Salve a tutti, questo è il mio primo post.
Una signora dopo 4 anni di tentativi e tramite una clinica privata specializzata in fertilità è riuscita ad avere una gravidanza.
La signora l'ha comunicato a voce all'azienda appena saputo lo stato di gravidanza e ha adempiuto a parte dei suoi obblighi.
L'azienda non ha effettuato al momento alcuna tutela nei suoi confronti facendola lavorare 8 ore in piedi e in un ambiente ricco di solventi (dei quali a breve farò fare esami delle urine per rilevarne la presenza presso un laboratorio di medicina del lavoro).
La lavoratrice si è lamentata con l'azienda del trattamento e l'azienda ha chiesto il certificato di stato di gravidanza.
In ULSS abbiamo avuto un colloquio con un ginecologo per avere il certificato stato di gravidanza, ma essendo all'inizio ci ha richiesto una ecografia che lo attesti poichè i semplici esami del sangue non gli bastavano.
Siamo tornati in clinica fertilità dove è avvenuta la prima ecografia dopo 5 settimane circa dal concepimento, richiesto anche qui il certificato stato di gravidanza che non ci è stato dato poichè troppo presto per vedere battito cardiaco.
Ci è stata rilasciata una carta con dati come la prima mestruazione ed altri di tipo personale che a mio avviso l'azienda non dovrebbe interessare.
Ora la signora è in attesa della seconda ecografia secondo qui si spera si possa vedere battito.
Ma è possibile che senza battito non rilasci nessuno il certificato?
Valutando che i primi mesi sono molto delicati cosa potrebbe fare per creare materiale cartaceo da dare all'azienda?
Grazie
Dunque, gentile kencho,
premesso che non entro nel merito dei comportamenti del collega ginecologo (cui forse gioverebbe pero' riqualificarsi professionalmente in merito alla certificazione, ricordando che
a)Il certificato è una attestazione scritta di fatti, aventi rilevanza giuridica, riscontrati dal medico nell'esercizio della sua attività, destinato a provarne la verità.
b)Requisiti del certificato, che può essere considerato come una testimonianza scritta di carattere tecnico, sono la veridicità, la chiarezza e la completezza.
Altri requisiti formali sono: la data del rilascio, la firma, la qualifica del certificante, la intelligibilità della grafia.
c)All'articolo 22 del Nuovo codice di deontologia medica si legge: "il medico non può rifiutarsi di rilasciare direttamente al paziente certificati relativi al suo stato di salute. Il medico, nel redigere certificazioni, deve valutare attentamente soltanto i dati clinici che abbia direttamente constatato".
d)Per i medici pubblici ufficiali e per gli incaricati di pubblico servizio il rifiuto alla certificazione può configurarsi come omissione di atti d'ufficio.
Ogni medico tuttavia deve rifiutare di redigere i certificati non corrispondenti al vero.
e)Ed, infine e cosa piu’ importante, che la compilazione e il rilascio di un certificato costituiscono per il medico non solo un dovere deontologico, ma in alcuni casi anche un obbligo di legge, configurandosi in caso di diniego una omissione di atti d'ufficio.
Infatti i certificati richiesti da normative aventi per oggetto la tutela di interessi pubblici, la cui esibizione costituisce un onere per chi intende esercitare un diritto soggettivo o un interesse legittimo, sono obbligatori, e tra questi rientrano decisamente i certificati di gravidanza
Puo' dedurre facilmente che, alla luce dei punti sopraelencati, non vedo perche' non potesse certificare la positività per le betaHCG, e/o che la signora sia in cura presso centro per la fertilita'.
Per inciso, la certificazione puo’ essere rilasciata anche da MMG (previa visione degli esami -betaHCG su plasma-) o da medico/ginecologo di fiducia (leggasi « privato »); in questo caso l’azienda puo’ accettare la documentazione prodotta, o richiedere un’ulteriore certificate “pubblico”.
In ogni caso potrebbe forse essere utile, per meglio tutelare la futura madre ed il prodotto del concepimento, come RLS rileggersi la Legge 151/01, in particolare agli artt 7, 11, 12 e 17 (e qui passo a chiedermi e chiederle: cosa riporta il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale? Esiste? E, se si, e' prevista una voce specifica per la tutela delle donne gravide? Il medico competente e' stato nominato?).
Perché, se come sospetto, nella vostra realtà aziendale la normativa sulla sicurezza e’ un po’ disattesa (diciamo cosi’) é utile ricordarvi anche che esiste la possibilita’ di farsi rilasciare certificato attestante la necessità di astensione anticipata dal lavoro della gestante per condizioni di lavoro o ambientali pregiudizievoli o complicanze gravi della gestazione o di forme morbose che potrebbero aggravarsi per la gravidanza, ex art. 7 comma 4 della L 151/01. Tale certificazione di condizioni di lavorò o ambientali pregiudizievoli per la gravidanza puo’ essere redatta anche dal medico in servizio presso il Servizio di Prevenziane Igiene e Sicurezza (S.P.I.S.A.L.) dell'ulss territorialmente competente (cioè dove ha sede il luogo di lavoro), a cui eventualmente mi rivolgerei portando in ogni caso i risultati degli esami del sangue (betaHCG) e (se fosse il caso) ricordandogli, alla luce di quanto scritto sopra, che e' medico e pubblico ufficiale.
Perche'quando le condizioni di lavoro ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e/o del prodotto del concepimento, e la lavoratrice non può essere spostata ad altre mansioni, deve effettivamente essere messa in atto l'interdizione dal lavoro (art. 17 comma 2, lett. B). Ed in questo caso il medico competente (che, se non lo sapesse, in corso di visita e' tenuto al rispetto del segreto professionale, come da codice deontologico art. 10) potrebbe essere informato e coinvolto nel meccanismo di tutela da mettere in atto.
sportgooffy il 18/01/2011 12:36 ha scritto:
Dunque, gentile kencho,
premesso che non entro nel merito dei comportamenti del collega ginecologo (cui forse gioverebbe pero' riqualificarsi professionalmente in merito alla certificazione, ricordando che
a)Il certificato è una attestazione scritta di fatti, aventi rilevanza giuridica, riscontrati dal medico nell'esercizio della sua attività, destinato a provarne la verità.
b)Requisiti del certificato, che può essere considerato come una testimonianza scritta di carattere tecnico, sono la veridicità, la chiarezza e la completezza.
Altri requisiti formali sono: la data del rilascio, la firma, la qualifica del certificante, la intelligibilità della grafia.
c)All'articolo 22 del Nuovo codice di deontologia medica si legge: "il medico non può rifiutarsi di rilasciare direttamente al paziente certificati relativi al suo stato di salute. Il medico, nel redigere certificazioni, deve valutare attentamente soltanto i dati clinici che abbia direttamente constatato".
d)Per i medici pubblici ufficiali e per gli incaricati di pubblico servizio il rifiuto alla certificazione può configurarsi come omissione di atti d'ufficio.
Ogni medico tuttavia deve rifiutare di redigere i certificati non corrispondenti al vero.
e)Ed, infine e cosa piu’ importante, che la compilazione e il rilascio di un certificato costituiscono per il medico non solo un dovere deontologico, ma in alcuni casi anche un obbligo di legge, configurandosi in caso di diniego una omissione di atti d'ufficio.
Infatti i certificati richiesti da normative aventi per oggetto la tutela di interessi pubblici, la cui esibizione costituisce un onere per chi intende esercitare un diritto soggettivo o un interesse legittimo, sono obbligatori, e tra questi rientrano decisamente i certificati di gravidanza
Puo' dedurre facilmente che, alla luce dei punti sopraelencati, non vedo perche' non potesse certificare la positività per le betaHCG, e/o che la signora sia in cura presso centro per la fertilita'.
