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lavori outdoor

Questo argomento ha avuto 20 risposte ed è stato letto 4216 volte.

tcam

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655
  • lavori outdoor
  • (25/04/2011 14:23)

Alcuni quesiti per chi abbia opinioni e convinzioni in merito

1)Il rischio per lavori outdoor deve essere analizzato nel dvr in capitolo specifico e se si quale la fonte normativa da cui nasce l'obbligo? Art 28 o altro?
2)quale il ruolo del mc rispetto ai rischi determinati da una attività outdoor?
3) quali rischi individuate nelle attività che espongono a condizioni climatiche critiche?
4) prendete dei provvedimenti di natura sanitaria?
5) quali annotazioni nella cartella sanitaria?

Grazie per i pareri
Tcam

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Gennaro

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1162
  • Re: lavori outdoor
  • (26/04/2011 07:33)

Salve:)
Con questo eccellente thread hai aperto un "capitolo" sui rischi per la salute dei lavoratori difficile da affrontare.
Siccome molti lavoratori rientrano nella definizione di lavoratori outdor (agricoltori, lavoratori edili, benzinai, portalettere, netturbini, vigili urbani, , operatori ecologici, assistenti bagnanti ecc) diversi sono i rischi specifici alcuni in comune altri caratteristici della mansione.
Senza elencare tutti i rischi per ogni mansione dei lavoratori outdor, penso che la tua volontà sia quella di fare emergere il rischio da radiazione ultravioletta solare che pur essendo stata classificata nel gruppo 1 della IARC non rientra nel capitolo del rischio cancerogeno. Inoltre non rientra nel capitolo dei rischi da agenti fisici previsit dal decreto 81/08 e s.m.i..
Naturalmente oltre al rischio cancerogeno, i raggi ultravioletti "naturali" possono causae anche altre manifestazioni tra cui l'eritema invecchiamento cutaneo e ustioni.
Al punto 1 rispondo: da quanto stabilito dal Decreto 81/08 in merito alla valutazione dei rischi, anche il rischio da radiazioni solari deve essere valutato. Non conosco metodi per la valutazione e penso che sia molto difficile valutare il livello di esposizione dei lavoratori.
Così come per ogni valutazione di un rischio specifico, anche per le radiazioni solari aprirei un capitolo a parte....
Al punto 2: il medico competente così come per gli altri rischi, partecipa all'informazione formazione dei lavoratori in merito al rischio per la salute, collabora nella scelta dei D.P.I., redige il protocollo di sorveglianza sanitaria tenendo in considerazione anche i lavoratori ipersuscettibili (fototipo basso dermatiti esacerbate dall'esposizione solare, lupus eritematoso ecc) , effettua la sorveglianza sanitaria, consiglia al datore di lavoro l'adozione di creme per la protezione solare eccc
al punto 3: dipende dala mansione, ho risposto al punto 1
Al punto 4 : dipende dallo stato di salute dei lavoratori e chiedo al datore di lavoro di comprare le creme barriere
Al punto 5. check list specifica e protocollo di sorveglianza sanitaria per il rischio da Radiazioni Solari
Saluti:)

Gennaro Bilancio

armando

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236
  • Re: lavori outdoor
  • (26/04/2011 09:42)

Concordo con Gennaro; da tener presente che la SS (radiazioni UV solari, sforzi fisici escluso rischio mmc, condizioni climatiche avverse) ai sensi dell'art. 41 comma 1 lett. b), va attivata su richiesta del lavoratore, adeguatamente informato e formato su questi rischi, poichè la normativa non pone obblighi specifici in questi casi.
Per quanto riguarda gli UV, sarebbe interessante se qualche radioprotezionista intervenisse per informarci se esistono dati sul fenomeno dell'ormesi, così come sembra esistano per le RI.

nofertiri9

nofertiri9
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1256
  • Re: lavori outdoor
  • (26/04/2011 10:09)

sarebbe il caso di non dimenticare, a parte gli UV e la famosa abbronzatura da muratore con sagoma chiara della canottiera, la disidratazione per le grandi sudate a lavorare tanto sui ponteggi quanto alla guida di mezzi da cantiere o di trattori ma anche a raccogliere pesche ed albicocche, così come il freddo boia (e le dita che si ghiacciano)a tirar su palazzi o villette (o autostrade e ponti) con temperature prossime allo 0 (al di sotto, il cemento non quaglia), etc. etc. Oppure il conduttore di muletto che entra ed esce dal capannone al piazzale, con sbalzi di temperatura ripetuti che possono arrivare anche ai 15°nel giro di qualche secondo. Come dice un altro mio amichetto, non di microclima parliamo ma di macroclima. Insomma, outdoor in assoluto: con il sole ma anche senza.

