Seguo un borsettificio e mi sono posto il problema del rischio cancerogeno da cuoio. A me risulta che il rischio sia stato descritto solo nei calzaturifici dove la polverosita e' molto maggiore.Qualcuno di voi ha esperienza in tal senso ?
dovunque si "sgrattugi" cuoio il rischio è virtualmente presente. Ma non dimentichiamo che "cuoio" è una cosa, e "pelli" sono altra cosa.
Non mi slancio su come avere un'idea un po' meno vaga di "c'è tanta polvere" o di "c'è poca polvere", perchè anche se non esistono tecniche di selezione delle fibrille di cuoio nè mi risultino dei limiti, c'è - con le opportune tecniche di igiene occupazionale - il modo di saperlo.
E non è la semplice misurazione ponderale delle polveri all'operatore: ovvio che si prende "tutta" la polvere che c'è in aria, mentre a noi invece interessa conoscere quanta di quella "polvere" è ragionevolmente di cuoio. E dico "ragionevolmente" proprio perchè non ci sono al momento tecniche selettive di campionamento.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
EtaBeta il 31/10/2014 03:10 ha scritto:
... A me risulta che il rischio sia stato descritto solo nei calzaturifici dove la polverosita e' molto maggiore.
... "molto maggiore" rispetto a cosa, scusami?
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
nofertiri9 il 01/11/2014 11:53 ha scritto:
... "molto maggiore" rispetto a cosa, scusami?
In alcune pubblicazioni leggevo che la polverosità è generalmente maggiore nei calzaturifici rispetto ai borsettifici
rispondo a nicox691: i primi casi "sospetti" sono assai datati e riguardavano materiale conciato con tannini vegetali, puoi anche trovarne in rete di lavori vecchi-vecchi che ne parlano.
In uno dei miei libri appunto "vecchi-vecchi", si ipotizzava non un'azione con reattività di tipo chimico ma piuttosto di tipo meccanico. Chi ha avuto il bene, come l'ho avuto io, di vedere delle polveri di cuoio al microscopio, immagino sarà rimasto di stucco confontandone la somigliaza morfologica con le fibre di amianto, come ci rimasi io...
Infine, ripeto e ribadisco che non c'è alcun tipo di indagine ambientale che possa dare una specificità ponderale per le polveri di cuoio, come non c'è per quelle di legno.
Diciamo che comunque se l'organo bersaglio è il naso, sia pure molto grosso modo, di certo non ha senso basarsi su un campionamento valido per la frazione toracica; che infatti non è quello che si fa per le polveri di legno che hanno lo stesso bersaglio.
Ricordate che "inalabile" non è affatto "respirabile": anzi, proprio l'opposto...
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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