Che ne pensate? Ve lo chiedo perchè cercando di entrare nel merito della cosa, rappresentando per me una di quelle tante lacune, che uno per mille motivi si porta dietro, sono rimasta letteralmente allucinata! Se l'intenzione era la semplificazione (riunire in un unico regolamento circa 40 direttive europee e quindi rendere tutto più chiaro, armonico e fruibile), la mia impressione è che fare di peggio sarebbe stato veramente difficile... Mi sembra che nella realtà dei fatti, invece di andare verso una razionalizzazione semplificata ed efficace deragliamo verso il soffocamento burocratico, lontano anni luce da una reale prevenzione della salute e tutela dell'ambiente, poco in buona fede (visto che di fatto pagando, con un pò di carte e controcarte, i grandi gruppi possono far circolare di tutto....) e con pesanti, inutili ripercussioni economiche a carico proprio della popolazione che si vuole tutelare...Mi ha tanto ricordato, in peggio, il che è tutto dire, quanto fatto per il Testo Unico. Allora mi sono chiesta chi sono gli illuminati artefici di tale opera? Sembra che gran parte del merito sia attribuibile all'On. Guido Sacconi, nato ad Udine nel 1948, segno zodiacale cancro, laureato in filosofia a Firenze, allievo di Eugenio Garin, Cesare Luporini, Ernesto Ragionieri. Ex segretario provinciale della FIOM-CGIL, segretario della Camera del Lavoro e segretario regionale della CGIL toscana, segretario regionale del Partito Democratico della Sinistra, eurodeputato nel 1999 per i DS, riconfermato nel 2004 per la lista di Uniti nell'Ulivo nella circoscrizione centro, iscritto al gruppo parlamentare del Partito del Socialismo Europeo.
Membro della Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare; della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale; della Delegazione per le RELAZIONI con la REPUBBLICA CINESE; della Delegazione per le relazioni con i paesi dell'Europa sudorientale.
Improvvisamente nella mente mi si sono accesi tanti lumicini. Immagino l'intenso lavoro dell'Agenzia europea delle sostanze chimiche incaricata di gestire la banca dati e alla necessità di assumere tante persone (almeno poteva l'On. Sacconi metterci un pò delle sua esperienza in campo sindacale e creare nuovi posti di lavoro in Italia... perchè poi ad Helsinki e non in Italia? Non certo per il miglior clima...), penso al lavoro di fatto concreto a carico delle aziende europee sia quando producono, che quando importano, a vantaggio dei paesi extraeuropei....capisco sempre meglio il perchè di tante cose che non funzionano e soprattutto perchè tutti coloro che lavorano nel privato debbano correre come pazzi. Scusate se apparentemente ho divagato un pò, ma penso che per un giudizio obiettivo su ogni argomento sia bene contestualizzare nel concreto la cosa...poi se qualcuno mi smentisce, posso solo essere contenta, anche perchè sono preoccupata che di questo passo in prospettiva debba iniziare a studiare un pò di cinese ed a me pesa ancora dover leggere la stragrande maggioranza di letteratura scientifica in inglese.
Ciao, è ad Helsinki perché Helsinki a suo tempo perse la corsa per l'autorità per la sicurezza alimentare, finita a Parma. Quindi ha dovuto essere "risarcita" con l'agenzia per le sostanze chimiche: bilancino...
Cara Serenix,
d'accordo che è complicato. Ma ci sono principi di fondo molto interessanti; il primo dei quali è:"no data no market!".
Cioè, tu produci o importi in europa una sostanza chimica? Se non ci dai informazioni sulla sua tossicità e pericolosità per la salute e l'ambiente, in Europa non lo vendi.
E se è tossico, devi fare una scheda di sicurezza come va fatta e in alcuni casi anche definire gli scenari di esposizione, da utilizzarsi entrambi per la VdR.
Poi devi fornire informazioni chiare, in modo standardizzato, sulla sua pericolosità in base anche a quanto stabilito dal regolamento CLP.
Per finire; sarà molto dura per i cinesi, ma anche per gli americani, immettere sul mercato europeo i loro prodotti spesso cdi qualità scadente;o si adeguano alla normativa europea REACH, tesa a tutelare salute e ambiente, o non possono esportare nulla da noi.
Non a caso gli USA hanno cercato di opporsi al regolamento reach, sostenendo che fosse di fatto una norma protezionistica.
Insomma, l'obiettivo del REACH è far si che in futuro non ci si trovi più a dover fare i conto con i tanti prodotti che hanno provocato morti e danni alla salute perchè immessi sul mercato in modo disinvolto, come amianto, CVM, etc. etc.
"No data no market", dice benissimo Armando.
E la conseguente inversione dell'onere della prova, adesso a carico dell'azienda chimica e non più dello Stato.
E poi l'Autorizzazione, necessaria per alcuni tipi di sostanze (le cosiddette SVHC, Subtances Very High Concern) il cui uso viene in questo modo fortememente limitato e disincentivato (anche economicamente).
E poi le Implicazioni con la scheda di sicurezza, con il regolamento CLP e con il rischio chimico nei luoghi di lavoro.
Diciamo che si è cercato di fare chiarezza in un mondo, quello delle sostanze chimiche, per troppo tempo al di sopra di tutto e tutti e che, a causa dei fortissimi interessi economici che lo regolano, troppo spesso probabilmente privo di un vero controllo.
Ti dico alcune cifre:
Oltre 100.000 sostanze immesse sul mercato prima del 18 settembre 1981 (“sostanze esistenti” EINECS - European Inventory of Existing Commercial Chemical Substances)
Oltre 3.000 sostanze immesse sul mercato dopo il 18 settembre 1981 (“nuove sostanze” ELINCS - European List of New Chemical Substances)
Circa 5.000 sostanze classificate come “pericolose”
40 gruppi di sostanze soggette a “restrizioni” (corrispondenti a circa 900 sostanze)
140 sostanze “prioritarie” inserite nel programma europeo di valutazione avviato con il Regolamento (CEE) n.793/93)
Tutto ciò significava:
…scarse misure di controllo per le sostanze commercializzate in Europa (oltre 30000 se consideriamo quelle di quantità >1 tonnellata/anno)
…scarse informazioni disponibili circa le caratteristiche chimico-fisiche, tossicologiche ed eco-tossicologiche delle EINECS
....oltre 70 differenti sistemi di valutazione del rischio delle sostanze esistenti presenti in Europa dopo il 1993.
Forse diciamo che il REACh, a questo punto, era un "male necessario"...
maxmd il 24/05/2011 11:54 ha scritto:
"No data no market", dice benissimo Armando.
E la conseguente inversione dell'onere della prova, adesso a carico dell'azienda chimica e non più dello Stato.
E poi l'Autorizzazione, necessaria per alcuni tipi di sostanze (le cosiddette SVHC, Subtances Very High Concern) il cui uso viene in questo modo fortememente limitato e disincentivato (anche economicamente).
E poi le Implicazioni con la scheda di sicurezza, con il regolamento CLP e con il rischio chimico nei luoghi di lavoro.
Diciamo che si è cercato di fare chiarezza in un mondo, quello delle sostanze chimiche, per troppo tempo al di sopra di tutto e tutti e che, a causa dei fortissimi interessi economici che lo regolano, troppo spesso probabilmente privo di un vero controllo.
Ti dico alcune cifre:
Oltre 100.000 sostanze immesse sul mercato prima del 18 settembre 1981 (“sostanze esistenti” EINECS - European Inventory of Existing Commercial Chemical Substances)
Oltre 3.000 sostanze immesse sul mercato dopo il 18 settembre 1981 (“nuove sostanze” ELINCS - European List of New Chemical Substances)
Circa 5.000 sostanze classificate come “pericolose”
40 gruppi di sostanze soggette a “restrizioni” (corrispondenti a circa 900 sostanze)
140 sostanze “prioritarie” inserite nel programma europeo di valutazione avviato con il Regolamento (CEE) n.793/93)
Tutto ciò significava:
…scarse misure di controllo per le sostanze commercializzate in Europa (oltre 30000 se consideriamo quelle di quantità >1 tonnellata/anno)
…scarse informazioni disponibili circa le caratteristiche chimico-fisiche, tossicologiche ed eco-tossicologiche delle EINECS
....oltre 70 differenti sistemi di valutazione del rischio delle sostanze esistenti presenti in Europa dopo il 1993.
Forse diciamo che il REACh, a questo punto, era un "male necessario"...
Tuttavia, oserei dire purtroppo, se per le singole sostanze l'obbligo di classificazione CLP è vigente dal Dicembre 2010, per le miscele tutto scivola al 2015 e salvo la "volontarietà" del produtore/distributore nazionale, le schede continueranno ad essere come sono, cioè delle accozzaglie di copiaincolla talora fantasiosi, imprecisi, omissivi.
Mi sconcerta che a fronte di "tanto parlare di REACh" poi nei fatti ben pochi controlli vengano attuati sulla coerenza delle schede di sicurezza e ancor più mi lascia perplesso il fatto che non esista a livello nazionale o regionale un organismo che recepisca le segnalazioni di anomalie delle schede di sicurezza.
Personalmente, in alcuni casi con esiti favorevoli, segnalo prima al produttore/distributore le incongruenze e se non mi risponde in un "tempo ragionevole" inoltro la segnalazione agli ODV sia del territorio in cui risiede l'azienda utilizzatrice sia in quello in cui è localizzato il produttore/distributore.
Forse starò sulle @@ a qualcuno ma penso che se facessimo tutti così produrremmo una sicura accelerazione del processo di attenzione di chi redige le schede.
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
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In italia l'autorità competente è l'ISS e le segnalazioni delle irregolarità delle schede di sicurezza le valuta esso.
tcam il 25/05/2011 12:24 ha scritto:
Tuttavia, oserei dire purtroppo, se per le singole sostanze l'obbligo di classificazione CLP è vigente dal Dicembre 2010, per le miscele tutto scivola al 2015 e salvo la "volontarietà" del produtore/distributore nazionale, le schede continueranno ad essere come sono, cioè delle accozzaglie di copiaincolla talora fantasiosi, imprecisi, omissivi.
Mi sconcerta che a fronte di "tanto parlare di REACh" poi nei fatti ben pochi controlli vengano attuati sulla coerenza delle schede di sicurezza e ancor più mi lascia perplesso il fatto che non esista a livello nazionale o regionale un organismo che recepisca le segnalazioni di anomalie delle schede di sicurezza.
Personalmente, in alcuni casi con esiti favorevoli, segnalo prima al produttore/distributore le incongruenze e se non mi risponde in un "tempo ragionevole" inoltro la segnalazione agli ODV sia del territorio in cui risiede l'azienda utilizzatrice sia in quello in cui è localizzato il produttore/distributore.
Forse starò sulle @@ a qualcuno ma penso che se facessimo tutti così produrremmo una sicura accelerazione del processo di attenzione di chi redige le schede.
Tcam
Per il Reach l'autorità competente nazionale è il ministero della salute, nella persona del Dott. Pistolese.
Ogni regione,poi, ha istituito un gruppo tecnico (e quello della tua regione è piuttosto attivo) che ha scopo, tra l'altro, di effettuare la vigilanza sulla normativa reach.
Per quanto riguarda il CLP, invece, la competenza per la vigilanza è dei dipartimenti di prevenzione.
Cordialità
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