Buon giorno chiedo cortesemente se qualcuno puo' aiutarmi e indicar,mi la strada giusta da percorrere;
mia moglie lavora presso un'azienda dal 2006;a maggio di quest'anno per motivi assolutamente capibili l'azienda inizia a spostare il personale in altri reparti in base alle necessita' lavorative dovute alla crisi ;
mia moglie viene spostata in un altro reparto e poco dopo si e' sentita male con senso di soffocamento e pianto.Lei lo fa presente al caporeparto e ai suoi superiori i quali rispondono che non possono farci niente in quanto gli spostamenti fanno parte del loro nuovo programma produttivo e la continuano a spostare nei giorni successivi con ogni volta la stessa crisi.Mia moglie rimene a casa una settimana con certificato del medico di base per ansia;al ritorno in azienda mia moglie porta un cerificato del medico di base dove attestava che lo spostamento di reparto le provocava questa crisi d'ansia e se potevano aiutarla; l'azienda risponde che quel certificato non vale in quanto per loro vale solo il certificato del loro medico competente e la inviano a visita presso di lui.Lo stesso giorno viene visitata dal medico competente il quale diagnostica non ansia ma attacco di panico e gli cosiglia una visita psichiatrica per risolvere il problema mentre lui parlava con l'azienda per vedere come fare.
Il giorno seguente mia moglie viene nuovamente spostata con nuova crisi e alla richiesta di come mai veniva spostata nonostante la visita appena fatta ,come risposta gli viene data che il medico competente l'ha ritenuta idonea per la mansione.da qui crisi totale tanto che porto mia moglie a fare una visita psichiatrica da un primario e direttore di un reparto di igienementale dell ussl il quale certifica attacchi di panico con agorofobia : con questa diagnosi mia moglie con raccomandata fa richiesta scritta di poter essere auitata facendogli svolgere qualsiasi mansione ma all'inerno delsuo reparto dove stava bene fino a guarigione con allegato il certificato del primario.
L'azienda risponde con raccomandata che la domanda di mia moglie non puo' essere accolta in quanto il loro medico competente l'ha ritenuta idonea e per loro altri certificati non sono validi.
La situazione e' cosi' precipitata tanto che ora mia moglie e' ricoverata in un reparto psichiatrico per depressione maggiore episodio singolo con la voglia di farla finita perche' a suo dire nessuno
l'aiuta.
abbiamo fatto ricorso al giudizio del medico competente attravesro lo spisal il quale pero' giustamente ha definito l'operato del medico competente corretto in quanto il problema e da inviare all ex art 5 legge 300/70 dimostrando a noi il certificato redatto dal medico in cui invitava l'azienda a richiedere detta visita in quanto riconosceva che mia moglie era malata.
Ora stiamo aspettando questa visita richiesta da noi.
Perdonatemi la lunghezza del racconto ma sono disperato non voglio perdere mia moglie voglio solo capire chi ha sbagliato e ha portato mia moglie in questo burrone e come posso dimostrarlo, gliel'ho giurato in cambio che non si faccia male .
Scusate ancora ,chiedo umilmente un cosiglio . GRAZIE!
gantile redazione potete dirmi qualcosa in riguardo ,ho visto che in molti hanno letto e nessuno ha espresso un giudizio;chiedo solo di capire se e' tutto corretto quello che ci e' capitato e percio' non si poteva fare altro ,oppure se la legge inponeva una strada precisa con diritti e doveri.
Mi sono rivolto a dei consulenti ma tutti dicono il contrario di tutto, ognuno ha una sua teoria ma nessuno riesce a dimostrare con certezza dove sta il giusto e dova sta l'errore.
Per favore.....
Da quello che lei scrive, l'opinione che mi sono fatto è che nessuno ha sbagliato. L'azienda ha provveduto ad una ristrutturazione, con traferimento di personale in altre sedi, del tutto legittima. Sempre basandomi su quanto lei riferisce, a sua moglie non è stata cambiata la mansione, ma la sede di lavoro, quindi non ha sbagliato neppure il medico competente, che esprime un giudizo di idoenità alla mansione, ma tuttavia rileva una situazione patologica per la quale potrebbe essere espressa, in sede ex art. 5 Legge 300/70, una inidoneità (augurabilmente temporanea) al lavoro, e non tanto alla mansione specifica. La patologia da lei descritta sembra effettivamente configurabile con un attacco di panico, il cui eventuo scatenante è il trasferimento, ma la cui origine non può essere considerata lavorativa. In questo quadro complesso, e tenendo conto delle limitate informazioni disponibili, riterrei prioritario seguire una appropriata terapia, a seguito della quale, se efficace, sua moglie dovrebbe essere iun frado diu riprendere il proprio lavoro.
Grazie infinite Sig. Bernardo per il tempo che mi ha dedicato ;sono d'accordo con quello che dice ma i duddi che ho sono riguardo alla modalita' di come sono andate le cose;mi spiego un' azienda puo' mandare un lavoratore alla visita del medico competente fuori dal periodo degli accertamenti annuali programmati se la mansione e' la stessa?L'azienda puo' fare a meno di ascoltare il consiglio del suo medico competente il quale certifica che la lavoratrice e' idonea alla mansione ma malata e quindi richiede una visita con ex art 5 legge 300/70? Come mai il medico competente non ha rilasciato a noi copia di tale certificato ma ne siamo venuti a conoscenza solo nel ricorso in quanto l'azienda come documentazione della visita ci ha fornito una mail dove il medico certificava l'idoneita' alla mansione con limitazione di non alzare pesi oltre 10 Kg ?L'azienda pur avendo in mano il certificato del suo medico competente che dichiarava mia moglie idonea ma malata e di fronte al certificato di uno specialista che attestava quale malattia aveva, puo' rispondere negativamente alla richiesta di mia moglie di essere aiutata in quanto il loro medico competente l'ha definita idonea senza aver un obbligo di appropfondimento del caso con eventualmente l'invio alla visita ex art 5 ?
Puo' spiegarmi se ha nozioni in merito come mai l'IMPS dopo 6 visite fiscali in tre mesi tutte che attestano la non idoneita' lavorativa, obbliga mia moglie ad una visita collegiale presso il loro istituto e con il motivo che la malattia e' provocata da un problema relativo azienda/mai moglie non puo' essere retribuita da loro e la ritiene idonea tanto che mia moglie si sente male con loro presenti e 50 minuti dopo e' all'interno del pronto soccorso e sedata per 3 ore per attacco d'ansia violento .
Veramente sono deluso e affranto in quanto non capisco come si possa fare cosi male ad una persona che dimostra di avere un problema ,vuole lavorare e chiedeva solo di essere aiutata ....tutto qui .Ora le cose sono gravi e credo che si poteva evitare con il buon senso e non con un muro contro muro .
Grazie se puo' rispondere .
Guardi, a questo punto la problematica si fa molto complessa, e non è assolutamente possibile fornire risposte in questa sede e con queste informazioni. Le consiglio, eventualmente, ricorrere a consulenti (Medico del Lavoro, Medico Legale, Avvocato, Patronato) che possano esaminare con la dovuta calma e i necessari approfondimenti tutta la vicenda inclusi gli atti formali prodotti.
La ringrazio davvero tanto ,capisco il disagio per rispondere anche perche' bisognerebbe esaminare i documenti presenti.
Spero solo di riuscire a risolvere qualcosa per poter dare a mia moglie
un po' di calma e stargli vicino fino a guarigione .ascolto il suo consiglio e provvedero' a farmi aiutare dalle persone da lei citate .
buon lavoro !
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