* Re: test urine thc
* (10/02/2011 15:26)
gentile redazione, faccio un consumo quotidiano regolare di cannabis in basse dosi (6-7 gr al mese).il 31 gennaio ho fumato l'ultima volta perchè sono venuto a conoscenza che il 25 febbraio ho il test delle urine. Sono di corporatura magra alto 1,81 per 72 kg (le classiche persone che possono mangiaare tanto o poco ma non ingrassano) e di metabolismo veloce. Pensa che i 25 giorni siano sufficienti per la negatività dell'esito del test?
Questo è quanto ho trovato "passeggiando" nel sito.....
Questa persona è a conoscenza dal 31 gennaio us che il 25 febbraio pv sarà sottoposto a test specifico ......
Mi piacerebbe conoscere l'azienda,il Dl ed in ns collega MC....
Roba da matti... anche io che mi reputo quanto il più lontano possibile dal MC "poliziotto" ( .e purtroppo ce ne sono!!) e che ho osteggiato ed ancora osteggio questa menata dei test antidroga cosi come sono stati legiferati e strutturati dalle famose linee guida regionali ( una vera porcheria!), sono rimasto letteralmente basito da questa lettura.
Io spero che sia una comunicazione " ad arte" e provocatoria altrimenti ........ per certi colleghi il detto "...braccia tolte all'agricoltura.." proprio si addice
( con rispetto del mondo agricolo)
..o tempora o mores !!!!!!!!!!!
Mario
Mario
troppo allucinante per essere vero...
Gipsy il 11/02/2011 07:22 ha scritto:
troppo allucinante per essere vero...
Siccome qualcuno non ritiene il 3D autentico questo è il link sul ns sito
http://www.medicocompetente.it/fo...802/test-antidroga-sul-lavoro.htm
Ragazzi è una vergogna....... altro che società....la colpa della ns "poca valenza" risiede sopratutto in colleghi che si "adattano" a queste ( ed altre cose!)
Che schifo !!!!!!!!!!!
Mario
Mario
dr.alesiani il 11/02/2011 04:31 ha scritto:
Siccome qualcuno non ritiene il 3D autentico questo è il link sul ns sito
http://www.medicocompetente.it/fo...802/test-antidroga-sul-lavoro.htm
Ragazzi è una vergogna....... altro che società....la colpa della ns "poca valenza" risiede sopratutto in colleghi che si "adattano" a queste ( ed altre cose!)
Che schifo !!!!!!!!!!!
Mario
La devianza
La devianza dalla norma è molto spesso implicita nella struttura stessa della norma o nella idiozia o nella malafede imprevidente del suo redattore.
La devianza è un comportamento che viola le aspettative istituzionalizzate ed è facilitata dalla povertà o assenza della sanzione derivante dalla violazione.
Sono le aspettative e non la norma, dunque, l’oggetto della devianza. Le aspettative sono un diretto derivato della conoscenza e della condivisione della norma e del suo contenuto da parte dei soggetti obbligati al rispetto del ruolo che il sistema sociale si attende e ha affidato loro.
Poiché la capacità di rispetto della norma è un processo che si introduce sin dalla prima età evolutiva come “addestramento alla società”, il comportamento deviante diviene un evento squisitamente individuale ed esprime il consenso e la legittimazione di un dato comportamento.
All’interno di ogni gruppo sociale esiste la possibilità di realizzazione del fenomeno della “eclissi della norma”, condizione che deve godere del tacito consenso del gruppo e permette che la norma sia disattesa, in parte o del tutto, a patto che tale devianza rimanga nascosta (eclissi della devianza) consensualmente da parte di tutti i soggetti obbligati.
Entrando nel merito del caso specifico, la norma e le linee guida di per sé sono la negazione del fattore sorpresa.
La Norma
Il provvedimento del 30 Ottobre 2007 (art. 4 comma 5 e art.5) e il successivo Provvedimento del 18 Settembre 2008, sembrano costruiti ad hoc per “garantire che gli accertamenti siano eseguiti” e che il flusso economico derivante sia certo ed obbligato e niente più.
E’ palese, fin troppo, che a nessuno importa niente della “tutela del lavoratore e dei terzi”, se dai terzi escludiamo i reali beneficiari della macchina economica attivata.
Il fattore “sorpresa” è negato nei fatti dalla logica temporale del provvedimento: “Accertamento periodico: il lavoratore è sottoposto ad accertamento periodico, di norma con frequenza annuale”.
Se nel 2008 l’accertamento è stato il 31 gennaio, nel 2009 sarà il 30 e nel 2010 di nuovo il 31 in quanto il DDL non sarà disposto ad anticiparlo, tanto meno con effetto sorpresa, ad esempio, di due o tre mesi perché capisce bene che ogni anticipazione determinerà un’ipotesi di aumento di costi ( a forza di anticipare si fa un campionamento in più) e il medico cercherà di non posticiparlo per non uscire dai termini.
Il risultato è una assoluta prevedibilità della data dell’accertamento (giorno più, giorno meno)
Il tutto è una vera sceneggiata, risibile da un lato, preoccupante dall’altro, almeno per quei pochi che hanno voluto affidare una qualche valenza al provvedimento.
Se il legislatore non fosse stato insipiente (colluso?), avrebbe potuto semplificare con una indeterminatezza temporale parlando di “almeno una volta nell’anno solare” e favorendo quantomeno una discrezionalità del calendario.
Ad alcuni medici competenti il gioco fa comodo, è nuova economia.
Per altri è una ulteriore umiliazione.
Tutti faranno del loro meglio per rendere meno nocivo possibile il processo.
La devianza, dunque, adeguatamente eclissata, è la ben venuta.
Indignarsi di fronte ad essa è assolutamente ridicolo o, attenuativamente, risibile.
Tcam
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