UN caro ed importante collega mi prega di "girarla a quanti possibile
Mario
Carissimi Colleghi,
so di non affermare nulla di nuovo ricordandoVi come ormai la nostra professione sia a rischio altissimo di denunce penali, cause civili, richieste sempre più folli di risarcimento, assenza di copertura assicurativa da parte degli ospedali, disdetta delle polizze da parte delle assicurazioni, premi sempre più esorbitanti, aggressione da parte dei pazienti, dei parenti, dei giornali, della magistratura, degli avvocati, e via dicendo.
Voi tutti saprete che a fronte di percentuali di assoluzione in sede penale che ormai sfiorano il 99% (anche perché di recente la Corte di Cassazione ha stabilito che non è reato penale la colpa lieve del medico), in sede civile ben la metà dei colleghi è condannata a risarcire la parte cosiddetta “offesa”, tanto che molti di noi stanno ricorrendo allo stratagemma del trust, che però come noto implica anche alcuni rischi concreti.
I malati ottengono attualmente migliori risultati rispetto a noi in quanto esistono associazioni, comitati e studi professionali che invitano, anzi incoraggiano, i pazienti a denunciare i medici, strutture che hanno ormai sviluppato nel settore competenze specifiche approfondite e di consolidata esperienza, al contrario noi medici manchiamo di un supporto valido e specificamente dedicato alla soluzione della problematica.
Dobbiamo ricordare che una malpractice litigation comporta per il medico-vittima danni patrimoniali e non patrimoniali. Danni patrimoniali in quanto il medico dipendente di strutture pubbliche o private può essere sospeso o addirittura licenziato, se libero professionista può perdere clientela; inoltre il medico ingiustamente incolpato deve sopportare i costi diretti ed indiretti della propria difesa. Danni non patrimoniali, dato che l’ingiusto procedimento lede la salute psico-fisica della vittima, incide sul suo stato emotivo, sul suo modo di vivere e di rapportarsi con il prossimo, sia congiunti ed amici, sia pazienti.
Ciò che molti di noi non sanno è che l’ordinamento giuridico ci fornisce alcuni strumenti che se utilizzati in maniera opportuna e tempestiva possono aiutarci a far valere le nostre ragioni, difendere la nostra innocenza, ottenere il giusto risarcimento dei danni subiti.
Nell’ambito di un giudizio civile iniziato dal paziente o dai suoi congiunti, il medico vittima dell’ingiusta accusa può e deve far valere le proprie ragioni, ma soprattutto deve egli stesso chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali, e proprio questa rivalsa costituisce lo strumento più efficace a disposizione del medico.
Inoltre, a fronte di un’ingiusta querela il medico può presentare egli stesso una querela per calunnia nei confronti del paziente, oppure, ove ricorrano determinate circostanze, può procedere in sede civile contro il paziente o i familiari che lo abbiano ingiustamente accusato, per ottenere il risarcimento dei danni subiti ed il rimborso dei costi diretti ed indiretti sopportati.
E’ arrivato il momento di invertire le regole del gioco ! Abbiamo un solo modo per difenderci: rispondere colpo su colpo, querela su querela, farci restituire tutto quanto ci viene levato, dignità e soldi.
Mario
Direi che sarebbe il caso non solo che ci si difendesse dalle ingiuste accuse con gli strumenti elencati ma che non si verificassero proprio più processi al medico (se non eventualmente per casi eccezionali di dolo dimostrato e franco). L'operato medico infatti si presta ad ogni forma di sciacallaggio a partire dai ns stessi colleghi medico legali pronti a reclamizzare il risarcimento del danno per la pienezza dei propri portafogli, ad avvocati senza scrupoli pronti a presentare le proprie "povere" notule, per approdare ai familiari dei pazienti che in buona o in mala fede, per lo più per ignoranza (lo dico nel senso etimologico) e/o incapacità di affrontare la realtà che accade, ovvero per bieche mire di lucro, attaccano il medico quando le cose non vanno come atteso. Sarebbe anche ora che a fronte di risarcimenti milionari tali per cui le compagnie di assicurazione ormai fuggono ... quando viene giudicano il malo operato di un medico per un singolo caso chi richiede al medico il risarcimento milionario richiedesse alla società, per onestà, i miliardi di risarcimento che a quel medico spetterebbero se ogni vita a cui ha prestato soccorso con successo fosse equiparata in termini pecuniari a quel caso andato male.
Parlo per esempio dei colleghi del PS, dei colleghi della rianimazione, dei colleghi ginecologi degli ortopedici ecc ecc
In definitiva appare opportuno considerare che l'errore medico (e chi non ne fa di errori scagli la prima pietra!!! ) equivale a danno alla persona. E'diverso però equiparare il danno procurato da un bandito a quello causato da un medico, che proprio nella condotta tenuta giorno per giorno volta al bene degli assistiti ha la dimostrazione più evidente dell'assenza di colpa.
Non si può caratterizzare in senso negativo ed in forma generalizzata la categoria dei medici legali, così come quella degli avvocati. Mi sembra che il primo intervento, riportato in forma di citazione, dica che bisogna opporsi alla deriva risarcitoria sempre e comunque, attraverso una contro querela citando la controparte per calunnia e eventuale successivo danno biologico di natura psichica alla persona(esiste una pubblicazione in tal senso con tabelle di valutazione) nei confronti del medico ingiustamente accusato. Ma per fare questo occorre la figura di un avvocato e di un medico legale di parte. Per cui il senso di quell'intervento, a mio parere, è quello di invitare a controbattere colpo su colpo le palesemente ingiuste richieste di danni in sede civile.
Giusto quanto sino ad ora osservato.
Considerando che siamo in ambito di medicina occupazionale e preventiva, potrebbe giovare a noi tutti un tentativo di individuare i "talloni d'Achille" della nostra così specifica attività, forse proprio partendo dall'art.25 dell'81 che potrebbe essere e rappresentare, in caso di non ottemperanza, una "bella" fonte di guai anche in sede civilistica.
Penso per esempio, al comma 1 lettera a (tutta) e lettera g.
Ciò anche per non commettere errori da sottostima.
Tcam
Medici indolenti & Aziende Netgroup
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Condivido quanto detto da Alesiani e sono anni che sostengo la necessità di dotarci di una polizza completa e garantista per la nostra attività, in particolare per le spese legali. Qualcosa si è mosso negli ultimi congressi, ma di scarso appeal e con relativo disinteresse da parte della nostra non coesa categoria.
Gipsy il 25/03/2013 11:56 ha scritto:
Condivido quanto detto da Alesiani e sono anni che sostengo la necessità di dotarci di una polizza completa e garantista per la nostra attività, in particolare per le spese legali. Qualcosa si è mosso negli ultimi congressi, ma di scarso appeal e con relativo disinteresse da parte della nostra non coesa categoria.
Un malcostume che io ho denunciato tante volte e che oggi ha ridotto i chirurghi, soprattutto, ( per chirurgia intendo tutte le chirurgie)a lavorare sotto stress con rischi per il paziente stesso. Fuori delle sale operatorie gravitano da anni portaborse di legulei in cerca di clienti anche perchè, come va va , loro la parcella la incassano comunque. io direi anche che, una forma di complicità esiste anche tra avvocati, tant'è che spesso il medico, pur sicuro di vincere la causa, accetta di pagare una cifra pattuita tra legali, un ricatto legalizzato! Questa forma di para... ha reso la situazione insostenibile. Vero si è che molti colleghi non dovrebbero operare quando non sono nelle ottimali condizioni psico-fisiche ma,il rischio operatorio esiste e poi, che firmano a fare se poi tutto ricade sulle spalle del chirurgo? Cambiare tutto questo spetterebbe a chi ha la massima responsabilità. Quel che noi sentiamo ogni giorno dai media è un necrologio continuo che viene ripetuto cinque volte per ogni notiziario e mi vien voglia di mettere due ceri sulla TV,perchè sembra che solo il nero sia possibile in una televisione che è a colori da decenni. Quando mai si parla di buona sanità? Beh, sai che direbbero?, ..fanno il loro dovere... Si aspettano i miracoli e poi, nonostante siamo nel terzo millennio, vige ancora l'idea che..se vive è un miracolo di Dio, se muore è colpa del medico!dove giri giri.. Io so che c'è chi ha legali a disposizione dei suoi iscritti, il Conameco, ad esempio, gli altri no? Le assicurazioni si ingrassano con noi!
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