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Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….

Questo argomento ha avuto 7 risposte ed è stato letto 3374 volte.

Gennaro

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  • Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (21/04/2010 17:56)

Salve:)
Ho qualche dubbio sulla protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….

…..Articolo 206
Comma 1:” Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a BREVE TERMINE conosciuti nel corpo umano”.
Sono effetti di tipo deterministico di cui è stata definita una soglia di insorgenza ( aritmie, ustioni, contrazioni muscolari magnetofosfeni ecc)

Comma 2 è stabilito che:" il presente capo non riguarda la protezione da eventuali effetti a lungo termine"

Articolo 211: "La sorveglianza sanitaria viene effettuata periodicamente, di norma una volta l’anno o con periodicità inferiore decisa dal medico competente con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio……."

Quindi mi chiedo, visto che non devono essere valutati effetti a lungo termine,
che tipo di sorveglianza sanitaria effettuerà il medico competente?

Mie deduzioni
1 Individuare lavoratori particolarmente sensibili( protesi, impianti di pacemaker ecc) e/o sofferenti di patologie del cuore, cervello occhi e muscoli predisponesti gli effetti acuti delle radiazioni elettromagnetiche?
2 Verificare oltre quanto sopra anche la comparsa di effetti acuti. Lo scopo dovrebbe essere quello di informare il datore di lavoro sulla necessità di adottare misure preventive e protettive più adeguate per ridurre l'esposizione?
3 valutare contemporaneamente i due punti precedenti?
4 Una volta individuati lavoratori ipersuscettibili e successivamente allontanati dal rischio…a cosa mi servirà la SS?

5 anche se la normativa non lo stabilisce predisporre una SS di tipo epidemiologico al fine di verificare nel tempo l’eventuale comparsa di effetti a lungo tempo?...ma, poi come gestire il risultato?

COMUNQUE tenendo conto anche quanto stabilito per la tossicodipendenza, mi sembra che l’attività del medico competente si stia indirizzando verso la valutazione dell’idoneità verso rischi che possono causare eventi acuti….
Cosa ne pensate?
saluti

Gennaro Bilancio

gianfranco-murgia

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (25/04/2010 23:25)

Gennaro il 21/04/2010 05:56 ha scritto:
Salve:)
Ho qualche dubbio sulla protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….

…..Articolo 206
Comma 1:” Le disposizioni riguardano la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a BREVE TERMINE conosciuti nel corpo umano”.
Sono effetti di tipo deterministico di cui è stata definita una soglia di insorgenza ( aritmie, ustioni, contrazioni muscolari magnetofosfeni ecc)

Comma 2 è stabilito che:" il presente capo non riguarda la protezione da eventuali effetti a lungo termine"

Articolo 211: "La sorveglianza sanitaria viene effettuata periodicamente, di norma una volta l’anno o con periodicità inferiore decisa dal medico competente con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio……."

Quindi mi chiedo, visto che non devono essere valutati effetti a lungo termine,
che tipo di sorveglianza sanitaria effettuerà il medico competente?

Mie deduzioni
1 Individuare lavoratori particolarmente sensibili( protesi, impianti di pacemaker ecc) e/o sofferenti di patologie del cuore, cervello occhi e muscoli predisponesti gli effetti acuti delle radiazioni elettromagnetiche?
2 Verificare oltre quanto sopra anche la comparsa di effetti acuti. Lo scopo dovrebbe essere quello di informare il datore di lavoro sulla necessità di adottare misure preventive e protettive più adeguate per ridurre l'esposizione?
3 valutare contemporaneamente i due punti precedenti?
4 Una volta individuati lavoratori ipersuscettibili e successivamente allontanati dal rischio…a cosa mi servirà la SS?

5 anche se la normativa non lo stabilisce predisporre una SS di tipo epidemiologico al fine di verificare nel tempo l’eventuale comparsa di effetti a lungo tempo?...ma, poi come gestire il risultato?

