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Lavoro notturno e patologie croniche

Questo argomento ha avuto 6 risposte ed è stato letto 11193 volte.

figliofra

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  • Lavoro notturno e patologie croniche
  • (23/02/2013 14:38)

Cardiomiopatia ischemica cronica e diabete mellito sono due controindicazioni assolute allo svolgimento di una mansione che ha come unico fattore di rischio il lavoro notturno? Che ne pensate.

maurizioturbati

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  • Re: Lavoro notturno e patologie croniche
  • (23/02/2013 16:38)

Un giudizio di idoneità alla mansione specifica in merito a tali tematiche non può prescindere da un colloquio con il clinico che ha in cura il dipendente. Non si può a mio parere parlare di automatismo nell'attribuzione del giudizio di idoneità e di non idoneità senza verificare in concreto il grado di compenso funzionale miocardico, del grado di compromissione del circolo coronarico attraverso esami che ovviamente non sono di competenza del medico competente, così come del grado di compenso glicemico nel diabete e dell'influenza che può avere il lavoro notturno sul medesimo. Rimangono comunque giudizi di idoneità "difficili" anche per la periodicità di default prevista (biennale) e che proprio per tale motivo devono avere il supporto del "clinico", e se necessario controlli più ravvicinati, sia su proposta dell'idoneità con prescrizione di controllo a tot mesi , sia su input del dipendente informato sulle problematiche di tali patologie per mezzo della richiesta di visita a sua iniziativa.

figliofra

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  • Re: Lavoro notturno e patologie croniche
  • (23/02/2013 20:27)

Tutto giusto, ma purtroppo i clinici non sempre si sbilanciano su un eventuale giudizio di idoneità alla mansione. Mi chiedo poi fino a che punto ci possiamo spingere nel chiedere esami strumentali invasi, quali una angiocardioscintigrafia perfusionale o, meglio ancora, una coronarografia.

maurizioturbati il 23/02/2013 04:38 ha scritto:
Un giudizio di idoneità alla mansione specifica in merito a tali tematiche non può prescindere da un colloquio con il clinico che ha in cura il dipendente. Non si può a mio parere parlare di automatismo nell'attribuzione del giudizio di idoneità e di non idoneità senza verificare in concreto il grado di compenso funzionale miocardico, del grado di compromissione del circolo coronarico attraverso esami che ovviamente non sono di competenza del medico competente, così come del grado di compenso glicemico nel diabete e dell'influenza che può avere il lavoro notturno sul medesimo. Rimangono comunque giudizi di idoneità "difficili" anche per la periodicità di default prevista (biennale) e che proprio per tale motivo devono avere il supporto del "clinico", e se necessario controlli più ravvicinati, sia su proposta dell'idoneità con prescrizione di controllo a tot mesi , sia su input del dipendente informato sulle problematiche di tali patologie per mezzo della richiesta di visita a sua iniziativa.

maurizioturbati

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  • Re: Lavoro notturno e patologie croniche
  • (24/02/2013 09:03)

Il giudizio di idoneità ovviamente è di pertinenza del medico competente e nessun cardiologo potrà spingersi a tal punto.Inoltre parlando di lavoro notturno come unico rischio sorvegliato (per esempio guardia giurata) e non di edile con MMC, si possono avere anche dal cardiologo o dal diabetologo indicazioni più certe. In genere un esame che viene effettuato in Toscana di routine, in regime di servizio sanitario nazionale e quindi senza oneri aziendali, nei cardiopatici già conosciuti, quale ecocolordoppler cardiaco, permette una valida stadiazione del grado di funzione e compenso del miocardio, così come la semplice emoglobina glicata permette la valutazione del grado di compenso del diabetico. Per cui mi comporto così: dipendente che riferisce tali patologie ed è già seguito dal clinico gli chiedo copia degli ultimi accertamenti e sulla base di quelli, ed eventualmente di un colloquio diretto col collega, emetto una idoneità piena o prescrizione di nuova visita prima della scadenza biennale,oppure invito il dipendente in caso di problemi a chiedere una visita a sua richiesta. Se invece il problema è di primo riscontro (soggetto a rischio per ipertensione, obesità ,familiarità, dati che posso ricavare direttamente,con sintomi suggestivi di patologia cardiaca o metabolica) sospendo l'idoneità temporaneamente ed invio al curante le mie impressioni diagnostiche o se possibile lo chiamo direttamente per gestire la problematica in piena collaborazione e nell'interesse sia del dipendente/ paziente, che dell'azienda la quale fa volentieri a meno di trovarsi a gestire patologie di tale importanza con eventi acuti che possano accadere durante l'orario di lavoro. Per quanto riguarda il problema riservatezza in genere faccio presente le linee guida Simlii per il lavoro notturno dove sono elencate tutte le patologie che controindicano il lavoro notturno senza indicare quale riguardi il dipendente. Tale procedura dovrà essere sempre inserita nel DVR (collaborazione del medico alla valutazione del rischio) perché tutto possa avvenire nel rispetto della normativa,alla luce del sole, senza contestazioni successive per quanto riguarda la riservatezza o l'eventuale cambio di mansione che possa riguardare il dipendente ai fini della salvaguardia della sua salute.