Per inciso, la certificazione puo’ essere rilasciata anche da MMG (previa visione degli esami -betaHCG su plasma-) o da medico/ginecologo di fiducia (leggasi « privato »); in questo caso l’azienda puo’ accettare la documentazione prodotta, o richiedere un’ulteriore certificate “pubblico”.
In ogni caso potrebbe forse essere utile, per meglio tutelare la futura madre ed il prodotto del concepimento, come RLS rileggersi la Legge 151/01, in particolare agli artt 7, 11, 12 e 17 (e qui passo a chiedermi e chiederle: cosa riporta il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale? Esiste? E, se si, e' prevista una voce specifica per la tutela delle donne gravide? Il medico competente e' stato nominato?).
Perché, se come sospetto, nella vostra realtà aziendale la normativa sulla sicurezza e’ un po’ disattesa (diciamo cosi’) é utile ricordarvi anche che esiste la possibilita’ di farsi rilasciare certificato attestante la necessità di astensione anticipata dal lavoro della gestante per condizioni di lavoro o ambientali pregiudizievoli o complicanze gravi della gestazione o di forme morbose che potrebbero aggravarsi per la gravidanza, ex art. 7 comma 4 della L 151/01. Tale certificazione di condizioni di lavorò o ambientali pregiudizievoli per la gravidanza puo’ essere redatta anche dal medico in servizio presso il Servizio di Prevenziane Igiene e Sicurezza (S.P.I.S.A.L.) dell'ulss territorialmente competente (cioè dove ha sede il luogo di lavoro), a cui eventualmente mi rivolgerei portando in ogni caso i risultati degli esami del sangue (betaHCG) e (se fosse il caso) ricordandogli, alla luce di quanto scritto sopra, che e' medico e pubblico ufficiale.
Perche'quando le condizioni di lavoro ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e/o del prodotto del concepimento, e la lavoratrice non può essere spostata ad altre mansioni, deve effettivamente essere messa in atto l'interdizione dal lavoro (art. 17 comma 2, lett. B). Ed in questo caso il medico competente (che, se non lo sapesse, in corso di visita e' tenuto al rispetto del segreto professionale, come da codice deontologico art. 10) potrebbe essere informato e coinvolto nel meccanismo di tutela da mettere in atto.
Rileggendo quanto postato, ed a correzione della mia risposta data d'impulso, alcune precisazioni.
L'azienda ha ragione a richiedere una certificato medico per mettere in piedi le misure di tutela. Il focus va posto sul mancato certificato, sin qui non ottenuto.
L'ultimo capoverso e' da intendersi quale il passo da intraprendere se la sig.ra (a fronte di certificazione regolarmente esibita e rischio lavorativo realmente presente -valutato o meno poco importa-) continuasse ad essere in una mansione pregiudizievole per la sua e del futuro bebé salute.
"c)All'articolo 22 del Nuovo codice di deontologia medica si legge: "il medico non può rifiutarsi di rilasciare direttamente al paziente certificati relativi al suo stato di salute. Il medico, nel redigere certificazioni, deve valutare attentamente soltanto i dati clinici che abbia direttamente constatato."
Questo è stato fatto parzialmente dal ginecologo della clinica di fertilità che le ha rilasciato una carta dal titolo: visita ginecologica (e non il certificato gravidanza).
Il documento riporta informazioni a mio avviso troppo personali, guardi:
Menarca a 10 anni, poi sempre irregolari.
Genitali esterni e vagina regolari.
Portio apparentemente indenne (allega pap-test negativo lo scordo aprile)
Corpo uterino retroverso mobile come amenorea
Con sonda endovaginale:
nel fondo della cavità uterina si riconosce camera gestazionale normoconformata e normoposizionata al cui interno sono presenti echi riferibile ad embrione e a sacco vitellino ma non si riscontra ancora pulsatilità.
