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uso detergenti e sorveglianza sanitaria

Questo argomento ha avuto 5 risposte ed è stato letto 4034 volte.

VAJRA_CLAUDIO

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Medico Competente
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  • uso detergenti e sorveglianza sanitaria
  • (21/03/2012 16:35)

Chiedo un parere su questo aspetto.
In generale ritengo che l'utilizzo di comuni detergenti di tipo domestico non dia adito di per sè alla sorveglianza sanitaria degli addetti alle pulizie (fatta salva l'esistenza di altri fattori di rischio).
In una scuola capita che i collaboratori scolastici (bidelli)che effettuano le pulizie utilizzano un detergente nella cui scheda di sicurezza è riportato ,fra l'altro, quanto segue: "limiti di esposizione delle sostanze contenute: Idrossido di Sodio TLV STEL: C2mg/m3.
Io credo che l'utilizzo di una sostanza per la quale è stato definito un valore limite di soglia di esposizione configura di per se' la necessità di effettuare la sorveglianza sanitaria ai lavoratori che utilizzano il prodotto.Questo anche qualora una valutazione delle concentrazioni e dei tempi di esposizione indichi che il valore soglia non viene superato. Siete d'accordo ? Oppure è possibile da parte del datore di lavoro adottare cautele tali da permettere di evitare la sorveglianza?
Altra domanda : ritenete che la sorveglianza possa riguardare anche altro personale che frequenti gli ambienti dove è utilizzato il prodotto ?

nofertiri9

nofertiri9
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Napoli
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  • Re: uso detergenti e sorveglianza sanitaria
  • (23/03/2012 02:10)

VAJRA_CLAUDIO il 21/03/2012 04:35 ha scritto:
Chiedo un parere su questo aspetto.
"limiti di esposizione delle sostanze contenute: Idrossido di Sodio TLV STEL: C2mg/m3.

TLV STEL in italiano si traduce in "valore limite di breve termine", e significa la concentrazione alla quale un lavoratore non può essere esposto per più di 15 minuti per non più di 4 volte nell'arco di una giornata lavorativa, a distanza remporale non inferiore a 1 h tra le esposizioni. Ma quando c'è quella C significa TLV Ceiling, ovverossia la concentrazione anche istantanea che non deve mai essere superata. E' caratteristica delle sotanze che possono risultare letali o arrecare danni irreversibili
L'idrossido di sodio è conosciuto molto più comunemente come "soda caustica", ed il valore si riferisce all'inalazione di polveri di soda, che è una sostanza solida ma in soluzione acquosa è estremamente corrosiva (R 35) che secondo il Reg. CE 1272/08 risulta corrosiva per la cute in concentrazioni (soluzione acquosa) >5% in cat. 1A, in cat. 1B per concentrazioni tra il 2,5 e il 5% e in cat.2 per concentrazioni < 2,5%. In compenso, è fortemente irritante per gli occhi anche al di sotto del 2%, sopra questa soglia si rischia di perdere l'occhio in cui può arrivare lo schizzo. Ah, già; non vi ho mai raccontato che adesso, con il Reg. CE 1272/08 le categorie di rischio 1A, 1B e 2 quando si identificano gli organi/apparati bersaglio alla caratteristica di pericolo (H, da Hazard, in questo caso H314 per la pelle e H319 per gli occhi) occorre anche classificare il rischio in categorie, proprio come i cancerogeni e mutageni: dire H314 Cat. 1A non significa che ti viene il cancro ma solo che se ti va sulla pelle ti ci lascia l'ustione chimica, e se ti finisce nei polmoni soprattutto in polvere con l'acqua nelle nostre mucose altro che 5%, te li smangia dal naso sino a che riesce a sciogliersi ancora.
Peraltro, i 2 mg/mc valgono anche come nebbia: non come vapore, perchè la soluzione di soda ha la stessa tensione di vapore dell'acqua e, per fortuna di tutte le casalinghe, non evapora velocemente: ma un pochetto comunque sì, specie su superfici calde (ovviamente...). Avete presente la schiuma del fornet per pulire i forni? ecco, quella è una soluzione di soda, ed infatti -se non si risciacqua- il forno poi, ogni volta che lo accendi ,prende quell'odoraccio acre che brucia la gola.
In Igiene occupazionale, la presenza di un TLV Ceiling ci dice che il rischio per la sicurezza non può MAI essere basso, ma in teoria può essere irrilevante per la salute nel medio-lungo termine.
Non è però questo il caso della soda, la inalazione delle cui nebbie anche piuttosto diluite, molto meno del 2%, risulta comunque fortemente irritante delle prime vie respiratorie, e voi m'insegnate che, irrita oggi ed irrita domani, a naso, gola, faringe, laringe e trachea proprio benissimo non può fare.
Io suggerirei di fare delle campagne di valutazioni espositive ambientali, ci sono dei campionatorini passivi in gel di silice attivata con acidi su cui le nebbioline di soda formano sali che poi vengono analizzati come ione Na+, di solito in cromatografia liquida a scambio ionico ma - volendo- anche in spettofotometria di assorbimento atomico (ma è inutilmente costosa come indagine) o in fotometria a fiamma, la stessa che per fare la sodiemia ma diventa farraginosa perchè i fotometri a fiamma clinici sono tarati per i range di interesse clinico, e non è affatto detto che ci si arrivi.
Peraltro, prescindendo dal fatto che di questi tempi far spendere soldi a chiunque è un'impresa, per il banalissimo motivo che non ne girano, figuriamoci poi nella scuola, il mio consiglio assai pratico è prima di tutto vedere che concentrazione di soda c'è nel detergente, considerando le percentuali che ho indicato prima come punto di valutazione. Tenete presente che una soluzione 1N di soda ha pH pari a quasi 11, e si fa mettendo solo 40 gr di soda in un litro di acqua, ossia parliamo di 40/1000 ovvero il 4%, e chiunque abbia mai fatto una ciucciatina piccola piccola di soda 1N pipettando a bocca sa benissimo che è davvero ma davvero molto sgradevole, anche se non se l'è proprio bevuta: in quel caso, di corsa in pronto soccorso, dicendo che è soda ed augurandosi che vada tutto bene.
Ciò premesso, io mi sto un po' chiedendo perchè questo dubbio se lo sta ponendo un MC, per di più un MC sig. ASL: ma io ho dato il mio piccolo contributo, spero utile se non dirimente come vorrei fosse.
...certo che io-io Nofer un paio di paroline con chi ha fatto la VdRC della scuola e ha dimenticato di indicare la gestione delle emergenze in tema di RC (dallo sversamento a salire) le scambierei con piacere.
Operativamente, secondo me poichè in una scuola ritengo non vi sia la necessità di pulire alcunchè di caldo con la soda, ma al più i bagni e i lavandini che si disinfettano (e ci credo bene, con quei pH !!!) e vengono anche bianchissimi, una corretta formazione sulle modalità di impiego (mai a spruzzo da llontano, che lo schizzo rimbalza) e gli opportuni DPI (guanti e visierina paraschizzi che faremmo bene ad usare anche noi donne di casa con -appunto- soda ma anche varechina, acido muriatico, disincrostanti anticalcare, detergenti per vetri in base alcoli ed ammoniaca e dissolventi liquidi e spray per fornelli oltre che per i disgorganti) dovrebbero rendere non indispensabile la SS: però, io un'occhiatina una volta l'anno gliela farei dare, che se hanno la gola perennemente arrossata c'è qualcosa che non va come dovrebbe. Quindi, evitare i mesi molto freddi per la periodicità. Da tenere però presente che non si tratterebbe mai di una "malattia profesionale, in quanto pur provocando alla lunga gli stessi effetti dell'ammoniaca (che è una base addirittura meno forte) l'idrossido di sodio non rientra tra gli agenti causa di tracheobronchiti o di congiuntiviti croniche ricomprese negli elenchi delle MP. Quindi, non essendovi una malattia professionale correlata riconosciuta in teoria la SS è di tipo "consigliabile" ma non normato.

