Cari colleghi, in una ditta di SERVIZI in cui svolgo l 'attività di MC mi capita di visitare dipendenti Sri Lankesi. In tale ditta la mansione prevede l 'utilizzo di prodotti Xi e piccole quantità di Xn usati per eseguire pulizie industriali. Nel protocollo sanitario ho previsto tra l 'altro l 'esame spirometrico annuale. Da una statistica interna dell 'azineda il 44% dei lavoratori del Sri Lanka ha una spirometria alterata in modo importante (utilizzo teorico 85%). Secondo voi come mi devo comportare per l 'idoneità? Io utilizzo la prescrizione di mascherina facciale quando i dipendente utilizza prodotti irritanti o nocivi. Faccio bene? GRAZIE
Sono d 'accordo con l 'idoneità con prescrizione di mascherina con filtro per solventi durante l 'utilizzo degli agenti chimici in oggetto, almeno temporaneamente. I dati spirometrici riscontrati possono essere una spia di un 'errata valutazione dei rischi? Per capire e non per criticare ( visto che ultimamente siamo quasi tutti un pò permalosi) ti chiedo, le alterazioni dipendono dagli agenti chimici?, dal fumo di sigarette?, dal loro effetto sinergico? i lavoratori interessati soffrono di malattia allergica? ecc..... Sono state prese tutte le misure preventive e protettive per i lavoratori in oggeto?
Saluti
Gennaro Bilancio
Non mi è chiara la domanda di OLLY e forse dirò un a banalità.
Hai tenuto conto che gli Srilankesi sono popolazione non caucasica?
Risposta per CLAUDIO: Certo, utilizzo un teorico dell '85%
Risposta per GENNARO: Nessun dipendente fuma, nessun dipendente riferisce patologia allergica tranne due (questi assumono broncodilatatori al bisogno e cortisonici), tutti i dipendenti indossano adeguati DPI. Gli altri dipendenti, in tutto circa 25 persone, hanno deficit spirometrici di tipo restrittivo anche di grado medio-severo. Secondo te sono comunque idonei? eventualmente on prescrizione
Grazie
Mi dispiace ma non posso risponderti, ci vogliono altri dati. Perchè alcuni lavoratori hanno un deficit di tipo restrittivo se gli agenti chimici in questione possono dare un deficit per lo più ostruttivo? L 'esame spirometrico risulta attendibile? ( non offenderti, a volte a noi medici del lavoro vengono dati esami spirometrici effettuati da altre figure professionali) . I lavoratori in oggetto hanno interstiziopatie?. I livelli di esposizione agli agenti chimici come sono?
Aspetto e Saluto.
Gennaro Bilancio
In merito all 'esame spirometrico, per gli extracomunitari, evenienza molto frequente nella realtà produttiva in cui opero, prima di formulare una diagnosi specifica,tengo conto di alcuni parametri.
1) il lavoratore è collaborante? Ha capito bene come deve essere eseguito l 'esame?
2) Una eventuale alterazione dell 'esame spirometrico, è riscontrabile in altri dipendenti non extracomunitari esposti allo stesso rischio e non fumatori ?
3) lo stesso risultato si ottiene anche in altri lavoratori extracomunitari?
Questo mi permette di valutare se l 'esame è attendibile ( paziente collaborante) o non attendibile ( paziente non collaborante). Qualora si verificasse una medesima risposta in un gruppo omogeneo esposto allo stesso rischio, devo intervenire facendo prescrizioni di uso di adeguati e specifici D.P.I.
L 'esame viene ripetuto a distanza di tempo, e confrontato con il precedente.
Se si evidenziano le medesime alterazioni, il lavoratore accede ad esami specifici ( di seciondo livello ) presso la Clinica del Lavoro o centri ( seri e affidabili ) privati.
ma lo spirometro e ' affidabile? Possibile che nonostante il teorico al 85% ci siano cosi ' ' tanti deficit restrittivi?
Per i criteri di accettabilità di un 'esame spirometrico aggiungerei quanto segue
Inizio espirazione senza esitazioni
Adeguato tempo di espirazione , Espirazione> 6 secondi
(Espirazione> 4 secondi in particolari casi; giovani adulti, deficit restrittivi)*
Espirazione completa
Il test deve concludersi con un plateaù di almeno 1 secondo
Assenza di artefatti ( Tosse, chiusura della glottide, sforzo variabile)
Criterio di riproducibilità
Almeno tre prove accettabili su un massimo di otto secondo il criterio che le due FVC e i due VEMS più elevati non differiscano più di 200 ml.
(Il parametro principale per valutare una restrizione resta comunque la CV).
E ' chiaro non vuole essere una lezione di come si esegue un 'esame spirometrico, ma può essere di ulteriore aiuto per valutare un deficit di tipo restrittivo. Penso che nell 'azienda da te segnalata vi sia un numero elevato di lavoratori con deficit di tipo restrittivo. Può anche darsi però che questi lavoratori siano stati o siano ancora esposti a rischi specifici che causano interstiziopatie.
Saluti
Gennaro Bilancio
Grazie a tutti per le risposte.
Lo spirometro mi sembra affidabile in quanto tutti i soggetti caucasici hanno buone spirometrie (compresa la mia). Quindi i soggetti del Sri Lanka, secondo voi, sono più sensibili agli agenti chimici? Potrebbero "ammalarsi prima" dei soggetti caucasici?
Mi permetto di fare notare che la diagnosi di compromissione funzionale "restrittiva" non può essere fatta solo con misure di FVC (quindi con la semplice curva flusso/volume) ma richiede la misura del TLC eseguita o con tecnica pletismografica o di diluizione dell 'Elio. La diagnosi di "restrizione" infatti riguarda la TLC e non la sola VC, la quale potrebbe essere ridotta per aumento del RV (volume residuo). Dalla lettera non si capisce se ci sono anche componenti ostruttive (Fev1/FVC% ridotto). Nel caso di compromissione ostruttiva deve essere escluso l 'utilizzo di APVR (DPI per le vie aeree) in quanto aumentano le resistenze delle vie aeree che si presumono già aumentate. La riduzione consensuale di FVC e Fev1 indurrebbe ad approfondire con l 'esecuzione di TLC (total lung capacity) e frazioni, e se questa si conferma ridotta, con RX torace per accertare eventuali cause anatomiche della restrizione (aderenze pleuriche, fibrosi diffuse, esiti cicatriziali da TBC ecc.). Spero di avere contribuito a fare un po ' di chiarezza.
Tullio
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