COMUNQUE tenendo conto anche quanto stabilito per la tossicodipendenza, mi sembra che l’attività del medico competente si stia indirizzando verso la valutazione dell’idoneità verso rischi che possono causare eventi acuti….
Cosa ne pensate?
saluti

I valori d'azione ed i valori limite di esposizione a campi elettromagnetici sono funzionali alla protezione del rischi le gati agli effettia breve termine. Quiesto non significa che non debbano essere adottate misure di prevenzione e protezione dagli effetti a lungo termine. L'argomento è complesso ma puoi trovare un ottima guida GAUSS nella documentazione del sito dell'ISPESL
Saluti

Gennaro

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (26/04/2010 05:47)

gianfranco-murgia il 25/04/2010 11:25 ha scritto:

I valori d'azione ed i valori limite di esposizione a campi elettromagnetici sono funzionali alla protezione del rischi le gati agli effettia breve termine. Quiesto non significa che non debbano essere adottate misure di prevenzione e protezione dagli effetti a lungo termine. L'argomento è complesso ma puoi trovare un ottima guida GAUSS nella documentazione del sito dell'ISPESL
Saluti

Gennaro Bilancio

Gennaro

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (26/04/2010 05:54)

Gennaro il 26/04/2010 05:47 ha scritto:

Salute...
quali sono gli effetti a lungo termine " riconosciuti" dei campi elettromagnetici??....
Saluti:)

Gennaro Bilancio

gianfranco-murgia

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (26/04/2010 06:55)

Gennaro il 26/04/2010 05:54 ha scritto:

Salute...
quali sono gli effetti a lungo termine " riconosciuti" dei campi elettromagnetici??....
Saluti:)

Grazie ai dati ricavati dagli studi epidemiologici è stato possibile distinguere nell'ambito dello spettro elettromagnetico due campi di frequenza importanti dal punto di vista delle applicazioni: i campi a frequenze estremamente basse (ELF), in particolare la frequenza a 50 Hz (utilizzata per la rete elettrica), e l'insieme delle radiofrequenze e microonde, comprese tra i 100 kHz-300 GHz (applicati nelle telecomunicazioni, nell'industria e in medicina). Di potenziale interesse sono i campi statici e i campi a frequenze inferiori a 10 Hz.
Per quanto riguarda gli effetti dell'esposizione a lungo termine a campi magnetici a 50 Hz, alcuni studi epidemiologici sembrano suggerire una associazione tra l'esposizione residenziale agli stessi e l'insorgenza della leucemia infantile. Il nesso di casualità non e' stato tuttavia ancora dimostrato a causa di diversi motivi
Per quanto riguarda lo studio dell'associazione fra esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza e microonde (100 kHz-300 GHz) e l'insorgenza di effetti a lungo termine, l'interpretazione della ricerca epidemiologica e sperimentale presenta diversi problemi.
Alla luce di questi fatti non e' stato perciò ancora possibile trarre delle conclusioni definitive riguardo alla presenza, o all'assenza, di una connessione tra l'esposizione a radiofrequenze e microonde e l'insorgenza di effetti sanitari a lungo termine. Di conseguenza non sono disponibili dati per la valutazione di un fattore di impatto in termini di sanità pubblica.

Le indicazioni operative attualmente disponibili per le frequenze comprese nell'intervallo di radiofrequenze 100kHz-300 GHz sono state perciò formulate seguendo lo stesso sistema di valutazione usato per le frequenze a 50Hz, secondo il seguente schema:
 Si possono delineare strategie di abbattimento dei livelli di esposizione presenti negli ambienti di vita e di lavoro senza pesare troppo sulla collettività dal punto di vista dei costi, anche tramite la ricerca e l'applicazione di nuove tecnologie: per esempio, nel caso degli impianti di emittenza radiotelevisiva è possibile valutare se la potenza emessa possa essere ridotta mediante un'opportuna attribuzione delle frequenze di utilizzo; tali impianti devono essere inoltre progettati in modo che non irradino direttamente l'interno delle abitazioni.
 Si può attuare una riduzione della esposizione per particolari categorie a rischio, per esempio per gli edifici destinati all'infanzia o alle strutture sanitarie.
 Si deve giungere alla pianificazione di un complesso di studi al fine di costruire uno schema di dati aggiornati relativi alla situazione italiana, con particolare attenzione nei riguardi degli studi sulla mortalità geografica di popolazioni residenti presso impianti di emittenza radiotelevisiva e su particolari classi lavorative maggiormente esposte.
 Si debbono creare per la popolazione fonti di informazione corretta circa i rischi connessi all'esposizione a campi elettromagnetici (a bassa, media e radiofrequenza), allo scopo sia di evitare esposizioni inconsapevoli che di sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di un possibile fattore di rischio per la salute, evitando nello stesso tempo allarmismi.
saluti
gianfranco murgia