Mi sono di nuovo esibita in "Nofer e il rischio chimico", puntata "Cenni di prevenzione di infortuni da agenti chimici", e il titolo che parla di "infortuni" non è per nulla casuale. :)

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

VAJRA_CLAUDIO

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  • Re: uso detergenti e sorveglianza sanitaria
  • (27/03/2012 23:14)

nofertiri9 il 23/03/2012 02:10 ha scritto:

TLV STEL in italiano si traduce in "valore limite di breve termine", e significa la concentrazione alla quale un lavoratore non può essere esposto per più di 15 minuti per non più di 4 volte nell'arco di una giornata lavorativa, a distanza remporale non inferiore a 1 h tra le esposizioni. Ma quando c'è quella C significa TLV Ceiling, ovverossia la concentrazione anche istantanea che non deve mai essere superata. E' caratteristica delle sotanze che possono risultare letali o arrecare danni irreversibili
L'idrossido di sodio è conosciuto molto più comunemente come "soda caustica", ed il valore si riferisce all'inalazione di polveri di soda, che è una sostanza solida ma in soluzione acquosa è estremamente corrosiva (R 35) che secondo il Reg. CE 1272/08 risulta corrosiva per la cute in concentrazioni (soluzione acquosa) >5% in cat. 1A, in cat. 1B per concentrazioni tra il 2,5 e il 5% e in cat.2 per concentrazioni < 2,5%. In compenso, è fortemente irritante per gli occhi anche al di sotto del 2%, sopra questa soglia si rischia di perdere l'occhio in cui può arrivare lo schizzo. Ah, già; non vi ho mai raccontato che adesso, con il Reg. CE 1272/08 le categorie di rischio 1A, 1B e 2 quando si identificano gli organi/apparati bersaglio alla caratteristica di pericolo (H, da Hazard, in questo caso H314 per la pelle e H319 per gli occhi) occorre anche classificare il rischio in categorie, proprio come i cancerogeni e mutageni: dire H314 Cat. 1A non significa che ti viene il cancro ma solo che se ti va sulla pelle ti ci lascia l'ustione chimica, e se ti finisce nei polmoni soprattutto in polvere con l'acqua nelle nostre mucose altro che 5%, te li smangia dal naso sino a che riesce a sciogliersi ancora.
Peraltro, i 2 mg/mc valgono anche come nebbia: non come vapore, perchè la soluzione di soda ha la stessa tensione di vapore dell'acqua e, per fortuna di tutte le casalinghe, non evapora velocemente: ma un pochetto comunque sì, specie su superfici calde (ovviamente...). Avete presente la schiuma del fornet per pulire i forni? ecco, quella è una soluzione di soda, ed infatti -se non si risciacqua- il forno poi, ogni volta che lo accendi ,prende quell'odoraccio acre che brucia la gola.
In Igiene occupazionale, la presenza di un TLV Ceiling ci dice che il rischio per la sicurezza non può MAI essere basso, ma in teoria può essere irrilevante per la salute nel medio-lungo termine.
Non è però questo il caso della soda, la inalazione delle cui nebbie anche piuttosto diluite, molto meno del 2%, risulta comunque fortemente irritante delle prime vie respiratorie, e voi m'insegnate che, irrita oggi ed irrita domani, a naso, gola, faringe, laringe e trachea proprio benissimo non può fare.
Io suggerirei di fare delle campagne di valutazioni espositive ambientali, ci sono dei campionatorini passivi in gel di silice attivata con acidi su cui le nebbioline di soda formano sali che poi vengono analizzati come ione Na+, di solito in cromatografia liquida a scambio ionico ma - volendo- anche in spettofotometria di assorbimento atomico (ma è inutilmente costosa come indagine) o in fotometria a fiamma, la stessa che per fare la sodiemia ma diventa farraginosa perchè i fotometri a fiamma clinici sono tarati per i range di interesse clinico, e non è affatto detto che ci si arrivi.
Peraltro, prescindendo dal fatto che di questi tempi far spendere soldi a chiunque è un'impresa, per il banalissimo motivo che non ne girano, figuriamoci poi nella scuola, il mio consiglio assai pratico è prima di tutto vedere che concentrazione di soda c'è nel detergente, considerando le percentuali che ho indicato prima come punto di valutazione. Tenete presente che una soluzione 1N di soda ha pH pari a quasi 11, e si fa mettendo solo 40 gr di soda in un litro di acqua, ossia parliamo di 40/1000 ovvero il 4%, e chiunque abbia mai fatto una ciucciatina piccola piccola di soda 1N pipettando a bocca sa benissimo che è davvero ma davvero molto sgradevole, anche se non se l'è proprio bevuta: in quel caso, di corsa in pronto soccorso, dicendo che è soda ed augurandosi che vada tutto bene.
Ciò premesso, io mi sto un po' chiedendo perchè questo dubbio se lo sta ponendo un MC, per di più un MC sig. ASL: ma io ho dato il mio piccolo contributo, spero utile se non dirimente come vorrei fosse.
...certo che io-io Nofer un paio di paroline con chi ha fatto la VdRC della scuola e ha dimenticato di indicare la gestione delle emergenze in tema di RC (dallo sversamento a salire) le scambierei con piacere.
Operativamente, secondo me poichè in una scuola ritengo non vi sia la necessità di pulire alcunchè di caldo con la soda, ma al più i bagni e i lavandini che si disinfettano (e ci credo bene, con quei pH !!!) e vengono anche bianchissimi, una corretta formazione sulle modalità di impiego (mai a spruzzo da llontano, che lo schizzo rimbalza) e gli opportuni DPI (guanti e visierina paraschizzi che faremmo bene ad usare anche noi donne di casa con -appunto- soda ma anche varechina, acido muriatico, disincrostanti anticalcare, detergenti per vetri in base alcoli ed ammoniaca e dissolventi liquidi e spray per fornelli oltre che per i disgorganti) dovrebbero rendere non indispensabile la SS: però, io un'occhiatina una volta l'anno gliela farei dare, che se hanno la gola perennemente arrossata c'è qualcosa che non va come dovrebbe. Quindi, evitare i mesi molto freddi per la periodicità. Da tenere però presente che non si tratterebbe mai di una "malattia profesionale, in quanto pur provocando alla lunga gli stessi effetti dell'ammoniaca (che è una base addirittura meno forte) l'idrossido di sodio non rientra tra gli agenti causa di tracheobronchiti o di congiuntiviti croniche ricomprese negli elenchi delle MP. Quindi, non essendovi una malattia professionale correlata riconosciuta in teoria la SS è di tipo "consigliabile" ma non normato.

