Solo qualche spunto di riflessione nell'attesa di conoscere altri pareri su un argomento lungamente dibattuto...
Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria rispetto all'alcoldipendenza è vero che vi è la Deliberazione della Giunta Regionale 22 ottobre 2012, n. 21-4814 che la rende obbligatoria in Piemonte, ma nello spazio indefinito di ciò che è lecito senza essere obbligatorio vi è da segnalare che in Veneto (vedi le “Indicazioni operative sulle procedure per gli accertamenti sanitari di assenza di alcoldipendenza in lavoratori addetti a mansioni che comportano particolari rischi per la sicurezza (D.Lgs 81/2008 – L. 125/2001)”) pur non essendo obbligatoria la ss viene considerata esplicitamente una delle misure di prevenzione e protezione attuabili.
Nella Regione Lombardia invece è esplicitamente vietata (secondo il gruppo di lavoro che ha elaborato le FAQ sugli accertamenti sanitari di assenza di tossicodipendenza o di assunzione di sostanze stupefacenti e psicotrope negli ambienti di lavoro e pubblicate nel settembre 2009).
Il problema rimane tuttavia nelle Regioni che non hanno dato indicazioni in merito (nel senso che li si corre il rischio di interpretazioni differenti da ASL ad ASL e di comportamenti diffrmi da mc a mc).
Infine, a proposito dell'asserita "mancanza" di riferimenti normativi per attivare la sorveglianza sanitaria ai sensi dell'art. 41, qualcuno ha notato la voce relativa ai "sottoposti a sorveglianza sanitaria per alcoldipendenza ex art. 41 c. 4 d.Lgs 81/08" inserita (e quindi teoricamente tuttoggi in vigore) nell'allegato 3B pubblicato nel D.M del luglio 2012 (e quindi di quelche mese antecedente la pubblicazione nel mese di Ottobre della deliberra della Regione Piemonte?)
Che ne pensate?
Considerazioni sicuramente interessanti, a cui aggiungo un ipotetico caso clinico, premettendo che è quantomeno paradossale che la stessa procedura sia contemporaneamente obbligatoria e vietata a 10 km di distanza (..): lavoratore di una ditta lombarda addetto a mansione compresa nel Provvedimento, visitato in quanto esposto ad altri rischi, con segni clinici e laboratoristici di sospetto etilismo. Il vostro atteggiamento quale sarebbe ..?
lanfraz il 17/04/2013 03:44 ha scritto:
Considerazioni sicuramente interessanti, a cui aggiungo un ipotetico caso clinico, premettendo che è quantomeno paradossale che la stessa procedura sia contemporaneamente obbligatoria e vietata a 10 km di distanza (..)
Beh! A dirla tutta è ancora più paradossale il caso di una mia ditta (ma ce ne saranno una infinità) che ha sedi sparse in Lombardia e Piemonte.... Che faccio? 2 piani sanitari differenti? E per i lavoratori jolly che non hanno una sede fissa ma viaggiano "sconfinando" un giorno in una Regione e un giorno nell'altra? Mi apposto sulla frontiera e parto con le domande? Chi siete? Cosa fate? Dove andate? Cosa guidate? Un Fiorino!!! E allora li buco se vanno in Piemonte e li lascio andare se vanno in Lombardia? Non ci resta che piangere....
:))
secondo me per questo i medici del lavoro italiani all'estero hanno la fama di essere preparati e sono molto ricercati (Francia, Inghilterra..)perchè per districarsi nella giungla alla fine vengon fuori i muscoli...
beh almeno guardiamo il bicchiere mezzo pieno, anche se viene proprio da ridere...(o da piangere!)
Fra le tante proposte, più o meno strampalate, per risparmiare soldi qualcuno ha indicato di non eliminare le Provincie ma le Regioni. Poi non resterebbe che ISPELS-INAIL a dare indicazioni per tutti e potrebbe capitare di chiarire definitivamente il problema della sorveglianza per alcoldipendenza. Ma scusate sono osservazioni di un folle.
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