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Sindrme di Brugada ed idoneita\'.

Questo argomento ha avuto 4 risposte ed è stato letto 9431 volte.

Andrea Ossorio

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  • Sindrme di Brugada ed idoneita'.
  • (22/08/2001 21:29)

Tale sindrome e ' acusa di morte improvvisa da aritmie ventricolari. Richiede l 'impianto di defibrillatore a permanenza.


Nel caso a me giunto si pone il problema eventuale se il soggetto possa o no operare su macchine utensili (per eventuali interferenze con la eventuale necessita ' di azione del def.).


Qulacuno sa dirmi quale e ' il reale rischio da campo elettromagnetico a questo riguardo, o qualche altro spunto di ragionamento?


Grazie e buon lavoro

desanta

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12
  • Re: Sindrme di Brugada ed idoneita'.
  • (30/08/2001 03:21)

Non è possibile escludere a priori un 'interferenza da parte di campi elettromagnetici generati da macchine elettriche soprattutto se non recenti. In questo caso è necessario misurare la macchina con cui il lavoratore ha un contatto prolungato e/o abituale.

acapri

acapri
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243
  • Re: Sindrme di Brugada ed idoneita'.
  • (30/08/2001 12:59)

Sono medico del lavoro e competente di una compagnia aerea ed abbiamo dovuto affrontare il problema dell 'installazione a bordo dei nostri aerei del def. Abbiamo risolto il problema con l 'ingegneria e gli elettronici dell 'azienda perchè avevamo il problema simile affinchè il def. non interferisse con la strumentazione di bordo.


A TAL PROPOSITO CONSIGLIEREI PER LO STESSO MOTIVO LA COLLABORAZIONE DI UN IGEGNERE ESPERTO IN ELETTRONICA CHE POSSA VALUTARE TECNICAMENTE SIA L 'APPARECCHIATURA DEL LAVORATORE SIA LA MACCHINA CON CUI LAVORA. SE IL RISULTATO FOSSE NEGATIVO, CIOE ' NON VI SIA INCOMPATIBILITA ' IL LAVORATORE SAREBBE SICURAMENTE I D O N E O AL LAVORO.

r.cante

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2
  • Re: Sindrme di Brugada ed idoneita'.
  • (13/01/2005 15:23)

Per quale motivo non esiste nessuna normativa nazionale sull 'esposizione dei campi elettromagnetici statici e rotanti, ho sofferto e sto soffrendo Cante Roberto

tancredisilva

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17
  • Re: Sindrme di Brugada ed idoneita'.
  • (17/01/2005 16:54)

Gentile Collega, mi sono permesso di eseguire qualche ricerca in internet e presentare un riassunto (immeritevole copia-incolla) della sindrome cui accenni. A termine qualche constatazione.

La Sindrome di Brugada è una malattia aritmogena ereditaria, a trasmissione autosomica dominante caratterizzata da blocco di branca destra ed elevazione del segmento ST nelle derivazioni precordiali destre dell 'ECG ed è associata ad un 'alta incidenza di morte improvvisa secondaria a tachicardia ventricolare.
Le manifestazioni della SB si presentano più frequentemente in giovani maschi (con rapporto maschi/femmine di 8:1) con età compresa tra 30 e 40 anni. In letteratura sono tuttavia descritti casi in un ampio range di età (0-77 anni).
Gli eventi aritmici della malattia si presentano solitamente di notte, caratteristica per la quale questa patologia viene chiamata con nome diverso in varie regioni asiatiche: “Lai Tai” (morte nel sonno) in Thailandia, “Bangungut” (urlo seguito da morte improvvisa durante il sonno) nelle Filippine, “Pokkuri” (morte improvvisa ed inaspettata durante la notte) in Giappone.
La sindrome di Brugada è ritenuta responsabile di circa il 4-12% di tutte le morti improvvise e del 20% dei decessi in cuori strutturalmente sani; la sua incidenza è molto elevata nei paesi del sud-est asiatico ove sembra la prima causa di morte, ove non si considerino le morti violente.
Le manifestazioni cliniche, a seconda delle caratteristiche e del grado di malignità delle aritmie alle quali sono correlate, possono comprendere un ampio corteo sintomatologico. I pazienti affetti da SB infatti possono essere del tutto asintomatici o presentare sintomi minori, quali cardiopalmo o vertigine, ma possono anche manifestare sincope e arresto cardiaco. Il quadro elettrocardiografico sottostante gli eventi può variare dalla semplice extrasistolia ventricolare o sopraventricolare, ad episodi di TV, sostenuta o non sostenuta, fino alla FV.
Le anomalie elettrocardiografiche della SB riguardano il comportamento del sopraslivellamento del tratto ST e il disturbo di conduzione lungo la branca destra.
Studi recenti hanno dimostrato un’interessante associazione tra SB e tachicardie sopraventricolari. Questo fa supporre che il substrato aritmogeno in questa sindrome potrebbe non essere limitato a livello ventricolare.
Anche se sono note diverse condizioni che possono modificare in modo significativo il quadro elettrocardiografico dei pazienti con SB, fino ad oggi non si è riusciti ad identificare i fattori scatenanti gli eventi cardiaci maggiori.
Maggiormente indagato è oggi il ruolo dell’attività vagale e della temperatura come possibili eventi scatenanti delle aritmie nei pazienti con SB. Vari studi hanno ipotizzato che l’aritmia possa instaurarsi con meccanismo bradicardia-dipendente. Questa caratteristica giustificherebbe l’alta incidenza di morte cardiaca improvvisa durante la notte. Anche tra i portatori di ICD, il 30% degli episodi aritmici documentati, si colloca tra la mezzanotte e le sei di mattina. Bisogna però sottolineare che non in tutti i pazienti gli episodi aritmici si verificano di notte. Dati interessanti stanno emergendo sulla possibilità della temperatura di influenzare le manifestazioni fenotipiche.
Il principale strumento diagnostico è costituito dall’ECG a 12 derivazioni. Viene considerato diagnostico un tracciato con la presenza di un sopraslivellamento del tratto ST ≥2 mm, in almeno due delle derivazioni precordiali destre e blocco di branca destra, completo o incompleto. A tutt’oggi l’esame fondamentale per slatentizzare le anomalie elettrocardiografiche nascoste è il test farmacologico con farmaci bloccanti i canali del sodio, somministrati per via endovenosa in bolo lento (ajmalina 1 mg/kg; procainamide 10 mg/kg; flecainide 2 mg/kg).
L’unico trattamento con provata efficacia oggi disponibile è l’impianto di un defibrillatore automatico. Questo tipo di intervento comporta però un deterioramento della qualità di vita dei pazienti (presenza di corpo estraneo, parziale limitazione di alcuni movimenti dell’arto superiore vicino all’impianto, rottura dei cateteri, infezione della tasca che accoglie il defibrillatore, scariche inappropriate e malfunzionamenti).
Alcune considerazioni che vorrei proporre:
1) Fra i fattori favorenti l’insorgenza della SB non sono citati eventi elettrici, quindi l’esposizione a campi elettromagnetici di riscontro nella normale attività produttiva non dovrebbero influire negativamente
2) L’attività vagale e la temperatura sono attualmente considerati fattori di rischio primari, ma ritengo che soggetti cardiopatici difficilmente potrebbero avere una idoneità al lavoro notturno e/ o in condizioni climatiche estreme
3) Qualora ci si trovasse di fronte ad un impianto di defribillazione le normali precauzioni adottate per i portatori di pace maker dovrebbero garantire la normale prosecuzione lavorativa
4) Nessuno vieta di effettuare una valutazione dei campi elettromagnetici nella zona di intervento del dipendente. La misura è facilmente eseguibile con strumentazione idonea e a costi del tutto accessibili.

Alla luce di quanto sopra esposto non ritengo fortemente vincolante una "normale" attività lavorativa per un portatore di SB, soprattutto se già identificato come tale e quindi già considerato a rischio.
Sicuramente l 'atteggiamento critico di fronte ad un portatore di blocco di branca destra con anamnesi familiare positiva per cardiopatia, turnista e/o esposto a variazioni climatiche, sarà, per quanto mi concerne, molto diverso rispetto al passato.

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