Il portale del Medico del Lavoro Competente

Sezioni del portale

Ricerca

Login

Informazioni

Permesso di lettura:
Tutti gli utenti
Permesso di scrittura:
Utenti registrati

Network

Abitazioni private come luoghi di lavoro?

Questo argomento ha avuto 5 risposte ed è stato letto 2302 volte.

GANDALF IL GRIGIO

GANDALF IL GRIGIO
Provenienza
Perugia
Professione
Medico del Lavoro
Messaggi
416
  • Abitazioni private come luoghi di lavoro?
  • (17/09/2003 14:42)

Ho da poco preso a seguire come MC una cooperativa di assistenza socio sanitaria per disabili. Insieme al RSPP abbiamo rimesso mano alla VR (la prima stesura era un po’…leggerina) e ci siamo posti un quesito: l’abitazione di un utente disabile è da considerarsi un posto di lavoro? Secondo noi si, ma a questo punto si pone un dilemma. Come si può mettere “a norma” una privata abitazione? Gradirei confronto ed opinioni sull’argomento da parte di colleghi con lo stesso problema e soprattutto riferimenti da parte di qualche collega della usl. Grazie.

Sergio Truppe
................................................................

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"

lambro

Nessun avatar per questo utente
Provenienza
Modena
Professione
Esperto in prevenzione
Messaggi
11
  • Re: Abitazioni private come luoghi di lavoro?
  • (17/09/2003 15:41)

Direi che non sono luoghi di lavoro in quanto non rientrano nella definizione di cui all 'art. 30 comma 1 lett. a) del decreto 626. In ogni caso, le abitazioni private devono essere a norma per quanto riguarda gli impianti ed in ogni caso si presume posseggano l 'abitabilità. Inoltre, se sono abitazioni di disabili, probabilmente hanno subìto trasformazioni ed adattamenti che agevolano il transito e l 'utilizzo dei locali (dimensioni delle porte ecc.).
Saluti
Lambro

GANDALF IL GRIGIO

GANDALF IL GRIGIO
Provenienza
Perugia
Professione
Medico del Lavoro
Messaggi
416
  • Re: Abitazioni private come luoghi di lavoro?
  • (24/09/2003 22:31)

A prescindere da quanto riportato dalla legge, le abitazioni di molti portatori di handicap sono, purtroppo, in condizioni pietose; infatti sono proprio quelli che ricevono una assistenza domiciliare continua da parte di organizzazioni private i più bisognosi, spesso sono soli e spessissimo vivono con una semplice pensione di invalidità. Molti impianti elettrici risalgono addirittura agli anni sessanta, e nella maggior parte dei casi le abitazioni non subiscono modifiche né adattamenti (non se li possono permettere). Ci sono persone che se non li vanno a prendere in due non possono neanche uscire di casa, perché la sedia a rotelle non passa per le scale! Pertanto il lavoratore in questione non fa da “dama di compagnia” ma accudisce in tutto e per tutto il disabile (fa la spesa, pulisce, cucina, usa elettrodomestici, etc). E poi, se devo aiutare una persona a passare dal letto alla carrozzina non “movimento un carico” (e vero esistono i sollevatori, ma le asl li danno solo a pochi “fortunati”..…)? Quindi faccio un lavoro, svolgo la mia mansione in un luogo; come lo vogliamo chiamare questo luogo?. Comunque, a parte i bizantinismi e le interpretazioni di una legge sulla quale è stato detto tutto ed il contrario di tutto, io non pretendo di avere delle abitazioni rese “sterili” dal punto di vista della sicurezza, ma se, per ipotesi, un lavoratore che accudisce un disabile che vive in una abitazione con un impianto elettrico di 30 anni fa (quindi senza salvavita) muore folgorato mentre cambia una lampadina, o scivola in un gabinetto e si rompe una gamba mentre lo sta pulendo, dovrebbe trattarsi comunque di infortunio sul lavoro. O no? In questo caso, quali le responsabilità del datore di lavoro, che non ha potuto mettere a norma un impianto in quanto impossibilitato di fatto a farlo? Può bastare, in un caso come questo, la semplice “informazione/formazione” del lavoratore come misura di prevenzione? Parliamone

Sergio Truppe
................................................................

