Attualmente la prova di funzionalità respiratoria ritengo che venga eseguita da numerosi Colleghi in un buon numero di lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria (certamente quando la PFR stessa sia giustificata); alla luce delle nuove problematiche respiratorie di origine infettiva (vedi SARS) ritenete opportuno l 'uso di filtri antibatterici e comunque secondo Voi la stessa prova potrà essere un veicolo di potenziale infezione? Grazie anticipatamente
l 'unica possibilità sarà far pagare per una spirometria 2500 euro , il prezzo di uno spirometro portatile.
E ' una battuta ?
Certamente chi esegue esami spirometrici deve preoccuparsi di adottare le precauzioni necessarie ad evitare la trasmissione di malattie infettive nel corso dell’esame.
Vanno adottate regolarmente, in primo luogo, le procedure di disinfezione dell’apparecchio.
E’ opportuno, in secondo luogo, evitare di sottoporre all’esame soggetti portatori di malattie infettive o sospetti tali (nel caso della SARS soggetti che abbiano recentemente soggiornato in zone a rischio o che possano essere definiti “casi possibili” secondo le linee guida internazionalmente riconosciute) sino a che il sospetto non possa essere escluso. Il problema mi pare peraltro più rilevante per la tubercolosi.
Evitare di effettuare manovre inspiratorie forzate, se non ove siano necessarie alla definizione diagnostica, può ulteriormente contribuire a ridurre il rischio.
Per quanto riguarda specificamente l’uso di filtri occorre verificare che le resistenze introdotte dal filtro non comportino il mancato rispetto degli standard (ex ATS) relativi alle resistenze dello strumento. Segnalo, a tale proposito, che alcune ditte produttrici di filtri esibiscono documentazioni che attestano che il filtro, quanto a resistenze, rispetta gli standard ATS. Tuttavia occorre dimostrare che l’insieme filtro+ spirometro rispetta tali standard, altrimenti è solo una presa in giro
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti