E' riportato da un giornale il caso di una dipendente di un'Azienda alimentare licenziata perchè il medico competente l'ha giudicata non idonea alla mansione specifica per epicondilite. Il giudice l'ha fatta poi riassumere:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2...egrata-nel-giro-di-3-mesi/369724/
Ci sono commenti?
La redazione di MedicoCompetente.it
Mi chiedo:
1) considerato che effettivamente una epicondilite può essere transitoria, perchè il medico competetente non ha dato una inidoneità temporanea? Forse l'ha fatto ma l'azienda ha protestato dicendo che non sapeva cosa far fare nel frattempo alla dipendente?
2) l'azienda ha valutato BENE l'impossibilità di adibirla a mansioni alternative? Questo è un passaggio che talune aziende sottovalutano, approfittando di una inidoneità per liberarsi (credono loro) di dipendenti fannulloni o rompiscatole.
"Il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l'imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile." W. Allen
non ci posso credere!!!!!!!
Ma veramente qualcuno pensa di licenziare con una semplice non idoneità del medico competente.
Non capisco, se sono stati i consulenti (avvocati, consulenti del lavoro ecc..) a consigliare il DL sono degli incapaci e vi posso assicurare che il mondo è pieno di questi soggetti che sanno tutto loro.
Se è stato il medico competente forse è meglio che si legge tutte e dico tutte le sentenze in materia.
Se il DL ha agito di rabbia allora tutto ci può stare.
La nostra non idoneità non conta nulla anzi meno di nulla, questa cosa credo che sia chiara a tutti vero?
Da quello che si legge direi che il comportamento aziendale è stato veramente suicida. Non ci credo che qualcuno ha suggerito di licenziare per una cosa simile. Soprattutto vista l'inconsistenza della non idoneità per una patologia acuta e di questo tipo. Mi fa ridere l'avvocato che ne parla come se avesse vinto chissà che causa: bastava uno studente di legge al primo anno e fuoricorso. Suggerirei caldamente all'azienda di evitare di andare oltre, se la causa si basa solo su quanto scritto nell'articolo.
sosi il 02/10/2012 03:47 ha scritto:
non ci posso credere!!!!!!!
La nostra non idoneità non conta nulla anzi meno di nulla, questa cosa credo che sia chiara a tutti vero?
Beh,non è proprio cosi! Effettivamente la non idoneità (anche temporanea) può costituire giusta causa di licenziamento.
Occorre però che l'azienda abbia applicato l'art. 42, cioè abia esperito tutti i tentativi per adibire la lavoratorice da altra mansione.
Altra questione è la correttezza del giudizo del medico competente. Dall'articolo non emerge se l'inidoneità era permamente o temporanea, macambia poco. Da quel che si capisce (si parla di commisisone ASL) la lavorattrice ha fatto ricorso all'asl, l'asl ha modificato il giudizio (da inidonea a idonea con limitazioni) e quindi a quel punto, non essendo più inidonea, il licenziamento per inidoneità diventa ipso facto illegittimo. In pratica o l'azienda ha agito su consilgio di sprovveduti consulenti, o ci ha provato!
bernardo il 02/10/2012 11:30 ha scritto:
Beh,non è proprio cosi! Effettivamente la non idoneità (anche temporanea) può costituire giusta causa di licenziamento.
Occorre però che l'azienda abbia applicato l'art. 42, cioè abia esperito tutti i tentativi per adibire la lavoratorice da altra mansione.
Altra questione è la correttezza del giudizo del medico competente. Dall'articolo non emerge se l'inidoneità era permamente o temporanea, macambia poco. Da quel che si capisce (si parla di commisisone ASL) la lavorattrice ha fatto ricorso all'asl, l'asl ha modificato il giudizio (da inidonea a idonea con limitazioni) e quindi a quel punto, non essendo più inidonea, il licenziamento per inidoneità diventa ipso facto illegittimo. In pratica o l'azienda ha agito su consilgio di sprovveduti consulenti, o ci ha provato!
Nel quotare come si vede integralmente la posizione di bernardo, e con buona pace di tutti, io mi permetterei di aggiungere che l'epicondilite o "gomito del tennista" rientra tra le patologie di elevata probabilità per origine professionale, segnatamente al punto 04 della lista 1, gruppo 2 = agenti fisici.
Dall'articolo io leggo che la mansione della signora consisteva in "cernita, confezione e cartonatrice delle patate", e anche se non ho mai visto come si fa la cernita di patatine fritte ho seguito altre cernite similari, e vi assicuro che in numero di movimenti è letteralmente impressionante. Nella cernita delle "pummarole" per farci i pelati le lavoratrici, a parte che in genere sono tante e lavorano in linea, il numero di movimenti al minuto è decisamente alto, nella cernita dei frustoli di foglie di tabacco, a mio avviso più assimilabile, è impressionante, sono in fascia viola. E infatti, in un'azienda che seguivo ed al fine limitare l'insorgenza di questi acciacchi, che sono meno infrequenti di quanto sembri, decidemmo di fare lavorare le operaie un giorno sul lato sinistro ed il giorno successivo sul lato destro del nastro battitore/trasportatore, in modo di bilanciare per quanto possibile gli sforzi ripetuti sul braccio destro con quelli sul lato sinistro: funzionò.
In breve, io fossi il consulente dell'azienda sconsiglierei vivacemente di proseguire nella questione, persa nel momento stesso in cui la commissione medica ha dichiarato l'idoneitàcon limitazioni. E se invece fossi il consulente della signora, suggerirei una bella richiesta di riconoscimento di MP. Col cacchio che la licenziano più, per eventuale inidoneità ad una malattia che possono averle causato loro, a meno di non pagarle il gomito per nuovo.
Il tutto per ribadire che il mondo dei CT è molto vario, e che le norme così come sono consentono di dar ragione e torto a chiunque, dipende da come lavora quello con cui capiti.
Positivo, infine, il palese abbreviamento dei tempi di causa, in modo che uno sappia da subito se è "sì" oppure "no".
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
P.S.: aggiungo che le lavorazioni di cernita di cui ho detto sopra sono tipicamente stagionali, con tempi intorno ai 3-4 mesi/anno: immagino che invece le patatine fritte si producano 12 mesi l'anno...
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Concordo pienamente con Bernardo.
In più vorrei aggiungere che in caso di non idoneità e di licenziamento, in sede giudizio il datore di lavoro ha l'onere di dimostrare che non vi erano mansioni alternative a cui adibire, al momento del licenziamento, la lavoratrice (naturalmente tale compatiblità non può non considerare oltre al giudizio di non idoneità, anche le eventuali limitazioni date in un giudizio di idoneità con limitazioni).
Pertanto a mio avviso la cosa forse più logica che l'azienda poteva fare prima di licenziarla, era di chiedere al medico competente (pratica forse poco adoperata) una valutazione sulla compatibilità dello stato di salute della lavoratrice con altre mansioni eventualmente presenti in azienda.
In ogni caso la Giurisprudenza dice anche che il datore di lavoro, per risistemare la lavoratrice non è costretto a creare delle mansioni ad hoc (mansioni cioè che non sono già previste in azienda).
Se la malattia infine è riconosciuta come malattia professionale, la lavoratrice non potrà essere licenziata ai sensi della Legge 68/99 (che tutela il lavoratore che ha acquisito una disabilità per infortunio lavorativo o malattia professionale, pur non essendo disabile al momento dell'assunzione).
"Se la malattia infine è riconosciuta come malattia professionale, la lavoratrice non potrà essere licenziata ai sensi della Legge 68/99 (che tutela il lavoratore che ha acquisito una disabilità per infortunio lavorativo o malattia professionale, pur non essendo disabile al momento dell'assunzione)"
NON CREDO CHE NON POSSA ESSERE LICENZIATO UN LAVORATORE CHE HA UN INFORTUNIO O MALATTIA PROFESSIONALE NELL'AZIENDA DOVE LAVORA.
DIPENDE SEMPRE DALL'IDONEITA'CHE NE SEGUE. FACCIAMO UN ESEMPIO, DITTA DI CARPENTERIA EDILE (DUE OPERAI) LAVORATORE CHE A SEGUITO DI INFORTUNIO NON PUO' PIU' SALIRE SULL'IMPALCATURE, OPPURE CASO DI ALLERGIA CON DERMATITE GRAVE (AL CEMENTO).IN QUESTI CASI SI ARRIVA ALLA NON IDONEITA' CHE SARA' CONFERMATA DALLA ASL.QUINDI ANCHE SE INVALIDO O CON MALATTIA DA LAVORO SI PUO' PROCEDERE AL LICENZIAMENTO.
Beh sì concordo con l'ultimo post.
La 68/99 riconosce la tutela del diritto al lavoro dei disabili, per cui oltre alla classica e ubiquitaria invalidità civile del 46% è rivolta anche ai riconoscimenti INAIL > 33%. Ma questo sempre ai fini di un reintegro lavorativo e del collocamento dei disabili. Nulla osta al licenziamento (indipendentemente se legittimo o meno) da parte del DL.
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