Il portale del Medico del Lavoro Competente

Ricerca

Login

Informazioni

Permesso di lettura:
Tutti gli utenti
Permesso di scrittura:
Utenti registrati

Network

Art. 41 lettera e-ter)

Questo argomento ha avuto 4 risposte ed è stato letto 2638 volte.

mdr66

Nessun avatar per questo utente
Provenienza
Sondrio
Professione
Altro (Non presente in elenco)
Messaggi
3
  • Art. 41 lettera e-ter)
  • (09/02/2012 09:06)

Mi ritrovo in una condizione particolare e non so bene come affrontarla.
Dopo circa 3 mesi di malattia a seguito di un infortunio occorsomi a casa (lesione dei legamenti della caviglia) ora devo rientrare al lavoro anche se la mia situazione non è completamente guarita (lo specialista mi ha certificato che il danno è permanente).
Mi sono messo in contatto con l'Azienza (trattasi di Ospedale) la quale mi ha fissato per la giornata successiva al mio ultimo giorno di malattia e quindi nella giornata che io dovrei riprendere il lavoro (comincio alle 07.30) la visita dal Medico Competente (verso le 12.00)ma mi ha invitato a prendermi un giorno di ferie per quella giornata.
Io credo che tutto questo non sia giusto anzi, lo ritengo scorretto.
E poi? Io non credo che il medico competente dopo aver letto la relazione del mio specialista possa dichiararmi idoneo ma certamente mi dovrà sottoporre ad ulteriori accertamenti da parte dell'Azienda e quindi passeranno altri giorni... ...in quei giorni, visto che certamente non potrò svolgere le mie "tradizionali mansioni" alla luce del fatto che non ci sarà il benestare del medico competente come dovrò comportarmi? L'azienda mi suggerirà (o forse imporrà) ulteriori ferie...
Visto che il D.L.vo non indica un modo come operare, qual'è la cosa giusta visto che io non sono tenuto a fare ferie per far fronte ad un obbligo dell'Azienda al fine di riammetermi in servizio?

bernardo

bernardo
Provenienza
Parma
Professione
Medico del Lavoro
Messaggi
1018
  • Re: Art. 41 lettera e-ter)
  • (09/02/2012 20:44)

L'art. 15 comma 2 dice "Le misure relative alla sicurezza, all’igiene ed alla salute durante il lavoro non devono in nessun
caso comportare oneri finanziari per i lavoratori.". La perdita di un giorno di ferie costituisce un onere finanziari (tant'è che nell'impossibilità di usufruirne le ferie devono essere pagate). Il giorno della visita medica è un giorno di lavoro a tutti gli effetti. Si rivolga al suo RLS.

mdr66

Nessun avatar per questo utente
Provenienza
Sondrio
Professione
Altro (Non presente in elenco)
Messaggi
3
  • Re: Art. 41 lettera e-ter)
  • (20/02/2012 14:59)

Vorrei proseguire con la "storia" perchè la questione si è evoluta.
L'Azienza Sanitaria dopo aver preso atto della mia determinazione nel non accetare proposte che andavano in contrasto con la normativa vigente, mi hanno invitato ad entrare in servizio alle 13.30 (anzichè alle 7.30) e contestualmente recarmi dal MC per essere sottoposto a visita e successivamente, recarmi in "corsia" per riprendere l'attività lavorativa.
L'esito della visita è stato, a mio avviso, deprimente e questo perchè il MC è un dipendente stesso dell'Azienda in cui lavoro e di conseguenza non può mettersi nella condizione di creare difficoltà all'Azienda stessa indicando nel verbale la mia non idoneità a quella mansione.
Di fatto io ho presentato al MC una documentazione prodotta da medico ortopedico specialista nel quale si certifica che la mia lesione è permanente e di conseguenza che non potrei svolgere la mia consueta attività (infermiere in un reparto con poco personale e molti malati).
Il MC ha dato una semplice lettura del documento senza neppure acquisirlo. L'esito è stato di idoneità con svolgimento di attività in maniera graduale (cosa peraltro impossibile in un reparto di ospedale perchè se sei nel turno non puoi fare qualcosa e poi riposarti...).
Comunque, quel giorno, dopo la visita ho provato a lavorare ma, verso fine turno ho chiamato casa per farmi venire a prendere perchè non riuscivo più a stare in piedi.
Da quel giorno poi, sono a casa perchè l'Azienda Sanitaria ha pensato bene di mettermi in ferie d'ufficio per le giornate che avevo maturato nel 2011 e che non avevo ancora goduto.
Ora, vero è che posso fare ricorso entro 30 giorni al verbale di idoneità prodotto dal MC ma, quale esito avrò se la commissione che esaminerà il mio verbale è anch'essa dipendente della stessa struttura sanitaria? Il MC non avrebbe dovuto prendere in considerazione la relazione dello specialista ed eventualmente farmi sottoporre ad ulteriore visita da altro specialista ortopedico (considerato che lo stesso MC non è un ortopedico) prima di emettere un giudizio di idoneità? Come mi devo comportare ora? Se al mio rientro i primi di marzo io non riuscirò a lavorare o peggio ancora, la mia caviglia cederà di chi sarà la responsabilità ed eventualmente potrò citare in giudizio il MC per la sua (a questo punto) negligenza nel non aver preso in considerazione la relazione dello specialista ortopedico?

