Ciao a tutti, ho un paio di dubbi che vorrei sottoporvi riguardo agli ex-esposti ad amianto:
1. E' sufficiente fare una visita medica con spirometria ed Rx-torace ogni 3 anni fino alla fine dei suoi giorni?
2. Alla fine del suo rapporto di lavoro chi porterà avanti la sorveglianza sanitaria? Il MMG, l'ASL?
Grazie
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
LA VIGNETTA DI PUNTO SICURO
http://www.puntosicuro.it/it/ps/v...etta-di-puntosicuro-art-10282.php
Argeo Maviglia
Cari colleghi non ho esperienza per quanto riguarda la DLCO. Chi mi aiuta?
Un ex lavoratore esposto ad amianto, presenta:
Esame spirometrico "Normale", accettabile ma non riproducibile ,
Assenza di sintomatologia,
E.O. (fedele a quanto scritto dall'esaminatore)" rumore aspro diffuso alle basi polmonari" ,
TC ispessimento monolaterale dx (in questo momento non ricordo bene quale lobo),
DLCO 76% (secondo classificazione ATS= ai limiti della normalità).
Come spiegare la DLCO 76%, è possibile che la DLCO è stata effettuata in modo non corretto? sia non attendibile?, non accettabile?
Grazie per la risposta
Gennaro Bilancio
Non fumatore. Nesauna patogia cronica
Gennaro Bilancio
Se la TC non manifesta segni di fibrosi, la diagnosi è un po' ardua ... e in genere le "placche" pleuriche sono bilaterali in caso di pregressa esposizione ad amianto.
Non sembrerebbe un quadro patologico, ma entro i limiti della norma, a meno che tu non possa dare altre informazioni sulla storia lavorativa, età del lavoratore, presenza o meno di corpuscoli dell'asbesto etc. etc.
Salve
Il lavoratore è un ex esposto ad amianto, non "visitato" da me .
Mi sono occupato del ex lavoratore in quanto è stato effettuato un referto di malattia professionale.
Se il lavoratore ha dichiarato la verità, non soffrendo di cardiopatie, malattie polmonari croniche, epatopatie ed alte patologie croniche, ho pensato che il valore riscontato alla DLCO o è dovuto o all'esecuzione di una DLCO che non risponde ai requisiti di qualità dell'ATS, o c'è qualcosa che mi sfugge. Inoltre le domande che mi sono nate "spontanee" sono state: è giusto effettuare una denuncia/referto di malattia professionale quando non ci sono segni di compromissione funzionale di un organo?, Uno degli scopi dell'indagine di malattia professionale è la ricerca dl "colpevole", in questi casi colpevole di che?.
Prima di effettuare gli adempimenti medico-legali per una sospetta malattia professionale, bisogna avere una diagnosi precisa ?. Non è più utile effettuare una RX con metodo IL BIT e lettura da parte di un B redear, che una TAC?. Da alcune pubblicazioni si evince che la TAC non essendo standardizzata può dar adito a maggiori errori, o falsi negativi e/o falsi positivi. Inoltre la TAC del torace espone il lavoratore a una dose efficace che varia tra i 5,5 -6 mSv. . Ora se la TAC sarà ripetuta il lavoratore non rischia di più con l'assorbimento di R.I. che con la pregressa esposizione all'amianto? . Non c'è un potenziamento dell'effetto tra R.I. e Amianto?, e in altre situazioni simili in cui si aggiunge anche il fumo di sigarette o il lavoratore vive in un ambiente ricco di Radon non aumenta il rischio di CA Polmonare per l'esposizione anche a R.I. di una TAC, forse non utile in questi casi? La TAC non dovrebbe essere effettuata in seconda battuta, per approfondire il "Caso?". Come notate ho tanti dubbi, forse ciò che ho scritto è sbagliato, e se ho sbagliato non vorrei rifarlo in futuro.
Saluti
Gennaro Bilancio
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