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

serenix

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217
  • Re: lavori outdoor
  • (27/04/2011 06:16)

L'outdoor di per sè come l'indoor non dice nulla. Bisogna valutare i rischi specifici presenti nelle diverse situazioni ed i relativi livelli di esposizione correlati. La gestione della sorveglianza sanitaria segue sempre il DVR. Come ha sottolineato Armando microclima/macroclima, UV, lavoro in altezza....non rientrano nei rischi che di per se stessi obbligano alla SS, pur dovendo essere sempre valutati, come tutti i rischi e predisposte le opportune misure di tutela....Per inciso utilizzerei per le "creme solari barriera" la stessa cautela gestionale che per le vaccinazioni e questo per tutta una serie di motivi, compreso il fatto e non mi riferisco solo al possibile effetto allergizzante, che quest'ultime possono essere di maggior danno rispetto agli UV, un pò come l'assunzione impropria di integratori. Nel dubbio meglio un cappello. Armando ha introdotto l'affascinante e difficile tema dell'ormesi.
La tossicologia ci insegna che è la dose che fa il veleno, anche l'acqua più pura del mondo potrebbe essere mortale se introdotta a dosi tali da indurre shock osmotico, come pure alcune sostanze (es. alcol-antibiotici-chemioterapici-diossina...) inibenti o tossiche ad alte dosi, potrebbero avere un'azione stimolante e benefica a basse dosi. Ovvero per piccole dosi di tossico/farmaco l'effetto potrebbe essere opposto a quello atteso sulla base dell'estrapolazione degli effetti noti per maggiori dosi. La curva dose/risposta può essere non lineare, ma ad U diritta o rovesciata a seconda dell'effetto biologico considerato. Ora le bassi dosi, per limiti tecnici, variabilità di specie e individuale, complessità dell'ecosistema di riferimento, che pure interferisce con effetto additivo/moltiplicativo o sottrattivo, rendono le conclusioni ancora più difficili e certe che per alte dosi. La teoria dell'ipotesi lineare senza soglia (LNT) per le RI, non è mai stata dimostrata, tuttavia finora il principio di cautela è prevalso, e speriamo continui a prevalere, proprio per la magnitudo alta di effetto a fronte di un rischio potenziale basso di accadimento. Riguardo gli UV, sono dell'avviso, invece che debba prevalere il buon senso, senza ricercare rigorose risposte scientifiche. Teniamo presente che il sole rende attiva la vit. D, promuove la guarigione di dermatiti (condizione precancerosa come tutti i processi infiammatori), gli UV hanno azione disinfettante, ai raggi cosmici dobbiamo la vita...quindi possiamo a ragione parlare di ormesi, anzi di fattore benefico ed indispensabile. Le situazioni estreme vanno gestite con estrema cautela (non capirò mai perchè il micro-macroclima SEVERO presente come rischio isolato non faccia scattare la sorveglianza sanitaria, essendo indubbiamente rilevante l'effetto sulla salute ad es. di un cardiopatico etc etc ....come pure non capisco perchè la legge trovi più utili gli ASPP per i videoterminalisti, che per il lavoro in quota...come se cadere da 10 m fosse meno grave di un pò di astenopia...), nelle situazioni ORDINARIE invece, dove l'organizzazione del lavoro, i DPI possono controllare adeguatamente il rischio...direi di non pretendere la luna.
Un pò di freddo, come un pò di caldo, un pò di lavoro...risposta adattativa, stimolo positivo, eustress....fanno bene. Se ho 2 piante identiche, una la tengo sempre in appartamento, l'altra la sposto fuori e dentro spesso....e poi un giorno le metto fuori fisse al gelo o al sole, sarà la prima a seccare subito..l'altra entro certi limiti non farà una mossa. Quindi se uno lavora in una cella frigorifera o deve asfaltare in pieno agosto l'autostrada, ha tutta la mia attenzione, ma se deve uscire 3-4 volte col muletto nel piazzale, penso che un bel paio di guanti, un bel giubbotto risolva congruamente la situazione. In settimana bianca, mente uno fa lo splendido sulle piste, tutto questo effetto avverso del freddo non lo sente...In ambiente indoor tra aria condizionata, che è diventata più indispensabile dell'acqua e talora surriscaldamento in inverno, si raggiungono talora situazioni paradossali. In ambiente outdoor le stagioni continuano tutto sommato ad esserci...sono scomparse solo le mezze.....

armando

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  • Re: lavori outdoor
  • (27/04/2011 10:09)

serenix il 27/04/2011 06:16 ha scritto:
...
La teoria dell'ipotesi lineare senza soglia (LNT) per le RI, non è mai stata dimostrata, tuttavia finora il principio di cautela è prevalso, e speriamo continui a prevalere, proprio per la magnitudo alta di effetto a fronte di un rischio potenziale basso di accadimento. ...