lorenzof

Nessun avatar per questo utente
Provenienza
Torino
Professione
Medico del Lavoro Competente
Messaggi
139
  • Re: Art. 41 lettera e-ter)
  • (20/02/2012 15:59)

...e come al solito la colpa è del MC. Sa cosa avrei fatto io, probabilmente, al posto del collega? avrei scritto che Lei non è idoneo temporaneamente, per un periodo di xx mesi, a deambulazione protratta, stazione eretta continua ed attività comportanti traino, spinta od uso dell'arto come perno. Avrei certamente preso per buona la sua documentazione (perchè mai bisognerebbe confutarla? C'è il sospetto che vi sia qualcosa che non funziona?) ed avrei concluso come ho scritto sopra. Poi, problemi suoi se l'amministrazione non riesce a ricollocarla (per un infortunio domestico, come ha detto Lei, non sul lavoro, ove potevano forse configurarsi responsabilità aziendali), la saluta cordialmente e la sospende dal servizio per il periodo previsto dal giudizio di idoneità. Ma io non sono (per Sua fortuna) il medico competente della Sua struttura. La legge è chiara, caro signore: non è d'accordo con quanto scritto dal collega? Faccia ricorso invece di italicamente lamentarsi e pontificare alle spalle di chi ha l'arduo compito di tutelare la Sua salute. Non minacci. Scriva. E si assuma le Sue responsabilità dinanzi all'amministrazione ed al collega. Si ricordi, però, che c'è anche la diffamazione....

mdr66

Nessun avatar per questo utente
Provenienza
Sondrio
Professione
Altro (Non presente in elenco)
Messaggi
3
  • Re: Art. 41 lettera e-ter)
  • (20/02/2012 21:34)

Gent.mo MC, la ringrazio per la sua disamina ma, è ovvio che il suo ruolo, in questo momento è quello di prendere le difese di un Suo collega... ...cosa che peraltro è ovvia ma, la verità è che io non ho accusato nessuno ma solo e semplicemente illustrato quello che mi sta accadendo aggiungendo un mio personale commento (che hanno fatto tutti coloro ai quali ho raccontato la mia storia)
Sono fermamente convinto che colui che deve valutare la mia idoneità al lavoro, innanzi a un documento prodotto da uno specialista, se non lo prende neppure in considerazione, è un professionista superficiale; se invece non lo ritiene esaustivo o comunque di parte dovrebbe almeno avviarmi a visita da altro specialista per poter avere ulteriore riscontro alla tesi del "mio" specialista
Ribadisco che, se quel MC è anche dipendente della stessa struttura per la quale sia io che lui lavoriamo, deve comunque rendere conto alla struttura stessa.
Vede, la Sua valutazione, più che mai precisa e corretta (...avrei scritto che Lei non è idoneo temporaneamente, per un periodo di xx mesi, a deambulazione protratta, stazione eretta continua ed attività comportanti traino, spinta od uso dell'arto come perno.) era forse quella che il MC avrebbe dovuto scrivere ma, come detto sopra avrebbe imposto all'Azienda Sanitaria a trovarmi una nuova soluzione lavorativa (visto che la mia professionalità e le mie mansioni sono proprio quelle di deambulazione protratta e stazionamento eretto continuativo ecc..) cosa che invece, così facendo, ha evitato.
Venendo poi al mio infortunio domestico, è giusto che io le dica come è avvenuto: al rientro da un turno notturno sono inciampato e caduto dalle scale e questo io lo collego alla stanchezza di una delle tante notti lavorate; io non sempre vado a dormire al rentro da un turno notturno perchè ho una famiglia e una casa da gestire ma queste sono questioni personali che forse, per coloro che lavorano di giorno e non fanno turni (anche notturni) non possono sempre capire
Per quello infine che riguarda la legge Lei ha perfettamente ragione peccato che mi hanno chiesto di fare la visita dal MC in un giorno di ferie al termine della malattia ed ora mi hanno imposto le ferie d'uffico a me che ho 2 settimane dell'anno scorso mentre ai colleghi che ne hanno oltre 20 giorni non gli viene proposto nulla anzi. Le ferie d'ufficio servono, a detta dell'Azienda ad allungare i tempi del mio rientro con la speranza che la mia caviglia possa tornare ad essere efficiente.
Io mi assumo le mie responsabilità e quasi certamente farò ricorso al verbale del MC anche se, come già detto, la commissione che valuta il mio ricorso è interna alla struttura per cui lavoro (perchè questo è quello che prevede la legge)e l'esito appare più che mai scontato.
Quello che io vorrei capire è solo e semplicemente una cosa: se al mio rientro al lavoro la caviglia dovesse cedere nel corso dell'attività lavorativa il MC che non ha considerato quanto scritto dallo specialista è responsabile di qualcosa o alla fine sono solo problemi miei e della mia caviglia?

MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507

Privacy | Contatti