Mi sono di nuovo esibita in "Nofer e il rischio chimico", puntata "Cenni di prevenzione di infortuni da agenti chimici", e il titolo che parla di "infortuni" non è per nulla casuale. :)

VAJRA_CLAUDIO

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  • Re: uso detergenti e sorveglianza sanitaria
  • (27/03/2012 23:15)

VAJRA_CLAUDIO il 27/03/2012 11:14 ha scritto:

Si direi che hai ragione ! sempre preziosa..

bernardo

bernardo
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  • Re: uso detergenti e sorveglianza sanitaria
  • (28/03/2012 22:02)

Per me i collabotatori scolastici che utilizzano detergenti, disinfettanti ecc. sono a rischio "non irrilevante per la salute" e quindi sono da sottoporre a sorveglianza sanitaria. Ricordiamo che "non irrilevante" non significa rischio alto o "mortale" ma solo che non può essere trascurato. Anche ilr ischio di una dermatite da contatto o irritativa, ancorché non altamente invalidante, deve essere considerata "non irrilevante". Altrimenti succede (come è successo) che non si fa la sorveglianza sanitaria, poi il medico di base denuncia una DAC riconosciuta dall'INAIL, e il Datore di Lavoro è condannato anche perchè non ha disposto la sorveglianza sanitaria, e insieme a lui, se è stato nominato, anche il medico competente. Del resto, se il lavoratore deve usare i DPI (guanti, mascherine) il rischio è non irrilevante "ope legis". Il rischio "irrilevante" (artt.224-225) solo se non sono necessari i DPI.

nofertiri9

nofertiri9
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  • Re: uso detergenti e sorveglianza sanitaria
  • (28/03/2012 22:42)

bernardo il 28/03/2012 10:02 ha scritto:
Per me i collabotatori scolastici che utilizzano detergenti, disinfettanti ecc. sono a rischio "non irrilevante per la salute" e quindi sono da sottoporre a sorveglianza sanitaria.

Beh, se anche una vecchia "topona" ;-) della MdL come graziano dice "no irrilevante", vuol dire che effettivamente non è irrilevante.
Sai, graziano, qual è il problema serissimo? che sin troppo spesso si continua a pensare che se una cosa "si fa a casa" non sia pericolosa... dimenticando quanti e quali incidenti domestici ci sono in un anno.
Ciò anche senza tener conto di quante cacchiarole di cose si fanno in casa che dagli oggi e dagli domani ti scassano pezzo a pezzo.

Nofer
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