In aziende in cui vi sia obbligo di sorveglianza sanitaria secondo DVR vi è obbligo di sottoporre a visita i lavoratori cassaintegrati a 0 ore
( se ad esempio soggetti a visita per rischio rumore il loro rischio evidentemente si azzera - o tot ore si riuduce proporzionalmente )
qualche collega può suggerire una risposta?
l'argomento è stato letto ma non vedo dibattito ( che non vi sia crisi?)
carlpam il 20/02/2011 12:33 ha scritto:
l'argomento è stato letto ma non vedo dibattito ( che non vi sia crisi?)
La tua domanda deve essere meglio circostanziata credo.
I lavoratori sono in cassa integrazione da quando e per quanto presupponibilmente?
Se è prevista una astensione dal lavoro intermittente, sicuramente finchè essa perdura, molti rischi e in particolare quelli di natura fisica e biomeccanica si attenuano per il semplice fattore temporale.
Se dunque questa situazione si dovrà prevedibilmente protrarre per un certo tempo, sicuramente sarà corretto rivedere il DVR (che è comunque uno strumento dinamico) ed adeguare il protocollo sanitario alla nuova condizione di rischio, finchè essa sarà persistente. Lo stesso può valere, per esempio, in un caso di conversione di un contratto a tempo pieno in uno part time.
Credo sia un atteggiamento sensato anche se non specificamente normato.
Tcam
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tcam il 20/02/2011 01:23 ha scritto:
La tua domanda deve essere meglio circostanziata credo.
I lavoratori sono in cassa integrazione da quando e per quanto presupponibilmente?
Se è prevista una astensione dal lavoro intermittente, sicuramente finchè essa perdura, molti rischi e in particolare quelli di natura fisica e biomeccanica si attenuano per il semplice fattore temporale.
Se dunque questa situazione si dovrà prevedibilmente protrarre per un certo tempo, sicuramente sarà corretto rivedere il DVR (che è comunque uno strumento dinamico) ed adeguare il protocollo sanitario alla nuova condizione di rischio, finchè essa sarà persistente. Lo stesso può valere, per esempio, in un caso di conversione di un contratto a tempo pieno in uno part time.
Credo sia un atteggiamento sensato anche se non specificamente normato.
Tcam
Bravo. Come spiegavo poco fa ad una azienda che mi assillava per sapere se, in base alla norma, la divisa dell'usciere era un indumento da lavoro (e quindi necessitante, a detta loro, di armadietti a doppio scomparto) o un abito da lavoro (quindi senza armadio a doppio scomparto)....per fortuna non c'è una norma per tutto! Ogni tanto bisogna anche agire secondo logica, buon senso ed esperienza. Nel caso della divisa ho suggerito, dopo attenta riflessione, di fare come gli pare.
bernardo il 21/02/2011 05:29 ha scritto:
Bravo. Come spiegavo poco fa ad una azienda che mi assillava per sapere se, in base alla norma, la divisa dell'usciere era un indumento da lavoro (e quindi necessitante, a detta loro, di armadietti a doppio scomparto) o un abito da lavoro (quindi senza armadio a doppio scomparto)....per fortuna non c'è una norma per tutto! Ogni tanto bisogna anche agire secondo logica, buon senso ed esperienza. Nel caso della divisa ho suggerito, dopo attenta riflessione, di fare come gli pare.
Bernardo, scusa se potrebbe sembrare una risposta con una vena polemica....ma io vedo che tu moltissime volte ti poni come il deus ex machina di tutte le problematiche aziendali e ...ne hai per tutte!
Ma quale sia il vestiario di un lavoratore e se si debba avere l'armadietto a doppio scomparto è un compito del RSPP ( datore di lavoro)o del MC!?!
Ma nelle tue aziende che ruolo riveste l'RSPP..... io francamente in una azienda , ad esempio metalmeccanica o chimica, se non trovassi il doppio armadietto già storcerei il naso..... e quindi esorterei a fare ulteriore formazione ai suddetti e , solamente poi, poi cominciare il lavoro con il MC........... ma tu ritieni veramente che il MC debba intervenire in primis su norme tecniche ben chiare e ascritte chiaramente ad altre figure operative nell'ambito dell'igiene e sicurezza sul lavoro?