figliofra

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  • Re: Lavoro notturno e patologie croniche
  • (24/02/2013 09:48)

Tutto chiaro. Per una eventuale ischemia residua o turbe del ritmo che esami consiglieresti invece? Ti basta un semplice ecg basale o ne chiederesti uno da sforzo? E' lecito, in caso di dubbio, spingersi oltre , magari prescrivendo una angiocardio scintigrafia perfusionale? Per quanto riguarda invece la presa a carico del lavoratore da parte del medico curante,coloro che sorvegli non ti hanno mai sollevato problemi di ticket o altre spese finalizzate ad accertamenti utili per l'idoneità alla mansione ? Nella pubblica amministrazione a me è capitato.

maurizioturbati il 24/02/2013 09:03 ha scritto:
Il giudizio di idoneità ovviamente è di pertinenza del medico competente e nessun cardiologo potrà spingersi a tal punto.Inoltre parlando di lavoro notturno come unico rischio sorvegliato (per esempio guardia giurata) e non di edile con MMC, si possono avere anche dal cardiologo o dal diabetologo indicazioni più certe. In genere un esame che viene effettuato in Toscana di routine, in regime di servizio sanitario nazionale e quindi senza oneri aziendali, nei cardiopatici già conosciuti, quale ecocolordoppler cardiaco, permette una valida stadiazione del grado di funzione e compenso del miocardio, così come la semplice emoglobina glicata permette la valutazione del grado di compenso del diabetico. Per cui mi comporto così: dipendente che riferisce tali patologie ed è già seguito dal clinico gli chiedo copia degli ultimi accertamenti e sulla base di quelli, ed eventualmente di un colloquio diretto col collega, emetto una idoneità piena o prescrizione di nuova visita prima della scadenza biennale,oppure invito il dipendente in caso di problemi a chiedere una visita a sua richiesta. Se invece il problema è di primo riscontro (soggetto a rischio per ipertensione, obesità ,familiarità, dati che posso ricavare direttamente,con sintomi suggestivi di patologia cardiaca o metabolica) sospendo l'idoneità temporaneamente ed invio al curante le mie impressioni diagnostiche o se possibile lo chiamo direttamente per gestire la problematica in piena collaborazione e nell'interesse sia del dipendente/ paziente, che dell'azienda la quale fa volentieri a meno di trovarsi a gestire patologie di tale importanza con eventi acuti che possano accadere durante l'orario di lavoro. Per quanto riguarda il problema riservatezza in genere faccio presente le linee guida Simlii per il lavoro notturno dove sono elencate tutte le patologie che controindicano il lavoro notturno senza indicare quale riguardi il dipendente. Tale procedura dovrà essere sempre inserita nel DVR (collaborazione del medico alla valutazione del rischio) perché tutto possa avvenire nel rispetto della normativa,alla luce del sole, senza contestazioni successive per quanto riguarda la riservatezza o l'eventuale cambio di mansione che possa riguardare il dipendente ai fini della salvaguardia della sua salute.

maurizioturbati

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  • Re: Lavoro notturno e patologie croniche
  • (24/02/2013 10:40)