Concordo, anche perchè, da quel poco che so sull'argomento, anche per le radiazioni ionizzanti ci sono dati controversi o spiegabili in maniere alternative rispetto all'ormesi.
Peraltro una domanda a cui sarebbe interessante che venga dsata una risposta dagli esperti è: quanto basse sono le basse dosi?

armando

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236
  • Re: lavori outdoor
  • (27/04/2011 14:23)

Dirò di più; mi viene il dubbio che alcuni studi portati a sostegno dell'ormesi, potrebbero in realtà suffragare il fenomeno opposto e cioè che le "basse" dosi hanno provocato/provocano effetti stocastici mortali nella popolazione.
Purtroppo, cara serenix, se vogliamo toglierci il dubbio, mi sa che dovremo approfondire questi aspetti da soli, poichè nessun esperto sembra intenzionato a venirci in aiuto.

serenix

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  • Re: lavori outdoor
  • (27/04/2011 15:04)

Io tengo per buone le indicazioni dell'UNSCEAR. Ritornando al concetto di LTN se è vero che non è stata mai dimostrata, è altrettanto vero che non è stato ancora dimostrato neppure il contrario. Le variabili sono tante, ma dai vecchi studi di biologia e radiobiologia io mi porto dietro un concetto che a mio avviso va sempre tenuto presente: i meccanismi riparativi delle cellule, apoptosi etc...vengono resi meno efficaci dalla concomitante azione di più noxe, poi bisogna considerare che l'esposizione a basse dosi in genere non riduce l'area bersaglio, quindi comunque una gran quantità di cellule possono esporre il proprio DNA a danno genetico...e da un punto di vista probabilistico....dove c'è numero c'è cmq possibilità di qualcosa che sfugga al controllo con esiti avversi. Quindi in assenza di confermati studi di effetto per basse esposizioni, io direi di non cedere alla curiosità di fare la prova. Per gli UV nessun problema, in questo ambito è dimostrato che basse dosi fanno solo bene!
Quindi via libera al lavoro all'aperto...avremo anche minor esposizione a radon etc....

armando

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  • Re: lavori outdoor
  • (27/04/2011 20:10)

Ok, per ora teniamoci buono il principio di precauzione, anche perchè il rischio di prendere fischi per fiaschi è grosso.
Vedi lo studio sugli esposti a RI di fondo elevati di Ramsar o quello dei taiwanesi esposti ad acciaio contaminato da Co radioattivo; da quel poco che ho potuto trovare, non tutto mi sembra così chiaro, anzi, mi è venuto il dubbio che questi studi potrebbero fra presupporre esattamente il contrario, in particolare quello di Ramsar, ovvero che le RI di fondo abbiano provocato un aumento di mortalità, altro che effetto ormetico.
I fenomeni naturali sono così complessi e poco conosciuti, come in maniera sintetica ci hai ben ricordato....

armando

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236
  • Re: lavori outdoor
  • (28/04/2011 18:24)

Ho trovato in internet uno studio del 2006 sugli esposti a basse dosi di RI degli edifici di taiwan contaminati da Co60 che giunge a conclusioni diametralmente opposte allo studio precedente che eveva evidenziato un clamoroso effetto benefico di tale esposizione.
In realtà anche il primo studio, correttamente, aveva in qualche modo messo avanti le mani riferendo di alcuni limiti metodologici, il secondo studio, aggiustati i risultati tenendo conto di questi limiti, ha evidenziato, in modo altrettanto clamoroso, un aumento statisticamente significativo dell'incidenza delle neoplasie legate all'esposizione alle basse dosi.
Insomma, checchè ne dica qualche guru dell'epidemiologia radioprotezionistica, l'effetto ormetico alle basse dosi sembra essere tutt'altro che dimostrato in modo inconfutabile e ciò dovebbe indurre a qualche cautela prima di tacciare di ignoranza chi non crede ciecamente all'ormesi da cancerogeni.
Una cosa epidemiologicamente (nel senso grossolano che un medico della strada può dare a tale termine) interessante: il 70% dei siti reperibili in internet con google digitando LNT criticano la teoria lineare senza soglia - LNT delle RI hanno interessi commerciali espliciti.
Sarà un caso, o l'OR e il RR sono statisticamente significativi?
Su Ramsar non ho trovato altri studi che contraddicano il primo, ma anche per questo studio qualche dubbio sugli effetti benefici delle basse dosi di RI può sorgere.
Ma aspettiamo se qualcuno più esperto in materia interviene e ci fornsice qualche dritta per incanalare in maniera corretta il confronto sull'esposizione a basse dosi di crgeni..


i so

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