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Assoprev???

Questo argomento ha avuto 65 risposte ed è stato letto 4664 volte.

Andrea76

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  • Assoprev???
  • (29/10/2013 23:49)

Ho appena ricevuto una mail di invito ad aderire ad Assoprev... http://www.assoprev.it/... vado a vedere di che si tratta e scopro che cercano di creare una associazione delle società di servizi che si contrapponga alle "spinte lobbistiche e corporative" dei medici liberi professionisti e dicono che loro sarebbero in grado di "garantire maggior efficienza e qualità del servizio" rispetto a noi... ci accusano pure di spingere ad una modifica dell'art 39 di cui non ne so nulla. Leggete il loro manifesto.
Ora, a prescindere dal fatto che hanno proprio sbagliato a mandarmi una cosa del genere, che non so come avessero la mia mail, e che "maggiore efficienza e qualità" è tutto da discutere, mi chiedo se qualcuno di voi ne sa qualcosa su queste presunte modifiche dell'art 39...

maurizioturbati

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  • Re: Assoprev???
  • (30/10/2013 07:42)

A mio parere è da riconoscere ad Assoprev il merito di pronunciarsi chiaramente su tale controverso punto della legge.Da quanto ho capito Assoprev si propone di lasciare invariata la definizione di medico competente descritta sotto al punto a) nella parte in cui definisce il medico competente "..dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata, convenzionata con l'imprenditore". Svolge quindi una attività di "lobby" correttamente intesa in senso anglosassone come "tutelante legittimi interessi". Sulla modifica poi di tale definizione in senso opposto cioè per l'abolizione della figura del medico "collaboratore di struttura esterna" si batte il Conameco. Sarebbe opportuno che le altre realtà associative dei medici competenti esistenti prendessero spunto da questa iniziativa, per chiarire le loro posizioni su questo importante argomento che ha sicuramente un'incidenza sui costi delle imprese che usufruiscono del servizio e sui compensi dei medici competenti che forniscono la prestazione professionale.

Riporto per comodità di lettura dei colleghi l'articolo di legge:

articolo 39 del dlgs 81/08

Il medico competente svolge la propria opera in qualità di:
a) dipendente o collaboratore di una struttura esterna pubblica o privata, convenzionata con l’imprenditore;
b) libero professionista;
c) dipendente del datore di lavoro.

ramiste

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  • Re: Assoprev???
  • (30/10/2013 11:14)

Come già detto nel precedente intervento, si tratta di una nuova iniziativa, del tutto legittima e di tipo "lobbystico", da parte dei cosiddetti "centri servizi" per rafforzare la loro posizione, anche a livello istituzionale. A tale proposito credo, però, che la maggioranza dei MC libero-professionisti (e non solo) abbiano da tempo stigmatizzato alcune delle degenerazioni professionali che taluni centri servizi (non tutti, certo) hanno determinato: protocolli ridondanti, medici sottopagati e marginalizzati, scarsa qualità delle prestazioni effettuate etc, ne abbiamo parlato spessissimo da tutte le parti (riunioni, convegni, negli stessi thread di questo sito e di altri) con giudizio pressoché unanime.
Infine, sulla modifica dell'art. 39 per l'abolizione del termine "collaboratore" ci siamo espressi più volte e a vari livelli (ultimamente proprio al nostro congresso nazionale SIMLII) e ritengo sia una proposta che incontra da sempre il favore della maggioranza dei colleghi e di tutte le associazioni professionali del settore (a parte Assoprev, ovviamente .....).

ramses

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  • Re: Assoprev???
  • (30/10/2013 22:32)

a proposta di modifica normativa è stata portata avanti dal Co.Na.Me.Co. fin dal 2008, per contratsare questa novità del "medico collaboratore" introdotta con l'81, mentre il punto 5 dell'art. 17 della 626 non lo prevedeva (quindi l'attività di lobby viene da lontano, evidentemente)

Sul "manifesto" di questi personaggi si legge:

....obbligherebbe le Strutture private a stipulare unicamente contratti di Lavoro dipendente coi Medici collaboratori, e contratti con le Azienda a tariffe minime rigidamente fissate dagli Ordini Professionali.

