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Ma di cosa stiamo parlando?

Questo argomento ha avuto 5 risposte ed è stato letto 2309 volte.

tcam

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  • Ma di cosa stiamo parlando?
  • (18/07/2012 00:59)

Se ci soffermiamo un attimo a leggere attentamente il testo dell'81, notiamo che "i mostri" che fanno capolino tra le righe del decreto sono numerosi e multifronti.
Recentemente mi sono posto (chettefrega direte voi) il problema di distinguere e capire le differenze tra i termini "prevenzione" e "promozione" riferiti alla salute dei lavoratori.
Sono termini abusati nel decreto ma così aleatori, generici e confusi da rappresentare solo fonte di equivocità e effettivo disorientamento applicativo se mai qualcuno decidesse di dar loro credito nei termini in cui sono presentati.
Il concetto di "promozione della salute", araba fenice assoluta ed irripetibile, trionfa in coppia matrimoniale nel decreto con il termine prevenzione, ma credo che ben pochi abbiano un'idea sia pur vaga di cosa intenda e sottenda.
Se non siete ancora irritati da quanto sto scrivendo, toglietevi il gusto di vedere la pagina allestita dall'ISPESL-INAIL in materia: http://www.ispesl.it/whp/index.asp
So e capisco bene che ben altri siano i problemi che vi affliggono rispetto a quelli che porto alla vostra attenzione (purtroppo per voi con una certa frequenza), ma....(si dice a Firenze: tutto fa, disse chi pisciava in Arno).
Vi riporto di seguito alcuni passi dell'81 che parlano di "promozione della salute".
Se credete di aver qualcosa da dire, nel bene o nel male, a voi la parola.
Tcam
Testo dell'81
Art 2, comma 1, lettera:
p) «sistema di promozione della salute e sicurezza»: complesso dei soggetti istituzionali che concorrono, con la partecipazione delle parti sociali, alla realizzazione dei programmi di intervento finalizzati a migliorare le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori;

v) «buone prassi»: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro, elaborate e raccolte dalle regioni, dall'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL), dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) e dagli organismi paritetici di cui all'articolo 51, validate dalla Commissione consultiva
permanente di cui all'articolo 6, previa istruttoria tecnica
dell'ISPESL, che provvede a assicurarne la più ampia diffusione;

Art.6, comma 8
La Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro ha il compito di:
c) definire le attività di promozione e le azioni di prevenzione di cui all'articolo 11;
d) validare le buone prassi in materia di salute e sicurezza sul lavoro;

Art. 9.
Enti pubblici aventi compiti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
2. L'ISPESL, l'INAIL e l'IPSEMA operano in funzione delle attribuzioni loro assegnate dalla normativa vigente, svolgendo in forma coordinata, per una maggiore sinergia e complementarietà, le seguenti attività:
…………………………………………………………………..
f) promozione e divulgazione, della cultura della salute e della sicurezza del lavoro nei percorsi formativi scolastici, universitari e delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, previa stipula di apposite convenzioni con le istituzioni interessate;


Art. 25.
Obblighi del medico competente
1. Il medico competente:
a) collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi, anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, all'attività di formazione e informazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e alla organizzazione del servizio di primo soccorso considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalità organizzative del lavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmi volontari di «promozione della salute», secondo i principi della responsabilità sociale;

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La Redazione

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  • Re: Ma di cosa stiamo parlando?
  • (19/07/2012 00:23)

Vedi Tiziano, le cose semplici non si addicono alle nostre leggi. Abbiamo bisogno di un linguaggio pomposo ed enfatico che nasconde spesso pochezza di contenuti.
Nella comune prassi per prevenzione si intendono tutte le azioni 'previste in qualche modo dalla norma' che eliminino o riducano il rischio. Per promozione della salute invece tutte le attività che conducano a miglioramenti delle condizioni di salute dei lavoratori non obbligatorie per legge (campagne e azioni per l'alimentazione corretta, la cessazione del fumo, attivita' fisica ecc.)

