Sono un medico del lavoro con venti anni di esperienza come dirigente di servizio di medicina del lavoro di una AUSL dell 'Emilia-Romagna.
Da alcuni anni svolgo le funzioni di responsabile del servizio di prevenzione e protezione di un importante ente pubblico.
Lo schema di decreto di cui al titolo non valuta assolutamente la competenza e l 'esperienza del medico del lavoro nel campo dell 'identificazione e valutazione dei rischi (salvo quanto richiamato dal 626 sul ruolo del medico competente nella redazione del documento di valutazione, ecc,.).
Mi piacerebbe conoscere il parere dei colleghi, dal momento che conosco personalmente più medici del lavoro che svolgono con piena responsabilità e competenza la funzione di rspp.
Le stesse linee guida del coordinamento delle Regioni sull 'attuazione della 626 analizzano, a mio modo di vedere correttamente, la questione delle competenze e capacità necessarie a svolgere i compiti che la legge assegna al servizio di prevenzione e protezione.
Si tratta di arre di competenza gestionale e tecnico-specifica tra loro integrate e, nell 'ambito di queste ultime, si parla di: conoscenze ricavate dall 'igiene industriale, dalla sicurezza del lavoro, dall 'ergonomia, dalle tecniche di analisi dell 'organizzazione del lavoro, ecc.
Credo non sia necessario spendere particolari ulteriori argomentazioni a sostegno del fatto che nella competenza del medico del lavoro rientrano tutte le discipline di cui sopra, anzi per molti aspetti credo si possa ritenere che la figura del medico del lavoro assomi e sintetizzi tutte o molte delle competenze richieste e che, invece, molti laureati tecnici possiedano una formazione più specialistica su alcune discipline specifiche, ma anche più settoriale.
Secondo me un medico del lavoro dovrebbe fare il medico del lavoro... forse è anche per questo che ci hanno "segato" con il d.lgs n 1 /2002.
Credo che la nuova legge sull 'RSPP sia ben fatta e valorizzi le professionalità di ing., chimici e fisici.
Pensiamo a fare BENE i medici del lavoro
Mario Bross
E ' pur vero che le conoscenze acquisite durante gli anni dal medico del lavoro comprendono argomenti come quelli citati dal collega rspp.Secondo la mia opinione è altrettanto vero però che il medico del lavoro non possa da solo muoversi nel nostro ambiente senza la competenza fornita dalle altre figure professionali che possono incrementare la nostra professionalità. E ' per me oltremodo importante ricordarsi che le nostre conoscenze tecniche debbano essere in prima analisi di supporto alla CLINICA cosa indispensabile per un medico. Interdisciplinarietà ci caratterizza come figura professionale ma mai da soli.
Ciao,
Forse che la strada giusta per la corretta definizione e attribuzione di incarico di RSPP sia quella di un corso di Laurea interdisciplinare ad hoc ?
Meditate Rettori, Meditate!
Alla prox
Gabibbo!
A parziale risposta e precisazione del mio pensiero ai colleghi che hanno avuto la pazienza di leggere e rispondere al mio messaggio: forse mariobross voleva dire "un medico del lavoro dovrebbe fare il medico COMPETENTE". Io mi sento pienamente medico del lavoro nell 'ambito della mia attività di RSPP, e poi non concordo con chi scrive che le nostre conoscenze tecniche debbono essere soprattutto di supporto alla clinica. Infatti questo è vero per chi esercita la professione di medico del lavoro in ambito clinico; ribadisco di trovare quotidianamente riscontri che attestano (almeno per me) la bontà e la congruità della mia formazione ed esperienza specifica, nell 'espletamento delle funzioni di RSPP.
Sicuramente la funzione di RSPP è esercitata al meglio in ambito interdisciplinare: io stesso collaboro in pianta stabile con un ingegnere e mi avvalgo di consulenze tecniche; però vi assicuro che ho sperimentato personalmente in numerosissime occasioni come la competenza e l 'esperienza del medico del lavoro inserito in posizione dirigenziale nel SPP giuochino un ruolo irrinunciabile nel definire il livello e il tipo di rischio e nel valutare la congruità degli interventi di prevenzione.
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