Intanto, interessante il fatto che si faccia riferimento a "tariffe minime rigidamente fissate dagli Ordini Professionali", perchè è una implicita ammissione della scorrettezza verso i MC e si basa su un postulato inesistente, ovvero che ci siano tariffe minime. Noi abbiamo parlato solo di tariffe di dignità professionale, e la FNOMCeO ci ha dato ragione, anche se in concreto i risultati finora non sono esaltanti.

Ma rendiamo ci conto che chi scrive queste cose è un medico del lavoro!!!!!
Uno che evidentemente ha venduto la propria dignità professionale, seppellendo sotto un buon numero di € l'art. 4, l'art. 16, l'art. 30 e 31, l'art. 54, l'art. 58, l'art. 65, l'art. 70 del Codice di Deontologia medica ! Nonchè l'art. 18 comma 1 lett a dell'81, che NON prevede intermediazioni fra Ddl e MC.

Queste istanze, trasformate in proposte di emendamento, sono state fatte proprie, inopinatamente, anche da alcune associazioni scientifiche e professionali.
Si tratta di istanze demagogiche e profondamente errate, rappresenterebbero un pesante arretramento nei livelli di tutela della salute dei lavoratori, comporterebbero un notevole sovraccarico economico per le Imprese, e determinerebbero la chiusura di centinaia di Strutture di Servizi alle Imprese che danno lavoro, oltreché ai Medici, a migliaia di lavoratori.

Altra balla spaziale. Intanto, come si correla la collaborazione con questo discorso appare, questo sì, demagogico e profondamente lesivo della verità. Cosa c'entri con l'arretramento dei livelli di tutela poi ce lo spieghino.
Poi, così come si prevedono criteri per le convenzioni con il SSN delle strutture sanitarie private, quale problema ci sarebbe per avere criteri che verifichino la qualità dell'operato dei centri servizi ? O forse chi fa questo discorso non ha le natiche proprio linde ? Paura che qualcuno documenti come lavorano quei centri che "danno lavoro a migliaia di lavoratori" ?
Anche altri, a migliaia, lavorano in organizzazioni discutibili, come ci documentarono Falcone e Borsellino: non dovevano far venire a galla certe schifezze per salvaguardarne il reddito ?
Ma che discorso sarebbe ?

Tali posizioni tuttavia non hanno finora trovato adeguato contrasto per l'assenza a livello Istituzionale di un soggetto che rappresenti la nostra realtà imprenditoriale sul piano culturale, scientifico, economico e sindacale.
Assoprev nasce per ricoprire questo ruolo e colmare questo vuoto

Non hanno trovato adeguato contrasto per due motivi, caro Bernardo:
1) perchè i MC non sono così fessi o così straccioni come qualcuno pensa
2) perchè chi avanza certe proposte si scopre come qualcuno che ha qualcosa da nascondere; chi, anche fra i centri servizi, opera in modo onesto, non ha certo le paure di cui vuole essere bandiera questa assoprev.

VERGOGNA !!

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

guglielmo_trovato

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  • Re: Assoprev???
  • (31/10/2013 05:59)

C'e' veramente da indignarsi a leggere certe cose: uno dei motivi per cui la medicina del lavoro e' degenerata ed e' allo sfascio e' dovuto alla prolferazione dei cosiddetti centri servizi. Prezzi stracciati, protocolli ridondanti ed inutili, prestanomismo,contratti farlocchi ... Adesso c'e' qualcuno che invece propone la coalizzazione di queste " strutture" contro i medici del lavoro liberi professionisti? Ma veramente il mondo gira al contrario?

bernardo

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  • Re: Assoprev???
  • (31/10/2013 11:09)

