Salve,ho 34 anni e sono un dipendente di ruolo di un ente locale e svolgo mansioni di ausiliaria scolastica (pulizie,dispensa cibi, lavaggio piatti con movimentazione di piglie di stoviglie e cestelli carichi più volte al giorno ,a volte viene richiesta movimentazione di mobili e materiali) e nel 2006 sono stata operata con applizazione di placca in titanio per un ernia in c6/c7 che aveva compresso il condotto midollare a talpunto da rendere la gamba sx praticamente paralizzata e nei primi accertamenti ciò era stata scambiata per una sclerosi multipla in forma rara.
Dopo 6 mesi di malattia in cui sono stati effettuati 3/4 cicli di fisioterapia riabilitativa sono tornata al lavoro con delle limitazioni nella movimentazione dei carichi e nei lavoroi in altezza (da allora il senso dell'equilibrio è precario e i riflessi per ad esempio tenersi a qualcosa in caso di caduta sono pressochè inesistenti,la sensibilità agli stimoli dalla vita in giù è molto flebile e questo di ripercuote anche nella vita privata..., inoltre continuo formicolio e completa insensibilità agli arti superiori con quasi continui crampi diurni e notturni).
in questi anni ho già chiesto trasferimenti a mansioni amministrative e a parte un progetto durato circa 18 mesi e che era sperimentale (poi sospeso per motivi di bilancio per cui sono dovuta tornare a ricoprire il mio incarico di ausiliaria in cui mancava personale)ho sempre continuato a svolgere il mio lavoro nell'ambito scolastico ma intendo continuare a fare domande di trasferimento sapendo per certo che vi sono posti liberi con livello corrispondente.
Di recente nel mese di marzo ho effettuato una visita fisiatrica ,nella quale mi è stato spegato che l'operazione è stata fatta a un soffio da un peggioramento che avrebbe portato ad una inabilità permanente (probabilmnete destinata alla carrozzina) e che avrei dovuto affrontare una nuova operazione in quanto sopra alla protesi era presente un'ernia che nella precedente non hanno ritenuto di dover rimuovere per non rendere l'articolazione cervicale rigida ,quasi immobile .
La visita è stata accurata e meticolosa ed è risultato anche una sindrome di tunnel carpale (poi confermata con un emg) molto degenerato a dx e abbastanza avanzato a sx entrambi da operare.
in seguito e su consiglio del fisiatra effettuo una visita neurochirurgica dove mi avevano operato in precedenza ,dove mi si prescrive una TAC per ulteriori valutazioni sulla gravità della situazione e per decidere la prioprità d'intervento tra l'ernia e il tunnel che sto prenotando in questi giorni.
Entrambi gli specialisti concordano nel
VIETARMI COMPLETAMENTE QUALSIASI MOVIMENTAZIONE DI CARICO E AFFATICAMENTO DEGLI ARTI SUPERIORI NONCHE' L'ESENZIONE DAI LAVORI IN ALTEZZA SI IN AMBITO LAVORATIVO CHE PRIVATO.
Ho presentato questi certificati al MD dell'ente che non ha fatto altro che fotocopiarli e ricornfermare le limitazioni già presenti prima di questi documenti,tra l'altro gli ho chiesto di essere più specifico nella prescrizione (ad esempio non sollevare più di tot kg...)e mi ha detto che non può,ed ogni qual volta gli è stato richiesto di essere più assertivo nella sua valutazione visto che (A VOCE) considerava la mia situazione ben complessa ,mi è stato risposto che occorreva essere cauti perchè avrei anche rischiato di perdere il lavoro se ritenuta non idonea.In parte è vero lo so , ma le stesse parole mi sono state dette da un dirigente, in modo per scoraggiare e creare paura nel richiedere ulteriori valutazioni.
le mie domande sono:
1) un MDL può sottovalutare le certificazioni degli specialisti o peggio non dargli alcun peso?
