Salve a tutti, da un po' di tempo mi sto dedicando a raccogliere pareri ed informazioni sui rischi professionali connessi all'uso di formalina da parte di medici e tecnici dei laboratori di istologia.
La ragione è che rientro in questa categoria professionale da qualche anno, e non vi nascondo una certa apprensione sulla materia: la struttura in cui opero è cronicamente affetta da problemi strutturali ed organizzativi, che potete immaginare essendo comuni purtroppo a molto grandi ospedali del Sud italia; di contro, essa gestisce una enorme mole di esami istologici all'anno, che spesso ci costringe ad un'orario superiore alle 8 ore a stretto contatto con formalina, "spillata" in grossi contenitori atti a contenere i pezzi chirurgici, spesso dispersa sui banchi di lavoro o per terra. Il tutto in ambiente chiuso in cui sono presenti delle cappe da aspirazione che decisamente vecchie e malfunzionanti (prive di manutenzione e revisioni).
I DPI che abbiamo a disposizione consistono in semplici mascherine da sala operatoria, che a detta del "responsabile" della sicurezza (figura poco presente in quanto trattasi di un docente universitario, non un medico competente) dovrebbe essere sufficiente a proteggere le vie aree dai vapori di formaldeide, e negli occhiali da lavoro.
L mia domanda riguarda il monotoraggio di tale esposizione: è possibile che in questo ambiente nessuna rilevazione venga eseguita riguardo i valori TLV? Dovremmo essere sottoposti ad esami specifici? (formolo urinario??) COn quale cadenza?
L'istituto di Igiene interno all'università dovrebbe svolgere tale mansione, o è compito della medicina del Lavoro?
Grazie a tutti in anticipo per le risposte.
Caro collega, poiché oltre a farti ammalare ti stanno anche prendendo in giro alla grande (vedi l’uso della mascherina chirurgica spacciata per DPI idoneo alla protezione dai vapori di formaldeide) ti consiglio di richiedere per iscritto al Datore di Lavoro, al Direttore della Unità operativa, al Responsabile del SPP e al Medico Competente (se nominato) se è stato valutato il rischio da esposizione a formaldeide e, in relazione a detta valutazione, quali misure tecniche, organizzative, procedurali, formative e sanitarie sono state predisposte per il controllo del rischio. Le criticità da te riferite dovrebbero in primis, se le cose funzionano, essere un problema della Direzione aziendale e dei tecnici della sicurezza (SPP e MC). In base alla risposta eventualmente puoi decidere come andare avanti. Se ritieni potresti investire il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o l’Organo di Vigilanza. Buona fortuna.
...che protocollo sanitario utiizzeresti per gli esposti a formadeide?
Medico Autorizzato
Grazie annuscor per la tua risposta. Come è intuibile dal mio post non sono molto esperto di medicina del lavoro nè di igiene degli ambienti: mi trovo ad affrontare un problema nuovo e senza grande appoggio da parte dei colleghi che preferiscono non esporsi agli occhi dei superiori, probabilmente nella speranza di essere agevolati in futuro facendo una pericolosa gavetta per alcuni anni.
Potresti darmi ulteriori consigli si come impostare una eventuale lettera scritta? C'è una normativa/fonte legislativa a cui posso far riferimento nell'ambito del rischio in una struttura ospedaliera pubblica?
GRazie.
http://www.arpa.emr.it/schedesost...se/schedeattuali/icsc0695_ITA.htm
per quanto attiene gli effetti sulla salute.
Per il rischio, che sia una satruttura ospedalera pubblia o una bottguccia artigianale privata non ha assolutamente nessuna importanza, gli obblighi sono esattamente uguali, e questo dal 1956, sia pure con diverse leggi.
Al momento, D.Lgs. 81/08, art. 1, art. 18, art. 28 e 29 e specificamente per la formaldeide art. 223 e seguenti.
Nofer
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