La redazione di MedicoCompetente.it

dr.alesiani

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  • Re: Ma di cosa stiamo parlando?
  • (19/07/2012 07:04)

La Redazione il 19/07/2012 12:23 ha scritto:
Vedi Tiziano, le cose semplici non si addicono alle nostre leggi. Abbiamo bisogno di un linguaggio pomposo ed enfatico che nasconde spesso pochezza di contenuti.
Nella comune prassi per prevenzione si intendono tutte le azioni 'previste in qualche modo dalla norma' che eliminino o riducano il rischio. Per promozione della salute invece tutte le attività che conducano a miglioramenti delle condizioni di salute dei lavoratori non obbligatorie per legge (campagne e azioni per l'alimentazione corretta, la cessazione del fumo, attivita' fisica ecc.)

.........e allora bisogna mettersi d'accordo! Per quale motivo viene contestato nel protocollo sanitario la presenza dell'assetto lipidico ed uricemia!

Mario

nofertiri9

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  • Re: Ma di cosa stiamo parlando?
  • (19/07/2012 12:11)

dr.alesiani il 19/07/2012 07:04 ha scritto:
.........e allora bisogna mettersi d'accordo! Per quale motivo viene contestato nel protocollo sanitario la presenza dell'assetto lipidico ed uricemia!

Si parlava giusto ieri della questione nella pagina fb dell'asmeco, dove una vostra collega sottolineava esattamente l'aspetto portato per esempio da alesiani che viene a volte contestato adducendo "improprie spese a carico del DdL" quando si parla di indagini a carattere generale. E siccome l'avevo già scritto, mi copioincollo da sola:

mah, guarda, io non sono concenttualmente contraria. Solo ritengo che le due cose debbano essere lasciate distinte, perchè la SS è deve essere mirata ai rischi lavorativi. Se poi il DdL acconsente per una sua pura "liberalità" a farsi carico di un certo determinato plafond di indagini ematochimiche ben venga che togliamo spese al SSN e portiamo soldini freschi ai colleghi analisti che sono con l'acqua ben più su della gola, ma questo punto su base volontaria: tu impiegato X vuoi fruire di questo bonus? e non lo si deve discriminare o limitare per questo. Diverso può essere invece il caso di un lavoratore con "acciacchi suoi" ma che possono essere inficiati dal lavoro ovvero inficiarne la mansione, che secondo me richiedono un protocollo ad hoc personalizzato, il che ci sta anche con quel criterio dei "gruppi particolari" che però a quel punto richiede un aggiornamento del DVR, e ci sta anche con quell'art. 18 commillo 1.c). Siccome vengo da una scuola di pensiero laboratoristico che sostiene che un buon emocromo con formula "vera" (al microscopio, intendo, per la qualitativa di leucociti ed emazie), un quadro proteico corretto e un esame delle urine non eccessivamente meccanizzato con una ves vera di 1^ e 2^ ora ti dicono se il tipo sta bene complessivamente o no, io d'ingresso e periodicamente ogni 5 anni almeno quelli li farei fare per tutti. Poi, se esce l'intoppo, e solo a chi esce ovviamente, eventualmente si va ad approfondire, ma "di concerto" con il MMG.
Ciò, perchè non c'è un programma del genere armonizzato a livello sia nazionale che locale di "promozione alla salute", ma si chiede per art. 25 al MC di "collaborare" a questi programmi. Che ...zzo collaboro, se i programmi non ci stanno, me l'invento!

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

brunofarruggia

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  • Re: Ma di cosa stiamo parlando?
  • (19/07/2012 12:23)

dr.alesiani il 19/07/2012 07:04 ha scritto:
le campagne di protezione della salute si fanno di solito su grossi temi di rilevante importanza,molte volte riportati anche nei Piani Sanitari Nazionali(prevenzione cadiovasculopatie,prevenzione obesità ec....)Sono su adesione volontaria e possono comportare protocolli diagnostici differenti e piu' allargati da quelli messi in atto per la prevenzione da rischi specifici come da DVR ecco perchè ,a mio avviso,non possono fare parte della attività routinaria di S.S.



.........e allora bisogna mettersi d'accordo! Per quale motivo viene contestato nel protocollo sanitario la presenza dell'assetto lipidico ed uricemia!

brunofarruggia

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  • Re: Ma di cosa stiamo parlando?
  • (19/07/2012 12:25)

brunofarruggia il 19/07/2012 12:23 ha scritto:

Piccola correzione :"Le campagne di Promozione della Salute."

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