2) Un medico non dovrebbe occuparsi della parte sanitaria e non burocratica degli interessi del paziente? (questo nello specifico mi ha sempre dato l'imprtessione di tutelare l'ente spaventando il paziente inculcando il dubbio di perdere il posto se si azzardava ad andare oltre)capisco mettere al corrente delle eventualità ma ribattere sempre sull'ipotesi di essere licenziato....mi sembra un metodo di minaccia psicologica
3) E' possibile (ma sopratutto c'è qualcuno che le fa anche se si rischia di contrastare il parere di un collega?) fare una visita privata da un medico competente per avere un'altra diagnosi e sottoporla al datore di lavoro ?
4) accetto niominativi di qualche medico competente che visita privatamente in piemonte/lombardia anche sulla mia casella privata.
Sono stata piuttosto lunga ma non sapevo come meglio spegarmi,spero e attendo consigli e opinioni,grazie
Gentile signora, comincio col dirle che il lavoratore non può scegliere di fare una visita da un altro medico competente (MC), in quanto il medico competente è solamente il medico del lavoro che viene nominato dal datore di lavoro. Detto questo lei ha diritto, se ritiene che il giudizio emesso dal medico competente non tenga in sufficiente considerazione la sua patologia ,di presentare ricorso ai sensi dell'art. 41 c 9 del Dlgs 81/08 entro 30 gg dal ricevimento della copia del giudizio scritto dal MC al servizio di vigilanza (Sptresal o Spisal a seconda delle regioni) della sua ASL che potrà modificare il suo giudizio.Alla ASL può rivolgersi anche per assistenza.
Per quel che riguarda il mc non dovrebbe sottovalutare o come dice Lei non considerare i certificati specialistici presentati dal lavoratore , ma il suo compito è proprio quello di valutare sulla base di tutti i dati in suo possesso e conoscendo l'ambiente di lavoro l'idoneità/ o l'inidoneità alla mansione anche indicando limitazioni o prescrizioni. Se un lavoratore risultasse non idoneo alla mansione è dovere del datore di lavoro adibire DOVE POSSIBILE il lavoratore ad altra mansione.In un ente pubblico credo che questa possibilità sia presente.
La ringrazio per la sua cortese e esaustiva risposta. Al momnmemto i 30 gg sono ormai passati essendo stata la visita in aprile,ma
dopo gli accertamenti ulteriori che mi appresto a fare chiederò un'ulteriore visita al medico competente (che tra le altre cose è stato di recente sostituito ) e in caso seguirò il suo consiglio.
Sì di posti ce ne sono (per lo meno 6/7) ma c'è una certa riluttanza ad utilizzarli ,l'amministrazione dopo anni di trasferimenti regalati al primo che alzava il dito ,ora si trincera dietro alle necessità di bilancio e alla non necessità di ricoprire quei posti vacanti...
Fiò, da molto tempo verifico con regolarità i comportamenti dei medici a vari livelli, dal medico di base, agli specialisti, per non parlare dei medici del lavoro, competenti o autorizzati.
La tutela del lavoratore è una sorta di barzelletta che ci raccontano da tempo.
Le leggi di tutela esistono sulla carta e forse sono anche troppe.
Sono convinta che alcune i medici nemmeno le conoscano...
Se le conoscono, le dimenticano, fingono di dimenticarle o non so nemmeno io cosa ne fanno...
Casi come il tuo sono numerosissimi.
Nessuno vuole certificare... mettere su carta e firmare.
Siamo patate bollenti che i signori si passano l'uno all'altro in un giro senza fine.
E c'è di più: i signori medici competenti si sentono loro vittime del sistema.
Per cominciare dovrebbero riprendere in mano il loro codice deontologico.
Poi potrebbero rileggere, ammesso l'abbiano fatto mai, il loro giuramento... che ormai non va più di moda.
Non parlo con astio, anzi...
Sono invece una persona estremamente vicina alla medicina e convinta che la figura del medico meriti più rispetto e considerazione.
Per questo alcuni soggetti non dovrebbero nemmeno avvicinarsi a una professione così delicata.
In bocca al lupo, Fiò
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