Consiglio:
esami di routine + prog-BHCG-TV. completo-FC-CMV-emogruppo con RH
per il partner: routine+FC+emogruppoRH.
Femibion 1:1 cp la mattina
controlla tra 15gg.
Al medico curante, cordilmente.
"d)Per i medici pubblici ufficiali e per gli incaricati di pubblico servizio il rifiuto alla certificazione può configurarsi come omissione di atti d'ufficio."
Quindi il medico ULSS che ci ha negato la certificazione con i dati betaHCG e progesterone in mano dicendoci che sono dati che non valgono niente avrebbe dovuto redargli il documento.
"In ogni caso potrebbe forse essere utile, per meglio tutelare la futura madre ed il prodotto del concepimento, come RLS rileggersi la Legge 151/01, in particolare agli artt 7, 11, 12 e 17 (e qui passo a chiedermi e chiederle: cosa riporta il Documento di Valutazione dei Rischi aziendale? Esiste? E, se si, e' prevista una voce specifica per la tutela delle donne gravide? Il medico competente e' stato nominato?)."
Purtroppo non posso leggere il DVR di quell'azienda poichè non è la mia azienda.
La lavoratrice si è rivolta a me perchè nella piccola azienda in cui lavora l'RLS è uno dei soci.
Ho guardato gli articoli che mi ha segnalato, il medico competente è stato nominato comunque.
Ho intenzione di procedere di procedere così:
1)Al momento la lavoratrice è in malattia fino al 27 gennaio giorno in cui ha la seconda ecografia, la accompagno anche io e pretenderò dal ginecologo un certificato di gravidanza.
2)Io non conosco il loro DVR ma ho nel medesimo ambiente di lavoro un'altra signora che ha avuto già 2 aborti da quando lavora la (prima aveva avuto una figlia senza problemi).
Ho convinto la signora a sottoporsi ad alcune visite già lunedi questo per una diagnosi prenatale che a lei interessa ed eventualmente capire le cause degli aborti.
Già qua le dico che stava in piedi 8 ore al giorno alzando spesso pesi e in ambiente ricco di solventi che per conto mio hanno contribuito a peggiorare la situazione.
3)Appena la lavoratrice tornerà a lavorare e farà una settimana intera al venerdi sera mi fornirà un campione delle sue urine che al sabato mattina consegnerò per verifica di presenza di (TOLUENE XILENI N-ESANO frequenti nelle tipografie come quella che lavora) al laboratorio di medicina del lavoro.
Poi a punti ultimati vedrò di prendere una decisione.
Se gli esami risultano nulli meglio, però credo che i solventi nelle urine salteranno fuori.
Appena ci sono novità le posterò.
Nel frattempo la ringrazio perchè è stato gentilissimo!
Prego.
Le ricordo che anche la postura prolungata in ortostatismo per otto ore e' fattore da valutare (interdizione e/o limitazioni).
Confronti le linee-guida dell'Emilia Romagna (purtroppo ormai in italia i sistemi sanitari sono su base regionale, ma un tale documento resta una linea di indirizzo scientifico valido).
PS: La certificazione del ginecologo della struttura é formalmente corretta ed incontestabile, e poteva essere presentata (a mio avviso).
Si è svolta un'ulteriore ecografia e si è sentito una pulsatività irregolare a 7 settimane.
Questa volta il ginecologo ha rilasciato il certificato di gravidanza.
Tuttavia ci sono problemi dello sviluppo embrionale, le dimensioni risultano infatti piccole di solo 4,8 mm a 7 settimane.
Alla prima settimana lavorativa intera provvederà alla ricerca di solventi nelle urine come avevo già detto e come mi aveva anche sugerito il MC della azienda in cui sono RLS.
kencho il 30/01/2011 02:49 ha scritto:
Si è svolta un'ulteriore ecografia e si è sentito una pulsatività irregolare a 7 settimane.
Questa volta il ginecologo ha rilasciato il certificato di gravidanza.
Tuttavia ci sono problemi dello sviluppo embrionale, le dimensioni risultano infatti piccole di solo 4,8 mm a 7 settimane.
Alla prima settimana lavorativa intera provvederà alla ricerca di solventi nelle urine come avevo già detto e come mi aveva anche sugerito il MC della azienda in cui sono RLS.
Ma, mi faccia capire, Kencho, la sua amica con un battito fetale irregolare, un lavoro che la espone ad 8 re di postura in piedi (oltretutto in un ambiente di lavoro con un tenore di solventi che si sospetta elevato) non e' ancora a casa?
Guardi, le ripeto, una visita a richiesta col medico competente (che le ripeto e' comunque legato dal segreto professionale a non rivelare nulla di quanto riferitogli in merito a dubbi e paure, fossero pure infondate) non sarebbe una cosa sbagliata (e forse anche piu' importante che non il dosaggio urinario)... basta anche solo la postura eretta prolungata per valutare al minimo eventuali limitazioni o prescrizioni.
In subordine (ma non capisco questa vostra antipatia/sfiducia nei confronti del medico competente e della sua apacità di intervenire fattivamente e positivamente), ma lei o la signora queste perplessità al ginecologo durante la visita (lavoro gravoso ed esposizione a solventi) l'avete fatta presente? Perché l'interdizione puo' essere disposta anche per gravi complicanze della gestazione (definizione volutamente generica, questa operata dal legislatore).
Ricordo infine ad entrambi che a norma dell'art. 17 comma 2 e 3, "il servizio ispettivo del Ministero del lavoro può disporre, sulla base di accertamento medico, avvalendosi dei competenti organi del servizio sanitario nazionale..., l'interdizione dal lavoro delle lavoratrici in stato di gravidanza...quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino" e che "In ogni caso il provvedimento dovrà essere emanato entro sette giorni dalla ricezione dell'istanza della lavoratrice".
Se la signora ad una gravidanza cosi' cercata (e costosa!) tiene, e se realmente ritenete il luogo di lavoro cosi' insalubre, meglio farebbe a procedere chiedendo una verifica tramite gli strumenti sopracitati, piuttosto che esporsi per dimostrare una "esposizione" che certamente non sarebbe salubre per il prodotto del concepimento.
Distinti saluti.
Salve a tutti,
cercando le risposte su internet, ho trovato questo dialogo, che guarda caso, succede a Venezia...
Anche a me la mia ginecologa del consultorio ULSS non voleva rilasciarmi nessun certificato di gravidanza, anche se aveva i risultati di sangue con Beta HCG e la prima ecografia (a 7 settimane), con la spiegazione che io gli esami per la gravidanza gli faccio gratis , e per questo nessun certificato lei non me lo da, e che non lo sa , perché sono le cose amministrative....in più non voleva prescrivermi neanche Holter pressorio , dopo il consiglio del cardiologo, per la pressione al limite.
Visto che sono in disoccupazione,ho giramenti di testa, pressione e anche sono iper tiriodea, overo ho il morbo di Basedow, mi chiedevo se non è il caso di chiedere il certificato di gravidanza a rischio, perchè in questo stato(di disoccupazione) sono disponibile per lavorare.
Ma come ho deto prima, la gine del consultorio non mi ha rilasciato ne certificato di gravidanza, ma neanche il certificato per la sana e robusta costituzione ??!!
Dicono che la gravidanza è una esperienza meravigliosa, ma purtroppo per me finora è solo una rottura burocratica... spero che succede solo a Venezia!
A una donna di Lido (dove si usano le macchine) gli hanno rilasciato il certificato per non usare le cinture in macchina, in un altra provincia ho letto che esistono dei parcheggi rosa ( x le future mamme), ma a Venezia, non ti danno neanche il certificato di gravidanza. neanche il medico di base non ha voluto rilasciarmelo, ha detto che e la competenza del ginecologo e non la sua....
saluti da una donna alla
settimana 9+4
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