Caro Ramses e Caro Guglielmo, le nostre idee relativamente alle modalità organizzative con le quali si possano erogare prestazioni professionali in Medicina del Lavoro, e in generale di Sicurezza del Lavoro, sono divergenti, e più volte ci siamo confrontati anche su questo portale, personalmente sempre con il rispetto dovuto a chi la pensa diversamente, e senza bollare come "eretico" chi non la pensa come me, o chi agisce in base alla legge ma in difformità alla prassi che gli altri ritengono più giusta, anche perché esiste sempre il rovescio della medaglia: ad esempio, il codice ICOH per gli operatori della Medicina del Lavoro, che deve essere rispettato anche dai Medici Competenti (art. 39 comma 1) privilegia la Medicina del Lavoro svolta in strutture organizzate (come accade nella maggior parte dei Paesi Europei) rispetto alla attività libero professionale "solitaria". Questioni di impostazioni professionali e di vita: io penso si possa lavorare e si lavori meglio cosi, ma ovviamente c'è chi legittimamente ha altre opinioni.Tutto ok finché chi ha altre opinioni non pretenda di arrogarsi il diritto di obbligare tutti ad operare secondo le proprie convinzioni. A questo punto scatta il diritto, per tutti, di organizzarsi per tutelare le proprie opinioni, le proprie scelte di vita e professionali, i proprio legittimi interessi. Lo ha fatto, giustamente dal suo punto di vista, Co.Na.Me.Co., lo hanno fatto SIMLII e ANMA, e lo fa ora Assoprev, che nasce proprio, come hanno osservato Ramistella e Turbati, per tutelare gli interessi, professionali, culturali, scientifici ed anche economico contrattuali di chi ha scelto di svolgere il proprio lavoro secondo modalità organizzative pienamente legittime, ancorché diverse da altri. Mi spiace che si usino toni e parole fuori luogo, come "personaggi" : si possono avere idee diverse e posizioni diverse (le abbiamo avute su tanti argomenti, anche squisitamente tecnici) ma il rispetto reciproco andrebbe sempre conservato, perché quei "personaggi" hanno nome e cognome, ci mettono comunque sempre la propria faccia anche quando le scelte possono apparire poco popolari, ed hanno una storia difficilmente attaccabile sul piano personale e professionale.
E per finire, mi rivolgo ai Colleghi di Co.Na.Me.Co. , molti dei quali conosco personalmente e di cui ho grande stima professionale ed umana, ritengo anche ricambiata: siete sicuri che non sia meglio, dal vostro punto di vista come organizzazione sindacale, avere un interlocutore istituzionale con il quale confrontarsi, magari anche duramente ma alla luce del sole, con il quale stipulare ad esempio accordi quadro nazionali, per l'inquadramento dei Medici Competenti (collaboratori o dipendenti) che operano nelle strutture private? E che si adoperi per scremare, tra le strutture stesse, quelle serie da quelle meno serie? E comunque per elevare e garantire la qualità delle prestazioni erogate? Guardate (parlo in questo caso a Guglielmo) che le magagne sono ubiquitarie e albergano in tutti i settori (stiamo perdendo o non partecipando a molte gare e appalti vinti da liberi professionisti a tariffe stracciate. Però se tutti ci diamo da fare per ridurne il numero e la rilevanza credo sarà meglio per tutti meglio per tutti.

Giannini

Giannini
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  • Re: Assoprev???
  • (31/10/2013 12:12)

Ben venga la struttura organizzata ma in maniera seria e realistica, anche e soprattutto sotto l'aspetto remunerativo, che nella nostra professione -causa l'avidità, il facile arrivismo- rappresenta la causa di tutti i mali.
Se la struttura opera con tariffe al ribasso per accaparrarsi a tutti i costi il maggior numero di consulenze e di appalti indecenti, offrendo per forza di cose servizi improponibili, assoldando medici a partita IVA a tariffe vergognose "tot al chilo", la struttura non interessa, è solo un inutile fardello nella migliore delle ipotesi, nella peggiore rappresentando una vera e propria attività illecita, un malvagio "black hole" che estorce risorse lucrando su prestazioni intellettuali inerenti la salute pubblica.
L'esempio francese è illuminante: le strutture funzionano perché le risorse economiche, saggiamente, vengono utilizzate per remunerare in maniera congrua ed adeguata chi effettivamente svolge il lavoro e presta la propria opera, sia esso medico o ingegnere o tecnico o infermiere o collaboratore a qualsiasi titolo nel processo della prevenzione e salvaguardia della salute sui luoghi di lavoro.
Stiamo parlando di personale con regolare contratto di assunzione e non di sfruttamento di giovai medici e personale a partita IVA.
L'Italia è purtroppo un paese infelice sotto tale aspetto- non solo nella sanità- dove spesso un approccio clientelare e tanto pelo sullo stomaco permettono ad individui di discutibili qualità morali prima che professionali di assicurarsi la maggior parte del guadagno senza lavorare, senza nemmeno spesso aver titolo per farlo.
E' ora di finirla e la medicina del lavoro è solo uno dei mille esempi che potremmo addurre: viviamo in un sistema malato ed è ora di invertire rotta, tutti e responsabilmente.