Gennaro

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (26/04/2010 16:38)

Grazie per la risposta...
resta il fatto che allo stato attuale non è dimostrabile la correlazione tra i campi elettromagnetici e il cancro.
Quindi ritornando a quanto già scritto nel primo post, mi chiedo, dovranno essere i medici competenti a fornire i dati per dimostrare la correlazione?...(sorveglianza sanitaria epidemiologica?)
...non comprendo il significato della visita medica periodica in lavoratori non considerati sensibili, nei dipendenti "sani" andiamo a verificare un danno acuto?..
Saluti:)

Gennaro Bilancio

gianfranco-murgia

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (26/04/2010 22:05)

Gennaro il 26/04/2010 04:38 ha scritto:
Grazie per la risposta...
resta il fatto che allo stato attuale non è dimostrabile la correlazione tra i campi elettromagnetici e il cancro.
Quindi ritornando a quanto già scritto nel primo post, mi chiedo, dovranno essere i medici competenti a fornire i dati per dimostrare la correlazione?...(sorveglianza sanitaria epidemiologica?)
...non comprendo il significato della visita medica periodica in lavoratori non considerati sensibili, nei dipendenti "sani" andiamo a verificare un danno acuto?..
Saluti:)

Ciao Gennaro, intervengo ancora per mettere in guardia dal considerare, soprattutto in questo ambito, le correlazioni causali certe che in medicina spesso difettano. Occorre comunque considerare che secondo quanto deriva dalle indicazioni dell’ISPESL si osserva che in ambito sia scientifico sia istituzionale, si va facendo strada l'idea che per operare in senso preventivo nel settore non sia sufficiente perseguire il rispetto dei limiti per l'insorgenza di effetti acuti, ma si debba tendere a obiettivi di qualità, ossia portare, in funzione dell'innovazione tecnologica e di una differente gestione delle fonti di emissione, ad una progressiva riduzione dell'esposizione a campi elettromagnetici nell'ambiente di vita e di lavoro (principio di ottimizzazione) che sia in grado di proteggere dagli effetti a lungo termine di oncogenesi. Nel nostro Paese un tale orientamento è stato recentemente espresso dall'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) e dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS) in un documento congiunto.
Il perseguimento di obiettivi di qualità non è pertanto basato sul riconoscimento di un rischio certo per la salute.
Come già detto si introduce così la definizione di principio cautelativo per cui, senza negare l'esistenza di margini di incertezza, si adottano dei valori soglia standard specificando che si sta mantenendo un atteggiamento di tipo cautelativo. Questo sistema e' volto ad evitare la mancanza di interventi a carattere preventivo in assenza di dati certi
A mio parere il primo passo in ordine alla protezione della salute in ambito lavorativo è
l’identificazione delle sorgenti di pericolo, per poi stabilire se si tratta di esposizioni a campi a bassa frequenze o a radiofrequenze e se si è in presenza di un Rischio generico o Rischio specifico; si prosegue individuando e identificando i lavoratori esposti al rischio e quelli suscettibili o particolarmente sensibili stimando l’esposizione per confrontarla con i valori d’azione e ai valori limite di esposizione per valutare il da farsi dal punto di vista della protezione dagli effetti a breve termine; il protocollo sanitario da adottare e i controlli sanitari preventivi e periodici dovrebbero essere orientati anche al controllo degli effetti a lungo termine attraverso misure si sorveglianza epidemiologica dei lavoratori esposti.

Gianfranco murgia

Gennaro

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  • Re: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici….
  • (27/04/2010 06:14)

gianfranco-murgia il 26/04/2010 10:05 ha scritto:
il protocollo sanitario da adottare e i controlli sanitari preventivi e periodici dovrebbero essere orientati anche al controllo degli effetti a lungo termine attraverso misure si sorveglianza epidemiologica dei lavoratori esposti.

Gianfranco murgia

Caro Gianfranco, ringraziandoti ancora per la risposta, ho evinto che
siamo arrivati alla stessa conclusione,......
Buona Giornata a tutti

Gennaro Bilancio

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