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Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni

Questo argomento ha avuto 31 risposte ed è stato letto 4110 volte.

armando

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  • Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (24/03/2011 11:38)

Nel corso del seminario di ieri, c'è stato un confronto sulle linee guida della SIMLII per la s.s. degli esposti a cancerogeni nella parte che dà indicazione di attuare una s.s. più o meno "stringente" sulla base di due fasce di esposizione, sopra o sotto il 50% del TLV.
La critica ha riguardato la definizione di esposizione "moderata" per quella al di sotto del 50% del TLV, ma soprattutto, l'applicazione del livello d'azione del 50% in maniera indiscriminata per tutti i cancerogeni, a prescindere dalla loro potenza.
Infatti, un'esposizione al 50% del TLV può dare probabilità di neoplasie molto diverse; ad es. per l'As abbiamo un valore atteso di tumori polmonari di 2,4/1000, mentre per il Cd circa la metà (in entrambi i casi mi sembra peraltro azzardato definire tale esposizione moderata).
Ciò detto, forse sarebbe opportuno ritarare il livello d'azione in tema di SS ponderando i TLV con la potenza cancerogena.
Saluti
a.m.

armando

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (24/03/2011 16:57)

Una proposta di riarticolazione di sorveglianza sanitaria sempre su due fasce potrebbe basarsi sull'Occupational Exposure Concentration misurata per la potenza del cancerogeno, espressa dall'Unit Risk (O.E.C. x U.R. corretto per ambienti di lavoro):

esempio

prima fascia: probabilità di neoplasia compresa fra 1/1.000.000 e 1/100.000 in 40 anni

seconda fascia: probabilità di neoplasia > 1/100.000 in 40 anni

Saluti
a.m.

nofertiri9

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (02/04/2011 11:28)

MODERATO il 50% del TLV di un cancerogeno? ma che scherzi? non avendo proprio idea di quale seminario tu citi, a parte che ti sono grata se mi delucidi, mi par di capire che la simlii ha dato indicazioni di sorveglianza più o meno "stringente" se si supera un esposizione occupazionale > 50%. Nel senso? Visite ed ASP mirati trimestrali come da 303, o che altro?

Comunque, oggi le tecnologie sono ad un tale stato di innovazione che credo si possano svolgere a ciclo integralmente chiuso praticamente quasi tutte le produzioni industriali. Certo, questo non esclude il rischio di incidente e quindi di esposizione "non prevedibile" che va in ogni caso gestita, ma ritengo concettualmente inammissibile che si lascino lavorare delle persone con dei cancerogeni senza almeno tentare delle sostituzioni, senza rivedere le tecnologie e i sistemi di contenimento alla fonte.
Cacchio, un dato di OEC >50% TLV-TWA non mi garantisce per nulla che il limite stesso non sarà mai superato.
Ora, senza inoltrarmi nelle diatribe di "effetto soglia sì- effetto soglia no" perchè a mio avviso raramente si tiene conto dell'origine "antropica" ovvero "naturale" dell'agente in rapporto alle individualità genetiche delle persone (di cui sappiamo ancora troppo poco, peraltro e direi anche per fortuna sotto alcuni punti di vista), credo di non svelare alcun segreto di stato dicendo che i TLV per i cancerogeni di fatto sono storicamente dettati da "onorevoli" (...) compromessi tra le evidenze epidemiologiche e le necessità commerciali (no produttive: ho scritto e penso commerciali) di chi i cancerogeni utilizza.
Poi, ogni tanto c'è qualcuno che mette in giro leggende metropolitane sulla base di studi magari anche ben fatti ma di cui non si dicono mai le condizioni indagate, e quindi leggiamo degli shampoo cancerogeni per la presenza di un tensioattivo che è ovunque: e nessuno dice che il cancro ai poveri topini è venuto perchè glielo hanno fatto letteralmente ingoiare, il tensioattivo: e nessuno si ciba di shampoo.

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

armando

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (02/04/2011 13:20)

Niente scherzi: http://www.google.it/url?q=http://www.inail.it/cms/Medicina_Riabilitazione/Riabilitazione_e_reinserimento/Atti_V_Convegno/Intervento_Pira.doc&sa=U&ei=7wKXTZ6OF4PZsgaVoKnPCA&ved=0CA0QFjAB&usg=AFQjCNGEtf_rSM-L8pzJ4HIMVNtkWMCzpA.
Per quanto riguarda le indagini di igiene industriale con misurazioni attualmente in corso nel nostro paese, in un buon 80% o forse più dei casi, terminano dicendo che l'OEC ad un cancerogeno o l'altro è ben al di sotto del TLV! Con buona pace di tutti!
Forse il "caso cancerogeni" di cui stiamo parlando, come pochi altri mette in evidenza ciò che sta accadendo in ragione della scarsa collaborazione e confronto tra MC ed altri professionisti.
Insomma, spesso si misura e misura, ma non si arriva a caratterizzare il rischio come si dovrebbe.

armando

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (02/04/2011 13:22)

Il link corretto è: http://www.inail.it/cms/Medicina_...ti_V_Convegno/Intervento_Pira.doc

Gennaro

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (02/04/2011 16:29)

Salve
Scusami Armando, forse non ho letto bene o non ho ben compreso le linee guida o ciò che hai scritto tu, ma non mi sembra che le linee guida riportano quanto segue.... l'indicazione di attuare una s.s. più o meno "stringente" sulla base di due fasce di esposizione, sopra o sotto il 50% del TLV.
....Quello che ho interpretato è: se il valore dell'aerodisperso è diverso da quello riscontrato dalla popolazione in generale, si attua la Sorveglianza Sanitaria
Saluti:)

