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Una lesione complessa della mano dx

Questo argomento ha avuto 3 risposte ed è stato letto 3926 volte.

dellarossa

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Udine
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Medico del Lavoro
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92
  • Una lesione complessa della mano dx
  • (31/03/2011 08:11)

Sto seguendo un caso di un operaio che in seguito ad un infortunio rischia di perdere il lavoro. Vorrei il vostro parere in merito. Giovanni, circa tre anni fa (marzo 2008), mentre lavorava (la mansione è di montatore meccanico) subisce un infortunio, riportando un ferita complessa della mano dx: parziale amputazione della falange distale del 1° dito e una lesione tendinea del 1° e 2° dito. La riparazione delle lesioni ha richiesto tutta una serie di interventi, da un lato ortopedici, dall’altro di chirurgia plastica per gli innesti cutanei necessari per la ricostruzione dei tegumenti soprattutto del 1° dito. Giovanni resta assente dal lavoro per circa 1 anno. Alla fine di questo periodo rientra al lavoro (marzo 2009), con la mano ancora fasciata, non avendo ancora raggiunto la guarigione dei piani cutanei (l’innesto è parzialmente attecchito e permane un’ulcera torpida a livello della superficie palmare della falange residua del 1° dito). Viene dichiarato “Momentaneamente non idoneo alla mansione di montatore meccanico” e destinato alla mansione di “addetto al collaudo”, che prevede l’utilizzo di strumenti di misura, ma non sforzi con le mani. La situazione clinica non migliora, permane l’area di deiscenza cutanea (ed è evidente che sottostanti vi sono la lesione vascolare e neurologica). La soluzione sarebbe quella di amputare completamente il 1° dito, ma Giovanni non ne vuole sentire parlare (è un discreto pianista e vorrebbe continuare ad esserlo). Riapre la pratica di infortunio (Ottobre 2009) e si sottopone a cure mediche (compresa la camera iperbarica) e chirurgiche, con un altro innesto cutaneo. La cosa non migliora e l’innesto pure si infetta. Si sottopone a una prolungata e pesante terapia antibiotica (levofloxacina 500 mg due volte al dì) che alla fine provoca (effetto collaterale non raro con l’uso dei fluorchinolonici), una tendinite della spalla sin.(con rischio di rottura tendinea) che impone la sospensione dell’antibiotico. Il dito comunque non guarisce. Giovanni, stanco di restare a casa, d’accordo con il collega dell’INAIL, decide di chiudere l’infortunio e di rientrare al lavoro (Marzo 2011). Nel mentre l’INAIL gli riconosce un danno del 16%.
La situazione ora è la seguente:
1. Parziale amputazione della falange distale del 1° dito della mano dx con deiscenza del lembo cutaneo, che richiede il mantenimento del bendaggio. In poche parole si tratta di una ferita aperta dolorosa e suscettibile di ulteriore complicanza infettiva:
2. 2° dito in semiflessione fissa.
3. Tendinite della spalla sin, tutt’ora in atto, con limitazione funzionale della stessa.
Ora le domande sono:
1. Se Giovanni venisse dichiarato “non idoneo permanentemente” alla mansione di “montatore meccanico”, e a questo punto anche a quella di “addetto al collaudo” (considerato che con l’aggravante della tendinite alla spalla non può più maneggiare nemmeno i calibri, per grandi spessori, per le misurazioni), l’azienda potrebbe licenziarlo.
2. Quanto può durare la condizione, dichiarata nel marzo 2009, e ribadita al suo rientro nel marzo 2011, di “temporaneamente non idoneo”.
3. Ma è giusto esprimere un parere definitivo quando la condizione clinica, per quanto prolungata, è tutt’ora in atto?

Chiedo scusa per la lunghezza di questo intervento, ma mi conforterebbe sentire il parere di qualche collega. Un saluto.

quattropedoni

quattropedoni
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  • Re: Una lesione complessa della mano dx
  • (31/03/2011 10:41)

Ciao non mi sembra che ci siano dei limiti per la non idoneità temporanea, potresti continuare a dare una non idoneità temporanea rivedendolo a 3 mesi per 2 , 3 visite valutando di volta in volta il suo stato di salute.

le uniche persone per me sono i matti .... quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai un luogo comune , ma bruciano , bruciano , bruciano come candele romane gialle e favolose , che esplodono come ragni tra le stelle...J.Kerouac "on the road"

quattropedoni

quattropedoni
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Medico del Lavoro
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  • Re: Una lesione complessa della mano dx
  • (31/03/2011 10:52)

ops non avevo letto la domanda 3 : è giusto esprimere un giudizio definitivo qualora tu abbia una ragionevole certezza che comunque evolva il quadro patologico il risultato sia identico ai fini del giudizio, altrimenti delle visite ravvicinate con dei giudizi ad ok in base all'evoluzione del quadro clinico mi sembra una condotta corretta che poi è quella che stai effettuando...:-)
Parlando con un collega giorni fa su un caso simile dove anche lui aveva problemi di giudizi definitivi e pareri discordi (e sollecitazioni del datore di lavoro) lui ha mandato il dipendente ad effettuare un visita ex art. 5
in merito a ciò chiedo pareri anche io
Colleghi cosa ne pensate??

le uniche persone per me sono i matti .... quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai un luogo comune , ma bruciano , bruciano , bruciano come candele romane gialle e favolose , che esplodono come ragni tra le stelle...J.Kerouac "on the road"

salviogol

salviogol
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Medico del Lavoro
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  • Re: Una lesione complessa della mano dx
  • (07/04/2011 13:08)

E' la prima volta che scrivo nonostante da anni segua le varie discussioni sul forum.... che dire, anche a me è capitato qualche giorno fa un caso simile a quello di dellarossa e io per ora mi sono limitato a dare una non idoneità temporanea alla mansione specifica. Concordo con quanto detto da quattropedoni, io proseguirei su non idoneità temporanee e, nel caso si avessero dubbi sulla guarigione completa del lavoratore la cosa migliore a mio avviso resta il rocorso all'ex art. 5.
Dare una non idoneità definitiva alla mansione credo che per una questione del genere sia un pò troppo "impegnativo" e a mio avviso non legittimo visto che non si conosce ancora bene l'evoluzione clinica della malattia.
Come i colleghi che mi hanno rpeceduto resto in attesa di nuovi pareri sull'argomento.
Saluti

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