( nel caso a me risulta che il doppio armadietto sia richiesto dalla legge in primis e non certamente se ne trova traccia specifica negli articoli inerenti il MC)
=DLgs 81/08
ALLEGATO IV
REQUISITI DEI LUOGHI DI LAVORO
1. AMBIENTI DI LAVORO 1.12 Spogliatoi e armadi per il vestiario 1.12.5. Qualora i lavoratori svolgano attività insudicianti, polverose, con sviluppo di fumi o vapori contenenti
in sospensione sostanze untuose od incrostanti, nonchè in quelle dove si usano sostanze venefiche,corrosive od infettanti o comunque pericolose, gli armadi per gli indumenti da lavoro devono essere separati da quelli per gli indumenti privati.=
Se cosi non fosse allora mandiamo a casa il servizio SHE e facciamo tutto noi........ a me sembra che la legge dia pari dignità e responsabilità a tutte le figure operative e quindi il corretto operare è integrarsi ognuno per la sua competenza e non sovrapporsi
Scusa
Mario
Mario
dr.alesiani il 21/02/2011 08:13 ha scritto:
Bernardo, scusa se potrebbe sembrare una risposta con una vena polemica....ma io vedo che tu moltissime volte ti poni come il deus ex machina di tutte le problematiche aziendali e ...ne hai per tutte!
Ma quale sia il vestiario di un lavoratore e se si debba avere l'armadietto a doppio scomparto è un compito del RSPP ( datore di lavoro)o del MC!?!
Mario
Deus ex machina...ma va là! E' vero peraltro (mi accade da sempre anche quando lavoravo all'asl, e penso che accada a molti MC) di essere richiesto di pareri su questioni, diciamo così, "trasversali". In questi casi io non mi tiro in dietro e dico la mia, anche al RSPP se ritengo di avere cose da dire, non sono per la netta "separazione delle carriere", penso che il MC (così come il RSPP) possa mettere tranquillamente il becco in questioni generali e generaliste, che esulino dalla stretta professionalità dei singoli. E siccome la professionalità del RSPP non è in realtà così ben definita (dipende da chi è e da che background) e comunque si forma essenzialmente sul campo, se me la sento dico il mio parere tranquillmente. Del resto (forse non lo sai) io stesso ho formalmente la qualifica di RSPP per tutti i settori meno l'edilizia, faccio corsi e consulenze anche per RSPP. Ma nel caso specifico, proprio anche alla luce della norma dell'allegato IV da te citata, volevo semplicemente dire (come ho detto alla azienda in questione, anzi ti dirò che mi ha contattato per il parere il legale dell'azienda!) che non si può pensare di avere una norma specifica per tutte le situazioni, ma che quando non siano in campo situazioni specifiche (nel caso le lavorazioni insudicianti, certo non pertinenti alla mansione dell'usciere) l'azienda decide tranquillamente che tipo di armadi dotare i lavoratori, perché non esistono gli "armadi a norma".
Ok !
Buona giornata
Mario
dr.alesiani il 22/02/2011 07:21 ha scritto:
Ok !
Buona giornata
Anche a te!
G.
tcam il 20/02/2011 01:23 ha scritto:
La tua domanda deve essere meglio circostanziata credo.
I lavoratori sono in cassa integrazione da quando e per quanto presupponibilmente?
Se è prevista una astensione dal lavoro intermittente, sicuramente finchè essa perdura, molti rischi e in particolare quelli di natura fisica e biomeccanica si attenuano per il semplice fattore temporale.
Se dunque questa situazione si dovrà prevedibilmente protrarre per un certo tempo, sicuramente sarà corretto rivedere il DVR (che è comunque uno strumento dinamico) ed adeguare il protocollo sanitario alla nuova condizione di rischio, finchè essa sarà persistente. Lo stesso può valere, per esempio, in un caso di conversione di un contratto a tempo pieno in uno part time.
Credo sia un atteggiamento sensato anche se non specificamente normato.
Tcam
Concordo con te ( il buon senso è sempre un buon viatico) Io ho considerato "assenti" alle visite i cassaintegrati a zero ore e quelli a rotazione invece ho rivisto il protocollo sanitario
P.S. per fortuna non tutto è normato!
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