Gennaro Bilancio

Gennaro

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (02/04/2011 16:31)

Naturalmente intendevo dire: Popolazione generale e non popolazione in generale

Gennaro Bilancio

armando

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (03/04/2011 09:33)

Gennaro il 02/04/2011 04:29 ha scritto:
Salve
Scusami Armando, forse non ho letto bene o non ho ben compreso le linee guida o ciò che hai scritto tu, ma non mi sembra che le linee guida riportano quanto segue.... l'indicazione di attuare una s.s. più o meno "stringente" sulla base di due fasce di esposizione, sopra o sotto il 50% del TLV.
....Quello che ho interpretato è: se il valore dell'aerodisperso è diverso da quello riscontrato dalla popolazione in generale, si attua la Sorveglianza Sanitaria
Saluti:)

Riporto testualmente da pag del documento http://www.inail.it/cms/Medicina_...ti_V_Convegno/Intervento_Pira.doc :

"Per attivare e graduare la sorveglianza sanitaria, si propone arbitrariamente di considerare i lavoratori
• non esposti, se l’esposizione è contenuta nei limiti previsti per la popolazione generale, ove definiti;
• esposti a concentrazioni moderate, se rilevate concentrazioni comprese entro il 50% del valore limite;
• esposti a concentrazioni elevate, se rilevate superiori al 50% del valore limite."

Alla diapositiva n. 14 del documento
http://www.assi.ba.it/index.php?o...&task=doc_download&gid=32&Itemid=

il concetto è riportato in grafico.
La questione concettuale che pongo alla tua attenzione è questa: è corretto fissare un livello espositivo, che sia il 50% o il 10% o il 0.1 del TLV non cambia, uguale per tutti i cancerogeni per modulare/attivare la SS?
A parità di livello espositivo, infatti, possiamo avere un rischio anche mille volte maggiore tra un cancerogeno e un altro, in base ad una potenza cancerogenetica mille volte maggiore.
Ad 1/10 del tlv. ad es., corrisponde un rischio per la formaldeide pari a 26 su milione, per il tetracloruro di carbonio 15.600 su milione, per la SiO lc 790 su milione!
A mio parere occorrerebbe lasciar perdere i TLV per fissare i livelli d'azione della SS, ma utilizzare la probabilità di neoplasie; faccio un esempio.
Fissiamo arbitrariamente a uno su 1.000 il livello di probabilità su cui modulare la SS: attiveremo una SS stringente al massimo per un'esposizione a Cd pari o superiore a 0,5 mcg/m3 (equivalente al 5% del tlv) oppure per un'esposizine a Be pari o superiore a 0,4 mcg/m3 (equivalente al 25% del tlv).

nofertiri9

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (03/04/2011 11:28)

armando il 03/04/2011 09:33 ha scritto:
A mio parere occorrerebbe lasciar perdere i TLV per fissare i livelli d'azione della SS, ma utilizzare la probabilità di neoplasie; faccio un esempio.
Fissiamo arbitrariamente a uno su 1.000 il livello di probabilità su cui modulare la SS: attiveremo una SS stringente al massimo per un'esposizione a Cd pari o superiore a 0,5 mcg/m3 (equivalente al 5% del tlv) oppure per un'esposizine a Be pari o superiore a 0,4 mcg/m3 (equivalente al 25% del tlv).

Ragionamento che da un punto di vista logico non fa una grinza: tuttavia, anch'esso un po' troppo autoreferenziato, atteso che non di tutti i cancerogeni conosciamo con certezza gli incrementi probabilistici - senza dire che la spessa parola "probabilistici" inficia la certezza della scelta- men che mai abbiamo contezza delle potenziali sinergie con una infinità di cofattori ambientali individuali potenzialmente tutti diversi per i singoli lavoratori interessati.

Nofer
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armando

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  • Re: Sorveglianza sanitaria e livelli espositivi a cancerogeni
  • (03/04/2011 20:43)

nofertiri9 il 03/04/2011 11:28 ha scritto:
Ragionamento che da un punto di vista logico non fa una grinza: tuttavia, anch'esso un po' troppo autoreferenziato, atteso che non di tutti i cancerogeni conosciamo con certezza gli incrementi probabilistici - senza dire che la spessa parola "probabilistici" inficia la certezza della scelta- men che mai abbiamo contezza delle potenziali sinergie con una infinità di cofattori ambientali individuali potenzialmente tutti diversi per i singoli lavoratori interessati.

Cara Nofer, le tue osservazioni, qui ed ora, non spostano di un millimetro la questione. I ragionamenti che ho fatto, non sono giusti da un punto di vsta logico, ma pratico: si riferiscono allo stato dell'arte sul campo! Altro che autoreferenziato!
E chi mai si è espresso in termini di certezza? Se si bazzicano gli elenchi di unit risk e slope factor, disponibili per centinaia di cancerogeni, si è pienamente consapevoli di muoversi su un terreno dove è bene coltivare la cultura del dubbio.
Per i cancerogeni non possiamo che parlare in termini probabilistici, così come ne parliamo, d'altra parte, nell'ambito delle più rigorose indagini di igiene industriale con relative misurazioni.
E comunque, abbandonare il campo della acritica e fideistica accettazione di TLV che non hanno capo nè coda, ci porterebbe fuori dalle secche, nel mare aperto del confronto scientifico, nonchè etico.

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