Nel mio precedente intervento ho cercato di differenziare il ruolo del medico competente da quello del curante in quanto il lavoro notturno non è di per sé causa delle patologie elencate nelle LG Simlii, ma "concausa" di eventuale aggravamento della stessa patologia. L'indicazione di esami chiaramente "invasivi"come l'angioscintigrafia miocardica (rischio da radiazioni iatrogene come ha fatto più volte presente il dottor Picano del CNR) non sono compito del medico competente il quale vede di default il lavoratore di norma biennalmente e non può, correndo il rischio di "invadere" competenze altrui e maggiormente qualificate, proporre tali indagini. Rimane a mio parere utile il colloquio col curante, e procedere come indicato sopra. Per quanto riguarda i disturbi del ritmo, segnalerei il fatto al curante per l'eventuale ,a sua discrezione, ECG dinamico secondo Holter che evidenzia nelle 24 ore i disturbi del ritmo. Per quanto riguarda i ticket di compartecipazione alla spesa sanitaria io faccio il ragionamento seguente: " Caro XY, la patologia di cui soffri non dipende da causa lavorativa , ma è preesistente,può essere aggravata da lavoro per cui ti dò una idoneità limitata a tua salvaguardia e a salvaguardia delle responsabilità aziendali, ma per il resto il tuo problema riguarda il servizio sanitario nazionale, di cui sono chiaramente specificate le competenze nella sua legge istitutiva, così come sono specificate le competenze del medico competente nell'ambito del decreto 81 e dello statuto dei lavoratori, che vieta accertamenti da parte del ddl o di suo incaricato,per valutare il tuo stato di salute ( a meno che non siano indicati da precise disposizioni di legge, in questo caso il dlgs 81). Per cui hai avuto fortuna che me ne sono accorto per tempo senza che tu abbia pagato nessun ticket, ma ora la competenza passa al tuo curante,che ti potrà seguire con maggiore continuità rispetto a me, e che ti potrà fare attivare le esenzioni per patologia previste dalla normativa vigente, in modo che tu non debba pagare nessun ticket"

figliofra

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  • Re: Lavoro notturno e patologie croniche
  • (24/02/2013 11:53)

Mi sembrano ottime indicazioni operative. Un diabetico insulino dipendente lo farei comunque non idoneo, a prescindere dai valori di emoglibina glicosilata e dall'assenza di complicanze. In questo caso prevale la salvaguardia della compliance del paziente nei confronti della terapia.


maurizioturbati il 24/02/2013 10:40 ha scritto:
Nel mio precedente intervento ho cercato di differenziare il ruolo del medico competente da quello del curante in quanto il lavoro notturno non è di per sé causa delle patologie elencate nelle LG Simlii, ma "concausa" di eventuale aggravamento della stessa patologia. L'indicazione di esami chiaramente "invasivi"come l'angioscintigrafia miocardica (rischio da radiazioni iatrogene come ha fatto più volte presente il dottor Picano del CNR) non sono compito del medico competente il quale vede di default il lavoratore di norma biennalmente e non può, correndo il rischio di "invadere" competenze altrui e maggiormente qualificate, proporre tali indagini. Rimane a mio parere utile il colloquio col curante, e procedere come indicato sopra. Per quanto riguarda i disturbi del ritmo, segnalerei il fatto al curante per l'eventuale ,a sua discrezione, ECG dinamico secondo Holter che evidenzia nelle 24 ore i disturbi del ritmo. Per quanto riguarda i ticket di compartecipazione alla spesa sanitaria io faccio il ragionamento seguente: " Caro XY, la patologia di cui soffri non dipende da causa lavorativa , ma è preesistente,può essere aggravata da lavoro per cui ti dò una idoneità limitata a tua salvaguardia e a salvaguardia delle responsabilità aziendali, ma per il resto il tuo problema riguarda il servizio sanitario nazionale, di cui sono chiaramente specificate le competenze nella sua legge istitutiva, così come sono specificate le competenze del medico competente nell'ambito del decreto 81 e dello statuto dei lavoratori, che vieta accertamenti da parte del ddl o di suo incaricato,per valutare il tuo stato di salute ( a meno che non siano indicati da precise disposizioni di legge, in questo caso il dlgs 81). Per cui hai avuto fortuna che me ne sono accorto per tempo senza che tu abbia pagato nessun ticket, ma ora la competenza passa al tuo curante,che ti potrà seguire con maggiore continuità rispetto a me, e che ti potrà fare attivare le esenzioni per patologia previste dalla normativa vigente, in modo che tu non debba pagare nessun ticket"

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