"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."

bernardo

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  • Re: Assoprev???
  • (31/10/2013 12:21)

Caro Ramses e Caro Guglielmo, le nostre idee relativamente alle modalità organizzative con le quali si possano erogare prestazioni professionali in Medicina del Lavoro, e in generale di Sicurezza del Lavoro, sono divergenti, e più volte ci siamo confrontati anche su questo portale, personalmente sempre con il rispetto dovuto a chi la pensa diversamente, e senza bollare come "eretico" chi non la pensa come me, o chi agisce in base alla legge ma in difformità alla prassi che gli altri ritengono più giusta, anche perché esiste sempre il rovescio della medaglia: ad esempio, il codice ICOH per gli operatori della Medicina del Lavoro, che deve essere rispettato anche dai Medici Competenti (art. 39 comma 1) privilegia la Medicina del Lavoro svolta in strutture organizzate (come accade nella maggior parte dei Paesi Europei) rispetto alla attività libero professionale "solitaria". Questioni di impostazioni professionali e di vita: io penso si possa lavorare e si lavori meglio cosi, ma ovviamente c'è chi legittimamente ha altre opinioni.Tutto ok finché chi ha altre opinioni non pretenda di arrogarsi il diritto di obbligare tutti ad operare secondo le proprie convinzioni. A questo punto scatta il diritto, per tutti, di organizzarsi per tutelare le proprie opinioni, le proprie scelte di vita e professionali, i proprio legittimi interessi. Lo ha fatto, giustamente dal suo punto di vista, Co.Na.Me.Co., lo hanno fatto SIMLII e ANMA, e lo fa ora Assoprev, che nasce proprio, come hanno osservato Ramistella e Turbati, per tutelare gli interessi, professionali, culturali, scientifici ed anche economico contrattuali di chi ha scelto di svolgere il proprio lavoro secondo modalità organizzative pienamente legittime, ancorché diverse da altri. Mi spiace che si usino toni e parole fuori luogo, come "personaggi" : si possono avere idee diverse e posizioni diverse (le abbiamo avute su tanti argomenti, anche squisitamente tecnici) ma il rispetto reciproco andrebbe sempre conservato, perché quei "personaggi" hanno nome e cognome, ci mettono comunque sempre la propria faccia anche quando le scelte possono apparire poco popolari, ed hanno una storia difficilmente attaccabile sul piano personale e professionale.
E per finire, mi rivolgo ai Colleghi di Co.Na.Me.Co. , molti dei quali conosco personalmente e di cui ho grande stima professionale ed umana, ritengo anche ricambiata: siete sicuri che non sia meglio, dal vostro punto di vista come organizzazione sindacale, avere un interlocutore istituzionale con il quale confrontarsi, magari anche duramente ma alla luce del sole, con il quale stipulare ad esempio accordi quadro nazionali, per l'inquadramento dei Medici Competenti (collaboratori o dipendenti) che operano nelle strutture private? E che si adoperi per scremare, tra le strutture stesse, quelle serie da quelle meno serie? E comunque per elevare e garantire la qualità delle prestazioni erogate? Guardate (parlo in questo caso a Guglielmo) che le magagne sono ubiquitarie e albergano in tutti i settori (stiamo perdendo o non partecipando a molte gare e appalti vinti da liberi professionisti a tariffe stracciate. Però se tutti ci diamo da fare per ridurne il numero e la rilevanza credo sarà meglio per tutti meglio per tutti.

carlpam

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  • Re: Assoprev???
  • (31/10/2013 19:05)

le società di servizi negano l'indipendenza professionale medica
(31/10/2013 00:31)

ho trovato nella numerosa posta che arriva quella che credevo la solita SPAM delle società di servizi : invece si tratta di una associazione di “difesa “ di quelle che buon diritto consideriamo un grave impedimento allo sviluppo di una Medicina del Lavoro: il pistolotto parte con l'ovvio richiamo retorico alla Costituzione fondata sul lavoro, e con la sottolineatura delle differenza con l'Europa che avendo società di servizi pubbliche e private e più avanzata. La notazione è fondata solo sul pregiudizio che l' Italiano sia retorico, vittimista e provinciale e che la tutela del lavoro si abbia solo con team (“gruppo di lavoro” non è fino) e grosse organizzazioni che magari usano il camper per fare le visite in azienda (per scenografia )…
Ma analizzando con spirito critico e maieutico (Socrate, quanti delitti NON SI SAREBBERO commessi nel tuo nome !) ecco cosa salta fuori :
In Italia ha (sic!) prevalso,la figura del "Medico di Fabbrica": per cui la norma, pur riconoscendo alle strutture pubbliche e private un ruolo di preminenza (solo perché citate per prime?)ne ha previsto la coesistenza con il Medico Competente quale singolo libero professionista. Che intende ? Che dovremmo essere tutti DIPENDENTI? Dove finirebbe libertà di coscienza professionale del medico e la libera professione è stata o devrebbe essere sopressa ? Se l'estensore del testo rivendica per sè libertà di impresa e libera concorrenza percè ce la vuol negare ? Come Davide(con molta professionalità nelle sue mani) contro Golia, siamo in grado competere ....
In molti casi infatti oltre alla sorveglianza sanitaria sono erogate altre prestazioni complementari, quali valutazione dei rischi, consulenza e formazione ( in altri INVECE si fanno col copia incolla e pure con vistosi errori con software che riempiono 90 pagine di nulla descrivendo l'anatomia dell'orecchio. vendendo a caro prezzo DVR incompresibili al DdL o raccontandogli che si rifa ogni 3 anni o dimenticando l'esistenza di un DVR standardizzato: ma da queste cose dobbiamo star lontani (fare visite a cottimo e zitti!) lontani cioè dal core-business. Noi dobbiamo fare la Sorveglianza Sanitaria e dunque fimare il dvr senza leggerlo ed avvallare col nostro buon nome di medico ogni stupidità
La domanda si rivolge non solo alla qualità ed al costo della singola prestazione medica, ma coinvolge la globalità del servizio prestato, anche in termini di organizzazione, efficienza ed economicità. Noi siamo in grado di intercettarla pienamente, ma questa rivendicazione di professionalità diventa (per l'estensore) emergente spinta lobbistica e corporativa volte a minare i principi della libera e leale concorrenza e della libertà di impresa, garantita all’interno di un sistema corporativo ed anacronistico riservato di fatto unicamente a Medici Competenti liberi professionisti operanti singolarmente, attraverso una modifica dell’art. 39 del D.Lgs. 81/08 che, qualora accolta, OBBLIGHEREBBE LE STRUTTURE PRIVATE A STIPULARE UNICAMENTE CONTRATTI DI LAVORO DIPENDENTE COI MEDICI COLLABORATORI, E CONTRATTI CON LE AZIENDA A TARIFFE MINIME RIGIDAMENTE FISSATE DAGLI ORDINI PROFESSIONALI.
Se ho ben capito le “strutture private” ovvero le società di servizi dovrebbero fare solo contratti di lavoro dipendente con i Medici del Lavoro (sulla base del contatto nazionale della spedalità privata)
e contratti con la Aziende committenti ( a tariffe minime fissate dagli Ordini ) Ora questo strozzerebbe le società di servizi: La cosa è ovviamente una bubbola: il DPR 17.2.92 ( però modificato Bersani ( quando fu ministro) fissava come MINIMO ( mai il massimo ) visita ad ora fissa stabilita dal cliente a domicilio dello stesso € 30.99 Quando si vedono tariffe minime (?) chieste dalle società alle aziende di 70/80 €, quando va bene, alle aziende e si riconosce poi al medico 15/20 euro, sempre se va bene, ALLORA L'AFFERMAZIONE DI PRIMA APPARE PER QUEL CHE È : UNA STORIELLA PER POTER FARE CONTRATTI - CAPESTRO AI MEDICI ( o giovani senza una qualche clientela o chi non abbia comunque forza contrattuale ).
È pure evidente che le aziende, in un momento economico e sociale critico, ben si accorgono che possono avere la stessa qualità e servizi da un Medico Competente a tariffe depurate dal costo -spesso - esoso dell'intermediazione mentre fra Medici Competenti e Tecnici indipendenti (ancora pochi) e altri soggetti si sta sviluppando una rete collaborante che può competere in qualità duttilità ma soprattutto professionalità con le cosiddette società di servizi

Avevo inserito questo commento aprendo un altro thread ( che vedete sul forum)
approfitto per aggiungere che mi trovo pienamente d'accordo con Ramses
(il documento implicitamente si autoaccusa di sfruttare i MC : se applicano il contratto nazionale devono pagare Il MC per tutti i mesi (13) anche nei mesi o periodi di chiusura delle fabbriche
(dai 4000 ai 6000 mensili netti ferie pagate su 11 mesi di lavoro reale) . Quanto alle tariffe minimeè una colossale balla (concordo) quandomai le hanno applicate ( alle aziende ) gli serve solo per dire che farebbero la fame se gli venisse tolta la collaborazione col medico a vantaggio della dipendenza che non porebbero sfruttare !!!

In ogni caso non è leggittimo ( contra legem) tenere fuori dai DVR e dalla formazione e le attività accessorie il MC e è non leggittimo fare intrallazzi con le aziende.
è arrogante chiedere rispetto in nome del libero mercato quando si vuol combattere la libera iniziativa del singolo MC

Non si tratta di idee diverse ma di "arroganza lobbistica "

ramses

ramses
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  • Re: Assoprev???
  • (31/10/2013 20:10)

"Assoprev, che nasce proprio(...) per tutelare gli interessi, professionali, culturali, scientifici ed anche economico contrattuali di chi ha scelto di svolgere il proprio lavoro secondo modalità organizzative pienamente legittime, ancorché diverse da altri."

Io avevo ventilato la possibilità che ci siano centri validi e altri gestiti da farabutti, quindi avevo riportato una distinzione che credo sia condivisa da molti. Con centri "validi" intendo quelli che danno servizi "al" MC, non che lo usano e lo abusano per fare soldi.
Sugli aspetti culturali e scientifici, mi sia consentito.....
Però poi vedo che nel discorso che porta avanti Bernardo questa distinzione non è nemmeno sfiorata, e questo mi fa riflettere, e non certo in positivo.
Siamo su due piani diversi, io cerco di stare su un piano che consideri prima di tutto la figuira del MC, e gli interessi generali, sopratutto dei giovani colleghi con scarsa o nulla capacità contrattuale.
Frigeri mette tutti i centri insieme (comuni interessi economico-contrattuali) in un discorso imprenditoriale da svilupparsi comunque (così lo presenta e ribadisce) "contro" i MC che non si assoggettino a lavorare in strutture come "collaboratori" senza nessuna tutela, ricattabili e da sfruttare, come altri hanno ricordato, con retribuzioni da fame, quando va bene.
Se il MC ha una tutela contrattuale, al padrone del centro servizi che gli impone esami inutili, visite fuori senso e analoghe amenità, può rispondere con il gesto dell'ombrello (Maradona docet...).
Ma certamente chi opera con correttezza nel proprio centro (o nella rete dei propri centri, dalla quale magari potrebbero venire fuori le persone con cui fondare una associazione, vero ?) non ha di queste mire di lucro , e quindi dove è il problema a mettere in tranquillità il MC che con lui collabora ?
O abbiamo un allevamento di volpi sotto ogni ascella ?

Stia certo che la battaglia contro la dicitura "collaboratore" andrà avanti, è già stata avviata a livello politico parlamentare, e se arriverà a mettere in crisi qualcuno dei centri che hanno contribuito a massacrare la nostra professione ne sarò personalmente lietissimo, come credo i MC.
Poi che qualche medico del lavoro voglia seguire strade diverse, e che ci rimanga male, non mi dispiacerebbe affatto.

Comunque, non ho avuto alcuna risposta sulla sequela di norme che ho citato, solo un accenno all'art. 39 in una parte, il comma 1, che comunque riguarda il MC e non fa alcuno accenno a strutture o a figure di intermediazione.

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

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