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"

Picpus

Picpus
Provenienza
Macerata
Professione
Medico del Lavoro
Messaggi
392
  • Re: Abitazioni private come luoghi di lavoro?
  • (26/09/2003 09:50)

1) La "semplice" informazione e formazione, molto spesso è tutto fuorché semplice. Informare e formare adeguatamente un soggetto che svolga il proprio lavoro a domicilio di terzi è cosa alquanto complessa ed impegnativa, ancorché sia la fondamentale arma di tutela della salute e della sicurezza del lavoratore. Inoltre ricordo la necessità di idonei DPI (calzature antiscivolo, guanti, etc). Con questi accorgimenti certo non si risolvono tutti i problemi, ma si tutela per quanto possibile il lavoratore. Daltronde il Datore di Lavoro non disponendo dell 'ambiente di lavoro non può certo essere responsabile della sua messa a norma...

"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein

lambro

Nessun avatar per questo utente
Provenienza
Modena
Professione
Esperto in prevenzione
Messaggi
11
  • Re: Abitazioni private come luoghi di lavoro?
  • (26/09/2003 17:19)

Concordo con Picpus.
Non c 'è dubbio che ogni lavoratore opera in un 'luogo '. Ma nel caso in parola non si tratta di un luogo di lavoro che il datore di lavoro debba o possa mettere a norma. Non è questa una più o meno libera o bizantina interpretazione della legge: evidentemente non può essere possibile che il ddl debba preventivamente ristrutturare gli edifici ove andranno ad operare i propri dipenedenti. E allora i cantieri, e i lavori di ristrutturazione non li farebbe nessuno?
Ma veniamo al punto. Secondo me è proprio come dice Gandalf: info e formazione sono le principali misure di prevenzione proprio perchè non è possibile intervenire con misure tecniche sugli ambienti di lavoro.
Nel caso di ambienti particolarmente a rischio, sarà il ddl che dovrà valutare la preparazione e l 'adeguatezza del personale sino a rinunciare all 'incarico nel caso in cui non si riscontrasse tale adeguatezza.
L 'eventuale incidente è certamente infortunio sul lavoro. Nel caso di un 'inchiesta, cosa andranno mai a verificare i funzionari della medicina del lavoro? La natura del rischio (imp. elettrici, pavimenti, scale ecc.) commisurati con la info/ form. ricevuta dai lavoratori. Se p. es. l 'impianto elettrico non è adeguato alle norme di legge, la resp. sarà anche ascritta al proprietario o conduttore dei locali (se è legge, è legge).
Per fare fronte alle situazioni descritte, io mi comporterei in questo modo:
- sopralluogo preventivo degli ambienti (impianti, strutture ecc.)
- mappatura dei rischi
- dotazione di attrezzature adeguate (perchè gli elevatori per la movimentazione li deve fornire SOLO l 'ASL?)ed eventuali DPI (calzature, grembiuli ecc.)
- informazione e formazione sui rischi, meglio se con l 'adozione di idonee procedure di sicurezza e stesura di precisi mansionari della serie chi-deve-fare-non fare-che-cosa.(p. es. non credo che rientri tra i compiti di un operatore socio sanitario mettere mano all 'impianto elettrico)
Saluti
Lambro

GANDALF IL GRIGIO

GANDALF IL GRIGIO
Provenienza
Perugia
Professione
Medico del Lavoro
Messaggi
416
  • Re: Abitazioni private come luoghi di lavoro?
  • (29/09/2003 20:02)

Perfetto, proprio quello che, come mc, speravo di sentire, anche se mi piacerebbe conoscere il parere di qualcuno della asl. Grazie.

Sergio Truppe
................................................................

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"

MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507

Privacy | Contatti