un dirigente medico (non medico competente) ha fatto denuncia di malattia professionale ad un lavoratore addetto alle vendite di un negozio tipo fai da te con la seguente motivazione: inasprimento dei rapporti con il direttore, svalutazione di attività e capacità professionali di fronte ai colleghi, esclusione da riunioni e comunicazioni, assenza di interventi e assistenza aziendale rispetto alle problematiche segnalate, trasferimento presso punto vendita di prossima chiusura, compiti demansionati, cassa integrazione..
Avete mai visto niente del genere??
Premettendo la mia poca esperienza nell'ambito -che mi pare di catalogare come mobbing (bossing nello specifico)- non ho ben capito quale sia la diagnosi.
Malattia professionale= prima di tutto diagnosi di malattia (almeno sospetta), poi andiamo a vedere -accertata la diagnosi con gli opportuni accertamenti del caso- se esiste una esposizione lavorativa dimostrata ad uno o più rischi da poter connettere alla patologia stessa (da approfondire poi come e con che effetti e con che dignità-se causa o concausa- attraverso il fatidico rapporto o nesso di causalità, tanto caro anche ai Colleghi Medici Legali).
I comportamenti descritti -certamente censurabili sotto ogni aspetto-devono però aver quanto meno concausato una patologia, dei disturbi alla salute del lavoratore, altrimenti non vi può essere malattia professionale, fermo restando che ci saranno altre vie che il lavoratore potrà percorrere per difendersi e tutelarsi dinanzi a tale difficile situazione.
"Felicius curari a medico popularem gentem quam nobiles et principes viros."
Concordo in toto con Giannini, anche se la motivazione, come dici tu, potrebbe essere in realtà un corollario alla diagnosi (che però non traspare).
L'INAIL si esprime così:
Diagnosi medico-legale:
· Per l’inquadramento nosografico, fare esclusivo riferimento ai seguenti due quadri morbosi:
- sindrome (disturbo) da disadattamento cronico
- sindrome (disturbo) post-traumatica/o da stress cronico.
La diagnosi comunemente correlabile ai rischi in argomento è il disturbo dell’adattamento cronico, con le varie manifestazioni cliniche (ansia, depressione, reazione mista, alterazione della condotta, disturbi emozionali e disturbi somatoformi). La valutazione di queste manifestazioni consentirà la classificazione in lieve, moderato, severo.
La diagnosi di sindrome (o disturbo) post traumatico da stress può riguardare quei casi per i quali l’evento lavorativo, assumendo connotazioni più estreme, può ritenersi paragonabile a quelli citati nelle classificazioni internazionali dell’ICD-10 e DSM-IV. Questi casi vengono definiti come “estremi/eccezionalmente minacciosi o catastrofici” (a tale riguardo giova ricordare la possibilità che fattispecie che configurino un “evento acuto” devono trovare naturale collocazione nell’ambito dell’infortunio lavorativo).
· Escludere, ai fini della diagnosi differenziale, la presenza di:
- sindromi e disturbi psichici riconducibili a patologie d’organo e/o sistemiche, all’abuso di farmaci e all’uso di sostanze stupefacenti
- sindromi psicotiche di natura schizofrenica, sindrome affettiva bipolare, maniacale, gravi disturbi della personalità.
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti