Salve a tutti.
Qualcuno dei colleghi ha idea/esperienza di quali sia la validità e la liceità del patto di non concorrenza che molte società di servizi fanno firmare, nell'ambito del contratto di prestazione d'opera professionale, ai Medici Competenti che collaborano con esse?
Grazie a chi vorrà rispondere
Con tutto il rispetto per le società di servizi più corrette, si tratta di una prassi illegittima e anche, direi, lesiva della dignità professionale, sempre che si parli non di medici dipendenti, ovviamente, ma di medici "collaboratori" ai sensi del noto art. 39 comma 2 lettera a) del D.Lgs. 81/08.
Non è pensabile rivendicare la libera-professione per reclutare (e retribuire) il medico competente e negarla se questi la vuole esercitare a prescindere dal rapporto con il centro servizi, come è normale che sia. Comprendo le difficoltà economiche e l'attuale condizione di crisi, ma sarebbe opportuno che tutti i i colleghi si rifiutassero di firmare contratti che prevedono simili condizioni.
codice civile art 2125: deve essere pattuito un corrispettivo e deve essere contenuto entro dei limiti di oggetto, tempo e luogo.
In pratica, non vengono mai presentate clausole di non concorrenza valide.
D'accordo con EtaBeta.
Il patto di non concorrenza (cioè l'accordo secondo il quale, alla cessazione del rapporto di lavoro, il medico si impegna per una durata variabile a non accettare incarichi come libero professionista presso le ditte precedentemente seguite per conto della società di servizi) non è illegittimo, ma, siccome nei contratti non viene mai indicato il corrispettivo riconosciuto al medico - che tra l'altro non può nemmeno essere simbolico - per l'accettazione della clausola, questa è sempre sostanzialmente non valida.
Se, invece, ti riferisci alla clausola di esclusività - come, mi pare, abbia inteso ramiste - non credo sia illegittima (d'altronde anche l'agente monomandatario è un libero professionista), ma dev'essere adeguatamente compensata. Credo, però, che raramente venga inserita nei contratti.
Il contratto d'opera, è proprio del lavoratore autonomo, il quale, non disponendo di una propria organizzazione imprenditoriale, (l'art. 2222) "si obbliga a compiere... un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione".
Nella pratica è tuttavia frequente la dissimulazione di un contratto di lavoro mediante la conclusione di un contratto d’opera. Dietro a relazioni formalmente riconducibili a una collaborazione autonoma, si celano rapporti di lavoro subordinato perché caratterizzati dalla osservanza di un vincolo di orario di lavoro (programmata visita alle ore … ) l’assoggettamento al potere direttivo e disciplinare del datore di lavoro, dal versamento a cadenze fisse della retribuzione, dalla proprietà degli strumenti di lavoro in capo al datore di lavoro, e dall’assenza di rischio (cfr. Cassazione, 4 feb. 2002, n.1420) l'assoggettamento alle altrui direttive rappresenta l'elemento tipico al quale bisogna riferirsi"
tra le direttive di cui si è detto vi è ovviamente il divieto di concorrenza ( ancorché proposto in contratto rifiutabile -certo - ma non contrattabile (in caso di trattativa fra le parti praticamente nulla in quanto posto come “conditio sine qua non...”)
In presenza di tale condizione si configura un rapporto parasubordinato ( se non direttamente dipendente ( si potrebbe allora chiedere l'assunzione col contratto della sanità privata !!!)
Ai Colleghi ETABETA E LANFRANZ chido scusa per la pignoleria :
Il PATTO DI NON CONCORRENZA (cioè l'accordo secondo il quale, alla cessazione del rapporto di lavoro, il medico si impegna per una durata variabile a non accettare incarichi come libero professionista presso le ditte precedentemente seguite per conto della società di servizi) non è illegittimo, ma, o perché non viene mai indicato il corrispettivo riconosciuto al medico per l'accettazione della clausola, questa è sempre sostanzialmente non valida. codice civile art 2125: deve essere pattuito un corrispettivo e deve essere contenuto entro dei limiti di oggetto, tempo e luogo.
