosforici, piretroidi).
3- Esiste il problema dei soggetti ipersuscettibili che potrebbero avere manifestazioni cliniche anche di fronte ad un rischio statisticamente irrilevante
4- In considerazione delle molteplici attività svolte e della conseguente difficoltà nella valutazione del rischio chimico, la sorveglianza sanitaria fornisce un importante elemento valutativo del rischio derivante dall’esito epidemiologico della sorveglianza stessa.

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