Ho svolto un lavoro temporaneo di un mese la cui mission era quella di prelevare, da tubi e caldaie di circa 300 centrali termiche, campioni di materiali (coibentazioni, flange e trecce isolanti) potenzialmente contenenti amianto, campioni messi poi in bustine da inviare poi all'analisi di laboratorio.
Già dopo alcune ore di lavoro, nonostante l'utilizzo della maschera filtro FP3 e la bagnatura a spruzzo con acqua delle superfici prima dell'asportazione, ho cominciato ad avvertire, tutte le sere, irritazione alla gola ed un leggero fastidio come di bocca impastata. A lavoro ultimato questa sgradevole sensazione è andata via quasi del tutto.
A lavori in corso, ho chiesto all'azienda se fosse sufficiente usare sempre la stessa mascherina. Mi è stato risposto (ovviamente) di sì in quanto è vero che c'è un limite orario all'uso della stessa, ma il fatto d'indossarla solo per i 10 minuti alla volta necessari all'asportazione del materiale all'interno della singola centrale termica, permette il riutilizzo per più giorni della stessa.
A questo punto mi chiedo:
1 - Devo dare per scontato oramai di avere inalato qualche fibra e che quindi nel giro di 15-20 anni al massimo tolgo il disturbo dal pianeta terra?
2 - Il contratto non fa nessun accenno (guarda un po'!) alla natura dei sopralluoghi. Forse perché l'azienda con cui ho stipulato il contratto avrebbe nel caso dovuto riconoscermi qualche particolare indennità oppure, meglio, avrebbe dovuto fornirmi presidi sanitari più adeguati che non una semplice mascherina FP3?
Grazie mille a chi vorrà dedicarmi qualche minuto
Saluti
Daniele
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