Nel caso sia di patto di ESCLUSIVITÀ che in quello di NON CONCORRENZA ( in quanto direttiva non negoziabile ) è evidente che COSTITUISCE un RAPPORTO PARASUBORDINATO
Ci mancherebbe, Carlpam, mica ti devi scusare :)
Non sono però così convinto che il patto di non concorrenza configuri automaticamente un rapporto parasubordinato. A supporto segnalo questo link http://www.nove.firenze.it/vediarticolo.asp?id=b4.02.17.15.23 .
Diverso è il discorso per la clausola di esclusività, per la quale sono più d'accordo con te: in tal caso il professionista valuterà secondo convenienza economica, credo.
Negli interventi precedenti sono state bene esplicitate e approfondite le norme giuridiche che regolano la questione sollevata all'apertura del forum. Al di là delle vari norme vigenti e delle relative interpretazioni che se ne possono dare, tuttavia, credo che la questione vada posta anche in termini - come dire - di rispetto della dignità professionale e di scelte che si possono fare al momento di sottoscrivere (oppure no) un contratto, sia con un determinato datore di lavoro che con un centro servizi o altro.
In altri termini, non si può sempre "rifugiarsi" dietro normative o leggi che indicano o vietano espressamente questo o quel comportamento, ma sarebbe importante avere un orientamento univoco, anche rigido, nei confronti di quella sorta di distorsione economicistica che talvolta subisce la nostra attività professionale. Se si riuscisse, tutti insieme (o magari nella stragrande maggioranza dei casi) a dire no a certe impostazioni nei rapporti contrattuali, tipo quello in argomento ma anche - perché no ? - all'accettazione di tariffe al ribasso o all'obbligo di dover eseguire almeno 20 visite in mezza giornata, al ricatto CONSIP etc. etc. forse saremmo in grado di lavorare meglio e con più soddisfazione.
Sono temi, a mio parere, che necessitano della massima attenzione, forse ancora più del famigerato Allegato 3B ... che pure è importante, non lo nego, ma che non dovrebbe finire con il distrarci da altre tematiche fondamentali.
Sono temi, a mio parere, che necessitano della massima attenzione, forse ancora più del famigerato Allegato 3B ... che pure è importante, non lo nego, ma che non dovrebbe finire con il distrarci da altre tematiche fondamentali
1)il 3B è famigerato e va solo abolito !!!
2) nessuno si rifugia dietro norme o leggi ... solo è utile che tutti sappiano, ottendo quel giusto rispetto alla professionalità, difendersi in particolare verso coloro che forti per essere offerta di lavoro usano clausole vessatorie (e da una contrattazione equa si addiviene a d una condizione di subordinazione) (si vis pacem para bellum!!!!)
(e fin qui sono d'accordo con te, Ramiste) ma non capisco cosa intendi affermando "ma sarebbe importante avere un orientamento univoco, anche rigido, nei confronti di quella sorta di distorsione economicistica che talvolta subisce la nostra attività professionale"
Personalmente ritengo che dignità professionale significhi, in sintesi, lavorare al meglio, in autonomia e con compensi adeguati. Credo anche che, nel momento in cui si decide di intraprendere una collaborazione, sia corretto non pensare immediatamente cosa potrà accadere se violerò l'eventuale clausola di non concorrenza appena sottoscritta (giusta, sbagliata, valida o meno che sia). Perché, in tal caso, è meglio evitare di firmare contratti. Se poi la ditta X si trova bene con te, ma è orientata a non rinnovare la collaborazione con la società di servizi, penso che tra persone che si rispettano si possa anche trovare un accordo (scritto) senza finire davanti a un giudice.
L'esclusività, ripeto, è una questione puramente economica: personalmente, ai tempi, ho rifiutato di sottoscrivere il contratto nell'unica occasione in cui questa clausola era presente, perché le condizioni economiche erano ridicole. Magari, se mi avessero offerto dieci volte di più, ci avrei pensato, libero di interrompere la collaborazione con il preavviso stabilito qualora mi fossi reso conto dell'impossibilità di lavorare come desideravo.
Per concludere, detto che sono d'accordo su alcuni principi espressi da ramiste, penso che attualmente sia meglio concentrarsi sull'abolizione dell'Allegato 3B (obbligatorio, inutile, sanzionato e, sostanzialmente, non remunerato). Per tutto il resto abbiamo più tempo.
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti