Dal sito LaStampa.it
marco sodano
La Commissione Europea ha inviato alla Repubblica Italiana un parere motivato nel quale le chiede di adeguare l’ordinamento giuridico riguardante la salute e la sicurezza sul lavoro ed eliminare, entro due mesi, due disposizioni.
Si tratta di quelle «che esonerano il datore di lavoro dalla sua responsabilità in materia di salute e sicurezza in caso di delega e subdelega» e quelle che «differiscono nel tempo l’obbligo di fornire un documento di valutazione dei rischi nel caso di nuove imprese o di modifiche significative nell’attività di un’impresa».
L’Europa invita le autorità italiane ad adeguarsi entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione della pubblicazione del Parere motivato (21 novembre 2012). Il Parere motivato di cui parliamo, è l’ultimo capitolo della procedura di infrazione contro il nostro paese.
Nella lettera di costituzione in mora vengono contestate all’Italia irregolarità nel testo unico in sei punti, questi:
- l’esonero da responsabilità del datore di lavoro in caso di delega o subdelega di alcune delle sue funzioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro;
- l’esonero dall’obbligo di predisporre un documento di valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro per i datori di lavoro che occupano fino a lavoratori;
- la proroga dei termini impartiti per la redazione di documenti contenenti i risultati di una valutazione dei rischi nel caso di una nuova impresa o di modifiche sostanziali apportate a un’impresa esistente;
- il differimento dell’entrata in vigore dell’obbligo di valutazione del rischio di stress da lavoro;
- il differimento dell’entrata in vigore della legislazione sulla salute e sulla sicurezza per i lavoratori appartenenti a cooperative sociali e organizzazioni di volontariatodella protezione civile;
- la proroga dei termini per l’adeguamento alle disposizioni di prevenzione degli incendi delle strutture ricettive turistico-alberghiere con oltre 25 posti letto esistenti in data 9 aprile 1994.
Prendiamo atto.
Qualcuno però vuol dire alla Commissione europea che noi abbiamo l'allegato 3 B ?
Vorrei sapere, da chi è informato, se tale "obbligo" è presente in qualche legislazione "europea" ?
Se "inspiegabilmente" non lo fosse, inviterei i nostri promotori (legislatori e consulenti) a chiederne conto all'Europa, per averne risposta.
Attendiamo notizie
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