Mi è stato chiesto dal direttore di un 'azienda di rivedere i giudixi da me espressi in quanto le prescrizioni da me usate quale "evitare i movimenti ripetuti di flesso-estnsione del tronco, evitare la movimentazione mnauale di carichi superiori ai..., vitare lavori gravosi, evitare lavori di precisione e prese di forza con la mano..., oltere a non esserebdi uso comune, possono essere male interpretate dal lavoratore che ne trarrebbe sicuramente beneficio.
SI tratta di lavoratori affetti da patologie del rachide o da malattie croniche degenerative trattate con terapia farmacologica o di amputazioni parziali delle dita delle mnai....trattandosi di una vetreria (produzione), dove sono presenti rischi quali mmc o posture incongrue, ritengo che una limitazione lavorarive sia necessaria in questi soggetti che altrimenti verrebebro trattati alla stregua di quelli sani.
Mi chiedo quindi sono io che devo rivedere la mia posizione o devo afrrontare il darore di lavoro facendogli accettare dei giudizi per lui scomodi?
Mi piacerebbe avere uno scambio di opinioni con i Colleghi e possibilmente cerco confronti con Medici che operano nello stesso settore.
Ringraziando anticipatamente.
Cordiali saluti.
Laura
Scusa, ma il rischio di disordini muscolo-scheletrici è stato evidenziato nel documento di valutazione dei rischi, per le mansioni cui fai riferimento? Perchè se il problema del lavoratore con parziale amputazione delle falangi è sicuramente riconducibile all 'infortunio pregresso (immagino casalingo...), eventuali patologie del rachide in concomitanza a mansioni con rischio di MSD potrebbero già essere malattie professionali. E, se nel Documento non v 'è traccia di questo rischio, il DdL oltre ad aver stilato un documento incompleto, di fatto, sta nascondendo un rischio professionale all 'INAIL...
Prova a scrivergli anche questo, quando gli risponderai specificando chi NON deve fare cosa e come, in dettaglio!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Scusa, ma non capisco cosa vada cercando questo datore di lavoro. Cosa c’è da capire in una prescrizione del tipo “…evitare i movimenti ripetuti di flesso-estensione del tronco, evitare la movimentazione manuale di carichi superiori a..” ?. E poi cosa significa che sono di uso non comune? Forse il datore di lavoro in questione non capisce l‘italiano, ma si può risolvere il problema con un bel dizionario…. A parte le battute, credo che non sia tu a dover cambiare le prescrizioni, ma il datore di lavoro a cambiare mentalità. Probabilmente ti trovi di fronte ad un soggetto che fa fare le visite mediche ed ha fatto la VR (se l’ha fatta bene come fa notare nofertiri9) solo per adempiere formalmente al dettato di legge, anche se poi della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro in realtà se ne frega. Non capisco poi che cosa ci sia da eccepire sul fatto che il lavoratore “tragga vantaggio” dalla prescrizione; se il lavoratore ha correttamente riferito le sue patologie, non vedo il problema, anzi credo che sia naturale che un lavoratore tragga vantaggio da una prescrizione, perché viene messo nelle condizioni di lavorare secondo quelle che sono le sue effettive possibilità fisiche. Credo che questa richiesta di modificare le prescrizioni sia solamente una mancanza di rispetto per il tuo lavoro, la tua professionalità e la tua libertà di giudizio (per la serie: Dottore, lei mi costa e pertanto scrive quello che fa comodo a me!) .
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Rinrazio il Collega GANDALF IL GRIGIO per avermi dato la giusta carica per affrontre un DDL "esigente".
Saluti Laura
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